martedì 30 maggio 2023

Imprese partecipate dai lavoratori: una nuova proposta - Lavoce.info

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Economia di guerra. Europa, i soldi del Pnrr per riarmo e munizioni • Diritti Globali

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Turchia. Erdogan rivince con la paura e la censura • Diritti Globali

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Spagna, dopo il voto si dimette a sorpresa il premier Sánchez • Diritti Globali

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Tridico: “Serve un welfare europeo con più tasse sui profitti globali” - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

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La rivista il Mulino: Le dimissioni di Pedro Sánchez

La rivista il Mulino: Le dimissioni di Pedro Sánchez: Sono arrivate, a sorpresa, in seguito ai risultati delle elezioni comunali del 28 maggio, dominate dalle destre. Un gesto non privo di rischi, ma senz’altro una forte assunzione di responsabilità

In Europa continua l'avanzata delle destre. E il "nuovo vento" spagnolo spinge le manovre di Bruxelles, dove pure il Ppe guarda ai Conservatori - Il Fatto Quotidiano

In Europa continua l'avanzata delle destre. E il "nuovo vento" spagnolo spinge le manovre di Bruxelles, dove pure il Ppe guarda ai Conservatori - Il Fatto Quotidiano

Franco Astengo: Ballottaggi

BALLOTTAGGI di Franco Astengo E' il caso di ribadire alcuni punti fermi prendendo in considerazione il livello dei commenti e delle analisi che in queste ore si stanno leggendo in esito ai ballottaggi svolti il 28-29 maggio per l'elezione dei sindaci in diversi comuni sparsi per l'Italia e in particolare (come si riferisce di seguito in questo lavoro molto abborracciato e schematico) in 6 comuni capoluogo di provincia e 1 comune capoluogo di regione (anche se piccola e periferica come le Marche). I risultati si possono leggere in 3 modi: a) come stanno facendo i grandi mezzi di comunicazione (e come stanno accettando le forze politiche) con il metodo "calcistico" di conteggiare i Sindaci conquistati alla stregua dei goal segnati. Si comprende come questo metodo segua l'accrescimento o la sottrazione di piccole fette di potere (anche rispetto alla mappa interna delle logiche di partito) ma difficilmente così si riesce a leggere l'insieme del procedere della vicenda politica; b) analizzare comune per comune discese e risalite delle candidature e delle diverse forze politiche, liste civiche, ecc. Si tratta di un metodo che può essere seguito soltanto attraverso una profonda conoscenza delle diverse realtà locali sotto l'aspetto economico, sociale, del contesto politico specifico, del valore delle candidature. Un'operazione che richiede sicuramente tempo e non mediocre capacità d'interpretazione; c) tentare (consapevoli di tutti i limiti del caso) di analizzare i dati secondo un metodo d'interpretazione complessiva in modo da fornire alle forze politiche interessate una prima chiave di lettura dei dati sfuggendo - appunto - alla mera logica ragionieristica evidenziata nel punto a). Cercando di lavorare nei termini indicati dal punto c) si possono evincere queste prime indicazioni di carattere generale: 1) se colleghiamo la fragilità del sistema politico all'indicatore della partecipazione al voto appare evidente che questa fragilità persiste e avanza. Nessuna forza politica, in questi anni, è riuscita a invertire la tendenza: considerati i 13 comuni capoluogo impegnati in questa consultazione la percentuale dei voti validi è scesa dalle elezioni politiche 2022 a quelle comunali 2023 dal 65,19% al 56,02%. Nei 7 comuni capoluogo arrivati al ballottaggio in cui erano iscritti nelle liste 502.701 tra elettrici ed elettori al primo turno si erano espressi 281.370 voti validi (55,97%) scesi a 253.132 nel secondo (50,35%); 2) Il centro - destra si afferma evidenziando una maggiore compattezza in un quadro di capacità coalizionale corroborato dalla presenza partitica. Questo è un elemento da tenere in considerazione. Su 13 comuni capoluogo al voto al primo turno i simboli dei tre partiti maggiori della coalizione sono stati presenti ciascuno in conto proprio a sostegno del candidato-sindaco in 11 comuni su 13 (eccetto Imperia feudo di Scajola e Massa dove era presente soltanto il simbolo di FdI contornato da liste civiche). Un solo candidato - sindaco fuori dai due poli è arrivato al ballottaggio (vincendo): il discusso Bandecchi a Terni. 3) Nel centro - sinistra abbiamo registrato la presenza del simbolo del PD in tutti i 13 comuni ma con una varietà di presenze in coalizione: M5S con il proprio simbolo a Brindisi Latina,Teramo, Pisa AVS con il proprio simbolo a Imperia, Massa, Siena, Terni, Treviso (a Brescia presenti separati Verdi e Sinistra Italiana), Azione - Italia Viva ad Ancona. Il M5S ha presentato propri candidati sindaci ad Ancona, Brescia (in coalizione con UP e PCI), Imperia, Massa (in coalizione con Unione Popolare), Siena, Terni (in coalizione con UP e lista civica) , Treviso (in coalizione con Unione Popolare), Vicenza. 4) Tornando ai dati complessivi dei 7 comuni in ballottaggio si registra come i candidati - sindaci del centro-destra abbiano ottenuto 126.820 voti incrementando rispetto al primo turno di 20.961 suffragi mentre quelli del centro -sinistra ne hanno avuto 101.474 cioè 29 voti in più rispetto al primo turno. I sindaci non pervenuti al ballottaggio avevano raccolto complessivamente 60.419 voti. A mio giudizio se intendiamo fornire un giudizio politico complessivo su questo esito elettorale non possiamo sfuggire a tre considerazioni: a) cresce comunque l'astensione; b) si definisce meglio il profilo bipolare che dal punto di vista del centro-destra accentua i termini di alleanza tra partiti; c) il PD perno della coalizione di centro-sinistra non riesce a presentarsi rispetto a due porzioni di elettorato come soggetto decisivo sul quale far poggiare una coalizione alternativa alla destra : quello del M5S (la parte residuale del voto 5 stelle passato dal turbine della volatilità estrema negli anni '13-'22) che evidentemente considera il PD partito dell'establishment. Un elettorato 5 stelle che ai propri candidati sindaci al primo turno aveva dato 9.624 voti. Eguale discorso per elettrici ed elettori di UP ormai evidentemente molto diversi da quella che era la base di Rifondazione Comunista e molto meno sensibile ai richiami unitari (nel primo turno - sempre riferendoci ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio) ai Sindaci presentati da Unione Popolare erano andati complessivamente 7.608 voti. In conclusione una possibile lettura politica dei dati riferiti ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio ci indica non solo l'ovvia necessità di costruzione di alleanze ma anche quella (rispetto a porzioni di significativo elettorato) di lavorare per la definizione di un profilo spiccatamente alternativo. Si tenga presente, infine e ancora una volta, il tema astensionismo sicuramente non risolvibile da qui alle elezioni europee. Situazione che necessita quindi di un forte richiamo di identità per trattenere almeno l'elettorato residuo dalla tentazione di ulteriori fughe: un segnale unitario sul versante di sinistra potrebbe anche rappresentare un possibile punto di riferimento positivo.

martedì 23 maggio 2023

Ballottaggio in Turchia: il 28 maggio si gioca una partita che va oltre i confini del Paese | Left

Ballottaggio in Turchia: il 28 maggio si gioca una partita che va oltre i confini del Paese | Left

Ecologismo e sinistra: una proposta di confronto

Ecologismo e sinistra: una proposta di confronto

L'economia tedesca e il mondo aspettando Scholz  - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

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Occupazione: la realtà dei dati e la propaganda - Collettiva

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Contro il caro-affitti imparare dalla Spagna | Eguaglianza & Libertà

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Nel risiko mondiale perde l’Europa | Eguaglianza & Libertà

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Franco Astengo: Brevi considerazioni sulla Grecia

