domenica 29 gennaio 2023

«Tax the rich»: basta privilegi e diseguaglianze - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

«Tax the rich»: basta privilegi e diseguaglianze - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Bruno Cartosio: Da Reagan a Clinton: i percorsi del neoliberismo

Bruno Cartosio: Da Reagan a Clinton: i percorsi del neoliberismo

Un partito del lavoro? O piuttosto il dilemma “socialismo o barbarie”? - terzogiornale

Un partito del lavoro? O piuttosto il dilemma “socialismo o barbarie”? - terzogiornale

“Partito del lavoro? Il nome non basta per essere di sinistra”. Intervista a Sergio Cofferati - terzogiornale

“Partito del lavoro? Il nome non basta per essere di sinistra”. Intervista a Sergio Cofferati - terzogiornale

Il nome del partito - terzogiornale

Il nome del partito - terzogiornale

sabato 28 gennaio 2023

George Kennan’s Warning on Ukraine | Foreign Affairs

George Kennan’s Warning on Ukraine | Foreign Affairs: Frank Costigliola examines George Kennan’s skepticism about Ukrainian independence and his suggestion of how Washington should respond to a Russian attack on Ukraine.

“Aumento salari, diritto a curarsi e missione scuola”, il nuovo Pd secondo Gianni Cuperlo - Il Riformista

“Aumento salari, diritto a curarsi e missione scuola”, il nuovo Pd secondo Gianni Cuperlo - Il Riformista

UN DISASTRO CHIAMATO ALER: L’AZIENDA REGIONALE LOMBARDA STA AFFONDANDO - GLI STATI GENERALI

UN DISASTRO CHIAMATO ALER: L’AZIENDA REGIONALE LOMBARDA STA AFFONDANDO - GLI STATI GENERALI

Cacciari: "Pietas per il Pd alla deriva. Di fondare si tratta, non di rifondare" - nuovAtlantide.org

Cacciari: "Pietas per il Pd alla deriva. Di fondare si tratta, non di rifondare" - nuovAtlantide.org

martedì 24 gennaio 2023

DISTRETTI INDUSTRIALI, L’EXPORT CRESCE DEL 15,9%. SPICCA LA METALLURGIA - GLI STATI GENERALI

DISTRETTI INDUSTRIALI, L’EXPORT CRESCE DEL 15,9%. SPICCA LA METALLURGIA - GLI STATI GENERALI

Is Europe Deindustrializing? by Yanis Varoufakis - Project Syndicate

Is Europe Deindustrializing? by Yanis Varoufakis - Project Syndicate

Il discorso di Liliana Segre per la ricostituzione della Commissione contro intolleranza e razzismo | Left

Il discorso di Liliana Segre per la ricostituzione della Commissione contro intolleranza e razzismo | Left: Con 157 voti favorevoli, nessun astenuto e nessun contrario, il Senato ha approvato la ricostituzione della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”, organismo fortemente voluto, nella scorsa legislatura, dalla senatrice a vita Liliana Segre. Pubblichiamo qui il suo intervento in Aula di giovedì 19 gennaio, con il quale ha motivato l'importanza di proseguire sulla scia del lavoro fatto

giovedì 19 gennaio 2023

Nuova Zelanda, si dimette la premier Jiacinda Ardern - Tag43

Nuova Zelanda, si dimette la premier Jiacinda Ardern - Tag43

La rivista il Mulino: Sezionare il neoliberalismo per criticarlo

La rivista il Mulino: Sezionare il neoliberalismo per criticarlo

"Non è un pranzo di Gala". È tutta una questione di 'Classe' - Avanti

"Non è un pranzo di Gala". È tutta una questione di 'Classe' - Avanti: “Da anni ci ripetono che la classe operaia non esiste, e da anni muoiono tre operai al giorno”. Questo è un libro di ‘fantasmi’. Un libro che non si può paragonare a nessun altro in Italia, un unicum nel panorama nazionale, tanto che non esiste nemmeno una parola nella nostra lingua per definire l’oggetto dell’indagine.Read More

No alla riforma delle pensioni, la Francia si ferma - Collettiva

No alla riforma delle pensioni, la Francia si ferma - Collettiva

martedì 17 gennaio 2023

L’insopportabile sovraesposizione di Meloni anche quando non c’entra niente - Linkiesta.it

