Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
giovedì 27 marzo 2025
mercoledì 26 marzo 2025
martedì 25 marzo 2025
sabato 22 marzo 2025
venerdì 21 marzo 2025
giovedì 20 marzo 2025
Sì, cara Meloni, il Manifesto di Ventotene è di sinistra. Più a sinistra delle attuali forze rappresentate in Parlamento. | Fondazione Critica Liberale, dal 1969 la voce del liberalismo
Franco Astengo: Europa/Pace
EUROPA/PACE: PER UNA PROPOSTA DI DIBATTITO di Franco Astengo
La provocazione (?) messa in atto dalla Presidente del Consiglio italiano sul tema delle ascendenze storico-filosofiche dell'Unione Europea cogliendo non può essere respinta semplicemente in nome di una astratta matrice europeista posta avverso l'inedito asse USA/Russia e la conseguente acquiescenza all'amministrazione americana cogliendo anche l'occasione per un'idea di riarmo posta su di un piano oggettivamente nazionalista.
Lo schema riportato di seguito in questo testo rappresenta semplicemente una proposta di dibattito a sinistra.
Una discussione che dovrebbe essere rivolta al fine di perseguire una linea comune superando anche le ambiguità ben presenti nell'idea della manifestazione svolta a Roma lo scorso 15 marzo e il seguito previsto come nel caso delle iniziative assunte dai sindaci di Bologna e Firenze (a questo punto si aprirebbe il discorso sulla funzione delle forze parlamentari e dei partiti ma in questo momento sarebbe fuorviante).
Dunque:
1) Premesso che è indispensabile tornare a considerare la politica estera come prioritariamente misurata sul piano delle questioni strategiche politico/militari e non su quello delle “contraddizioni globali” ;
2) Quelle contraddizioni globali che,introiettata l’idea della “fine della storia”, apparivano fino a qualche tempo fa come centrali nella costruzione delle grandi transizioni dell’innovazione tecnologica e dell’ecologia;
3) Appare necessaria la ricostruzione di identità di una sinistra europea che riparta dall’opzione pacifista in collegamento con un movimento transnazionale eticamente motivato;
4) Una sinistra capace di considerare – appunto – l’Europa come spazio politico elaborando una proposta in quella dimensione, partendo dal mettere in campo un opzione di distinguo tra la Nato e l’Unione Europea;
5) In conseguenza la sinistra deve pensare ad una Europa che come Unione è chiamata a svincolarsi dalla sua origine di avamposto dell’atlantismo oggi malamente inteso come collegamento diretto con l'amministrazione USA comprendendo nel ripensamento anche quel tipo di atlantismo sulla base del quale si era poi verificato l’allargamento verso Est e verso Sud realizzato anche attraverso la partecipazione attiva alle guerre balcaniche;
6)L’ipotesi da portare avanti dovrebbe essere quella di un’Europa con al centro un vasto campo demilitarizzato, una sorta di “zona cuscinetto” per garantire l’opzione di pace nel cuore del continente nella considerazione di un apparentemente inevitabile ridefinirsi di una sorta di “logica dei blocchi”. Una "logica dei blocchi" strutturata però ben diversamente da quella del passato (si scrive dei 3 imperi) perché di ben altra dimensione e natura sono rispetto al passato le interconnessioni economiche e produttive in particolare nei campi dell’energia e dell’approvvigionamento alimentare e delle ipotesi di sfruttamento a livello globale (in particolare verso l'Africa, destinata a trasformarsi nel principale terreno di contesa);
Sul piano dell’analisi i grandi sconfitti sono i sostenitori della già ricordata fine della storia e quelli della “globalizzazione” ultraliberista alla quale (non va dimenticato) si erano allineati nel primo decennio del XXI secolo anche i principali partiti socialisti e post-comunisti.
mercoledì 19 marzo 2025
Turchia, le mosse di Erdogan per piegare le opposizioni. Arresti, ricatti ai curdi e riforma costituzionale: ecco il piano per la rielezione - Il Fatto Quotidiano
martedì 18 marzo 2025
lunedì 17 marzo 2025
domenica 16 marzo 2025
venerdì 14 marzo 2025
giovedì 13 marzo 2025
Roberto Biscardini: Sul rimpasto della giunta comunale di Milano
“La decisione del sindaco Sala di spacchettare le competenze dell’urbanistica della casa e del territorio sembra fatta apposta per non consentire ai cittadini di capire dove stanno le responsabilità. Una tecnica già sperimentata che non favorisce né l’informazione né la partecipazione dei cittadini alla vita democratica.” Lo ha dichiarato Roberto Biscardini ex Consigliere comunale di Milano che ha aggiunto: “Non è chiaro se sia il nuovo Assessore Bottero con delega all’Edilizia residenziale pubblica o l’Assessore Conte con delega al Piano casa ad affrontare il nodo principale dell’adozione del Piano per l’Edilizia Economica e Popolare previsto dalla legge 167 che il Comune di Milano da anni considera superata, nonostante questa legge sia assolutamente vigente e cogente nei confronti di un Comune come Milano. Naturalmente nei piani previsti dalla 167 non c’è distinzione tra edilizia residenziale pubblica, cioè sovvenzionata, e edilizia popolare agevolata di cooperative e imprese. MA questo Sala probabilmente non lo sa. La legge 167 obbliga i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e i capoluoghi di Provincia a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o popolare, nonché alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde pubblico. Essa indica che tali zone vanno determinate in relazione al fabbisogno di edilizia economica e popolare da calcolarsi tra il 40 e il 70 per cento del fabbisogno complessivo di edilizia abitativa. Non uno scherzo! Aree che il Comune deve mettere a disposizione sia per l’edilizia sovvenzionata (case di proprietà del Comune o di ALER) ma anche per cooperative a proprietà divisa o indivisa. Una competenza – ha aggiunto Biscardini – che nella confusione delle deleghe potrebbe ricadere contemporaneamente sugli assessori Bottero, Conte e Tancredi. Augurandoci che non sia questo l’alibi per proseguire a non fare niente.”