BREVI CONSIDERAZIONI SULLA GRECIA di Franco Astengo Il risultato delle elezioni svoltesi in Grecia domenica 22 maggio può - provvisoriamente - essere oggetto di una breve considerazione. Considerato il quadro generale riguardante il giudizio sul governo di destra che ha agito nel corso degli ultimi 4 anni esasperando il quadro delle disuguaglianze e dell'impoverimento generale possono essere tratte alcune brevi considerazioni: 1) la massa dei partecipanti al voto è rimasta pressoché stabile: nel 2019 si contarono 5.649. 527 voti validi, nel 2013 se ne sono contati 5.725.777 (76.250 voti in più) per un 59,20% sul totale dei 9.670.340 aventi diritto; 2) Il partito uscente di governo Nuova Democrazia ha ottenuto 2.335.709 suffragi ( 84.551 voti in più rispetto al 2019) con una percentuale sul totale degli aventi diritto del 24,15% 3) Il partito nazionalista di Soluzione Grecia ha avuto 255.045 voti (45.755 voti in più) per una percentuale (sempre sul totale degli aventi diritto) del 2,63% 4) A sinistra si presenta uno spunto di riflessione attorno al voto ottenuto da Syriza. Riflessione che si colloca ben oltre un richiamo alla frammentazione esistente. Syriza infatti cede 632.304 voti fermandosi, con 1.148.753 voti nella percentuale sul totale degli iscritti all'11,87%; 5) Syriza cede sia verso il PASOK (che sale di 201.459 voti rispetto al 2019 dove si era presentato nell'Alleanza per il Cambiamento) con 659.082 suffragi pari al 6,81% sempre calcolato sul totale degli aventi diritto; sia verso il KKE (Partito Comunista dell'Interno) che progredisce di 113.105 voti. Il KKE ha ottenuto, infatti, 412.726 voti (4,26% sul totale degli aventi diritto); 6) IL Movimento per la disobbedienza realistica europea fondato dall'ex-ministro delle Finanze Varoufakis perde 46.092 voti. Con 148.484 voti si ferma all'1,53% sempre sul totale degli aventi diritto

martedì 16 maggio 2023

MITO E REALTà DELL'INVERNO DEMOGRAFICO - GLI STATI GENERALI

MITO E REALTà DELL'INVERNO DEMOGRAFICO - GLI STATI GENERALI

Turchia, analisi della non-vittoria - Jacobin Italia

Turchia, analisi della non-vittoria - Jacobin Italia: Erdogan ha evitato il tracollo perché ha saputo dare riconoscimento politico alla parte di paese più conservatrice che vede nell’islam la sua primaria fonte di identità e nelle manie di potenza del presidente lo strumento per l’affermazione di sé nel consesso internazionale

Se il Patto di stabilità si ferma al semaforo tedesco - Lavoce.info

Se il Patto di stabilità si ferma al semaforo tedesco - Lavoce.info

Nuove regole fiscali europee: è pur sempre una riforma* - Lavoce.info

Nuove regole fiscali europee: è pur sempre una riforma* - Lavoce.info

Franco Astengo: Amministrative 2023

AMMINISTRATIVE 2023: UNA PRIMA (APPROSSIMATIVA) MAPPA D'ANALISI di Franco Astengo Il campo d'indagine di questa primo (molto approssimativo) schema di analisi sulle elezioni amministrative svoltesi tra il 14 e il 15 maggio 2023 riguarda i voti ottenuti dai candidati sindaci nei 13 comuni capoluogo sparsi in molte regioni d'Italia, escluse quelle a statuto speciale dove si voterà in altra data. Lo scopo è quello di verificare alcuni elementi che normalmente nella logica del contare le vittorie e le sconfitte vengono disattesi: 1) Si conferma la tendenza alla crescita dell'astensione che, in questo caso, sembra essere l'elemento prevalente del fenomeno della volatilità elettorale (si cambia lista più difficilmente rispetto al recente passato e quando lo si fa si passa dal voto all'astensione): a) nelle precedenti elezioni amministrative (svoltesi nei Comuni presi in esame) si ebbero (per i candidati sindaci) 537.054 voti validi pari al 58,06%; nelle elezioni politiche 2022 i voti validi crebbero fino a 560.865 (65,19%, da tener conto che nelle elezioni politiche le liste degli aventi diritto sono depurate dagli elettori residenti all'estero). Nelle amministrative 2023 i voti validi per i candidati sindaci sono stati 518.416 pari al 56,02% dell'intero elettorato. In sostanza abbiamo verificato una flessione di 18.999 voti validi fra un'elezione amministrativa e l'altra e di 42.449 voti validi tra le elezioni politiche 2022 e quelle amministrative 2023 ( in percentuale rispettivamente meno 2,04% tra le due tornate amministrative e 9,17% tra politiche e amministrative). 2) Si sta ormai definendo meglio lo schema bipolare che appare consolidarsi anche con una certa fidelizzazione dell'elettorato. Gli scostamenti maggiori si verificano all'interno dei principali poli d'attrazione. I sindaci di riferimento delle forze di centro-sinistra avevano ottenuto nella precedente tornata amministrativa 175.216 voti (18,94% sull'intero corpo degli aventi diritto), nelle elezioni politiche le forze raccolte attorno all'alleanza con il PD avevano ottenuto 159.769 voti (18,57% sempre calcolato sull'intero corpo elettorale), nelle amministrative 2023 i candidati sindaci del centro-sinistra (in 5 casi alleati anche con i 5 stelle e in altri con i centristi) hanno avuto 199.459 voti (21,55% sul totale degli iscritti nelle liste: un incremento del 2,61% tra un'elezione amministrativa e l'altra e del 2,98% rispetto alle politiche). I candidati sindaci del centro destra hanno usufruiti della consueta più netta ed omogenea profilatura partitica dello schieramento (naturalmente in questo caso parliamo di schieramento elettorale). Nella precedente tornata amministrativa i sindaci del centro-destra avevano ottenuto 227.933 suffragi (24,64% sul totale degli aventi diritto); nelle politiche 2022 il centro-destra ha ottenuto 225.366 voti (26.19% sempre in riferimento al totale del corpo elettorale). Amministrative 2023: i sindaci del centro-destra (compresa la candidatura Scajola a Imperia dove non erano presenti simboli di partito) hanno ottenuto in totale 251.511 voti (27,17% sull'intero corpo elettorale. In conseguenza il centro-destra ha incrementato del 2,53% tra i due turni amministrativi e dell'1,02% tra politiche 2022 e amministrative 2023). IL M5S ha presentato propri candidati sindaci in 8 città (in diversi casi in alleanza con soggetti dell'estrema sinistra) ottenendo 13.017 voti (1,40% sul totale degli aventi diritto); nelle precedenti amministrative il MoVimento aveva presentato candidati in 10 comuni ottenendo 103.840 voti (11,37%; tra le due tornate amministrative il calo è stato del 9.93% sull'insieme del corpo elettorale) Nei comuni dove si è votato per le amministrative il M5S aveva ottenuto alle politiche 68.309 voti (7,94% sul totale degli iscritti). In quattro città (Brindisi, Pisa, Terni e Vicenza) si sono presentate candidature da parte di forze di sinistra (PaP, UP) non collegate al centro sinistra per un totale di 7.615 voti (0,82% sul totale; nelle elezioni politiche Unione Popolare aveva ottenuto 8.751 suffragi (1,02% sull'insieme del corpo elettorale); 3) Riassumendo attorno a questi primi dati si può rilevare: a) un dato di "arresto" della volatilità elettorale mentre aumenta la tendenza astensionista (ormai smentita la tesi che le elezioni comunali risulterebbero maggiormente attrattive per elettrici ed elettori per via della vicinanza dei problemi affrontati dai Comuni al riguardo del territorio); b) si consolida la tendenza bipolare con un più forte radicamento del centro-destra derivante dal tipo di presentazione maggiormente caratterizzata dalla presenza costante dei simboli di partito. c) I sindaci candidati come "civici" hanno ottenuto 46.426 voti (candidature diverse presentate in 12 comuni, percentuale sul totale degli iscritti del 5,01%). Salvo il già citato Scajola nessuno/a tra queste candidature è riuscita a piazzarsi almeno al ballottaggio. d) Nelle prossime ore sarà possibile anche lavorare sui dati delle singole forze politiche.

lunedì 15 maggio 2023

In Turkey, the Fight for Democracy Isn’t Over

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L'Europa dei nazionalismi dietro la "grande amicizia" tra Meloni e Zelensky - Strisciarossa

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Thomas Piketty spiega che cos’è il suo socialismo partecipativo - Linkiesta.it

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Ucraina. La retorica della vittoria e le vie per la pace • Diritti Globali

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Il PNRR e il rllancio dell’Italia, Carmela Chiapperini, Gianfranco Viesti | Menabò di Etica ed Economia

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sabato 13 maggio 2023

Mario Ricciardi: "In Italia si è perso il senso del valore delle mobilitazioni collettive. E manca un interlocutore politico" - Il Fatto Quotidiano