L’insopportabile sovraesposizione di Meloni anche quando non c’entra niente - Linkiesta.it

Come la destra illiberale si è impossessata della democrazia

Come la destra illiberale si è impossessata della democrazia

La gauche israélienne est-elle morte ? - La Vie des idées

La gauche israélienne est-elle morte ? - La Vie des idées

La fine della globalizzazione e il ritorno dello Stato - Linkiesta.it

La fine della globalizzazione e il ritorno dello Stato - Linkiesta.it

Il clima che cambia ci rende più diseguali - Lavoce.info

Il clima che cambia ci rende più diseguali - Lavoce.info: Cambiamento climatico e aumento delle disuguaglianze sono fenomeni complessi e interconnessi. Eventi estremi causeranno una crescita delle disparità di reddito globali e anche tra regioni europee. Servono politiche di adattamento e mitigazione.

La disuguaglianza non conosce crisi - Collettiva

La disuguaglianza non conosce crisi - Collettiva

lunedì 16 gennaio 2023

Franco Astengo: Formula elettorale

FORMULA ELETTORALE di Franco Astengo Al momento dell'esito delle elezioni svoltesi il 25 settembre 2022 alti lai furono elevati all'indirizzo delle evidenti distorsioni presenti nella formula elettorale, in particolare al riguardo dell'impossibilità da parte dell'elettrice/elettore di indicare diversamente la propria preferenza tra la parte uninominale e quella proporzionale in cui era suddivisa la scheda. Esaurita l'emozionalità del momento e preso possesso dei seggi conquistati la "vox clamans" denunciante l'ingiustizia si è acquetata e il dibattito politico sembra aver dimenticato la problemtica. Soltanto in un piccolo angolo della sinistra e del fronte democratico si pensa di continuare a combattere questa battaglia della quale è ormai da anni indiscusso animatore il milanese prof. Felice Besostri, già senatore dell'Ulivo, che in ben due circostanze ha strappato alla Corte Costituzionale sentenze decisive l'una per affossare la legge Calderoli del 2005 e l'altra progettata dal governo Renzi nel 2014 e votata attraverso la fiducia dal Parlamento ma mai entrata in vigore proprio per via del pronunciamento della Corte. Proviamo allora a riassumere alcuni elementi per i quali il tema della formula elettorale che traduce i voti in seggi è questione fondamentale della vita democratica del Paese. 1) Dal 1976, momento della massima espansione elettorale del sistema dei partiti, ad oggi la percentuale della partecipazione al voto è risultata in costante calo: un segnale evidente non solo di disaffezione dal punto di vista sociale ma soprattutto dal punto di vista del complesso dell'educazione politica. Per eseguire questo lavoro abbiamo preso in considerazione alcune tappe dell'itinerario storico delle elezioni svoltesi in Italia e cominciamo allora ad esporre la percentuale dei partecipanti di volta in volta al voto: 1976 (punto di massima concentrazione del voto nei 2 grandi partiti di massa che assieme assommavano circa 27 milioni di voti) 93,39%; 1994 ( prima prova della formula mista con scorporo) 86,31%; 2006 (momento culminante del bipolarismo) 83,62%; 2018 (prima prova dell'attuale formula mista senza voto disgiunto) 72,94% 2022 63,79%. Da notare che dal 1994 non è più esistita la possibilità di espressione della preferenza (unica dal referendum del 1991) : collegio uninominale abbinato a lista bloccata (di diversa lunghezza); 2) Le cifre che appariranno di seguito sono state elaborate in questo modo: a) elezioni 1976, per lista singola; b) elezioni 1994 per coalizioni con i voti ottenuti nella quota maggioritaria sommando i seggi tra quota maggioritaria e quota proporzionale; c) elezioni 2006 per coalizioni sommando i seggi per le singole liste; d) elezioni 2018 e 2022 per coalizioni sommando i seggi per la quota maggioritaria e quella proporzionale. L'interrogativo al quale dovrebbe essere fornita una risposta è questo: considerata l'impossibilità di scegliere il singolo candidata/o come elemento di privazione di una parte importante della possibilità di scelta per l'elettrice - elettore quanto è possibile sopportare, per un sistema democratico, un determinato livello di disparità nella possibilità - per le singole liste o coalizioni di accedere al Parlamento ? I dati sono riferiti all'elezione per la Camera dei Deputati e al territorio nazionale esclusa la Valle d'Aosta (dove vige il sistema uninominale secco). Procediamo semplificando: Elezioni 1976 (sistema proporzionale con sbarramento ai 300.000 voti su tutto il territorio nazionale e al conseguimento di un quoziente pieno in almeno una circoscrizione): la DC ottiene la maggioranza relativa con 14.209.519 voti e 262 seggi, per un seggio la DC paga 54.234 voti. Il PCI secondo partito più votato ottiene 12.614.650 voti con 228 seggi, ciascun seggio vale 55.327 voti, con uno scarto di 1.003 voti. Dieci liste superano il "quorum": esclusa la SVP che gode del vantaggio dovuto alla concentrazione territoriale, l'ultima lista a ottenere la rappresentanza parlamentare fu in quell'occasione il Partito Radicale che con 394.439 voti ottenne 4 seggi; 98.609 voti per