mercoledì 12 marzo 2025
martedì 11 marzo 2025
Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace. Lettera aperta alle persone, associazioni e movimenti costruttori di pace | Fondazione Critica Liberale, dal 1969 la voce del liberalismo
domenica 9 marzo 2025
"In Argentina Milei vuole tornare indietro su tutte le conquiste delle donne". Da quando è al potere è cresciuta la povertà femminile - Il Fatto Quotidiano
venerdì 7 marzo 2025
giovedì 6 marzo 2025
Roberto Biscardini: Per il momento siamo salvi
PER IL MOMENTO SIAMO SALVI
Per il momento siamo salvi, la cementificazione dell’intero Paese e a basso prezzo, sull’onda delle procedure anomale del comune di Milano, che si volevano sanare e consentire con una legge del parlamento, sembra bloccata.
Ci è voluto un provvedimento della Procura per fermare il delirio di onnipotenza dell’Amministrazione comunale di Milano e della sua giunta, nonostante i tanti pareri tecnici, che molti di noi avevano dato circa la non percorribilità di quel provvedimento. Ma soprattutto nonostante le prese di posizione politiche di alcuni partiti minori, e di tante associazioni contrarie all’approvazione di una legge ad personam, che avrebbe condonato lo scempio di Milano favorendo l’estensione dello scempio in tutto il Paese.
Per mesi noi e a tutti coloro che hanno contestato questo provvedimento ci avevano dati per pazzi, ora è bastato un intervento della Procura per mettere in evidenza che il Re è nudo. E così la (legge) “Salva Milano” è morta per voce dei suoi maggiori sostenitori. Per Sala e i suoi funzionari, che si sono dati da fare andando avanti e in dietro dal Parlamento, che si sono spesi cercando di far credere al mondo intero non solo la bontà di queto provvedimento, ma anche la correttezza dell’amministrazione comunale, questo tormentone è finito nel giro di qualche ora con una dichiarazione lapidaria “Non è più necessaria”. E il PD, che lo ha sostenuto sempre, ovunque e in consiglio comunale, fine nelle settimane scorse, a suon di dichiarazioni e ordini del giorno, e in Parlamento votando alla Camera in modo compatto con il centro destra, sembra aver chiuso la partita con una dichiarazione tardiva della segretaria Elly Schlein “E’ evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti”. Che tradotto vuol dire che se non fossero arrivati ieri quei provvedimenti giudiziari, il PD sarebbe andato avanti. Imbarazzante. Non un cenno di ripensamento meditato, non un cenno di autocritica. Nessuna valutazione del significato politico di ciò che è stato fatto e di ciò che ci si apprestava a fare.
E ciò è gravissimo, perché né Sala, né la sua Giunta, né la sua maggioranza sostenuta in modo determinante dal PD, sembra che non si stiano ancora rendendo conto del danno che tutta questa brutta vicenda urbanistica ha arrecato a Milano e all’immagine della nostra città. E sul piano politico il PD, che porta la maggiore responsabilità nel sostegno di questa maggioranza, non ha voluto nemmeno in questo caso fare i conti con una realtà chiara e inquietante. Almeno da quando Sala (sull’onda del disastro di Expo gabellato anche dalla stampa come un grande successo) è stato scelto come candidato sindaco, da ambienti molto estranei alla politica, e molto lontani dagli interessi popolari che dovrebbe rappresentare il centrosinistra. La realtà inquietante di una amministrazione che non solo è stata evidentemente condizionata da interessi economici, finanziari e speculativi prevalenti, ma che per essere al servizio di questi stessi interessi ha dovuto togliere di mezzo ogni forma di coinvolgimento democratico dei cittadini e persino del consiglio comunale che in qualche modo dovrebbe rappresentarli. Una giunta che per governare, in nome dell’efficienza e della rapidità delle scelte, ha dovuto togliere di mezzo ogni forma di informazione. Ha dovuto nascondere i progetti persino al consiglio comunale, che non è stato messo nelle condizioni di svolgere il mandato per cui è stato eletto, e ha gestito la cosa pubblica, in molti settori solo in logica aziendale e padronale, e con molto arroganza.