Mario Ricciardi: "In Italia si è perso il senso del valore delle mobilitazioni collettive. E manca un interlocutore politico" - Il Fatto Quotidiano: Continuiamo a parlare della ripresa delle mobilitazioni e delle rivendicazioni che sta interessando gran parte dell’Europa, dalla Francia alla Germania e Gran Bretagna, ma di cui per ora non si cogli in Italia nessuna avvisaglia. Eppure i salari italiani rimangono tra i più bassi d’Europa, il potere d’acquisto è eroso dall’inflazione e il disagio si …

lunedì 8 maggio 2023

Franco Astengo: Opposizione

NELL'OPPOSIZIONE : CUORE E IDENTITÀ' DEL SINDACATO di Franco Astengo Una ricerca condotta da un gruppo di economisti della Banca Centrale Europea presentata in questi giorni mostra che l'alta inflazione del 2022 è dovuta per 2/3 dall'aumento dei profitti lordi delle imprese e per 1/3 da quello del costo del lavoro. Autorevoli commentatori ("Domani", "Il Foglio") ricordano che le banche centrali hanno da sempre l'occhio fisso sugli aumenti del costo del lavoro soprattutto perchè il timore principale rimane quello di una forza negoziale del sindacato capace di innestare quello che è ritenuto un "circolo vizioso" fra inflazione e salari. Quel tipo di valutazione portò, in Italia, all'abolizione della scala mobile nel 1985 (realizzata anche alla propaganda della "Milano da bere" portata avanti nel referendum) e all'apertura della stagione che ha portato al job act e al conseguente declino del sindacato. Mi è capitato di riflettere su questi elementi osservando, sabato scorso, la piazza di Bologna nella quale - schematizzando al massimo - si sono concretizzate le prove di una opposizione al governo di destra. Un'opposizione da condurre nella politica e nel paese avendo come soggetti - perno il PD post-primarie e due sezioni dell'antico sindacato confederale, CGIL e UIL (con dentro, per quel che riguarda specialmente PD e CGIL un forte dato al vertice di personalizzazione ben alimentata dall'articolato concerto dei media). Da parte dell'avversario al governo siamo di fronte a un quadro di grande aggressività : penso a temi come quello dell'atlantismo dentro la UE in tempi di guerra e al tentativo di torsione autoritaria della democrazia repubblicana. Un quadro che reclama necessità e urgenza di una forte opposizione politica e sociale. Purtuttavia se si intende costruire una efficace collocazione oppositiva è necessario analizzare la realtà sindacale. Un'analisi indispensabile in particolare se si vuol tornare alla ri-costruzione di un blocco sociale antagonista e alternativo al grigio "mare magnum" che sembra caratterizzare la sfilacciata società italiana. Andando per ordine: 1)Da un lato va espressa da parte del sindacato una capacità di esprimere fino in fondo la propria specificità rivolta la tutela degli interessi immediati dei lavoratori dipendenti . La tutela degli interessi materiali dei lavoratori dipendenti (al di là del vulgata: " iscrizione FIOM, voto Lega") deve verificarsi nel quadro della complessità sociale in atto e della pressante richiesta di "nuovi diritti" anche individuali e di oppressioni "storiche" come quella di genere o derivanti dai complicati processi di integrazione. E' questo il punto d'appoggio (salario & diritti: tanto per racchiudere il tutto in uno slogan) per risalire attraverso un faticoso processo di mediazione (fondato sulla partecipazione consapevole dei militanti e mai delegato una volta per tutte ai gruppi dirigenti) all’individuazione di momenti di sintesi, ossia di priorità politiche. In pratica una democrazia interna non affidata alla spontaneità ma a una verifica incessante delle strutture di base del sindacato, dei suoi strumenti d’informazione e di formazione culturale, fino a determinare il fatto che le scelte proposte ai lavoratori contengano davvero alternative concrete; 2)La necessità che all’interno del sindacato si verifichi un incontro tra culture e ideologie diverse e il loro confronto creativo. Da questo punto di vista la sollecitazione nel rapporto tra soggettività politiche e sindacali non deve rappresentare un condizionamento reciproco ma un vero e proprio stimolo in avanti. In questo modo, attraverso la democrazia interna, il sindacato riuscirà a produrre una cultura e un progetto politico in grado di fornire un contributo reale anche alle forze politiche collocate sulla frontiera più avanzata dell’alternativa di sistema. Debbono essere ricordati inoltre i pilastri sui quali poggiava un'identità sindacale in grado di costruire quel "sindacato soggetto politico" su cui molto si discusse durante il "30 gloriosi": Il primo elemento che è necessario sottolineare è quello dei collegamenti internazionali: oggi sono richiamate “convenzioni internazionali” sui diritti, strumenti sicuramente importanti ma nella maggior parte disattesi. Il punto risiede, invece, nella necessità di ripresa e sviluppo di organizzazioni sindacali che , attorno al nodo della realtà economica e produttiva internazionale, si muovano unitariamente in una dimensione transnazionale. Chiediamo, allora, a quanti sicuramente conoscono la situazione meglio di noi: come sta la CISL internazionale (cui anche la CGIL italiana aderì nel momento della chiusura dell'esperienza della FSM. Esiste ancora ? Quale posizione hanno elaborato i sindacati europei sul tema della pace?) Posta questa domanda, passiamo ad elencare “ i tre pilastri”: 1) Il Contratto Collettivo nazionale di categoria: lo smantellamento di questo istituto ha rappresentato, prima ancora che sul piano normativo ed economico, il punto essenziale per il riconoscimento di un sindacato soggetto politico generale che ha, sempre e comunque, la sua ragion d'essere; il decentramento sotto questo aspetto, che pure poteva rappresentare parzialmente un momento di grande interesse nello sviluppo di vertenze d'azienda e territoriali, non doveva sostituire il momento fondamentale per un sindacato unitario dal punto di vista della rappresentanza sociale, come quello della stipula del contratto collettivo nazionale di categoria (su questo elemento si deve fondare anche l'opposizione allo smembramento di ciò che è rimasto unitario del welfare - scuola, sanità - previsto dall'autonomia differenziata); 2)La scala mobile. Oggi, a distanza di tanti anni, credo si comprenda meglio il valore di quella battaglia perduta e mi permetto di non aggiungere altro; 3)La rappresentanza di tipo “consiliare” all'interno dei luoghi di lavoro. Senza alcun accento nostalgico (di cui pure ci potrebbe essere ragione) è necessario ricordare come un sindacato serio possa poggiare soltanto su di un’unità di base che i “consigli” erano in grado di assicurare, pur dentro ad un dibattito acceso, non unanimistico, che rifiutava – ed è questo un altro punto decisivo- il neo corporativismo Si potrebbe ancora ricordare come la presenza contemporanea di questi tre elementi (il contratto collettivo garantito dallo Statuto dei Lavoratori; la scala mobile, il sindacato dei consigli emerso dalla grande stagione del 68-69) coincise con il momento più forte e più alto della presenza sindacale nel nostro Paese, e di avanzamento delle ragioni dei diritti e del miglioramento della qualità della vita per tutti, non soltanto per i lavoratori dipendenti. Qualcuno obietterà: c'era la classe operaia nelle grandi fabbriche; la classe operaia forte, stabile, concentrata. Giustissimo, e la classe operaia era legata a un’idea di sviluppo industriale che il nostro Paese, a differenza di altri partner europei, ha abbandonato da tempo. Si è puntato, anche dal punto di vista sindacale, su di una visione sbagliata del ciclo liberista scambiandolo per la "modernità". Ancora oggi, in un mondo del lavoro ormai completamente trasformato rispetto all'epoca di riferimento di questo intervento e nel quale domina l'incertezza, il precariato e l'esclusione, rimane fondamentale il ritorno al concetto decisivo e inestirpabile di coscienza di classe (la coscienza di classe resta il "cuore" dell'identità di un sindacato capace di esprimere, in questa società qui ed ora, opposizione e alternativa).

venerdì 5 maggio 2023

Why Pope Francis Isn’t With the West on Ukraine - The Atlantic

Why Pope Francis Isn’t With the West on Ukraine<!-- --> - The Atlantic

la sinistra italiana e il rifiuto dell’occidente | Fondazione Critica Liberale, dal 1969 la voce del liberalismo

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A Milano cresce il disagio, in difficoltà anche chi lavora. Tra le iniziative di sostegno c'è anche il "Carrello solidale" dei Circoli operai - Il Fatto Quotidiano

A Milano cresce il disagio, in difficoltà anche chi lavora. Tra le iniziative di sostegno c'è anche il "Carrello solidale" dei Circoli operai - Il Fatto Quotidiano

Il decreto "Lavoro" non cambierà il cuneo fiscale in Italia - Lavoce.info

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Fisco, riforma ingiusta - Collettiva

Fisco, riforma ingiusta - Collettiva

giovedì 27 aprile 2023

Turchia, oltre 150 oppositori di Erdogan arrestati dal 25 aprile. Molti giornalisti - Articolo21

Turchia, oltre 150 oppositori di Erdogan arrestati dal 25 aprile. Molti giornalisti - Articolo21: Sono oltre 150 gli oppositori arrestati nella retata messa in atto all’alba del 25 aprile in Turchia dalla polizia turca in 21 città del sudest anatolico a maggioranza curda; 216 sono i fermi di polizia. Lo ha dichiarato il vicepresidente dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakır, Mehdi Özdemir, che ha precisato che “l‘operazione non si è […]

Franco Astengo: Africa, ma Meloni sa in quale quadro politico nacque il Piano Mattei? - Strisciarossa

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Milano, un murale dedicato a cinque sindaci ribelli e oppositori del nazifascismo - Strisciarossa

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American Liberalism Is Exhausted

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mercoledì 26 aprile 2023

Turchia, giornalisti, avvocati e politici curdi arrestati in una vasta repressione pre-elettorale - Articolo21

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La strategia della destra: anestetizzare l’antifascismo

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Finnish Parliamentary Elections and the Left Alliance

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Transizione e Pnrr: l'Italia che vogliamo - Collettiva

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The World Beyond Ukraine | Foreign Affairs

The World Beyond Ukraine | Foreign Affairs: The traditional transatlantic alliance of European and North American countries has mobilized in unprecedented fashion for a protracted conflict in Ukraine.

