venerdì 29 luglio 2022

A New Left Tide in Latin America. Making Structural Progress Finally?

A New Left Tide in Latin America. Making Structural Progress Finally?

Il “fronte costituzionale”: una via stretta e impegnativa

Il “fronte costituzionale”: una via stretta e impegnativa: di Francesco Pallante -- Molti avanzano appelli affinché le forze non di destra si organizzino in un fronte costituzionale che, contendendo alla destra una parte dei collegi uninominali, scongiuri il rischio di una vittoria straripante dei nemici della Costituzione. Ma la via è stretta e, soprattutto, non ha senso senza l’impegno vincolante di tutti a non modificare la forma di governo parlamentare.

Alfio Mastropaolo: Dopo il governo «tecnico»

La rivista il Mulino: Dopo il governo «tecnico»: Assisteremo a una campagna combattuta senza esclusione di colpi. Nessuno però farà saltare il banco, che è molto appetitoso e qualche accordo spartitorio si addiverrà

Formica: «Ho sempre pensato che Draghi fosse inadatto. Viene dalla Banca centrale, dove vige la regola dell'uomo solo al comando. Aveva tolto la fiducia ai partiti, ma li obbligava a votare la fiducia alla sua persona. Il modello della Meloni è quello di Orban. Garantiranno il rispetto di tutti i vincoli internazionali, ma poi in Italia faranno come in Ungheria» - nuovAtlantide.org

Formica: «Ho sempre pensato che Draghi fosse inadatto. Viene dalla Banca centrale, dove vige la regola dell'uomo solo al comando. Aveva tolto la fiducia ai partiti, ma li obbligava a votare la fiducia alla sua persona. Il modello della Meloni è quello di Orban. Garantiranno il rispetto di tutti i vincoli internazionali, ma poi in Italia faranno come in Ungheria» - nuovAtlantide.org

What’s the Matter With Italy? - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

What’s the Matter With Italy? - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

I’m a Ukrainian Socialist. Here’s Why I Resist the Russian Invasion.

I’m a Ukrainian Socialist. Here’s Why I Resist the Russian Invasion.: As a socialist and internationalist, I abhor war. But the basic premise of self-determination justifies the resistance of ordinary Ukrainians to Vladimir Putin’s brutal invasion of our country.

Europe’s Energy Choice by Bo Lidegaard - Project Syndicate

Europe’s Energy Choice by Bo Lidegaard - Project Syndicate

When Chileans go to the polls on 4 September to vote on a new constitution it could mean the dawn of a new era for the Andean state – Future of social democracy | IPS Journal

When Chileans go to the polls on 4 September to vote on a new constitution it could mean the dawn of a new era for the Andean state – Future of social democracy | IPS Journal

Processo costituente in Cile: guerra di immaginari alle porte del referendum finale | Global Project

Processo costituente in Cile: guerra di immaginari alle porte del referendum finale | Global Project: Il 4 settembre 2022, si terrà in Cile il referendum sul testo bozza della nuova costituzione, che se approvata sostituirà la costituzione neoliberista imposta nel 1980 dalla dittatura del generale ...

Un nuovo mondo diviso in due? | ISPI

Un nuovo mondo diviso in due? | ISPI

"PER L'ITALIA NON C'E' TEMPO DA PERDERE" di Andrea Becherucci

"PER L'ITALIA NON C'E' TEMPO DA PERDERE" di Andrea Becherucci

Felice Besostri: Mettere in salvo la Costituzione

Mettere in salvo la Costituzione Ormai l’hanno capito tutti che il Rosatellum non è il nome di un buon vino giulian-friulano, ma di una pessima legge elettorale, che blocca non solo le liste elettorali ma anche la libertà e la personalità di voto nei collegi uninominali, con il voto congiunto obbligatorio a pena di nullità. Un obbrobrio non previsto dal Mattarellum, che alla Camera consegnava 2 schede e al Senato scorporava per la parte proporzionale i voti utilizzati per eleggere i candidati uninominali maggioritari. Se non si aveva la forza numerica e la volontà politica di modificare la legge elettorale, come promesso in caso di taglio dei parlamentari, sarebbero bastate queste due piccole modifiche per rendere costituzionalmente potabile il Rosatellum: non ci hanno nemmeno provato. La ragione è, come ha ben scritto Gian Giacomo Migone sul Manifesto, nell’articolo “Quel Rosatellum che piace a tutti i partiti”, che fa comodo nominare i Parlamentari, per aggirare di fatto l’art. 67 Cost. sul divieto di mandato imperativo, in attesa di introdurlo con modifiche dei Regolamenti parlamentari di Camera e Senato e pertanto sottratte al controllo della Corte Costituzionale. Altro vantaggio del Rosatellum è che assegna, in caso di coalizione, al Partito egemone della coalizione, il diritto di proporre, in caso di vittoria al Presidente della Repubblica il nome del/della Presidente del Consiglio dei Ministri, sempre che non scattino veti informali europei o atlantici. Il Rosatellum va bene anche alla coalizione arrivata seconda, che avrebbe il monopolio dell’opposizione, perché decide chi ammettere come lista minore della coalizione. Se lo scopo è quello di salvare la Costituzione, come ha suggerito Gaetano Azzariti, non si possono mettere paletti programmatici: la coalizione deve essere aperta a tutti a cominciare dal M5S e dalle liste rosso-verdi di ogni ispirazione socialista, comunista e ambientalista. La nostra Costituzione prevede il voto, oltre che segreto, eguale, libero, personale e diretto: il voto utile non è una prescrizione costituzionale, ma una scelta politica, una coalizione larga con scopo limitato ad impedire che il centro-destra prenda il 70% dei seggi uninominali, diventa un voto utile, ma se è una coalizione con un ruolo politico e programmatico privilegiato per Calenda, senza un’apertura a soggetti di sinistra, è inutile perché non competitiva per vincere i collegi uninominali maggioritari. Alle votazioni partecipa appena il 28% delle classi popolari e più sfavorite, quel voto va recuperato altrimenti non c’è partita, come non è seria un’alleanza elettorale col solo scopo di far eleggere un paio di leader politici, garantiti dal PD. Infine per mettere in salvo la Costituzione basta chiedere fin da subito a tutti i partiti un impegno per un ddl costituzionale, che ogni modifica della Parte Prima della Costituzione, della forma di governo e della elezione e composizione degli organi costituzionali debba essere approvata con referendum, anche se approvata con i 2/3 dei membri del Parlamento. In questo scorcio di legislatura si è approvata con decreto-legge (art. 6 bis d.l. 41/2022 una norma in materia elettorale che esenta dalla raccolta firme liste coalizzate che avessero raccolto almeno l’1% alle elezioni del 2018: una norma che viola gli artt. 3, 48 e 51 Cost., perché esclude liste non coalizzate che hanno raccolto la stessa percentuale di voto sia alla Camera, che al Senato o ii rimedia con urgenza ovvero si chieda l’assoluta neutralità del Governo in caso di ricorso, che è possibile urgente prima della scadenza del termine per la presentazione delle liste. Avv. Felice C. Besostri Avv. Enzo Paolini

