domenica 22 febbraio 2009

Non chiamatele più "morti bianche"

italiopoli
Ieri 21 febbraio 2009, 22.39.40

Non chiamatele più "morti bianche"
Ieri 21 febbraio 2009, 22.34.00
RICEVO & PUBBLICO

Nonostante la crisi e che molti lavoratori siano in cassa integrazione e che molte aziende abbiano chiuso, non accennano a diminuire gli infortuni e morti sul lavoro.
Il Governo oltre a non preoccuparsi della crisi (le misure che ha preso sono inadeguate), non sembra preoccuparsi mimimamente anche degli infortuni e delle morti sul lavoro.
La prova lampante è che invece di approvare i decreti attuativi per il Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81 del 9 aprile 2008), continua a fare rinvii (vedi DL milleproroghe approvato definitivamente poche giorni fa) o a peggiorare il testo in atto.
Si era arrivati addirittura ad un "colpo di spugna", cioè eliminare il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nelle aziende sotto quindici dipendenti, con due emendamenti leghisti al DL Milleproroghe, che solo grazie alla ferma opposizione di Italia dei Valori, PD, Articolo 21 e di molti lavoratori (tra cui diversi Rls), sono stati ritirati.

Un paese normale non accetterebbe tutto ciò, un paese normale lotterebbe per fermare le stragi sul lavoro.
Ci definiamo paese civile, una Repubblica democratica Fondata sul lavoro (Articolo 1 della Costituazione Italiana) Ma che paese civile è quello dove ogni anno ci sono oltre1200 assassinati sul lavoro, 27 mila invalidi e 1 milione di infortunati sul lavoro?
Ogni giorno quattro lavoratori non fanno più ritorno a casa, perchè è in corso una guerra nei luoghi di lavoro, una guerra che non si sa quando avrà fine, una guerra che produce molti morti e tanti invalidi.
Questi lavoratori non andavano in guerra però, si alzavano tutte le mattine per portare a casa il pane quotidiano, in modo da mantenere le loro famiglie.
E quello che chiedevano era una cosa sola, un lavoro dignitoso, un lavoro sicuro.
Tutti sanno che manca la sicurezza nella stragrande maggioranza nei luoghi di lavoro, ma nessuno fa niente perchè cambi tutto ciò.
O perlomeno, quello che viene fatto per cambiare questa situazione è troppo poco...

E quando questi lavoratori muoiono, pochi hanno il coraggio di chiamarle come si deve, cioè omicidi sul lavoro, assassinii sul lavoro. Molti le chiamano "morti bianche", un eufemismo che andrebbe abolito, perchè un insulto ai familiari e alle vittime de lavoro.
Io chiedo un favore ai giornalisti: non chiamatele più così, abbiate il coraggio di chiamarle come si deve.
Io conosco molti familiari di vittime del lavoro, e vi posso assicurare che sentire chiamare i loro cari che sono morti sul lavoro, "morti bianche", è un insulto alla loro memoria, una vera vergogna. Ecco cosa è!!!

Questa situazione non cambierà mai, fino a quando non verranno aumentati veramente i controlli per la sicurezza sul lavoro, e fino a quando non finiranno in carcere gli imprenditori disonesti, che se ne strafregano della sicurezza dei loro dipendenti, per il profitto a tutti i costi.
Quanto siamo disposti ancora a sopportare tutto ciò?
Cosa deve ancora succedere perchè si decida di dire veramente basta a tutte queste stragi sul lavoro? Cosa?

Saluti.
Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze.
Email: bazzoni_m@tin.it

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