G1 > Política - NOTÍCIAS - Em artigo no 'El País', Zapatero diz que Lula 'surpreende' o mundo

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martedì 18 aprile 2023

Franco Astengo: Europee 2024

EUROPEE 2024: UN INTERROGATIVO PER UNA RIFLESSIONE di Franco Astengo Le elezioni per il parlamento europeo, previste per la primavera 2024, promettono di rappresentare una scadenza dal significato molto diverso da come in passato sono state affrontate dall'insieme del sistema politico italiano analoghe consultazioni considerate un semplice "test" di metà strada della legislatura quasi come un grande simil-sondaggio di massa dagli effetti soltanto propagandistici e comunque relativi agli equilibri interni ai partiti. Lo stato delle cose in atto ci indica, invece, che per l'anno prossimo lo scenario potrebbe essere molto diverso. Le ragioni di questa previsione possono essere riassunte, schematizzando al massimo, in tre punti: 1) la guerra derivata dall'invasione russa dell'Ucraina ha portato a uno spostamento secco dell'asse europeo verso la coincidenza del perimetro NATO con quello UE con l'allargamento dell'Alleanza Atlantica a Svezia e Finlandia e la pressione anglo-americana per uno spostamento del baricentro europeo verso Est e in particolare verso le "democrature" polacca e dei paesi baltici (oltre alla richiesta di escalation nelle spese militari complessive e il riarmo dell'Ucraina). Intenti che si muovono, nella fase post-globalizzazione, verso il ripristino di una simil-logica dei blocchi; 2) La destra intende affrontare la drammatica questione dei migranti erigendo muri (costruzione dei quali già in corso tra Grecia e Turchia, nelle colonie spagnole di Ceuta e Melilla, tra la Polonia e i Baltici verso la Bielorussia) e ripetendo con la Tunisia il "modella Turchia" del sostanzioso foraggiamento di regimi dittatoriali; 3) In Italia l'affermarsi della destra post-missina all'interno della coalizione di governo sta consentendo di portare a fondo l'attacco contro la presunta egemonia culturale della sinistra (dimensione questa ormai tramontata da tempo). Un'operazione destinata, negli intenti dei suoi promotoris, a stravolgere la "narrazione" dell'identità repubblicana trasformando la storia della Resistenza e della Costituzione in una serie di eventi indistinti, quasi "neutri" nel loro susseguirsi (l'indicazione di "italiani" per i Martiri della Fosse Ardeatine è quella maggiormente riassuntiva dell'operazione in atto). Assieme al rovesciamento della storia si evidenzia da parte delle forze non costituzionali attualmente al governo proprio un attacco alla Costituzione Repubblicana avanzando prima di tutto le logiche deteriori insite nell'autonomia differenziata e nel presidenzialismo. E' necessario impedire il successo di questa vero e proprio "assalto egemonico" all'Unione Europea e alla nostra democrazia repubblicana: per questo motivo il risultato elettorale della primavera 2024 promette di risultare discriminante per una lunga fase. La proposta che si formula in questa sede è molto semplice: si tratta di formare un'alleanza democratico - progressista all'interno della quale spicchi la presenza della sinistra (anche di quella parte maggiormente critica rispetto a precedenti impostazioni di centro - sinistra) prendendo atto delle novità che stanno intercorrendo nel quadro politico, in particolare anche quale esito del mutamento di direzione all'interno del Partito Democratico e di avvolaramento del suo possibile potenziale di cambiamento. E' evidente che la prima caratteristica di questa alleanza sarà costituita dal suo carattere difensivo di vero e proprio "ostacolo" alle mire dell'avversario. La formula elettorale utilizzata per l'elezione dei rappresentanti dell'Italia al parlamento europeo (78) è di tipo proporzionale con sbarramento al 4%:questo significa che, considerate le caratteristiche precipuamente di carattere politico di questa tornata avrà grande importanza non semplicemente simbolica il conseguimento della maggioranza relativa. A questo punto mi permetto di rivolgere un interrogativo: possono esistere le condizioni politiche ed elettorali per poter realizzare l'obiettivo di impedire ai post-missini di conseguire la maggioranza relativa anche nell'occasione delle elezioni europee 2024? Realizzare questo risultato potrà essere possibile soltanto attraverso la formazione di una sola lista nella quale trovino posto tutti i soggetti che intendono concorrere all'attuazione di questa (peraltro difficile) possibilità e principalmente i soggetti rappresentativi della sinistra in alleanza con il Partito Democratico. Una suggestione che non intende rappresentare alcuna forzatura verso l'ipotesi di un partito unico e sulla quale si propone di aprire una discussione. La pluralità delle presenze all'interno della lista e l'apertura di un confronto dialettico fra esse, oltre a rappresentare il solo presupposto possibile per un positivo risultato elettorale, dovrebbe anche rappresentare un vero e proprio valore sul terreno della "qualità politica" la cui screscita sarebbe di fondamentale importanza per la democrazia europea e italiana.

martedì 11 aprile 2023

Trickle-Down Economics Has Always Been a Scam

Trickle-Down Economics Has Always Been a Scam

Tra revisionismo e nostalgia: la “cultura nazionale” della destra al potere - Strisciarossa

Tra revisionismo e nostalgia: la “cultura nazionale” della destra al potere - Strisciarossa

Tra salario minimo e contrattazione - Jacobin Italia

Tra salario minimo e contrattazione - Jacobin Italia

Una nuova antropologia per ricostruire la sinistra | Left

Una nuova antropologia per ricostruire la sinistra | Left

What Happened in Finland

What Happened in Finland

Finlandia nella NATO ed elezioni, intervista a Jenna Vehviläinen

Finlandia nella NATO ed elezioni, intervista a Jenna Vehviläinen

Regione che vai, sanità che trovi - Collettiva

Regione che vai, sanità che trovi - Collettiva

Spagna, sinistra a rischio -

Spagna, sinistra a rischio -: Il governo Sánchez, conosciuto come il governo di sinistra più efficace in Europa, alle prossime elezioni politiche è minacciato dalla destra