Franco Astengo: Elezioni 2022, nei collegi un'anomalia ligure

ELEZIONI 2022: NEI COLLEGI UN'ANOMALIA LIGURE di Franco Astengo I tempi ristretti riservati alla preparazione delle liste e delle alleanze, in vista delle elezioni anticipate del 25 settembre prossimo, rendono stringente l'analisi riguardante le posizioni di partenza delle diverse forze politiche in particolare per quello che riguarda le candidature nei collegi uninonimali (147 alla Camera, 72 al Senato) vero e proprio punto decisivo per il risultato della competizione. Probabilmente starà nella capacità coalizionale dei maggiori soggetti il segreto del risultato finale. Abbiamo così lavorato per stabilire come possono essere individuati i punti di partenza dei diversi schieramenti nei 6 collegi uninominali della Liguria: 2 per il Senato e 4 per la Camera dei Deputati. Prima di tutto è il caso di rilevare come la riduzione nel numero dei parlamentari renderà molto complicata la rappresentatività territoriale; intere parti della nostra Regione alla fine risulteranno prive di riferimenti diretti posti in una dimensione di responsabilità istituzionale. Si aggiunga che per la parte proporzionale le elette/i alla Camera saranno 6 e al Senato 3. Il nostro lavoro non è stato basato sui sondaggi ma sui risultati veri, cioè su di una comparazione riguardante gli esiti delle ultime tornate elettorali: le regionali 2020, le comunali 2021 e le comunali 2022. Di conseguenza non si tratta di previsioni, ma proprio di punti di partenza i cui numeri, naturalmente, si modificheranno seguendo il corso della campagna elettorale. Da questo punto di vista la situazione politica ligure presenta un'anomalia di non facile interpretazione riguardante l'orientamento di elettrici ed elettori che nelle elezioni regionali e nelle successive elezioni comunali (almeno al riguardo delle Città di maggiore dimensione e nel frattempo abbiamo avuto Genova, Savona, Chiavari, La Spezia ) hanno scelto la Lista facente capo direttamente al Presidente della Regione Giovanni Toti. La Lista Toti si è collocata, in quei frangenti, con lo schieramento di centro - destra ma adesso nell'occasione delle elezioni politiche potrebbe presumibilmente schierarsi nell'area di centro. La quantità di voti ottenuti dalla Lista Toti tra il 2020 e il 2022 che si sposterà tra il centro e il centro - destra risulterà assolutamente decisiva per l'assegnazione dei seggi. L'orientamento di questa area dipenderà quindi dalle indicazioni che saranno fornite dal Presidente della Giunta Regionale, fatto salvo il richiamo al centro - destra di una parte di questo elettorato nel senso di un ritorno all'area di provenienza soprattutto nella direzione di Forza Italia. La rottura tra PD e 5 stelle a cui abilmente i democratici hanno affibbiato la responsabilità della caduta del governo Draghi ci ha indotto a calcolare a parte i voti attribuibili in partenza al Movimento. In ogni caso difficilmente l'alleanza M5S - centrosinistra "classico" (PD più Sinistra Italiana, Verdi, Articolo 1 e nel "caso Liguria" Lista Sansa e Linea Condivisa) eviterebbe il successo del centro - destra in tutti e 6 i collegi in palio (unico collegio contendibile il n.3 della Camera) Rimarrebbe comunque il dato della decisività dei voti "centristi" ai quali sono stati attribuiti i suffragi della Lista Toti (oltre a considerare quelli ottenuti nel 2020 dalla candidatura Massardo e quelli di altre situazioni simili in occasione di elezioni comunali). Non è stato possibile fornire indicazioni circa la nascente Unione Popolare perchè i soggetti che la compongono non erano presenti alle elezioni regionali 2020 e soltanto nelle elezioni comunali di Genova 2022 (candidatura Marras 1,90%). Nelle elezioni politiche 2018 la lista di Potere al Popolo comprendenti i soggetti oggi confluiti nell'Unione Popolare ottenne l'1,38% nella circoscrizione Liguria alla Camera dei Deputati e l'1,31 al Senato. Ecco i dati fin qui elaborati in vista delle politiche 2022 che, si ripete scanso equivoci, rappresentano punti di partenza ottenuti comparando i risultati delle elezioni regionali e comunali (voti veri) e tralasciando l'evolversi dei sondaggi. CAMERA DEI DEPUTATI Collegio 1 (provincia di Imperia, provincia di Savona esclusi i comuni da Albissola Marina a Varazze e relativo entroterra) Centro - Sinistra 20,47% Centro (comprensivo dei voti della Lista Toti) 17,76%, M5S 6,96%, Centro - Destra 54,81% Collegio 2 (da Albissola Marina a Genova Ponente, Medio Ponente, Valpolcevera e relativo entroterra) Centro - sinistra 34,00%, centro (comprensivo dei voti della Lista Toti) 22,24%, M5S 4,39%, Centro - destra 39,37% Collegio 3 (Genova Levante fino a Sestri Levante con relativo entroterra) Centro - sinistra 38,00%, Centro (comprensivo dei voti della lista Toti) 11,68% M5S 9,14% Centro - destra 41,18% Collegio 4 (da Sestri Levante alla Provincia di La Spezia) Centro - sinistra 33,92%, Centro (comprensivo dei voti della Lista Toti) 17,86%, M5S 7,06%, Centro - Destra 41,16% SENATO Collegio 1 (provincia di Imperia, provincia di Savona, città metropolitana di Genova fino al Municipio VII, Val Polcevera, Valle Scrivia, parte ligure di Ovada) Centro-sinistra 29,38% Centro (comprensivo dei voti della lista Toti) 20,35%, M5S 7,25%, Centro - destra 43,02% Collegio 2 (altra Città Metropolitana di Genova e provincia di La Spezia) Centro - sinistra 34,60%, Centro (comprensivo dei voti della Lista Toti 19,37%) M5S 5,92%, Centro - destra 40,11%.

sabato 23 luglio 2022

Il Pd deve ricostruire la sinistra e non farsi incantare dalle sirene centriste - Strisciarossa

Il Pd deve ricostruire la sinistra e non farsi incantare dalle sirene centriste - Strisciarossa

Socialist President Xiomara Castro Is Trying to Revive Democracy in Honduras

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La caduta di Draghi: le ragioni reali e i cocci

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Tunisia’s Constitutional Referendum: A Test for Saïed’s Rule

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Una sinistra che ha dimenticato il mondo del lavoro - terzogiornale

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L'Italia che ereditiamo da Draghi - terzogiornale