ciascheduno. In sostanza il divario tra il costo-voto della DC e il costo - voto del PR correva l'81,82%. Elezioni 1994 (Formula mista proporzionale - maggioritario al 75% maggioritario. Scorporo, sbarramento al 4% e liste bloccate). Esce dalle urne un sistema tripolare. Il futuro centro - destra presenta una doppia alleanza: al Nord "Polo della Libertà" con Forza Italia e Lega Nord; nel centro - sud "Polo del Buon governo" con Forza Italia e Alleanza Nazionale (in quel momento espressione elettorale del MSI). Sommando i dati il centro destra ottiene 16.588.162 voti con 366 seggi, ciascun seggio vale 45.322 voti (circa 10.000 in meno rispetto alla DC'76) l'alleanza tra i Progressisti, progenitrice del futuro centro- sinistra ottiene 13.308.244 voti con 213 seggi, per ciascun seggio sono serviti 62.480 voti. Il terzo polo composto da Patto per l'Italia e Partito Popolare (gli eredi più diretti della DC) tocca i 6.098.986 voti con 46 seggi: 132.586 servono per un seggio, il 192,54% in più di quanto è servito al centro - destra. Il massimo delle disuguaglianza che indica il profilo nettamente bipolare insito nella formula adottata in quel momento e comunemente definita "Mattarellum". Elezioni 2006 (premio di maggioranza, sbarramento e liste bloccate). Anche in questo caso il nostro riferimento è alle coalizioni sommando i seggi ottenuti dalle singole liste che le componevano. Centro - sinistra 19.002.588 340 seggi, ciascun seggio 55.889 voti; Centro - destra 18.977.843 voti per 277 seggi, pro- quota 68.512 voti. Il minimo della differenza considerato - ovviamente - l'esito strettamente bipolare: 12.622 voti. Per fornire un esempio della valenza maggioritaria di quella formula elettorale (poi, come già riferito, bocciata dalla Corte Costituzionale) si riferisce anche dell'esito delle elezioni successiva, 2008, dove il quadro di partenza presentava una quadripartizione del campo. Il centro - destra (perduta l'UDC) ottenne 17.064.506 (un calo di quasi 2 milioni di voti) per 340 seggi (50.189 voti per seggio, 18.000 voti in meno rispetto a due anni prima); l'alleanza PD-IdV (perdute le liste di sinistra ed ecologiste racchiuse nell'Arcobaleno che non ottenne il quorum) 13.689.330 per 239 seggi, 57.277 voti per seggio. L'UDC : 2.055.229 per 36 seggi, 57.089 per seggio, mentre l'Arcobaleno disperdeva direttamente 1.124.298 voti. Questi numeri dimostrano come il combinato disposto di premio di maggioranza (senza soglia) e lo sbarramento (al 4%) producano un effetto di riduzione della rappresentanza alterando di poco il costo/seggio per le coalizioni in grado di ottenere seggi ( nel caso: centro-destra 50.189; PD-IDV 57.277; UDC 57.089). Elezioni 2018-2022 ( Misto maggioritario - proporzionale con liste bloccate, impedimento al voto disgiunto, sbarramento al 3%): questa formula è quella che forza maggiormente la tendenza alla governabilità costringendo a coalizioni spurie oppure nel caso di forte equilibrio tra diverse coalizioni e/o liste alla scomposizione e al trasformismo, com'è accaduto nella scorsa legislatura e come potrebbe accadere nella presente con l'inserimento del terzo polo nell'area di governo. Queste le cifre riguardanti i due turni elettorali in questione. 2018: centro-destra 12.152.345 voti per 262 seggi (46.382 voti/seggio); M5S 10.732.066 voti per 225 seggi (47.698 voti/seggio); Centro - Sinistra 7.506.723 voti per 114 seggi (65.848 voti/seggio), LeU 1.114.789 voti 14 seggi (79.627voti/seggio). Ogni seggio di Leu è stato pagato 33.245 voti in più rispetto a quelli del Centro - Destra (71,67%). 2022: centro-destra 12.300.244 voti per 235 seggi (52.341 voti/seggio più 6.000 rispetto al 2018); centro-sinistra 7.337.975 voti per 80 seggi (91.724 voti/seggio, con una differenza rispetto al centro - destra di quasi 40.000 voti seggio, a dimostrazione della differenza del peso nelle proporzioni interne alle coalizioni) M5S 14.333.972 voti per 51 seggi (281.058 voti/seggio) Centristi 2.186.747 voti per 21 seggi (104.130 voti/seggi). Appare evidente la grande distorsione provocata dal voto nei collegi uninominali. In sostanza questa carrellata sui numeri, condotta sicuramente in modo arbitrario, ci riconduce a due interrogativi di fondo: a) può un sistema democratico in costante arretramento dal punto di vista della partecipazione, almeno dal punto di vista elettorale, sopportare ulteriormente l'assenza di meccanismi di scelta dal punto di vista soggettivo della rappresentanza politica?; b) può un sistema democratico in costante arretramento dal punto di vista della partecipazione, almeno dal punto di vista elettorale, sopportare l'esito di una formula elettorale che intende privilegiare la governabilità soffocando la rappresentanza anche al prezzo di costringere le forze politiche a coalizioni spurie esposte a spericolate incursioni di trasformisno e di incoerenza? Questi sono i due elementi sui quali si dovrebbe riflettere per impostare la battaglia per ripristinare una formula in grado di produrre maggiore equità tra esigenza di governabilità e necessità di rappresentanza politica e territoriale.