Franco Astengo: Egemonia

EGEMONIA: APPUNTAMENTO AL 25 APRILE di Franco Astengo Nel corso degli ultimi 30 anni la sinistra ha ceduto sul terreno dell'egemonia culturale abdicando proprio dal punto indicato nella concezione di fondo elaborata da Gramsci su questo tema. Per cercare di colmare il vero e proprio vuoto che si è creato Si tratterebbe di oltrepassare l'idea del semplice intreccio tra forza e consenso e di porre l'obiettivo di individuare le forme che dovrebbero regolare i comportamenti delle diverse soggettività politiche a partire dalla comprensione delle loro funzioni produttive, delle loro caratteristiche morali e capacità progettuali nell'espressione opposta a quella della politica - potenza. Non si è chiusa la transizione aperta dalla distruzione delle forme politiche di massa organizzate - appunto - sulla connessione tra funzioni produttive, caratteristiche morali e capacità progettuali. In questa vera e propria "impasse" si è infilata una destra populista fondata sulla forza dell'immagine e propugnatrice di un individualismo proprietario e consumista che è penetrato nel profondo della cultura politica del Paese. La destra ha negato l'internazionalismo in una visione "proprietaria" di una identità ben permeata di venature egoistiche, isolazioniste e razziste: a sinistra l'aver adottato l'idea globalista in chiave di esaustività del mercato e di concezione della politica come pura competizione di potere ha fatto il resto e sono così sorti mostri come quello del PD a trazione renziana e poi del M5S. Per far fronte a questo stato di cose appare del resto del tutto insufficiente cercare di ritornare a un "capitalismo dal volto umano" mutuato sul modello "radical" USA, ponendo al centro il tema dei diritti civili individuali. "Capitalismo dal volto umano" cui si dovrebbero affidare le grandi transizioni in atto come quella ecologica e quella digitale: una visione del tutto insufficiente tanto più in tempi di guerra quali quelli che stiamo vivendo. Nello specifico della vicenda italiana la destra sta tentando un vero e proprio salto di qualità., in una fase nella quale ha acquisito una dimensione elettorale maggioritaria grazie ad una vera e propria "fuga dalla politica" ( e quindi dalle urne) da parte di intere generazioni ormai diseducate dall'impegno collettivo. La destra italiana, assunta caratteristiche di più definita identità storica e appoggiandosi a elementi di contesto internazionale molto favorevoli in Europa e fuori d'Europa sta provando a stravolgere la "narrazione storica" e a proporre una visione culturale ambiziosamente egemone di vera e propria "imposizione identitaria". A questa operazione va prestata grande attenzione e capacità d'analisi non limitandoci,nel piccolo della vicenda interna ai nostri confini, a osservare il tentativo di ricostituzione dell'unica famiglia politica anticostituzionale che agì nel periodo dall'immediato dopoguerra agli anni'90: il Movimento Sociale Italiano. Si sta svolgendo in queste ore un convegno denominato "Stati Generali della Cultura Nazionale" i cui contenuti di dibattito non possono essere ridotti soltanto al tentativo di scattare una sorta di "foto di famiglia" del mondo cresciuto dentro e intorno a quello che fu l'MSI e di cui FdI appare come erede diretto. Va sottolineato il fatto ben evidente che FdI valuta l'operazione AN soltanto come una variante tattica di tipo opportunistico :iniziativa quindi ben diversa sul piano ideologico e storico di quella che, poco tempo prima, aveva portato alla liquidazione del PCI; partito questo, è bene ricordarlo perchè di questo punto sembra smarrita la memoria, pienamente "costituzionale". L'operazione in corso da parte della destra non può essere semplicemente catalogata come vorrebbe qualcuno come tesa a reclamare spazio per le idee conservatrici: infatti nella lettura corrente non emergono soltanto ombre del neofascismo ma anche spunti di legittimazione dei momenti più drammatici imposti dalla destra alla recente storia d'Italia ( i fumetti della "controstoria della Strage di Bologna" o i romanzi della collaborazione di La Rochelle e Rebatet). Il MSI è stato sicuramente utilizzato dalla DC in alcune fondamentali operazioni parlamentari come quella relativa al governo Tambroni o in occasione di elezioni presidenziali : ne restano pagine oscure per la democrazia a cavallo della strategia della tensione, della rivolta di Reggio Calabria e oltre. Nel passaggio MSI - FdI e nella relativa costruzione di una egemonia della destra non si deve dimenticare, anzi va sottolineato, il dato della continuità sul tema dirimente del razzismo e non soltanto perché Almirante, tornato a brillare in quel Pantheon, fu segretario di redazione della "Difesa della Razza" di Interlandi. La derivazione storica del MSI e di conseguenza di FdI è da assegnare all'adesione alla Repubblica Sociale da parte dei dirigenti che poi nel 1946 furono promotori della formazione neo-fascista. L'adesione alla Repubblica Sociale fu un fatto che col tempo molti hanno derubricato come atto individuale di affermazione di continuità nell'onore della difesa della Patria( "i ragazzi di Salò"): in realtà rappresentò una scelta politica di una parte dell'ex-gruppo dirigente del PNF particolarmente legato al nazismo. Una scelta che deve ancora essere considerata di piena corresponsabilità con il regime hitleriano e, soprattutto, alle scelte finali di quel regime. come molti possono credere di una scelta La scelta di Salò non fu una scelta"conservativa" ma di una affermazione ideologica che aveva nel razzismo e nella vendetta verso i "traditori" italiani una sua profonda scaturigine. Un senso di "vendetta" che si può ancora ben vedere in certi atti e atteggiamenti assunti dalla destra italiana oggi al potere. Dal punto di vista nostro della democrazia costituzionale forse è il momento di ripensare ad alcune questioni come quella del rapporto tra Resistenza come lotta all'invasione nazista e Resistenza come guerra civile come è stato stabilito (probabilmente con una certa dose di "ottimismo storico") nel testo di Pavone sulla "moralità della Resistenza" i cui concetti di fondo andrebbero probabilmente rivisitati criticamente. Nel momento in cui appare necessario rafforzare l'opposizione si tratta di comprendere che nella radicalità delle contraddizioni in atto non soltanto sul piano economico - sociale deve ritrovare posto una forte identità costituzionale sul terreno già ricordato della "connessione morale" con l'identità della Resistenza e dell'antifascismo. Identità costituzionale, resistenziale, antifascista intesa come leva di un rinnovo di egemonia democratica. Identità da affermare nei suoi punti più alti in cui questa è stata espressa all'interno della prima parte del testo elaborato dall'Assemblea Costituente: testo cui appoggiare con grande forza una controffensiva ideale e culturale da organizzare molto rapidamente ma della quale si intravvedono ancora scarsi elementi di consapevolezza. Appuntamento allora al 25 aprile.

mercoledì 5 aprile 2023

In Spagna c'è vita a sinistra (o almeno pare): la ministra del Lavoro molla Podemos e nasce l'alleanza rossoverde Sumar. Le proposte: meno ore di lavoro, limite agli affitti, aumento del salario minimo - Il Fatto Quotidiano

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Milano oh cara, troppo cara - Collettiva

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MILANO, GLI STADI E L’URBANISTICA |

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MILANO E IL “BRAND NEGATIVO” |

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Felice Besostri: LA DEMOCRAZIA NON PUÒ ASPETTARE |

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martedì 4 aprile 2023

Bulgaria, vincono i conservatori con Boiko Borissov - Avanti

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Anche la Finlandia va a destra

Anche la Finlandia va a destra

La voglia di austerity premia la destra in Finlandia - Strisciarossa

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Franco Astengo: Numeri friulani