L'Italia che ereditiamo da Draghi - terzogiornale

Resistenza costituzionale per un’opposizione di governo - terzogiornale

Resistenza costituzionale per un’opposizione di governo - terzogiornale

venerdì 22 luglio 2022

Cosa significa che la Banca centrale europea ha aumentato i tassi

Cosa significa che la Banca centrale europea ha aumentato i tassi

Franco Astengo: La fretta presidenzialista

LA FRETTA PRESIDENZIALISTA di Franco Astengo La caduta della XVIII legislatura ha coinciso (cfr. il discorso del presidente del Consiglio al Senato del 20 luglio) con il fallimento dell'ipotesi semi-presidenzialista che avrebbe dovuto avviarsi con l'elezione dello stesso Presidente del Consiglio a Capo dello Stato e la formazione di un governo retto da un suo fiduciario evitando un passaggio elettorale ritenuto - evidentemente - superfluo. Poi si sarebbe cambiata la Costituzione utilizzando il vento in poppa dell'urgenza di governabilità dettato dalla fase PNRR e la completa trascuratezza del concentto di rappresentatività politica sul quale peraltro è ancora imperniato il tipo di democrazia repubblicana votato dall'Assemblea Costituente. Questo punto di analisi risulta ancora più chiaro se ci si riferisce ai tempi strettissimi che sono stati assegnati alla campagna elettorale dal combinato disposto del decisionismo delle due presidenze: le elezioni sono considerate una pratica da sbrigare in fretta in attesa di consegnare il governo a chi ne aspira la titolarità per farne strumento di finalità di potere e non mezzo di corresponsione per le complicate (e fastidiose) istanze sociali. A questo punto si capiscono meglio tante cose compreso il mantenimento della formula elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari: di modo che la via del conseguimento della maggioranza assoluta risulti molto più facile. Fatto salvo il sommesso "meme" sulla crescita dell'astensionismo che rende questa governabilità sempre più un segnale di forzatura autoritaria la sinistra dovrebbe ricordare questi elementi nell'impostare la propria battaglia elettorale: funzione della rappresentatività, alveo costituzionale due principi da collegare a un quadro di istanze sociali fin qui insufficientemente affrontate almeno stando a quanto emerge nelle fasi preparatorie delle diverse formazioni. Il pericolo da destra può ben essere considerato come incombente. Al momento in cui scriviamo (22 luglio) la media dei sondaggi assegnerebbe alla destra 116 collegi su 148 nella parte uninominale e 126 in quella proporzionale per un totale di 242 su 400 alla Camera. Al Senato la destra si aggiudicherebbe 59 collegi uninominali su 72 e otterrebbe 63 seggi nella parte proporzionale con un totale di 122 senatori su 200. Insomma: più di un buon motivo per lanciare un appello unitario, salvo che il PD - data per scontata la sconfitta non intenda assicurarsi il monopolio dell'opposizione cancellando il più possibile qualsiasi articolazione presente nel quadro dell'area progressista rispolverando la malaugurata "vocazione maggioritaria". A Sinistra appaiono insufficienti le ipotesi oggi in campo: quella populista- movimentista di tipo francese e quella orientata prevalentemente a esporre come centrale la “issue” ambientalista, anche perché le variabili in campo sono molteplici (andamento del COVID e della guerra “in primis”). Inoltre presenta rischi anche l’ipotesi di trasferire a livello nazionale una visione “civico – ambientalista” che appare del tutto al di sotto della domanda sociale nel proporre una adeguata dimensione di affrontamento delle contraddizioni sociali più evidenti. Dimensione che richiederebbe una visione “globale” e un orientamento “sovranazionale”; Tra le due ipotesi in campo è evidente come dovrebbe essere privilegiata quella più vicina all'intenzione di costruire un quadro unitario nei riguardi dell'avanzata di destra. Purtuttavia deve esserne fatta notare l'incompletezza sul piano strategico della proposta fin qui avanzata dell'alleanza tra due piccoli partiti come nel caso di Sinistra Italiana e Europa Verde. Tralascio il discorso sul tema del pacifismo attivo e operante nelle quali espressioni di movimento appaiono prevalentemente impegnate forze di matrice cattolica (che dovrebbero essere assolutamente coinvolte in un progetto). Appunto l'attenzione sulla necessità della presenza, in questo contesto, di una soggettività rappresentativa delle istanze della "sinistra storica" sia al riguardo delle dinamiche internazionali, sia del contesto economico - sociale. Risalta qui un ruolo di sinistra socialista che potrebbe rappresentare un punto di riferimento per settori politici , sociali, intellettuali non di secondo piano , fornendo anche elementi di riflessione progettuale in grado di contribuite ad un auspicabile salto di qualità nella presenza politica e istituzionale della sinistra italiana.

Scudo anti-spread, bisognerà meritarselo - Lavoce.info

Scudo anti-spread, bisognerà meritarselo - Lavoce.info

Cosa comprendono gli "affari correnti" di un governo dimissionario - Lavoce.info

Cosa comprendono gli "affari correnti" di un governo dimissionario - Lavoce.info

martedì 19 luglio 2022

Draghi e il fallimento del centrosinistra - Il Migliorista

Draghi e il fallimento del centrosinistra - Il Migliorista

France’s Left Needs to Speak to All Parts of the Working Class

France’s Left Needs to Speak to All Parts of the Working Class

Paolo Zinna: Draghi, Conte e l'onesta confusione del PD

DRAGHI, CONTE E L’ONESTA CONFUSIONE DEL PD. Andare a votare? Non sia mai, arrivano i fascisti, Casa Pound, le piaghe d’Egitto, Putin. Incoroniamo l’uomo della Provvidenza (cioè dei privilegiati) e i cittadini se ne stiano, la democrazia politica è un optional. Draghi sta facendo quello che è stato chiamato a fare: finanziarie per i ceti medio alti, mediazioni con le lobbies piccole e grandi (catasto, bagnini, ristorazione) e soprattutto gestione opaca del PNRR (voi ne sapete qualcosa?). Appena sembra che l’M5S ne abbia abbastanza, è facile trovare un certo numero di soldati di ventura pronti a tradire. E il PD? Cito dal Corriere, sul sondaggio di Pagnoncelli: “il Pd ha un elettorato più maschile, di età più matura (60% ha più di 50 anni contro il 54,6% della totalità degli elettori), più istruito (61% è diplomato o laureato, 10 punti più della media), di condizione economica elevata o medio alta (42%, 15 punti più della media). Uno su tre (32%) è pensionato, il ceto impiegatizio e quello dirigente sono più presenti rispetto alla media degli elettori (33%, +10%) mentre operai e disoccupati sono sottorappresentati (16% contro 26,4%)”. Don Milani avrebbe detto: è il PIL, partito italiano laureati. Qualcuno ha detto: al di là del fatto, impressiona che non ci sia nessun commento fra i responsabili del partito. Non è strano: già lo sapevamo benissimo che siamo diventati quella cosa lì, non si stupisce più nessuno, basta guardare dove prendiamo i voti. A me invece colpisce un’altra cosa. Normalmente, le organizzazioni tendono ad autoconservarsi, sviluppano mosse e strategie per questo. Sembra che il PD non lo stia facendo. Oggi, il PD pesa per circa il 22%. Come proporsi di governare il paese da soli? Non ci riuscì Veltroni col 33%, nel 2008 ! Occorre dunque il “campo largo”, ottima idea che non dovrebbe rimanere astratta. Parliamo intanto di numeri (e non di politica): serve che l’M5S conservi almeno il 15%, che l’area di centro porti quel 7 – 8 che può dare e soprattutto che si recuperi dall’astensione. Ma i ceti che votano PD oggi votano, in proporzione, già più degli altri, si dovrà guardare altrove. Se vogliamo recuperare consensi fra chi ha votato M5S nel 2018 ed oggi non si scomoda nemmeno per eleggere il proprio sindaco, non basterà certo riproporre il freddo tecnocrate Draghi con una ricetta fatta di austerità, sacrifici per i deboli (“c’è la guerra”! “Putin alle porte!”) e l’atteggiamento “ragazzini, lasciatemi lavorare”. Occorre invece passare dai numeri ad una politica, un progetto di cose concrete da fare nei mesi che resterebbero. M5S, per dire il vero, lo ha presentato: Mantenere il reddito di cittadinanza Fissare un salario minimo Limitare il precariato applicando davvero il loro “decreto dignità” Bonus a chi è danneggiato, piuttosto a pioggia, per quel che si capisce – ma è interessante la proposta di trovare risorse con una tassa sui profitti, come in Spagna Transizione ecologica (in pratica: no ai rigassificatori) Non bloccare i superbonus in corso con ostacoli burocratici Misure concrete antievasione (“cash back fiscale”) Alleggerimento e rateizzazione delle sanzioni fiscali Maggior controllo sul governo nel formulare i decreti in base alle deleghe di legge Poi (10), una importante precisazione in politica estera: atlantici sì, ma non ciecamente obbedienti agli ordini USA. Salvo il punto 8. (da rifiutare fermamente), tutto il resto dovrebbe essere la nostra linea, la nostra richiesta come PD. È un ottimo “programma minimo” socialdemocratico. Draghi lo rifiuterà, perché egli è proprio il contrario di tutto questo, è l’uomo di punta dei conservatori dell’assetto sociale di oggi. Invece, un certo numero di sindaci (non solo del PD) firmano lettere che chiedono un governo Draghi 2 slegato dalle forze politiche, svelando il proprio distacco dalla democrazia politica. A Milano si organizzano manifestazioni di groupies pro Draghi, per la gioia del capogruppo PD in Consiglio Comunale. E l’opinione PD come si orienta (in perfetta consonanza fra molti militanti di base e i parlamentari)? Ricorda i trascorsi pessimi del M5S e di Conte, eccepisce su questo o quell’aspetto parziale, invoca la “responsabilità