La rivista il Mulino: Le primarie del Pd e l'autonomia regionale differenziata

La rivista il Mulino: Le primarie del Pd e l'autonomia regionale differenziata

La riforma delle regole fiscali, Giuseppe Pisauro | Menabò di Etica ed Economia

La riforma delle regole fiscali, Giuseppe Pisauro | Menabò di Etica ed Economia

La disuguaglianza di reddito a livello globale: tempo di rivedere l'elefante*, Branko MIlanovic | Menabò di Etica ed Economia

La disuguaglianza di reddito a livello globale: tempo di rivedere l'elefante*, Branko MIlanovic | Menabò di Etica ed Economia

Disuguaglianza e povertà in Italia: proviamo a fare il punto. , Maurizio Franzini, Michele Raitano | Menabò di Etica ed Economia

Disuguaglianza e povertà in Italia: proviamo a fare il punto. , Maurizio Franzini, Michele Raitano | Menabò di Etica ed Economia

domenica 15 gennaio 2023

"Il Pd con il capo cosparso di cenere dopo elezioni è un mistero della politica", intervista a Piero Ignazi - Il Riformista

"Il Pd con il capo cosparso di cenere dopo elezioni è un mistero della politica", intervista a Piero Ignazi - Il Riformista: La corsa alla segretaria dem. Il Riformista ne discute uno dei più autorevoli politologi italiani: Piero Ignazi. Professore il “nuovo”...

Rino Formica: “È un governo di rassegnati, ogni giorno perderemo peso ed importanza. Saremo trascurati e l’unica speranza è che il trattamento sia compassionevole" - nuovAtlantide.org

Rino Formica: “È un governo di rassegnati, ogni giorno perderemo peso ed importanza. Saremo trascurati e l’unica speranza è che il trattamento sia compassionevole" - nuovAtlantide.org

Call for Solidarity Actions with Anti-War Activists in Russia - Lefteast

Call for Solidarity Actions with Anti-War Activists in Russia - Lefteast: Photo of January 19th demonstration. By Maria Rakhmaninova. For over a decade, Russian antifascists have commemorated January 19 as their day of solidarity. This is the date when in 2009, in the center of Moscow, the human rights and leftist activist Stanislav Markelov and the journalist and anarchist Anastasia Baburova were gunned down by neo-Nazis. […]

venerdì 13 gennaio 2023

The Czech Left Faces a Long Road to Recovery

The Czech Left Faces a Long Road to Recovery

Ambitieux sur les retraites, ferme sur l'immigration : le modèle social-démocrate danois (2016-2022) - Fondation Jean-Jaurès

