giovedì 12 febbraio 2009

Paola Meneganti: cosa mettiamo?

Sì, forse non capiamo. Non riusciamo a capire - colpa nostra, OK - un Paese "interpretato" da Giorgia Meloni - che io continuerei a chiamare "la fascistella", senza remore ... - sul "Corriere" di oggi. Ve lo allego. Vi dico la verità, è una dimensione che non capisco. Perché gli elementi preponderanti sono due, a mio giudizio: 1) "Ma magari piuttosto che vedere me che ne parlavo [di Eluana], o un altro politico in un talk show, ha preferito vedersi Alessia Marcuzzi e gli amici della Casa". Beh, una pensa ai politici tromboni e rissosi che sproloquiano di un fatto così tragico, intimo, colmo di amore e di dolore, e lì per lì dice: come darle torto? 2) "La morte di Eluana non ha fermato il circo del Grande fratello. Enrico Mentana e l`ammiraglia Matrix hanno dovuto cedere il passo. Dimissioni. Scandalo. Polemiche. Poi gli ascolti.E la scoperta che il pubblico aveva gradito. Preferendo alle lacrime pubbliche per l`addio della ragazza che ha spaccato l`Italia, le lacrime private di Federica che non ha nemmeno spaccato il naso al coinquilino Gianluca, al quale pure aveva tirato un bicchiere per la rabbia".
L'alternativa è tra le lacrime di coccodrillo e le parole trombone di soliti noti, da una parte, e le stronzate del Grande fratello? La fascistella, ahimè, forse fotografa una realtà. In mezzo a quei due contenuti ingiovibili, noi cosa mettiamo? cosa siamo in grado di mettere?
scusate la confusione
Paola
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MELONI: DOPO IL LUTTO C'E' VOGLIA DI DISTRARSI EVITIAMO DI FARE TROPPA SOCIOLOGIA
Da "Il Corriere della Sera" di mercoledì 11 febbraio 2009

Il ministro della Gioventù «Non puntiamo il dito sui ragazzi. Anche perché il Gf lo vedono tutti» Meloni: dopo il lutto c`è voglia di distrarsi Evitiamo di fare troppa sociologia ROMA - «Eluana ha commosso tutti. E stata una questione che la gente ha vissuto sulla propria carne.

Ma magari piuttosto che vedere me che ne parlavo, o un altro politico in un talk show, ha preferito vedersi Alessia Marcuzzi e gli amici della Casa». Nel pieno infuriare delle polemiche, il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, invita a un sano pragmatismo. E a considerare che al prodotto televisivo corrisponde anche a ciò che la gente vuole vedere. Lo dico io che mi dispiaccio perché trasmissioni come Amici, nate per valorizzare i giovani talenti, finiscono poi per puntare sulla spettacolarizzazione dei sentimenti. Però la tv educativa (stile Consorzio Nettuno) non la vede nessuno».

Il fatto è noto. La morte di Eluana non ha fermato il circo del Grande fratello. Enrico Mentana e l`ammiraglia Matrix hanno dovuto cedere il passo. Dimissioni. Scandalo. Polemiche. Poi gli ascolti.

E la scoperta che il pubblico aveva gradito. Preferendo alle lacrime pubbliche per l`addio della ragazza che ha spaccato l`Italia, le lacrime private di Federica che non ha nemmeno spaccato il naso al coinquilino Gianluca, al quale pure aveva tirato un bicchiere per la rabbia.

Ieri gli interrogativi. Ma allora i giovani, che adorano seguire le sorti dei loro coetanei in cattività, non si sono appassionati al dramma che ha commosso l`Italia? O è stata una fuga dal dolore reale, per rifugiarsi in quello da reality, più sopportabile? Ma, soprattutto, l`informazione può passare in secondo piano rispetto alle vicende da cortile del Grande fratello in un momento come quello in cui lo scontro tra le forze politiche ha scosso fin nelle fondamenta gli equilibri istituzionali del nostro Paese? «Non ci farei troppa sociologia», considera, schietta, la Meloni. «E soprattutto non andrei a puntare il dito verso i giovani. Perché il Grande fratello è una trasmissione che non ha un taglio generazionale molto marcato.

La vedono i giovani, ma la vedono anche gli adulti, gli anziani.

Un po` tutti. Andare a fare delle analisi sul mondo giovanile prendendo spunto dal successo di quella puntata mi sembra un po` tirato per i capelli».

Ma se in fuga dalla realtà non c`erano solo i giovani non è ancora più sorprendente? «Ma perché? Magari chi ieri sera ha visto II Grande fratello fino a un minuto prima stava ascoltando le notizie sul destino e sulla morte di Eluana Englaro. Ognuno affronta il lutto e il giubilo a suo modo. Non è detto che chi si è appassionato a seguire la battaglia dolorosa di questa ragazza non possa poi passare la serata a sentire altro. C`è chi segue, chi preferisce distrarsi, chi spegne il televisore. Non possiamo fare generalizzazioni fenomenologiche».

Ma l`informazione in questo caso è rimasta vittima dello «show (o business) must go on». Ha sbagliato Mediaset a non trasmettere Matrix su Eluana in prima serata o ha esagerato Mentana a dare le dimissioni per questo? «All`informazione non bisogna mai abdicare. Ho grande stima di Enrico Mentana.Dopodiché non entro nel merito di scelte aziendali».

Ma la tv deve assecondare gli appetiti pruriginosi o tentare di indirizzarli? «Una via di mezzo.

Non si può dire che in tv va solo ciò che a ciascuno di noi piacerebbe vedere. E non si può rincorrere solo gli umori peggiori o il business. Anche perché la televisione amplifica i fenomeni e genera emulazione. Quindi chi la fa dovrebbe sentire il peso della responsabilità».

Virginia Piccolillo

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