lunedì 18 luglio 2022

L'imposta sulle successioni e la ricchezza in eredità - Menabò di Etica ed Economia

L'imposta sulle successioni e la ricchezza in eredità - Menabò di Etica ed Economia

Dieci domande e risposte per conoscere davvero il Reddito di Cittadinanza* - Menabò di Etica ed Economia

Dieci domande e risposte per conoscere davvero il Reddito di Cittadinanza* - Menabò di Etica ed Economia: Chiara Saraceno segnala la pubblicazione sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di un documento che contiene 10 domande e 10 brevi risposte sul Reddito di Cittadinanza, elaborato dal Comitato scientifico sul Reddito di Cittadinanza da lei presieduto. Saraceno sintetizza anche i contenuti del documento su due delle questioni più dibattute in relazione a quella misura mettendo in luce l’assenza di fondamento di alcune delle più ricorrenti affermazioni critiche.

domenica 17 luglio 2022

Franco Astengo: Scadenze

SCADENZA ELETTORALE di Franco Astengo L'incertezza nella conclusione della crisi di governo e la difficoltà nel prevedere quale formula elettorale sarà adottata nel prossimo futuro non allontanano la prospettiva delle elezioni legislative generali: sarà febbraio o aprile - maggio 2023, rimane comunque tutta intera la necessità che a sinistra si avvii con urgenza una riflessione che dovrà essere condotta a tempi stretti ma con la profondità necessaria. L'analisi dello stato di cose in atto ci pone alcune interrogativi: 1) L'esigenza di fronteggiare il possibile successo delle destre può coincidere con l'assolvimento della necessità di una presenza istituzionale della sinistra ottenuta su basi politicamente autonome e progettualmente corrispondenti? (questione questa resa ancora più complessa dalla sciagurata riduzione del numero dei parlamentari) 2) Nel contesto di una inedita articolazione delle contraddizioni incidenti sul corpo sociale (pandemia, guerra, crisi energetica, impoverimento generale) potrò essere possibile porre in evidenza il tema costituzionale posto soprattutto in relazione alla difesa del ruolo del Parlamento e della forma di governo contrapposta all'idea presidenzialista riuscendo a considerare questa tematica come elemento di identità e questione tra le prioritarie sulla quale condurre la campagna elettorale? 3) Può esistere un collegamento concreto tra la necessità di realizzare un'autonomia nella presenza istituzionale della sinistra, il grado e l'ampiezza di unità necessaria per fermare la destra e una capacità di proposizione progettuale attorno a questi nodi di fondo (qui riassunti molto schematicamente)? a) La situazione del conflitto russo – ucraino sta portando a una situazione (vedi convegno NATO di Madrid) di ritorno alla logica dei blocchi che, da parte occidentale, si pensa di affrontare con una coincidenza UE/NATO verso la quale andrà sicuramente affermato un punto di contrasto: b) Il tema ambientale non potrà essere assunto come “single issue” ma dovrà essere compreso in una operazione di alto profilo intellettuale non solo dall’opzione pacifista (come appare naturale) ma anche da una capacità di tenere assieme il quadro imposto da : allargamento delle disuguaglianze e delle condizioni di sfruttamento attorno a quella che si definiva “contraddizione principale” c) serve un'analisi della crisi della democrazia, degli attacchi alla Costituzione, del tentativo in atto da tempo di mutamento della forma di governo; 4) La situazione italiana è sicuramente molto particolare rispetto al quadro europeo. Pesa fortemente anche il divario Nord/Sud sul quale dovrebbero far leva le residue speranza del M5S di conseguire un risultato meno disastroso del prevedibile , laddove appare ancora sensibile il richiamo al grande “scambio politico” di natura clientelare che stava all’origine del risultato ottenuto nel 2018 ( risultato di natura diversa da quello realizzato nel 2013, quello sì attribuibile per la gran parte alla logica dell’antipolitica. Risultato poi scremato nel 2014 e sospinto dal PD (R) verso l’astensione). Astensione che nessuno è stato evidentemente capace di aggredire (la recente ricerca svolta in chiave di previsione dell'attribuzione dei seggi parlamentari pubblicata dal Corriere indicava sostanzialmente due strade per la "fuga" dell'elettorato del M5S: l'astensione e l'Italexit cui sarebbero assegnati ben 17 seggi alla Camera); 5) A Sinistra appaiono insufficienti le ipotesi oggi in campo: quella populista- movimentista di tipo francese e quella orientata prevalentemente a esporre come centrale la “issue” ambientalista, anche perché le variabili in campo sono molteplici (andamento del COVID e della guerra “in primis”). Inoltre presenta rischi anche l’ipotesi di trasferire a livello nazionale una visione “civico – ambientalista” che appare del tutto al di sotto della domanda sociale nel proporre una adeguata dimensione di affrontamento delle contraddizioni sociali più evidenti. Dimensione che richiederebbe una visione “globale” e un orientamento “sovranazionale”; 6) Tra le due ipotesi in campo è evidente come dovrebbe essere privilegiata quella più vicina all'intenzione di costruire un quadro unitario nei riguardi dell'avanzata di destra. Purtuttavia deve esserne fatta notare l'incompletezza sul piano strategico della proposta fin qui avanzata dell'alleanza tra due piccoli partiti. Tralascio il discorso sul tema del pacifismo attivo e operante nelle quali espressioni di movimento appaiono prevalentemente impegnate forze di matrice cattolica (che dovrebbero essere assolutamente coinvolte in un progetto). Appunto l'attenzione sulla necessità della presenza, in questo contesto, di una soggettività rappresentativa delle istanze della "sinistra storica" sia al riguardo delle dinamiche internazionali, sia del contesto economico - sociale. Risalta qui un ruolo di sinistra socialista (ai cui soggetti rappresentativi mi rivolgo direttamente) e di quella cultura derivante dalla parte più avanzata della ricerca aperta nel filone appartenuto all'area comunista e che non ha trovato, nel tempo, corrispondenza con la diverse forme via via succedutesi nel sistema politico - istituzionale. Una presenza capace di racchiudere assieme queste due istanze, quella di derivazione dalla sinistra socialista e quella del comunismo italiano, nella giusta dimensione che ciascheduna di questa ha svolto nella storia della nostra democrazia potrebbe rappresentare un punto di riferimento per settori politici , sociali, intellettuali non di secondo piano , fornendo anche elementi di riflessione progettuale in grado di contribuite ad un auspicabile salto di qualità nella presenza politica e istituzionale della sinistra italiana.

LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI STA CON LA DESTRA - GLI STATI GENERALI

LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI STA CON LA DESTRA - GLI STATI GENERALI

Felice Besostri: La presa in giro

La presa in giro: non vogliamo la parola, ma la restituzione del diritto di voto. Votiamo subito! Lo chiede a gran voce chi pensa di vincere le elezioni, con la scusa di dare la parola al popolo, perché decida da chi farsi rappresentare? Siamo in una democrazia, ancorché limitata dalla pandemia, dalla crisi energetica, dalla crescita produttiva stentatissima, dall’emergenza ambientale e, per non farci mancare nulla dalla guerra provocata dall’aggressione russa all’Ucraina, e pertanto, la parola il popolo ce l’ha naturalmente, senza garanzia di essere ascoltato e nemmeno di aver capito bene. Infatti, lo statista francese Georges Clemenceau ricordava che “ In politica le promessa impegnano soltanto chi le ascolta”. Se volete votare dovete prima ridarci, il diritto di voto, che ci avete rubato con il Porcellum e mai più restituito, nemmeno dopo che la Corte Costituzionale ha annullato le liste bloccate e il premio di maggioranza nel 2014, dopo che era stato usato nel 2006, 2008 e 2013 per rinnovare il Parlamento. Un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale non ha la Costituzione nel suo DNA e pertanto ha cercato di cambiarla, ma il popolo italiano l’ha bocciato e la Corte costituzionale per la seconda volta dichiara incostituzionale la legge elettorale, la n. 52/2015. Si approva in gran fretta e con 8 voti di fiducia, tra Camera e Senato, una nuova legge elettorale, la n. 165/2017, Rosatellum, studiando bene i tempi per rendere impossibile, che fosse controllata prima della sua applicazione. Per essere sicuri la modificano in peggio con la legge n. 51/2019 e tagliano i parlamentari in media del 36,50% e alla vigilia delle elezioni esentano, quasi tutti quelli che ci sono, dal raccogliere le firme di presentazione delle liste, con buona pace dell’art. 51 Cost. che assicura che “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza”. Ridateci il diritto di voto, quindi di eleggere, uno per uno, i nostri rappresentanti, con qualunque sistema maggioritario, proporzionale o misto e non di ratificare quelli nominati dai partiti.

sabato 16 luglio 2022

La rivista il Mulino: Draghi e la politique politicienne

La rivista il Mulino: Draghi e la politique politicienne: Il governo è al capolinea: ma è il punto di partenza ad aver prodotto la linea di frattura, nascosta ma ben visibile, che ha diviso il capo dell'esecutivo dai partiti che lo hanno sostenuto sin qui

The Economist’s War on Chile

The Economist’s War on Chile: The recent attack by The Economist on Chile’s new draft constitution is no surprise – it's just the latest in the magazine’s decades-long campaign against South American democracy.

martedì 12 luglio 2022

Povera Italia, l'Istat: uno stipendio su tre sotto i mille euro - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Povera Italia, l'Istat: uno stipendio su tre sotto i mille euro - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Felice Besostri: La sinistra italiana esiste?