Ambitieux sur les retraites, ferme sur l'immigration : le modèle social-démocrate danois (2016-2022) - Fondation Jean-Jaurès

Felice Besostri: Per un futuro possibile della sinistra che non c'è

IN MEMORIAM PER UN FUTURO POSSBILE DELLA SINISTRA CHE NON C’E’ di Felice Besostri L’articolo di Pier Giorgio Ardeni, L’inascoltato vademecum di Asor Rosa (Manifesto, 7 gennaio 2023), mi ha spinto a mettere per iscritto il mio saluto imprevisto al funerale del compagno Filippo Maone, lo scorso 5 gennaio nell’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia a Roma. Fossi stato a Milano avrei partecipato ad un altro funerale, quello del compagno socialista Mario Artali, presidente emerito della FIAP, amico da oltre 60 anni. Non avevo programmato di parlare se Luciana Castellina all’inizio (e altri dopo di lei) non avesse parlato di Aldo Garzìa, un altro compagno e carissimo amico, la cui morte, dopo una malattia, ha impedito di realizzare progetti, di cui avevamo parlato a lungo con una coincidenza di idee e proposte, imprevedibili, anzi inconcepibili alcuni decenni fa, quando una sinistra c’era, anche se divisa e contrapposta. La spinta me l’ha data il compagno che ha auspicato che la comunità riunita in quell’occasione, che pure aveva conosciuto divisioni, al pari di altre antiche comunanze di formazioni socialiste e comuniste o di sinistra in generale, si mantenesse. Aldo e io, ed altri con noi, pensavamo, invece, dovessero ciascuna di esse allargarsi in un progetto , non ancora definito, ma auspicato da molti nella direzione del vademecum di Asor Rosa, per punti centralissimi, che andrebbero scritti “per la sinistra tutta, quella che c’è e, soprattutto, quella che non c’è”, come ci ricorda Pier Giorgio Ardeni nel suo pregevole scritto. Sperando, aggiungo io che quella futura sia più numerosa e unitaria, di quella rimasta. “Sù fratelli, sù compagni, venite in fitta schiera”, impossibile se non ci saranno più sorelle e più compagne alla testa della formazione futura. “Compagne e compagni, ho 78 anni, mi chiamo Felice Besostri, non conoscevo di persona Filippo Maone, a differenza di Aldo Garzìa, più volte nominato e sono socialista e preoccupato per lo stato della sinistra. Prima di me un compagno ha auspicato che questa comunità dei presenti si mantenga. Penso, invece, che debba allargarsi, come si devono allargare tutte le comunità della sinistra, preoccupate per il suo stato. Questo è il sesto funerale di compagni cui partecipo nel giro di 10 mesi, anche di questo dobbiamo tenere conto, tra questi due m’hanno particolarmente coinvolto in aprile quello di Aldo e in novembre quello del filosofo e socialista Fulvio Papi, vicedirettore dell’Avanti! con Riccardo Lombardi direttore tra i fondatori della Casa della Cultura di Milano di cui fu anche Presidente, come della Fondazione Corrente di Ernesto Treccani, allievo del filosofo Antonio Banfi, il capofila della Scuola di Milano, con il quale ruppe per l’Ungheria, quando il suo Maestro approvò, come senatore del PC,I l’intervento sovietico. Mi sono convinto sulla scia dell’ormai centenario Edgar Morin e della sua proposta in Ma Gauche, la mia sinistra, che il suo futuro impone la ricomposizione dei suoi filoni ideali storici socialista, comunista e libertario, arricchiti dall’ecologismo e dal femminismo, filoni ideali perché spesso la loro attuazione pratica è stata in contraddizione con i suoi valori, quando non tradimento. Nel 2021 abbiamo celebrato in tanti modi diversi il 100° del PCI e nel 2022 il 130° del PSI, la grande maggioranza di noi, mentre pochi altri, come nel 2012 il 120°, il 130°della fondazione nel 1892 del Partito dei Lavoratori Italiani, per essere filologicamente corretti. Sarebbe stato meglio concentrare le nostre energie e riflessioni per parlare nel 2021 del 130° anno dal 1891 e nel 2022 del 131°, quando non c'era un partito rappresentativo del movimento dei lavoratori a livello nazionale, come nel presente. Solo che nel 1891 c'erano progetti e speranze che si realizzarono nel 1892, mentre ora? Qualche appello, uomini e donne di buona volontà, ma niente di paragonabile alla determinazione dei protagonisti di quel tempo. Ora domina lo smarrimento e la delusione, che dobbiamo vincere, dopo la sconfitta politica del 2022, che nasce da lontano e che ha avuto il suo antecedente nelle elezioni italiane del 2008 e europee del 2009. Devono aumentare le occasioni di incontro e confronto, senza timore se fosse anche aspro: senza indugi e tentennamenti. Lo dobbiamo anche ai compagni che non ci sono più, alle loro speranze di un destino comune, rimaste vive malgrado i loro e nostri errori.

