sabato 21 febbraio 2009

Vittorio Melandri: "Non entreremo nel PSE"

“Non entreremo nel Partito Socialista Europeo”……….



…….. questa è l’affermazione centrale del discorso di investitura di Franceschini (e a proposito di democrazia, fatto prima di essere “investito”).



E per q uanto abbia riaffermato il sacro principio della “laicità dello stato”, è ancora ad auspicare che nel partito si aprano porte e finestre, come da sempre si continua ad auspicare, salvo vederle come da sempre, chiuse, e come ancora l’assemblea del PD è stata condotta per mano a tenerle in questa ennesima occasione: porte e finestre chiuse, anzi……. blindate!!!



E dunque emerge nel dibattito in corso nel PD una posizione politica a dir poco aberrante.



Mi riferisco al fatto che all’interno del PD ci si dovrebbe sentire molto più preoccupati del prossimo risultato elettorale alle amministrative, che non di quello alle elezioni per il Parlamento europeo.



Cito Rosy Bindi ed Ermete Realacci per tutti.



Or bene, se agli italiani tutti, è consentito nutrire ancora una flebile speranza di non ritrovarsi ai margini della società civile, così come sta evolvendo nel mondo intero, questa è legata al fatto che esiste, pur con molti ed evidenti limiti, una dimensione politica dell’Europa a cui l’Italia e noi italiani siamo intimamente legati.



Persino la sciagurata figura di Berlusconi, è condizionata dall’esistenza dell’Europa.



E noi cittadini semplici siamo assistiti in positivo dall’esistenza dell’€uro, senza il quale saremmo a misurarci non con una crisi economica, ma con un disastro senza precedenti.



È certo un fatto.



Che il PD, inteso come “ufficio di collocamento”, sia più sensibile alle amministrative, dove può collocare migliaia di “soci iscritti”, che non alle Europee, dove invece si possono sistemare poche decine di “soci iscritti” per quanto di fascia alta, è tanto “normale” quanto è drammatico.



Perché al di là di ogni distinguo, constatare una così drammatica miopia, che all’esito del voto di una assemblea sovrana (83% a 17% a favore della proposta della direzione) capace di radunare poco più di un terzo dei suoi componenti (1229 su quasi 3000), pare proprio si possa identificare con la maggioranza del PD, colloca questo partito oltre ogni orizzonte più cupo che si possa immaginare.



Dove la sua cupezza e la sua fragilità (basta pensare alla proposta di Marini, si al PSE in Europa ma fuori dal PSE) si riverberano su tutti noi.



Vittorio Melandri

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