200220712 LA SINISTRA ITALIANA ESISTE? SE SI’ BATTA UN COLPO O PIU’ D’UNO di Felice Besostri Cari compagni e care compagne, abbiamo sprecato l’occasione offerta dal 1921, 130° anno a partire dal 1891, per preparare un buon 2022, 130° anniversario del Congresso di Genova di fondazione del Partito dei Lavoratori italiani: il primo partito unico a scala nazionale dei lavoratori, che tale rimase, con il nome PSLI e PSI, fino al 1921 anno di fondazione del PCdI di Amedeo Bordiga, anche se la fondazione del PCI, che abbiamo conosciuto nel secondo dopoguerra va piuttosto riferita al Congresso di Lione del 1926, secondo alcuni alla svolta di Salerno dell’aprile 1944. Un partito unico, ma non sempre unitario, che già si era formato non tra i primi dopo la fondazione a Londra dell’Alleanza Internazionale dei Lavoratori nel 1864 con il programma e lo Statuto redatti da Karl Marx, ma neppure tra gli ultimi, se ricordiamo il Labour Party in Gran Bretagna del 1900 o la SFIO in Francia nel 1905. Questo 2022 assomiglia più ad 131° anniversario del 1891, ma con una differenza allora non c’era ancora un partito unico, e possibilmente unitario, della sinistra, ma c’erano progetti e speranze, che si realizzarono nel 1892, mentre ora un partito unico, o almeno egemone o in grado di rappresentare una frazione non trascurabile dei ceti popolari, non c’è più. Il compagno Franco Astengo di formazione comunista si è indirizzato ad una serie di compagni che riteneva sensibili al problema e tra loro ai protagonisti di due tentativi di cui si ha notizia, da un lato quello di Sinistra Italiana e Europa Verde, con una lista in coalizione con altre, tra cui il PD, dall’altro l’Unione tra DEMA ( acronimo di De Magistris), Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. A mio avviso la legge elettorale vigente presenta profili di incostituzionalità per violazione degli artt. 3, 48, 51, 56 e 58 Cost., cioè dei principi del voto eguale, libero, personale e diretto, perché prevede un voto congiunto obbligatorio, a pena di nullità, tra candidati uninominali per 3/8 dei seggi maggioritari e liste collegate per i 5/8 dei seggi attribuibili con la proporzionale. Tra i tanti motivi di incostituzionalità vi è la disparità di trattamento tra liste autonome e quelle coalizzate, favorite quest’ultime nel conteggio dei voti, benché le coalizioni non debbano più, dopo la legge n. 165/2017, il Rosatellum, avere un unico capo politico e neppure un programma comune. Se i risultati delle elezioni prossime, le prime con il drastico taglio dei Parlamentari, dovessero confermare le intenzioni di voto propalati ora, sarebbe assicurata una maggioranza assoluta della coalizione di CDX, nelle due Camere e pertanto anche nel Parlamento in seduta comune previsto dall’art. 90 Cost. a parte il fatto che una tale maggioranza potrebbe prevedere l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Devo constatare che nessuno dei componenti dei due schieramenti ha impugnato la legge elettorale vigente, con ricorsi pendenti presso le Corti d’Appello di Messina, Roma e Bologna e i Tribunali di Catanzaro, Reggio Calabria, Torino e Trieste. Solo iniziative di privati cittadini elettori, in alcuni casi membri del Coordinamento per la democrazia costituzionale. Il fatto che l’UPES di Mélenchon abbia inviato come sua rappresentante a una delle iniziative Martin Aubry Delors, già storica esponente socialista, mi ha colpito, nel senso che nessuna formazione socialista italiana sia stata invitata o partecipi ad una delle iniziative per dar vita ad una rappresentanza larga e plurale della sinistra. E’ possibile che non ci sia interesse a una tale partecipazione da parte degli organizzatori e/o dalle organizzazioni socialiste invitate. Questo fatto mi interessa in vista di una iniziativa programmata on line per il 14 agosto tra le 10 e le 12.30 in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici Giorgio Galli, lo studioso socialista, che tutti dovremmo conoscere, ma purtroppo la morte ci ha privato della sua presenza. Chi fosse interessato a partecipare ad un’iniziativa per affermare la necessità di una presenza socialista ogni volta che si discuta di sinistra e suo futuro in Italia, me lo segnali con mail a felice.besostri@gmail.com o WhatsApp a 393 922 9493. Fraterni saluti socialisti A)-ELEZIONI 2023: A SINISTRA OBIETTIVI E COMPROMESSI PER TENERE APERTI I CANALI DI COMUNICAZIONE A sinistra è necessario riflettere sulla necessità di tenere aperti tutti i canali di comunicazione. In vista delle elezioni legislative generali previste per il 2023 ,al riguardo delle quali esiste una forte spinta a procrastinare la data di svolgimento oltre i termini costituzionali e che comunque avranno al centro il tema della modifica della forma di governo, con la proposta di continuità per l'attuale governo indipendentemente dall'esito delle urne. Non è realistico in questo momento pensare a una modifica nella presenza delle soggettività esistenti che rendono il panorama frastagliato al limite della confusione: situazione resa ancora più complessa dal progressivo disfacimento del M5S. Però neppure deve essere considerata cristallizzata la situazione che vede da una parte la formazione di una lista originata dall'accordo Sinistra Italiana - Europa Verde e dall'altra una lista formata da Unione Popolare con DEMA, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. L'obiettivo che va indicato con chiarezza deve essere quello di contribuire alla determinazione di una presenza parlamentare della sinistra in una dimensione autonoma dall'attuale quadro di governo. Incognita complessiva: sistema elettorale tra conferma dell'attuale o sistema proporzionale con sbarramento al 4% o al 5%. E' evidente come il tema della formula elettorale che sarà adottata nella prossima occasione delle elezioni legislative generali appare determinante: l'eventuale permanenza di collegi uninominali di coalizione imporrà sicuramente un certo tipo di scelte diverse da quelli di uno scenario che preveda un sistema integralmente proporzionale con sbarramento. Nello svolgere un quadro di previsione realistico, evitando di inseguire modelli "esterni" di tipo personalistico che si sono misurati in contesti affatto diversi dal nostro vanno analizzati i dati derivanti dalle ultime consultazioni legislative generali svolte nel nostro Paese. Andando per ordine. Va preso atto che tra le elezioni del 2006 e quelle del 2008 è franata la capacità di attrazione della sinistra e che nelle successive tornate non si sono più avuti segnali di recupero. Premesso che l'eventuale sbarramento al 4% sul totale dei voti validi avuti nel 2018 significherebbe la necessità di superare 1.300.000 voti, occorre prendere nota che la lista Arcobaleno nelle elezioni 2008 raccolse 1.124.298 voti; nel 2013 la lista di Sel (inserita nell'alleanza con il PD) 1.089.231 e quella di Rivoluzione Civile 765.189, nel 2018 la lista di LeU 1.114.799 voti e quella di PaP 372.179 (la somma si colloca quindi poco al di sopra di una ipotetica soglia del 4%, non considerando i 106.816 voti raccolti dal PC rosso-bruno). L'esito delle diverse tornate amministrative non hanno fornito segnali di inversione di tendenza mentre le Europee 2019 diedero il seguente esito: Europa Verde 621.492, La Sinistra (Sinistra Italiana e PRC) 469.943 mentre era cresciuto il PC rosso-bruno con 235.542 voti. Non pare neppure che intensità e peso specifico delle lotte sociali in atto (dove ci sono spesso espressione dello sfrangiamento in atto e molto spesso rinchiuse in "single issue") concedano troppo spazio a idee - per così dire - di improvvisazione populistica come nel 2013 o nel 2018 mentre rimane alta la volatilità ma racchiusa in un gioco a somma zero: nessuno riesce a intaccare l'astensionismo e la volatilità stessa gira a destra. Ci troviamo in una fase di evidente "rivoluzione passiva" che costringe a una guerra di posizione senza alcuna prospettiva di apertura di una ipotesi di guerra di movimento e perciò si rende ancora più importante la presenza