Perù: la rivolta dei diseredati | ISPI

Perù: la rivolta dei diseredati | ISPI

Idee per un nuovo socialismo in un libro di Franco Archibugi - Avanti

Idee per un nuovo socialismo in un libro di Franco Archibugi - Avanti

The future of democracy for Israel and Brazil - New Statesman

The future of democracy for Israel and Brazil - New Statesman: Ex-president Jair Bolsonaro's supporters stormed government buildings in Brasilia, while Benjamin Netanyahu's sixth coalition is the most far-right and religious yet.

Carburanti: il prezzo di una scelta politica - Lavoce.info

Carburanti: il prezzo di una scelta politica - Lavoce.info: L’analisi dei dati sui prezzi dei carburanti porta a escludere l’ipotesi di speculazione. I rincari derivano dalla decisione politica di non rinnovare lo sconto sulle accise. È una scelta da non condannare, ma non vanno ignorati i costi sociali ed economici.

Flat tax: istruzioni per l'uso - Lavoce.info

Flat tax: istruzioni per l'uso - Lavoce.info

mercoledì 11 gennaio 2023

Brasile: in piazza per la democrazia | ISPI

Brasile: in piazza per la democrazia | ISPI

Inflazione alle stelle, serve il fiscal drag - Collettiva

Inflazione alle stelle, serve il fiscal drag - Collettiva

QUESTIONI E PROBLEMI MILANESI |

QUESTIONI E PROBLEMI MILANESI |

SAN SIRO: CHI (SALA E SCARONI) TROPPO VUOLE, NULLA STRINGE |

SAN SIRO: CHI (SALA E SCARONI) TROPPO VUOLE, NULLA STRINGE |

MAJORINO PRESIDENTE: MISSIONE (IM)POSSIBILE? |

MAJORINO PRESIDENTE: MISSIONE (IM)POSSIBILE? |

MILANO. TRISTEZZA E RASSEGNAZIONE? |

MILANO. TRISTEZZA E RASSEGNAZIONE? |

lunedì 9 gennaio 2023

Jeremy Corbyn: ‘Brazil’s Insurrection Is a Threat to Global Democracy’

Jeremy Corbyn: ‘Brazil’s Insurrection Is a Threat to Global Democracy’: Yesterday’s insurrection against Lula’s elected government in Brazil wasn’t a fluke – it was part of an international far-right attack on the idea of democracy.

Debito: la crisi che incombe sui paesi emergenti

Debito: la crisi che incombe sui paesi emergenti

Come il Partito dei Lavoratori belga è passato dall’uno per cento al terzo posto nei sondaggi - Linkiesta.it

Come il Partito dei Lavoratori belga è passato dall’uno per cento al terzo posto nei sondaggi - Linkiesta.it

UN NUOVO SOCIALISMO E’ POSSIBILE IN ITALIA -

UN NUOVO SOCIALISMO E’ POSSIBILE IN ITALIA -

BONACCINI UNO E BONACCINI DUE -

BONACCINI UNO E BONACCINI DUE -

Cacciari: “Il congresso del Pd è un dramma senza contenuti. è il nulla: Meloni così durerà a lungo” - nuovAtlantide.org

Cacciari: “Il congresso del Pd è un dramma senza contenuti. è il nulla: Meloni così durerà a lungo” - nuovAtlantide.org

