giovedì 12 febbraio 2009

Epifani: il malessere è tanto

da aprile

Epifani, "il malessere è tanto e può anche esplodere"
C.R., 11 febbraio 2009, 15:50

"E' ora di finirla con la polizia che carica gli operai che occupano le fabbriche". Il segretario generale della Cgil, durante un'intervista a Radio 3, traccia un quadro della crisi economica, che avrà il picco "più devastante" tra marzo e giugno e impone a tutti di tenere i "nervi saldi"; torna a puntare l'indice sul governo che ha "sottovalutato e non si è dotato di un'idea con cui affrontare la crisi" e chiede al Partito democratico "di avere le sue radici nel mondo del lavoro"



Veltroni scrive ad Epifani: "Necessaria una grande mobilitazione unitaria e di massa Lo abbiamo già fatto una volta, il nostro paese è uscito da una crisi gravissima come quella del '92 dandosi delle regole condivise da tutti. E' solo cercando e costruendo l'unità tra le tutte le forze sociali e mettendo subito in atto una serie di azioni consistenti a sostegno dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie che si potrà evitare al paese un periodo di drammatiche difficoltà"



La crisi e gli aiuti all'auto, l'accordo separato sui contratti e il ruolo del Pd, lo sciopero di venerdì di Fiom e Fp Cgil. Dai microfoni di "Faccia a faccia" su Radio tre, il leader della Cgil Guglielmo Epifani è tornato sui temi caldi del paese ribadendo punto per punto le idee e le scelte della confederazione che - secondo il numero uno di corso Italia - sono alla base della mobilitazione del 13 febbraio.
"In assenza di risposte la crisi vivrà un picco devastante tra maggio e giugno", ha spiegato Epifani, "c'è tanto malessere che può anche esplodere". E il monito ha radici profonde: in una settimana ben due cariche della politica contro gli operai che chiedono solo di lavorare: è successo alla Fiat di somigliano, è successo all'alba di ieri alla Innse di Milano.
Ma il governo "non si è dotato di un'idea su come fronteggiarla" visto che "ha sottovalutato la crisi" e infatti "ha varato solo una manovra supplementare di 7 miliardi di euro - ha continuato il segretario generale della Cgil - la più bassa in assoluto rispetto agli altri paesi".

In particolare sul settore auto "il governo ha detto per mesi che non c'era bisogno di intervenire, mentre gli altri paesi costruivano risposte: Usa, Spagna, Inghilterra, Francia e Germania, praticamente tutti - ha sottolineato Epifani - Noi invece fino a 10 giorni fa non abbiamo fatto nulla, con il risultato che in altri paesi riprendeva la domanda mentre da noi era paralizzata dal fatto che i consumatori restavano fermi in attesa di provvedimenti". Provvedimenti che sono arrivati la settimana scorsa ma "è ancora poco", ha osservato il numero uno della Cgil, "il governo ha fatto una parte soltanto, e non quella fondamentale: legare cioè gli aiuti a un accordo esplicito a non delocalizzare, a non chiudere le fabbriche e a difendere l'occupazione, cosa che gli altri governi hanno fatto con le loro industrie automobilistiche".

Per esempio "le dimensioni dell'intervento francese sono impressionanti - ha detto Epifani - Sarkozy si è mosso con l'idea di salvaguardare dei settori industriali fondamentali per il futuro della Francia e noi avremmo dovuto fare la stessa cosa". Però è anche vero che "non va bene che ogni paese fa come vuole - ha puntualizzato il dirigente sindacale - Ci vuole un coordinamento delle politiche a livello europeo". Per tutti questi motivi "è molto importante" lo sciopero di venerdì organizzato dalle categorie di Fiom e Fp così come la "grande manifestazione" della Cgil in calendario per il prossimo 4 aprile: "Chiederemo un piano vero di politica industriale - ha commentato Epifani - un piano per gli ammortizzatori sociali, di cui non c'è ancora traccia, e chiederemo anche la difesa dei principi della Carta Costituzionale".

Ma le critiche di Epifani non si sono indirizzate solo al governo, il numero della Cgil ha lanciato un messaggio molto chiaro al leader del Partito democratico Walter Veltroni: "Su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara". Come sulla riforma dei contratti siglata da imprese, Cisl, Uil, Ugl e rigettata da corso Italia. "Chiedo al Pd di avere le sue radici nel mondo del lavoro, di recuperare la sua capacità di lettura dei processi che riguardano la condizione dei giovani, dei precari, degli anziani, perché solo di fronte a uno schema così possiamo avere la capacità di confrontarci nel merito delle questioni. Su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara" e in particolare "di fronte a un accordo separato - ha insistito Epifani - deve dire con forza quello che ha detto Ciampi e cioè che non si possono fare accordi separati senza la Cgil e, aggiungo, senza la Cisl e senza la Uil".
In più il Pd deve avere "un'idea compiuta di come regolare il rapporto tra le organizzazioni sindacali e i lavoratori, che richiama il grande problema - ha concluso il numero uno della confederazione - di come la democrazia ritorna a essere un punto fondamentale per tutti e non solo per la Cgil".

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