istituzionale e la necessità di muoverci nelle condizioni migliori per arrivare all'obiettivo da perseguire anche attraverso la formulazione di punti di compromesso. Rendendosi ben conto, inoltre, che la presenza elettorale non può altro che rappresentare un pezzo di strategia difensiva. In conclusione, mi permetto di ritenere indispensabile l'apertura di un confronto magari principiando da un tentativo di misurare i dati di valutazione comune attorno ad alcuni punti decisivi nell'attualità (drammatica) della fase che riassumerei in questo modo: 1) La situazione del conflitto russo - ucraino sta portando a una situazione (vedi convegno NATO di Madrid) di ritorno alla logica dei blocchi che, da parte occidentale, si pensa di affrontare con una coincidenza UE/NATO (declinando così il già delicatissimo tema dell'esercito europeo) verso la quale andrà sicuramente affermato un punto di contrasto; 2) Il tema ambientale non potrà essere assunto come "single issue" ma dovrà essere compreso in una operazione di alto profilo intellettuale non solo dall'opzione pacifista (come appare naturale) ma anche da una capacità di tenere assieme il quadro imposto da : allargamento delle disuguaglianze e delle condizioni di sfruttamento attorno a quella che si definiva "contraddizione principale"; 3) Il tema del "perimetro del governo Draghi" dovrà essere analizzato tenendo conto della crisi della democrazia, degli attacchi alla Costituzione, del tentativo in atto da tempo di mutamento della forma di governo; B) CONFUSIONE SOTTO IL CIELO E OFFERTA POLITICA di Franco Astengo Il “Corriere della Sera” (10 luglio) ospita un’articolata analisi delle diverse scelte di voto che albergano nel gran corpo dell’elettorato italiano tra i settori sociali, generazionali, territoriali e delle diverse “sensibilità” politiche e culturali. Premesso che dalle tabelle pubblicate dal Corriere si evince come la maggioranza relativa appartenga di gran lunga (ormai da molto tempo) alle categorie “non voto e indecisi” assommanti al 42,5% del totale ( i dati sono forniti dall’IPSOS) una lettura anche superficiale ci offre un quadro di intreccio tra età, condizione sociale, appartenenza geografica impossibile da porre in relazione a “blocchi” (pur porosi) di identificazione politica posta in funzione all’espressione di interessi definiti sul piano economico – sociale. Ad esempio il PD ha un bello sbraitare nel considerarsi erede di una determinata visione della società nel senso di uguaglianza e solidarietà: ma si tratta di un partito votato da anziani che stanno abbastanza bene economicamente. Il riflesso, in sostanza, dei partiti di massa degli anni’80 -’90 della loro base sociale e culturale davvero ben rinserrata nelle ZTL delle grandi città (per il PD esiste inoltre la questione non secondaria della forma – partito organizzata non per correnti ma per cordate). Altro esempio: considerato che la maggioranza delle leve giovanili appare orientata per l’astensione si rende esigua l’attenzione giovanile, pur maggioritaria all’interno delle espressioni di voto, verso la lista Sinistra Italiana – Verdi che intende porre il tema ambientale al primo posto. Così come appare concretizzato il luogo comune circa lo spostamento verso la Lega di ceti operai già proletarizzati: il 35% del voto per il Carroccio, infatti, sembrerebbe arrivare da ceti in condizione economica medio – bassa o direttamente bassa. Appare inoltre evidente lo spostamento verso FdI di settori sociali “proletarizzati”, ma impegnati in attività sostanzialmente condotte in forma individuale o al massimo familiare e quindi di impostazione fortemente corporativa. Si tratta soltanto di indicazioni sommarie utili però per affermare alcuni punti di partenza: 1) La situazione italiana è sicuramente molto particolare rispetto al quadro europeo. Pesa fortemente anche il divario Nord/Sud sul quale dovrebbero far leva le residue speranza del M5S di conseguire un risultato meno che disastroso facendo leva sul Mezzogiorno, laddove appare ancora sensibile il richiamo al grande “scambio politico” di natura clientelare che stava all’origine del risultato ottenuto nel 2018 ( risultato di natura diversa da quello realizzato nel 2013, quello sì attribuibile per la gran parte alla logica dell’antipolitica. Risultato poi scremato nel 2014 e sospinto dal PD (R) verso l’astensione. Astensione che nessuno è stato evidentemente capace di aggredire ); 2) A Sinistra potrebbero non funzionare entrambe le ipotesi oggi in campo: quella populista di tipo francese e quella orientata prevalentemente a esporre la “issue” ambientalista, anche perché le variabili in campo sono molteplici (andamento del COVID e della guerra “in primis”). Inoltre presenta rischi anche l’ipotesi di trasferire a livello nazionale una visione “civico – ambientalista” che appare del tutto insufficiente a proporre una adeguata dimensione di affrontamento delle contraddizioni sociali più evidenti. Dimensione che richiederebbe una visione “globale” e un orientamento “sovranazionale” (tema Europeo e del pacifismo. Pacifismo che richiede un’analisi approfondita circa l’orientamento in questa direzione di origine cattolica).; 3) Premessi ancora una volta i punti sui quali avviare una riflessione molto approfondita: a) La situazione del conflitto russo – ucraino sta portando a una situazione (vedi convegno NATO di Madrid) di ritorno alla logica dei blocchi che, da parte occidentale, si pensa di affrontare con una coincidenza UE/NATO (declinando così il già delicatissimo tema dell’esercito europeo) verso la quale andrà sicuramente affermato un punto di contrasto: b) Il tema ambientale non potrà essere assunto come “single issue” ma dovrà essere compreso in una operazione di alto profilo intellettuale non solo dall’opzione pacifista (come appare naturale) ma anche da una capacità di tenere assieme il quadro imposto da : allargamento delle disuguaglianze e delle condizioni di sfruttamento attorno a quella che si definiva “contraddizione principale” c) Il tema del “perimetro del governo Draghi” dovrà essere analizzato tenendo conto della crisi della democrazia, degli attacchi alla Costituzione, del tentativo in atto da tempo di mutamento della forma di governo; 4) Così si constata facilmente l’insufficienza dei due progetti e la difficoltà di spiegazione a livello di massa della presentazione di istanze separate tra l’alleanza Sinistra Italiana – Europa Verde e l’Unione Popolare , entrambe tra l’altro facilmente attaccabili dell’espressione in campagna elettorale della facile logica del “voto utile”. Tanto più che entrambe le ipotesi appaiono in difficoltà a reggere l’urto mediatico presentando una insufficiente qualità di “autonomia del politico” all’interno dell’egemonia del modello imperniato sulla cosiddetta ”democrazia recitativa”; 5) Fuori dalle facili e mai mantenute promesse di una nuova (pur indispensabile) soggettività politica della sinistra il punto risiede nella necessità di modifica dell’offerta politico – elettorale rispondendo con una proposta unitaria alla confusione della domanda (confusione che corrisponde alla complessità sociale e all’assenza di una proposta di adeguata relazione politica posta anche sul piano organizzativo); 6) Non si tratta certo di reclamare l’antica unità dei refrattari ma di trovare la voglia di avanzare la semplice proposizione di una lista il cui obiettivo dovrebbe essere quello di garantire un minimo di (necessaria) presenza istituzionale per una sinistra raccolta attorno a una base progettuale ricavata dall’analisi delle complessità operanti e quindi identificabile unitariamente con una certa chiarezza su alcune opzioni di fondo che meriterebbero di essere comunque rappresentate nelle istituzioni. Opzione quest’ultima che uscirebbe rafforzata dalla possibile adozione di una formula elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 4% come si sta ventilando in questo momento. Fermo restando, naturalmente, che sulla formula elettorale i bookmaker di Londra oggi non accetterebbero puntate.