Franco Astengo: Destra e crisi della democrazia

DESTRA E CRISI DELLA DEMOCRAZIA di Franco Astengo Nel tenere ferma l'analisi delle distanze correnti sul piano economico, sociale, culturale rimane un punto in comune tra l'assalto a Capitol Hill e quello di Brasilia: entrambi i fatti sono espressione di una crisi profonda della democrazia liberale e delle sue forme rappresentative nel senso della personalizzazione e del bipolarismo. La forma che ha assunto l'assalto alle sedi delle istituzioni è apparsa somigliante ad una "jacquerie" piuttosto che a un colpo di stato: nulla che facesse pensare al Cile 1973. Una sommossa nata da un punto comune, sia negli USA, sia in Brasile: il mancato riconoscimento di un risultato elettorale da parte del candidato sconfitto che aveva portato avanti, in entrambi i casi, i temi populisti di una destra capace di esaltare -a proprio vantaggio - gli elementi forniti da una grave difficoltà delle espressioni di uguaglianza tradotte sul terreno della pedagogia politica. La crisi della democrazia liberale ha assunto i tratti della difficoltà della personalizzazione e della divisione "tranchant" in due pezzi delle espressioni politiche della complessità sociale. In Europa questo fenomeno sta assumendo l'aspetto delle democrazie cosiddette "illiberali" perché nel vecchio continente ragioni storiche rendono molto più complicato il discorso ideologico. Le "democrazie illiberali" risultano però anch'esse fondate sul mito della personalizzazione e sul "taglio" dell'articolazione politica ridotta a fatto minoritario e marginale dentro ad un quadro di egemonia dell'idea del "governo forte". Gli appuntamenti elettorali sono così ridotti a referendum personalistici: accettare questo elemento come inevitabile è stato tra l'altro causa della decadenza di una forma di democrazia complessa come quella italiana. Una decadenza della democrazia italiana che potrebbe assumere anche una forma tardo-imitatoria di quella difficoltà già segnalata di sul piano della personalizzazione e del bipolarismo: due elementi incapaci, sul piano teorico, a interpretare la modernità delle fratture. Il punto vero di crisi della democrazia, al di qua e al di là dell'Atlantico, è rappresentato da un deficit di capacità nell'espressione di una pedagogia politica. L'assenza di un capacità d'espressione della pedagogia politica risulta sicuramente un fattore tipico di identità per la destra più pericolosa (la "semplicità" della destra, tanto per intenderci). L’idea dovrebbe essere allora quella di lavorare, con tutti gli strumenti disponibili, intorno a quel rapporto tra cultura e politica ormai ridotto all’assemblaggio di un insieme di tecnicismi, in diversi campi da quello accademico per arrivare a quello istituzionale. Si tratta di partire per una ricognizione di fondo con l’ambizione di ottenere il risultato di provocare una riflessione complessiva tale da superare le settorializzazioni, gli schematismi oggi imperanti che, alla fine, hanno danneggiato non soltanto la qualità degli studi e delle ricerche, ma soprattutto la qualità dell’“agire politico”. Il riferimento è rivolto a un pensiero politico in grado di esprimere interessi, finalità, aspirazioni ben individuabili che, a partire da precisi punti di vista di soggettività determinate, risulti capace di interpretare le sfide reali della storia, e vi risponda in base a parametri e a esigenze di volta in volta mutevoli. Serve legarsi a un filo conduttore, coscienti del fatto che ciò non significa che il pensiero politico si sia rivolto sempre ai medesimi problemi attraverso le medesime categorie. Al contrario è necessario prestare grande attenzione e insistenza nel mettere in luce che, se è vero che i concetti politici sono la struttura-ponte di lungo periodo è anche vero che solo le trasformazioni epocali, il mutare degli orizzonti di senso, il modificarsi catastrofico degli scenari sociali e politici, oltre che intellettuali, hanno consentito ai concetti politici di assumere di volta, in volta, il loro significato concreto. Non possiamo permetterci di interpretarne il senso soltanto seguendo l'interesse immediato di questo o quell'altro gruppo di potere recuperando la logica dell'uomo/donna che lo interpreta direttamente senza mediazioni facendo credere che lo si faccia nell'interesse di un "popolo" indistinto, o peggio nell'interesse della sua parte più privilegiata e più facilmente manipolabile dai mezzi correnti nella costruzione di una realtà presunta e illusoria.