NUMERI FRIULANI di Franco Astengo Ribadita ancora una volta la necessità di procedere all'analisi degli esiti elettorali attraverso il confronto tra le cifre assolute e non tra le percentuali misurate soltanto sui voti validi anche l'esito delle elezioni regionali friulane del 2/3 aprile 2023 ha confermato il trend di discesa nella partecipazione al voto palesando anche ulteriori segnali di volatilità, in alcuni casi molto evidenti. Candidature presidenziali e di lista hanno continuato a navigare in un mare magnum di crescita delle astensioni particolarmente evidente nel caso del raffronto con le elezioni politiche svoltesi pochi mesi or sono. Il 25 settembre 2022 si sono avuti nella circoscrizione Friuli Venezia Giulia 591.880 voti validi su 936.273 aventi diritto (58,25%), il 2/3 aprile 2023 in occasione delle elezioni regionali abbiamo avuto 490.056 voti validi per i candidati presidenti su 1.109.395 aventi diritto (lo scarto rispetto alle politiche negli aventi diritto è dovuto alla nota questione degli iscritti all'estero): 44,17% con un calo 14,08%. Le liste concorrenti hanno ricevuto 394.953 voti validi (95.103 suffragi in meno rispetto a quelli destinati ai soli candidati presidenti): nel complesso i voti validi per le liste sono stati il 35,60% (il calo rispetto alle politiche, in questo caso, è stato del 22,65%). Nel raffronto tra elezioni regionali 2018 ed elezioni regionali 2023 troviamo questi dati: 2018, 537.950 voti validi per i candidati presidenti (iscritti nelle liste 1.107.415: 48,57%, quindi nel 2023 si è registrato un 4,40% in meno) e 422.075 voti validi per le liste (41,48% quindi nel 2023 le liste hanno ricevuto un 5,88% di suffragi in meno sul totale degli aventi diritto). Particolarmente netta la vittoria della candidatura Fedriga che sale in voti assoluti tra il 2018 e il 2023 dal 307.118 a 314.824 (in percentuale sul totale degli aventi diritto: 27,73% nel 2018; 28,37% nel 2023 con un incremento dello 0,64% effettivo). Diverso il discorso relativo alla coalizione di centro-destra: nel 2018 le liste del centrodestra avevano ottenuto 281.343 voti (25,40% sul totale degli aventi diritto con una grande prevalenza della Lega con 147.340 voti pari al 52,37% della coalizione); alle elezioni politiche il centrodestra aveva ottenuto 295.157 voti (pari al 31,52% sul totale degli aventi diritto con un rovesciamento nella leadership con FdI a quota 185.234 voti pari al 62,75% dell'intera coalizione). Le elezioni regionali del 2023 la coalizione di centrodestra ha avuto 250.903 voti ( 22,61% sul totale degli aventi diritto, quindi in calo sia rispetto al 2018 sia alle politiche del 2022). Da segnalare ancora rispetto al centrodestra un ulteriore rimescolamento delle carte all'interno con una sostanziale tripartizione tra FdI, che tra il settembre 2022 e l'aprile 2023 ha perso più di 100.000 voti; un guadagno della Lega di poco più di 10.000 voti e a quota 70.192 voti a lista personale del candidato Presidente. Se si aggiunge il forte e continuo calo di Forza Italia passata da 50.908 voti nel 2018, a 39.599 voti nel 2022 e scesa a 26.329 in occasione di queste regionali è possibile confermare, rispetto al centro destra, due elementi di valutazione ricorrenti: le vittorie del centro destra avvengono in discesa, in un quadro di costante calo nella partecipazione elettorale di cui questo schieramento soffre meno; in un quadro di sostanziale staticità della coalizione si registrano spostamenti anche significativi all'interno secondo logiche di contingenza e seguendo lo schema, ormai usuale, di punizione per chi è maggiormente esposto al governo (naturalmente nel caso del Friuli va considerata anche la contingenza locale e il voto alla lista di Fedriga ne è testimonianza). Sul versante del PD e alleati rimane da constatare l'ennesima sconfitta della combinazione con il M5S (era già accaduto in Liguria nel 2020, poi in Lombardia a febbraio 2023). La candidatura Moretuzzo rimane ai livelli di quella Bolzonello nel 2018, quando i 5 stelle si presentarono con un proprio candidato (Ceccotto: 23.696 voti) : sul totale degli iscritti nelle liste Bolzonello aveva ottenuto il 13,03% (144.361 voti) mentre Moretuzzo ha avuto il 12,53% (139.018 voti). All'interno della coalizione il PD ha registrato questo andamento: 76.423 voti nel 2018 (6,90% sul totale degli iscritti), 108.870 voti nelle politiche del 2022 (11,62% sul totale degli iscritti), 65.143 voti nel 2023 (5,89% sul totale degli iscritti). Il M5S è passato dai 42.575 voti delle politiche 2022 ai 9.486 voti delle regionali 2023; così come l'Alleanza Verdi-Sinistra è scesa da 26.986 voti nel 2022 a 8.029 nel 2023. L'alleanza PD-Verdi/Sinistra-più Europa (quest'ultima presentatasi con il centro di Azione e Italia Viva alle regionali 2023) aveva avuto alle politiche 152.400 voti (pari al 16,26% sempre sul totale degli aventi diritto): la coalizione PD-Autonomie-M5S-Verdi Sinistra- Sx open e sloveni alle regionali 2023 ha avuto 117.469 voti (pari al 10,60% con un calo del 5,66%). Assolutamente negativa la performance dei "centristi" cui, con Azione e Italia Viva si era aggiunta più Europa: il candidato Maran si è fermato a 13.374 voti (superato anche dalla candidatura dei no-vax triestini sponsorizzati da Italexit: 22.840 voti alla candidata, 15.712 voti alla lista) e la lista ha ottenuto 10.869 voti (pari allo 0,97% sul totale degli aventi diritto): forse su questo versante un ragionamento sul secco spostamento a destra frutto dell'inasprirsi delle contraddizioni sociali e sulla sostanziale inutilità di posizioni centriste (accomunando in questo discorso anche Forza Italia senza dimenticare il risultato di Noi Moderati alle politiche andrebbe aperto). In conclusione: 1) anche il Friuli, che ricordiamo è regione a statuto speciale, ha confermato il trend di crescita nella disaffezione al voto; 2) il centro destra è rimasto più o meno fermo, con un successo da registrare per il suo candidato, mentre continua il rimescolamento di forze all'interno (deve essere ancora ricordato con forza il peso avuto dalla formula elettorale nella vittoria delle politiche 2022); 3) l'alleanza che dovrebbe raccogliersi attorno al PD oltre a fare i conti con i problemi interni al principale partito dovrebbe riflettere sull'insufficienza, almeno al Nord, dell'alleanza con un M5S che prosegue nel suo veloce ridimensionamento; 4) al centro dovrebbe aprirsi una riflessione molto profonda considerata l'irrilevanza realizzata con le ultime presentazioni elettorali (a partire dalla sconfitta della candidatura Moratti in Lombardia). Il tema della fragilità del sistema rimane comunque all'ordine del giorno.

Reddito e voto: le preferenze di Milano e Roma zona per zona * - Lavoce.info

Reddito e voto: le preferenze di Milano e Roma zona per zona * - Lavoce.info

lunedì 27 marzo 2023

La rivista il Mulino: Italiani, colpevoli di aver scelto da che parte stare

La rivista il Mulino: Italiani, colpevoli di aver scelto da che parte stare: Sostenere, come ha fatto Giorgia Meloni, che le vittime della strage delle Ardeatine erano “innocenti massacrati solo perché italiani” equivale a una vera e propria deformazione pseudo-patriottica

Henry Kissinger: “Alla fine bisognerà trovare un posto per l’Ucraina e un posto per la Russia, se non vogliamo che la Russia diventi un avamposto della Cina in Europa”. Una guerra tra Washington e Pechino “potrebbe rovesciare la civiltà, se non addirittura distruggerla” - nuovAtlantide.org

Henry Kissinger: “Alla fine bisognerà trovare un posto per l’Ucraina e un posto per la Russia, se non vogliamo che la Russia diventi un avamposto della Cina in Europa”. Una guerra tra Washington e Pechino “potrebbe rovesciare la civiltà, se non addirittura distruggerla” - nuovAtlantide.org: Estratto da www.agenzianova.com HENRY KISSINGER Una “seconda Guerra fredda”, combattuta tra Stati Uniti e Cina, potrebbe essere più pericolosa della

What Can the Left Actually Do About Ukraine? - Socialist Forum

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La giungla del lavoro - Collettiva

La giungla del lavoro - Collettiva

sabato 25 marzo 2023

Sergio Cesaratto: Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa

Sergio Cesaratto: Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa: Con un certo orgoglio ricordo di aver per alcuni anni accennato, nell’ambito dei miei corsi di economia, al realismo politico nelle relazioni internazionali e nella International Political Economy. L’ho fatto in contesti accademici in cui prevaleva (e prevale) un europeismo acritico basato sul pensiero liberale, per cui il mondo si divide in buoni e cattivi. Il libro che adottavo (Sorensen 2008), edito dalla Bocconi, aveva alcune pagine dedicate all’allargamento della Nato ad Est presentando, doverosamente, le tesi opposte. Veniva in particolare citata un’importante lettera indirizzata nel 1997 al Presidente Clinton da parte di 50 eminenti personalità che si opponevano

Confronting the global water crisis

Confronting the global water crisis

Congresso Cgil, il giorno dopo - terzogiornale

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La Francia in rivolta - terzogiornale

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Macron's pension reform deepens France's democratic crisis | EUROPP

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giovedì 23 marzo 2023

Franco Astengo: Blocchi sovrapposti e "socialismo della finitudine"