Privatizzando e mortificando il valore fondamentale dell’interesse pubblico e generale per una città di tutti e non solo per i più ricchi. Una amministrazione che ha nascosto la grande questione sociale sotto lo splendore del business e della sua ricchezza.
Ciò che sta succedendo in queste ore fa emergere le grandi contraddizioni di una politica che ha abdicato al suo ruolo. Fa emerge la pochezza della politica e delle istituzioni milanesi.
Non sappiamo al momento se ci sarà tempo e volontà per cambiare rotta. Se ci sarà margine per un sussulto di dignità, da chi ancora non ha buttato il proprio cervello all’ammasso. Ma senza la disponibilità ad ammettere i propri errori con un confronto aperto con la città attonita, il destino è segnato.
mercoledì 5 marzo 2025
martedì 4 marzo 2025
Franco Astengo: Europa, uno spazio politico
EUROPA UNO SPAZIO POLITICO DI Franco Astengo
La partecipazione alla manifestazione sull'Europa organizzata da Repubblica per il 15 marzo va sottoposta, a sinistra, ad una seria riflessione.
Soprattutto bisognerebbe evitare di cadere nella trappola del riarmo della Germania.
Evitare la trappola non tanto per similitudini con fatti antichi ma, perché di questo si tratta nel momento contingente quando la Von der Layen lancia l'idea e spara cifre a centinaia di miliardi.
Prima di tutto l'ipotesi di un esercito europeo è tutta di là da venire.
In questa situazione la Germania è la sola a disporre di una siderurgia all'altezza di una produzione capace di soddisfare un'ipotesi di adeguato riarmo (torna qui il tema della capacità industriale di ogni singolo paese con particolare riferimento all'Italia).
La Rheinmetall produce già carri armati e Leonardo è junior partner mentre è noto che l'industria meccanica italiana è del tutto sussidiaria a quella tedesca.
Inoltre si tratterebbe di un riarmo "da combattimento sul terreno" perché la migliore tecnologia missilistica e dei droni sta da altre parti e questo è un altro elemento da considerare.
Quanto al nucleare la messa a disposizione del loro potenziale da parte di Francia e Gran Bretagna vale più o meno un decimo del potenziale russo (che rimane numericamente il più consistente) e americano, oltre al presentarsi del problema di a chi sarebbe assegnato il comando strategico (sempre con riferimento all'assenza di un esercito europeo).
Quindi le manifestazioni pro-Europa come quella indetta da Repubblica per il 15 marzo non possono considerarsi "neutre" da questo punto di vista e la presenze di bandiere di un solo colore e un solo simbolo farebbe perdere di vista l'obiettivo paradossalmente causando confusione e non chiarezza.
La sinistra dovrebbe aver l'obbligo di caratterizzarsi autonomamente elaborando un progetto di pace anche e soprattutto rispetto al proprio territorio.
Non c'è traccia di idee che un tempo pure circolavano a Est come a Ovest (penso al Piano Rapacki su di una zona smilitarizzata al centro del continente).
Ribadisco un giudizio di totale disarticolazione delle istituzioni sovranazionali, anche di quelle elette a suffragio universale come il Parlamento Europeo che non ha trovato la forza e la capacità di riunirsi in sessione straordinaria e andrà in sessione ordinaria il 10 marzo.
Nessuno tra l'altro valuta i tempi di un possibile riarmo in conseguenza di una riconversione industriale che comporta problemi di materiali, trasformazione di linee di montaggio, dimensione degli impianti, tecnologia .
In Italia l'operazione contraria, cioè di dismissione dell'industria bellica dopo la seconda guerra mondiale durò all'incirca quindici anni dal 1945 al 1960 cioè alla vigilia del boom quando una parte della siderurgia fu abbandonata e l'industria cominciò a lavorare sui prodotti del consumo individuale oltre l'auto gli elettrodomestici e la televisione per rendere il tutto accessibile al grande pubblico, più o meno in contemporanea con la nazionalizzazione dell'energia elettrica e lo sviluppo della telefonia che con la SIP cominciò ad entrare nelle case della piccola borghesia e della classe operaia con il telefono duplex.
Quanto tempo occorrerebbe oggi per una operazione all'inverso sia pure usufruendo di tecnologie ben diverse? Armarsi significa pensare alla guerra: è questo un inevitabile orizzonte ?
Anche e soprattutto per questo serve subito una proposta di pace considerando l'Europa uno spazio politico e non acriticamente come un bene in sè, e agendo di conseguenza a quel livello. Insomma è più realistica una proposta di pace che un'utopia di un armamento davvero difficile da realizzare.
lunedì 3 marzo 2025
sabato 1 marzo 2025
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