(...) Scriveva qualche giorno fa Angelo Panebianco sul «Corriere della Sera»: «Lo scontro sui contenuti della legge che deve regolare il fine vita dilanierà il Paese per molti anni», torneranno i guelfi contro i ghibellini. «Panebianco avrebbe fatto bene a inforcare la penna nella fase in cui, a caso Englaro ancora aperto, era stato Camillo Ruini presidente della Cei a indicare quella direzione», sospira Enzo Carra che ovviamente condivide, «non fare una legge, non codificare un’illibertà è una posizione molto più rispettabile dei traccheggi su idratazioni e alimentazioni forzate». Si può notare che il tema era già stato lanciato anni e anni fa da Francesco Merlo, che poi già nel 2006 preconizzava l’attuale danza macabra parlamentare scrivendo in prima pagina su «Repubblica», a proposito della lettera di Welby a Napolitano: «Provate a immaginare la ferocia di un duello legislativo, concentratevi sui tanti corpi di italiani, già Campo di Marte delle più inutili terapie mediche, abbandonati all’invelenimento di una battaglia di tipo elettorale». Merlo, che la pensava come la pensava una volta Emma Bonino, che insomma un testamento biologico ci volesse, cambiò parere quando nel 2002 morì la mamma di Lionel Jospin: fu aiutata a morire, nel silenzio come ultima carezza, e se ne parlò solo dopo. La via francese, cattolica e senza bisogno di leggi, contro quella all’olandese, l’eutanasia di Stato in terra protestante. E anche Marcello Pera, che pure lui è stato Radicale come Bonino e oggi è l’intellettuale più ascoltato da Ratzinger, interrogato ripete quel disse al «Foglio». Ma quale ddl Calabrò, ma quale legge Marino-Veronesi, «non si può imporre un’etica di Stato, perché in una società libera l’etica precede lo Stato». Magari una buona norma ci vorrebbe, «ma il tema è da battaglia culturale, non c’è bisogno di una legge per imporlo». (...)
Tratto da LaStampa del 27febbraio 2009 http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200902articoli/41451girata.asp
4 commenti:
Che l'Italia sia un paese da barzellette già lo pensavo, ma la notizia
di stamattina, secondo cui la sedicente associazione "Scienza e vita" ha
denunciato Beppe Englaro e altre 13 persone per l'omicidio volontario
della figlia Eluana mi ha lasciato di sasso.
Questi estremisti clericali hanno proprio passato il segno, spero che il
Circolo vorrà emettere subito un comunicato di solidarietà con Englaro e
i suoi "complici" - per quello che vale.
E sarebbe ora che certi sciacalli in cerca di facile pubblicità si
occupassero di cose più interessanti e concrete, come ad esempio le
malefatte dei preti pedofili...
Pierpaolo Pecchiari
c'è di peggio, la procura di Udine ha aperto un fascicolo per omicidio volontario.
A questo punto è necessario candidare Englaro al parlamento europeo e farlo eleggere. Non per l'immunità in sé, ma perché il processo sarebbe sotto gli occhi del Parlamento europeo e dell'opinione pubblica europea. Qualificando l'Italia per quello che è: una teocrazia strisciante.
Per la cronaca, i clericali di "scienza e vita", sul loro sito, smentiscono di avere presentato tale denuncia, mentre rivendicano di avere presentato esposti (con Eluana ancora in vita) su presunte irregolarità.
Denuncie ed esposti ne sono stati presentati molti e comunque concordo con Pierpaolo circa un comunicato del Circolo (o di circoli volpediani "federati") in cui possibilmente si usino parole forti (es: "vergogna") contro l'iscrizione nel registro degli indagati.
Anche se fosse davvero un "atto dovuto", bisogna far sentire la massima solidarietà a quest'uomo perseguitato dalla disgrazia, dall'oscurantismo clericale di stampo inquisitorio, dall'inciviltà dei settori politici asserviti alla CEI ed infine dalla Magistratura (speriamo solo mediante "atti dovuti").
Trascrivo la notizia della dichiarazione del cardinale Barragan (ministro vaticano della salute):
- Se Beppino Englaro ha ucciso la figlia Eluana, «è un assassino» perché «ha violato il quinto comandamento che dice di non uccidere»: è chiaro il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro vaticano della Salute, commentando l’accusa rivolta a Beppino Englaro di aver ucciso la figlia. «Abbiamo un comandamento, il quinto, che dice di non uccidere.... -
Non faccio finta di non vedere l'ipotetica (... se ha ucciso....), ma il punto è: cosa c'entra la chiesa cattolica con il quinto comandamento?.
Non sono gli eredi dei ghigliottinatori di ribelli (per fare solo uno dei moltissimi esempi)?
Non hanno tolto la pena di morte dal proprio diritto pochi anni fa?
E soprattutto: che schifo di giornalismo è quello che li continua sempre a mettere sul pulpito di ogni omelia, senza mai l’ombra di una critica seria?
Stefano Bazzoli
Tutta la solidarietà possibile ai signori Englaro. La vicinanza, la pena, la compartecipazione. La canea dei ruffiani, dei fanatici e degli stolti non dovrà colpirli più di tanto.
"Forse un mattino andando in un'aria di vetro" troveremo insieme un altro mondo, più giusto, meno doloroso.
P.M.
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