BLOCCHI SOVRAPPOSTI E "SOCIALISMO DELLA FINITUDINE" di Franco Astengo Sovrastato dalla pericolosa deriva della logica di guerra e della ricostituzione dei blocchi sul piano globale il sistema politico italiano, almeno nelle intenzioni dei suoi principali protagonisti, si sta muovendo in una logica -per certi versi - analoga a ciò che sta avvenendo a livello internazionale e ben differente da quella logica contraddistinta dal "bipolarismo temperato" che aveva caratterizzato gli anni a cavallo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo. Il "bipolarismo temperato" era poi sfociato in una confusa "transizione" caratterizzata dalla crisi della globalizzazione, dalla fine della centralità dei partiti, da una "smodata" forma di alternanza segnata - dal punto di vista elettorale - da un eccesso di volatilità e dalla crescita esponenziale di un astensionismo da intendersi quale chiaro segno di fragilità strutturale del sistema stesso e dovuto dal trasformarsi delle dinamiche elettorali da "pigliatutti" a "scambio". Adesso stanno emergendo segnali di un principio di possibile parziale riconsolidamento del rapporto tra società e politica. Un riconsolidamento da valutarsi come di tentativo di ricostituzione di blocchi sociali in rapporto a ridefinizioni di identità politiche: tutto sta avvenendo però in un quadro pericoloso di prevalenza di un avvitamento anti-costituzionale che legittimerebbe almeno una parte impegnata nella appena descritta operazione " blocco sociale/identità politica". In questo senso vanno analizzati due recenti accadimenti: l'esito delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e il mutamento di governo interno al PD(comunque ancora incompiuto e parziale). Si è realizzata una situazione per la quale entrambe le forze che si considerano egemoni dei possibili schieramenti per ora di governo e di opposizione stanno tentando di formare un loro "blocco sociale" su cui appoggiare un'ipotesi di contrapposizione bipolare su temi fortemente radicalizzanti. Una radicalizzazione come richiede oggi lo stato concreto delle cose in atto (uno stato di cose che sembra lasciare poco spazio a consociativismi più o meno "centristi" e/o di gestione condivisa di grandi contraddizioni che reclamano profili identitari e capacità di schieramento). Cerchiamo di analizzare con ordine: 1) il governo a trazione FdI mostra sempre più la sua anima corporativa volta a dividere il paese secondo lo schema degli interessi specifici delle singole categorie. Uno schema ben riferito al profondo dei settori sociali del lavoro autonomo di più o meno grandi dimensioni, rivolto prevalentemente alla produzione di beni da esportazione e da remunerare attraverso l'evasione fiscale con una crescita del quadro di disuguaglianze all'interno e tra le diverse parti del paese. Tutto questo mette da parte problemi attuali come l'ambiente, la salute pubblica, la sicurezza, le migrazioni. Non a caso FdI si appoggia al gruppo di Visegrad proponendo un nazionalismo difensivo con argomenti utili per sottrarre consenso ai partner del centro - destra (si vedano i risultati elettorali al Nord con l'egemonia strappata alla Lega); 2) Dall'altra parte sembra prevalere uno schema di affidamento neo-capitalistico dei grandi temi dell'ecologia e della digitalizzazione (schema che accomuna la nuova dimensione PD e l'attuale gestione M5S). Un neo-capitalismo che si rivolge prioritariamente ai settori sociali capaci (in una qualche misura) di sostenere la battaglia per i diritti civili e quella per le grandi transizioni senza proporre una modificazione di fondo dei rapporti di classe e dei propri stili di vita. Una connessione che permette di definire il nesso tra "liberal" e "radical": denominazioni diverse che discendono entrambe da una concezione liberale di tipo utilitarista. Sarà il "digital divide"(che comprende i temi della cultura, della scuola e dell'università) la nuova frontiera della determinazione di classe ?: "digital divide" elemento di chiaro stampo individualistico utilizzato forse pensando che la "propria felicità" racchiusa nella capacità di utilizzo dell'AI possa concorrere a fare la felicità di tutti. Una capacità che richiede però una non facile estensione dei livelli di conoscenza. Beninteso entrambi gli schieramenti: quello del "Nazionalismo difensivo" e quello del "neo-capitalismo radicale" stanno evitando accuratamente di affrontare il tema della guerra nel senso del rapporto Europa/Nato, e sembrano entrambi (pur da differenti punti di vista) considerare il tema europeo soltanto come semplice fattore di opportunità redistributiva (PNRR, migranti, gestione della BCE da Draghi a Lagarde); 3) Questo quadro tiene ai margini dai propri blocchi sociali di riferimento le prime vittime dalla crescita delle disuguaglianze e di conseguenza restringe i margini della possibilità di incidere sulle dinamiche politiche (ripristinando anche, almeno in apparenza, la logica dell'amico/nemico). Da un punto di vista che vorremmo ostinarci di definire "di sinistra" rimane quindi tutto intero sul tappeto il tema di una possibilità di incidenza sul blocco "radical" in modo da proporre una riarticolazione inclusiva degli esclusi (a tutti i livelli). In termini più chiari si tratta della questione della presenza socialista a livello di teoria e di rappresentanza. Con un avvertimento: una teoria socialista del XXI secolo non può sfuggire alla necessità di rovesciare il concetto lineare di progresso che ci ha accompagnato nel corso del secolo precedente (in particolare nei "30 gloriosi" seguiti alla fine della seconda guerra mondiale). Attorno al tema della pace come valore universale va costruita un'idea concreta di "senso del limite" che ci è già capitato di battezzare "socialismo della finitudine". 4) A questo punto, se si accetta come principio una "necessità socialista" rimane da aprire una discussione sulla forma che potrebbe assumere nel piccolo del sistema politico italiano questa presenza di socialismo dell'uguaglianza e del limite . Ritorna l'antico dilemma : una propria presenza identitaria raccolta organizzativamente in soggettività politica oppure parte di una grande schieramento evidentemente a egemonia "radical", all'interno del quale dotarsi di una precisa rappresentazione di identità? Questo interrogativo porta alla necessità di un dibattito molto ampio nel quale toccare anche i temi istituzionali, della legge elettorale , della forma di governo, del sistema territoriale delle autonomie. Una discussione difficile ma che è urgente e necessario affrontare con concretezza d'intenti.

The left can win and forge a new settlement – but only if it repairs the trust we have lost - New Statesman

The left can win and forge a new settlement – but only if it repairs the trust we have lost - New Statesman: Research reveals a strong public appetite for progressive ideas. But we cannot flourish in an environment of mutual intolerance.

mercoledì 15 marzo 2023

Aumento dei risparmi ed inflazione: alcune evidenze sui consumi delle famiglie italiane*, Davide Cassese, Valeria Ferroni, Valeria Macauda | Menabò di Etica ed Economia

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Disuguaglianza economica e giustizia ambientale, Maurizio Franzini | Menabò di Etica ed Economia

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Oltre il merito, l'equità: cosa è davvero centrale nell'istruzione, Luciano Benadusi, Orazio Giancola | Menabò di Etica ed Economia

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Fisco, una delega sbagliata - Collettiva

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lunedì 6 marzo 2023

RIPARLANDO DI SCHLEIN. PER LA SINISTRA è LA SOLUZIONE O L'ESSENZA DEL PROBLEMA? - GLI STATI GENERALI

RIPARLANDO DI SCHLEIN. PER LA SINISTRA è LA SOLUZIONE O L'ESSENZA DEL PROBLEMA? - GLI STATI GENERALI: A una settimana di distanza, Elly Schlein segretaria del Partito Democratico non è più una notizia. Finita la fase dei racconti resta il tempo e lo spazio per le analisi: un esercizio di pensiero, ricordo, dubbio che serve a utilizzare il passato, recente e remoto, per  pensare al futuro del princip

Per Schlein il difficile comincia ora | Eguaglianza & Libertà

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domenica 5 marzo 2023

Franco Astengo: Antifascismo e Costituzione

ANTIFASCISMO E COSTITUZIONE di Franco Astengo La grande manifestazione antifascista svoltasi oggi, 4 marzo, a Firenze in risposta alle violenze fasciste dei giorni scorsi deve rappresentare il segno portante su cui è necessario si muova l'opposizione sociale e politica; il terreno su cui recuperare unità e capacità di aggregazione di consenso. Antifascismo e Costituzione rappresentano la strada principale per far uscire le sinistre e le forze democratiche da una situazione di fragilità del sistema politico che rischia di incrinare la democrazia repubblicana come ben dimostra il progressivo evidenziarsi della vera natura della destra e delle sue attuali espressioni di governo. In questi tempi così difficili e complicati non è esagerato affermare come il Paese sembra essere attraversato da un intreccio tra qualunquismo e corporativismo: fenomeni affrontati attraverso espressioni di “scambio politico” derivanti dal ritenere corporativismo e individualismo competitivo le sole frontiere possibili di un futuro contrassegnato dal crescere dello sfrangiamento sociale con la conseguenza imposizione di ristrettezze per la democrazia, rese ben evidenti dall'ipotesi presidenzialista.. L’intero sistema appare così quanto mai fragile ed esposto a pericolose forme di inquinamento della democrazia. Per queste ragioni è indispensabile che il filo dell’antifascismo sia sollevato fino al punto di ricostituire la memoria perduta dell’identità nazionale collegandosi direttamente con l'affermazione e non la semplice difesa dei principi costituzionali. Una “memoria quella dell'intreccio tra Antifascismo e Costituzione che necessita di essere declinata sul piano politico attorno ad alcuni punti fondamentali: 1) Razzismo. E’ indubitabile che esista e che si è affermata una politica che non può che essere giudicata come razzista. Una politica che si esercita soprattutto nell’identificazione del “diverso” e nell’affermazione di un presunto primato per “alcuni”. Il razzismo porta con sé sopraffazione, disuguaglianza, violenza. 2)Politiche sociali. Sotto quest’aspetto si torna indietro anche rispetto al clientelismo DC, del quale pure si scorgono tracce evidenti. E' il tema del corporativismo che riaffiora in evidenza e che deve essere respinto guardando invece nel profondo di politiche del lavoro fondate sui diritti e sulla natura universalistica del welfare; 3) Autoritarismo. Il tutto è condito da una crescita verticale nella presenza dell’autoritarismo nella vicenda politica italiana. La tendenza all’autoritarismo nasce, è bene ricordarlo, fin dagli anni’80 del XX secolo quando si cominciò a parlare, scrivere e praticare di “decisionismo”. La linea era già stata tracciata allora: la complessità della domanda sociale, frutto della crescita degli anni’70, andava tagliata riducendo lo spazio tra di essa e la politica. Per fare questo occorreva un di più di segno del comando da realizzarsi attraverso la personalizzazione. Oggi il tutto appare ulteriormente esasperato, dall’ esibizionismo dei singoli e dall’incapacità del sistema politico di leggere l’allargarsi e il trasformarsi delle contraddizioni sociali dentro la crisi. 4) Militarismo. Questo potrà apparire un punto secondario, ma non è così. Ne abbiamo avuto la riprova ascoltando determinati accenti,in un momento così delicato come l'attuale. Nei mesi scorsi abbiamo anche sentito l’espressione di idee riguardanti il ripristino della leva militare obbligatoria intesa come strumento di “educazione nazionale” per le giovani generazioni. C’è n’è da vendere per considerare pericoloso questo “militarismo” di ritorno.