The Betrayal of the Left by Slavoj Žižek - Project Syndicate

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Salario minimo e contrattazione collettiva: le questioni aperte | Global Project

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mercoledì 6 luglio 2022

L’astensionismo è una brutta malattia della democrazia italiana - Il Migliorista

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Svezia e Finlandia nella Nato, il presidente del partito curdo-siriano Salih Muslim: "Mossa della Turchia per una nuova invasione. L'Occidente? Ci ha dimenticato, preferisce fare affari con Erdogan" - Il Fatto Quotidiano

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Cooperazione come argine alle disuguaglianze. Presentate le prime proposte - Forum Disuguaglianze Diversità

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How Will Russia’s War on Ukraine End?

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domenica 3 luglio 2022

Franco Astengo: Sinistra, elezioni 2023

SINISTRA: ELEZIONI 2023 di Franco Astengo L'avvenuta presentazione dell'alleanza elettorale tra Sinistra Italiana e Europa Verde e la prospettiva di formazione di una lista guidata da De Magistris comprendente Potere al Popolo e Rifondazione Comunista sembrano rappresentare gli elementi sui quali potrebbe poggiare l'ipotesi di una presentazione elettorale separata a sinistra (semplifico). Una divisione promossa soprattutto dalla questione del rapporto nei collegi uninominali (stante l'attuale formula elettorale) con il PD. Ritengo sia necessario intervenire su questo quadro non tanto per una generica richiesta unitaria del tipo "mozione degli affetti" ma in ragione dell'insufficienza di entrambe le proposte sia sul terreno progettuale, dei riferimenti sociali, della complessità della proposta politica: a) la centralità del nesso tra proposta politica e questione ambientale (schematizzo arbitrariamente allo scopo di economia del discorso) rappresenta il punto saliente dell'incontro Sinistra italiana - Europa Verde. Una centralità che potrebbe costituire un punto di debolezza rispetto alla complessità della situazione in atto limitando oggettivamente i possibili riferimenti sociali e di conseguenza d'opinione ed elettorali; b) del resto un'espressione di tipo personalistico - movimentista come quella rappresentata dalla "opzione De Magistris" (semplifico anche qui) appare anche in questo caso complessivamente monca sul piano dei riferimenti sociali oltre che facilmente definibile come isolata sul piano più propriamente politico Almeno sui punti successivamente elencati sarebbe dunque significativo realizzare un momento di confronto molto stringente tra i rappresentanti di queste due opzioni assieme ad altri soggetti (compresi quelli di espressione degli eredi della sinistra socialista , quelli del civismo progressista, in alcuni casi già sperimentati nelle elezioni amministrative, del pacifismo organizzato in particolare nel campo cattolico): 1) La situazione del conflitto russo - ucraino sta portando a una situazione (vedi convegno NATO di Madrid) di ritorno alla logica dei blocchi che, da parte occidentale, si pensa di affrontare con una coincidenza UE/NATO (declinando in questo modo il già delicatissimo tema dell'esercito europeo. Una ipotesi quella della coincidenza UE/NATO verso la quale andrà sicuramente affermato un punto di contrasto: 2) Il tema ambientale non potrà essere assunto come "single issue" ma dovrà essere compreso in una operazione di alto profilo intellettuale non solo dall'opzione pacifista (come appare naturale) ma anche da una capacità di tenere assieme il quadro imposto dall' allargamento delle disuguaglianze e delle condizioni di sfruttamento attorno a quella che si definiva "contraddizione principale". Il tema del recupero salariale appare decisivo rispetto all'impedire lo scivolamento nella fascia di povertà per milioni di persone prive anche della possibilità di utilizzo del welfare ridotto alla giungla dei bonus: giungla corrispondente a quella del mercato del lavoro; 3) Il tema del "perimetro del governo Draghi" dovrà essere analizzato tenendo conto della crisi della democrazia, degli attacchi alla Costituzione, del tentativo in atto da tempo di mutamento della forma di governo. Mi fermo a questo punto e sicuramente avrò esposto un quadro del tutto incompleto e abborracciato: mi permetto però anche di avanzare (o di ri-avanzare) la proposta della costituzione di un tavolo di confronto sul punto nodale della presenza elettorale di una sinistra non populista e non legata a opzioni di anti-politica che pure sono presenti in scelte che appaiono già in via di definizione organizzativa. Tralascio altri argomenti di assoluta importanza come quello dell'emergere di una ulteriore difficoltà nel cogliere l'indispensabile obiettivo della presenza istituzionale derivante dalla riduzione del numero dei parlamentari e dell' attuale assoluta incertezza in tema di formula elettorale.

Jeffrey D. Sachs: L’Ucraina è l’ultimo disastro neocon

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Nuovo ordine mondiale, il domino americano non funziona più - Il Riformista

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venerdì 1 luglio 2022

La Nato mobilitata dagli Stati Uniti contro la sfida cinese - Pierre Haski - Internazionale

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Il tramonto della "terza via" svedese | Global Project

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Ma quale grande centro. Il Pd vada alla scuola del sindaco Tommasi: impegno sociale, ascolto, niente arroganza - Strisciarossa

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Una Nato 2.0 | ISPI

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Roberto Biscardini: 130esimo socialista

130ESIMO SOCIALISTA DAL PSI DI MILANO, OLTRE IL PSI di Roberto Biscardini Una bella iniziativa per ricordare il 130esimo anniversario della nascita del Partito socialista italiano è stata presa proprio dal Psi milanese sabato scorso 25 giugno. Senza troppo retorica sul nostro glorioso passato, senza la sola celebrazione del nostro pantheon, ma con la volontà precisa di guardare avanti. Rivolta come è giusto che sia alla crescita di una nuova generazione di socialisti, che potrebbero farsi avanti se, al di là della debolezza delle organizzazioni politiche socialiste, fosse più forte e chiara la domanda sociale di socialismo. Un incontro aperto al confronto e alla collaborazione con altre realtà politiche e sociali, quelle che nel volontariato praticano il socialismo concretamente e non lo predicano. Attenta a costruire con altri un nuovo corso della politica socialista, partendo da Milano. Con la consapevolezza che per costruire un’area della sinistra socialista larga, oltre lo stesso Psi appunto, è arrivato il momento di stare molto sul concreto, contaminandosi con altre esperienze, cogliendo dalla realtà e dalla società tutto ciò che è vivo, concreto, forte e significativo. Intercettando quelle esperienze di per sé socialiste, che oggi si praticano soprattutto nel sociale cristiano e laico, e che sono socialiste nei fatti più che a parole. In questo senso l’appuntamento organizzato dal Psi di Milano al Palazzo delle Stelline è stato un appuntamento nuovo e necessario. Che ci ha invitato a guardare al futuro partendo dal presente, un presente così drammatico che viene persino prima del possibile futuro. Il presente della gravissima questione sociale che coinvolge tutto il paese e coinvolge anche città ricche come Milano (anzi troppo ricche per consentire a tutti di vivere una vita dignitosa e senza povertà), anch’essa disuguale, anch’essa ingiusta nei confronti delle persone più fragili e povere o che nella povertà rischiano di finirci presto per diverse ragioni, pur appartenendo a ceti medi o persino medio alti. Il bisogno di un socialismo materialista, all’altezza delle sfide per uscire dalla crisi sociale, democratica ed economica, per affrontare in modo serio il tema della guerra e delle sue conseguenze sul piano democratico, è stato ben esposto dai tanti ospiti chiamati a dare il proprio contributo. In particolare, non potendo citarli tutti, quelli di Andrea Panaccione della Fondazione Brodolini, di Pasquale Seddio presidente dell’Opera Cardinal Ferrari e di Heidi Ceffa direttrice del Welfare Ambrosiano. Ma soprattutto il taglio politico dato da Mauro Broi, segretario del Psi milanese, anche sulla base dell’esperienza fatta a Milano con la lista unitaria dei “Socialisti di Milano”. Broi ha tirato le somme rispetto all’attuale situazione politica, indicando una prospettiva condivisa. In sintesi: anche dopo l’ultima tornata elettorale, nonostante il Pd rivendichi di essere il primo partito, le destre prevalgono come coalizione, registrando un riequilibrio interno a favore di Fdi. Con la legge elettorale vigente, alle prossime elezioni politiche, è assolutamente possibile che l’Italia sia consegnata ad una maggioranza di destra e sovranista. Né ci si può accontentare dei risultati dei ballottaggi, anche perché abbiamo imparato che ogni elezione fa storia a sé. A questo si aggiunge, la totale debolezza strategica della proposta Pd, tutta e solo concentrata sul cosiddetto “campo largo”e la debolezza ancora più evidente di tutti coloro che molto confusamente si agitano alla ricerca di una nuova aggregazione di centro o di più centri. Molti protagonismi, identità generiche e programmi assolutamente confusi. Di fronte all’anomalia italiana in un Paese in cui la sinistra non c’è più e non c’è più un grande e incisivo partito socialista, è giunto il momento di agire con coraggio per dar vita ad una nuova forza socialista di sinistra che si ispira esplicitamente nell'identità e nelle politiche alla nuova sinistra socialdemocratica europea. Una forza che riaffermi l’attualità della questione socialista, contro la guerra, contro l’ingiustizia sociale, per l’uguaglianza e la solidarietà. Una nuova alleanza politica e sociale capace di dar vita ad una vera sinistra di governo che si rivolge in primo luogo a quella parte della società che soffre e non vota più, per malessere, sfiducia e delusione. Con coraggio si tratta di mettere da parte le inutili discussione sul passato e dar vita, partendo da Milano, ad un laboratorio politico che raccolga forze diverse e disponibili a lavorare a un nuovo progetto della sinistra. Questa è la proposta che viene dal Psi milanese. Una nuova area politica che, senza infingimenti, si pone come obiettivo quello di rinnovare la sinistra, per metterla in grado di contendere il governo alla destra in Italia e in Lombardia.