mercoledì 14 gennaio 2009

Fulvia Bandoli: Sinistra oltre il risentimento

Da Aprile

Sinistra oltre il risentimento
Fulvia Bandoli, 13 gennaio 2009, 16:20

L'intervento Non serve un dibattito sulle singole personalità e i loro errori, non serve un confronto incentrato sulle accuse reciproche. Bisogna al contrario lavorare per coinvolgere la società, i movimenti, le associazioni, coloro che vivono al di fuori dei partiti per creare un nuovo soggetto politico unitario, capace di muovere dai contenuti: dall'ambiente ai diritti al lavoro



Continuo a leggere quasi ogni giorno i vostri dibattiti e sempre più spesso trovo un linguaggio stremato dall'astio e dal risentimento. Mi riferisco alle discussioni che avvengono tra i visitatori del sito. Persone che conosco solo per nome (vero o finto che sia) ma che sono oramai quasi "famigliari" , compagni e compagne che come me vivono e riflettono sul fallimento della Sinistra in questo Paese. Fallimento che riguarda chi militava nei Ds, in Rifondazione Comunista o in altri partiti minori di Sinistra, chi ha fatto la Sinistra Arcobaleno, chi ha dato "vita" al Pd . Partissimo da questa premessa, senza pesare tutti i giorni con la bilancia le responsabilità (chi non ne ha si faccia sotto...), forse troveremmo un modo più fraterno di discutere.
Io amo il confronto delle idee serrato, anche duro, ma che non tracima mai nelle offese. Quello che parte dall'esporre le proprie ragioni e opinioni per convincere chi mi ascolta, senza mai dimenticare che le ragioni e le opinioni degli altri possono a loro volta convincere me. Il confronto politico che conosco è questo, sarà vecchio e mi è stato insegnato dai vecchi, ma se quello nuovo e quel che leggo a volte qui, preferisco quello vecchio. Il metodo è parte della sostanza. Confina con la buona politica e non ha nulla a che vedere col buonismo, che non ho mai capito cosa sia.

Passando all'altra parte della sostanza mi pare di poter dire che tutte le scelte e le strategie messe in campo finora non hanno saputo dare all'Italia una forte e popolare Sinistra politica alternativa al liberismo, democratica nella sua vita interna, ambientalista nell'idea dello sviluppo, libera come sono le donne libere, laica e non violenta. Alcuni milioni di donne e uomini di Sinistra oggi non hanno alcun riferimento politico, questo è un dato concreto difficilmente contestabile. E quando vengono chiamati al voto scelgono in ordine di grandezza (e con infinita amarezza) tra l'astensione, il Pd, l'Idv, Rifondazione, e via elencando.

Naturalmente io parlo a coloro che ritengono che serva una Sinistra politica in questo Paese. Quelli che pensano che il Pd sia la scelta giusta e ne difendono le ragioni e l'esistenza non credo siano interessati alla discussione. E comunque li rispetto, non foss'altro per il fatto che con molti e molte di loro ho condiviso una parte grande della mia vita politica. Anche se in cuor mio continuo ad augurarmi che di fronte a "quell'amalgama mal riuscito" (per usare quello che ritengo un furbo eufemismo) si risvegli la coscienza di tante e tanti che oggi, attoniti, non sanno neppure dire in quale tipo di partito stiano.

Ma se Atene piange Sparta non ride. E Sparta siamo noi. Noi che ancora non riusciamo a mettere insieme una Sinistra . E anche qui va fatta una distinzione perché anche a Snistra c'è chi ritiene di aver già dato una risposta.
Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani ritengono che le loro rispettive forze politiche siano irrinunciabili e adatte da sole a rappresentare la Sinistra politica in Italia, io non lo credo ma non posso certo stremarmi nella polemica con loro. Solo la storia dei prossimi anni potrà darci una risposta.

Se questo è il quadro è altrettanto legittimo che chi non si riconosce nelle forze politiche esistenti tenti una strada diversa. Una strada difficile perché non avendolo mai fatto prima, il modo e il percorso per dar vita ad un nuovo partito è una costruzione inedita, piena di ostacoli e zeppa di errori. E a volte anche di false partenze (com'è stata la sinistra Arcobaleno, in realtà puro cartello elettorale senza alcuna aspirazione se non la sopravvivenza di un ceto politico).

Dunque si tenta, si sperimenta. Di certo possiamo solo dire che dalla mera somma di pezzetti di partitini o movimenti non potrà nascere nulla di appassionante, che senza il concorso determinante di tante donne e uomini della Sinistra, da tempo fuori da qualsiasi partitino, andremo poco lontano.

Ma se a livello nazionale e poi in una città e poi in cento nasce una associazione o un comitato promotore fatto da persone diverse ma unite da quell'intenzione, se quel nucleo comincia a far politica insieme su precisi contenuti, se ripristina forme democratiche di partecipazione e di consultazione per radicarsi in quel territorio, perchè non dare una speranza a questo tentativo? Perché stroncarlo sul nascere?

Dico questo perché sento in giro troppi "insegnanti", quando al contrario dopo quella storica sconfitta siamo tutti di nuovo alle prese con l'abc. Avrete notato che non ci sono nomi di persone in questo articolo? Non ci sono perchè non serve a nulla un dibattito sulle singole personalità e sulle loro storie peculiari. Mentre infuria la guerra in tante parti del mondo, mentre il liberismo segna il passo, e i disoccupati e le ingiustizie aumentano, mentre il Pianeta tira le cuoia e la spesa in armamenti aumenta e la destra al governo fa quel che vuole, non vorrei più chiedermi cosa fanno Tizio e Caio, ma ricostruire pensieri critici, programmi alternativi concreti sull'energia, il lavoro, i diritti, la scuola, che possano camminare sulle gambe di movimenti, di singole vertenze territoriali, e di tante persone che amano la politica e la sinistra.

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