domenica 26 febbraio 2023

L’opposizione governativa. di M. Zanier « caseperlasinistraunita

L’opposizione governativa. di M. Zanier « caseperlasinistraunita

Franco Astengo: Il ritorno della Critica sociale

IL RITORNO DELLA "CRITICA SOCIALE" di Franco Astengo Centro "Brera" di Milano, 25 febbraio: una partecipata assemblea contraddistinta da un serrato (anche articolato) dibattito ha segnato la ripresa delle pubblicazioni della "Critica Sociale", l'antica rivista fondata nel 1891 da Filippo Turati e Anna Kuliscioff. Un segnale di presenza e di testimonianza voluta da un gruppo di promotori molto determinato a fare in modo che, nonostante gli inviti arrivati da autorevoli fonti a considerarsi sconfitti, la parola "Sinistra" riprenda a coincidere con "Socialismo". Un'iniziativa che si affianca ad altre in itinere e ad analoghe presenze di diversa derivazione culturale e politica che pure continuano a proporre una visione, un'analisi e un aggiornamento costante sulle proposte di trasformazione sociale, impegno politico, opposizione alla destra e ai pericoli che derivano dalla presenza del governo uscito dalle elezioni del 25 settembre: pensiamo a "Critica Marxista", "Alternative per il Socialismo", "Infiniti mondi" soltanto per avanzare qualche esempio. In questo quadro emerge un punto di riflessione: a sostegno di queste imprese editoriali si collocano gruppi di iniziativa e di riflessione politico - culturale che stanno svolgendo un lavoro sicuramente impegnato in una fase in cui la sinistra e il fronte democratico si trovano in grande difficoltà. Sinistra e fronte democratico in forte difficoltà sia sotto l'aspetto del radicamento sociale, della capacità progettuale e degli stessi esiti elettorali. Una fase nella quale sembra, prima di tutto , sfuggire quell'egemonia culturale affermata un tempo ma ridotta di influenza dalla difficoltà di comprendere -prima di tutto - il quadro di mutamento internazionale, il peso dell'impatto dell'innovazione tecnologica, l'allargarsi di disuguaglianze inaccettabili, la disgregazione del mondo del lavoro, l'affermarsi socialmente di un individualismo consumistico e competitivo. La redazione di queste poche note è stata dettata dall'urgenza di indicare due questioni parse evidenti proprio ascoltando il dibattito di presentazione della ripresa della "Critica Sociale": 1) l'avvio di una fase di confronto tra tutti i soggetti impegnati nell'insieme di queste iniziative, al di là delle loro sedi di provenienza, senza preclusioni o intenti di primazia. Naturalmente nella piena consapevolezza delle diversità di affrontare, reclamando quindi un recupero dell'usato strumento della dialettica politica abbandonato nei soggetti politici a favore della pratica correntizia; 2) Lo sviluppo di un'analisi riguardante la realtà degli spazi esistenti nel sistema politico italiano. Sono molti i punti da verificare sotto questo aspetto a partire da natura, ruolo, collocazione del PD in esito anche a quello che sarà l'esito delle elezioni primarie che si stanno svolgendo proprio mentre è in corso questo modesto tentativo di elaborazione. Il punto di arrivo di questa analisi da condurre in comune tra diversi soggetti dovrebbe essere quello di stabilire se può essere ragionevolmente possibile realizzare la costruzione di una soggettività politica per la quale -come si affermava all'inizio - il termine "sinistra" coincida con quello di "socialismo". Proprio nel senso dell'affermazione del "socialismo" come punto identitario si tratta di verificare la possibilità di superare le tante incertezze e i tanti equivoci che hanno accompagnato la fase più recente della vita politica italiana, compresi quelli derivanti da pulsioni populiste e movimentiste e dall'assumere, di volta in volta, "single issue" di riferimento trascurando la complessità delle interazioni strategiche in atto nelle "fratture" della modernità. I punti di principio sui quali misurarsi potrebbero essere così schematicamente riassunti: 1) Autonomia. Prima di tutto Autonomia nel significato di Autonomia dal capitalismo considerato insuperabile: è questa la prima risposta da fornire al tanto discusso, in queste ore, al "pamphlet" di Aldo Schiavone e all'invito che contiene a considerare il tema dell'uguaglianza ormai interno all'immutabilità del sistema. Uguaglianza come fattore di trasformazione economica e sociale: così può essere ancora riassunto il senso di un Socialismo del XXI secolo; 2) Internazionalismo. Si tratta di sviluppare due elementi: la capacità di disporre di una visione "altra" anche sul tema delicato della pace e della guerra e dell'intreccio tra questo e le contraddizioni epocali dell'ambiente e delle migrazioni. Occorre riprendere una visione che ci metta in grado di collegare l'insieme delle istanze progressiste ben oltre la "sovranazionalità": "Europa come spazio politico"; "Pace come vero ostacolo alla ripresa della "logica dei blocchi"e magari all' "equilibrio del terrore"; " Recupero di funzione degli organismi internazionali per determinare equilibrio nell'utilizzo delle risorse, nella promozione della democrazia e la libera circolazione delle idee e delle persone, in un contesto dominato dai "grandi signori" del web che dominano la diffusione di notizie e condizionano lo stesso scambio tra le persone; 3) Pedagogia politica. Nella funzione di un soggetto politico portatore di istanze socialiste adeguate al XXI secolo (ambiente, innovazione tecnologica, affrancamento del lavoro dalle tendenze schiavistiche in atto , welfare universalistico) deve risultare prioritaria quella funzione pedagogica attraverso la quale i grandi partiti di massa del '900 portarono avanti la loro espressione di egemonia culturale facendo così avanzare le grandi masse proletarie e operaie. L'auspicio è quello di realizzare al più presto un incontro fra tutti questi soggetti e avviare sedi di analisi comuni: per ora nel ristretto ambito nazionale in attesa di tornare ad esprimerci su orizzonti ancora più ampi.

giovedì 23 febbraio 2023

Eight Lessons From Bernie Sanders’s New Book

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Multipolarity After Ukraine: Old Wine in New Bottles?

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Chiamare il fascismo con il suo nome

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Stellantis: miliardi agli azionisti, briciole agli operai • Diritti Globali

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Ucraina, sul piano di pace cinese aperture di Kiev e Mosca - Strisciarossa

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Schlein o Bonaccini? Una sfida con troppe incognite e qualche ambiguità per il futuro del Pd - Strisciarossa

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domenica 19 febbraio 2023

Ricciardi a La7: 'Il servizio sanitario sparirà se non assumiamo medici e infermieri. Servono 30 miliardi. Il Covid non ha insegnato nulla' - Il Fatto Quotidiano

Ricciardi a La7: 'Il servizio sanitario sparirà se non assumiamo medici e infermieri. Servono 30 miliardi. Il Covid non ha insegnato nulla' - Il Fatto Quotidiano: “Il SSN è arrivato a una tale crisi che, se non viene affrontata strutturalmente, si esaurirà nell’arco di 2 o 3 anni. Se io fossi ministro della Salute, la prima cosa che farei è un piano straordinario di assunzioni per il personale sanitario. Servono 5 miliardi all’anno per i prossimi 6 anni, cioè 30 miliardi. …

Chi era Giorgio Ruffolo: socialista, ambientalista e laico che credeva nella politica - Il Riformista

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The Only Solution to the Energy Crisis Is Public Ownership

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Disfatta alla regionali e assenteismo, è crisi di democrazia | Left

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giovedì 16 febbraio 2023

E’ dal fisco che si riconosce la destra | Eguaglianza & Libertà

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I passi di Lula nello scenario globale | Eguaglianza & Libertà

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Addio alle urne | Eguaglianza & Libertà

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Finland’s Turn to the West | Gordon F. Sander | The New York Review of Books

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Internationalism After Mass Politics

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Jeremy Corbyn will not be Labour candidate at next election, Starmer says – LabourList

Jeremy Corbyn will not be Labour candidate at next election, Starmer says – LabourList: Keir Starmer has said Jeremy Corbyn "will not stand for Labour" at the next general election following a speech in which the Labour leader argued…