sabato 31 gennaio 2009

Monica Maro: crisi, governo al buio

da Aprile on line

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Crisi, governo "al buio"
Monica Maro, 29 gennaio 2009, 19:52

Guglielmo Epifani, ha ribadito l'allarme per l'esiguità di risorse: "La crisi dilagherà - ha detto - e il governo non sta facendo nulla". Parere condiviso dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, delusa dal tavolo tra esecutivo e Regioni: "Le cifre dicono che ovunque ormai è allarme rosso". Nubi anche nel settore auto: voci insistenti danno come probabile un bonus di 1.500 euro per la sostituzione delle vecchie vetture con le meno inquinanti euro 4 ed euro 5 o con auto elettriche ed ibride. Il problema resta però quello dei costi dell'operazione. Le stime degli esperti infatti non coincidono affatto


Un vero e proprio bollettino di guerra: le notizie sugli effetti della crisi, che continuano ad arrivare da tutto il mondo, parlano di "giganti" ormai in ginocchio e di perdite di migliaia di posti di lavoro. I bilanci delle maggiori aziende sono infatti in rosso: per ultima, stamane, la Shell ha annunciato una perdita netta di 2,8 miliardi di dollari nel quarto trimestre, a fronte di un utile di 8,47 miliardi di dollari nello stesso periodo dello scorso anno. Il calo dei profitti del colosso petrolifero anglo-olandese è legato alla discesa del prezzo del petrolio.
Nel 2008, gli utili sono così calati del 16% a 26,28 miliardi di dollari. E in Giappone, sempre oggi, Toshiba ha preannunciato il taglio di 4.500 posti di lavoro nel settore dei semiconduttori nonché la riduzione del 60% della spesa in conto capitale per l'esercizio 2009.
In caduta libera anche l'utile della Sony (-95%): la perdita netta è stata di 18 milioni di yen (200 mln di dollari), con un calo delle vendite del 24,6%. Anche gli utili della Nintendo sono in discesa del 18%, ma le vendite sono aumentate del 16,7%: nel paese del Sol Levante, la crisi è dovuta in primo luogo al forte apprezzamento della divisa nipponica nei confronti di euro e dollaro. E perfino la metropolitana di Londra, "The Tube", corre ai ripari e annuncia tagli al personale per 1.000 unità. Un piano che i sindacati hanno definito "lacrime e sangue", soprattutto in considerazione delle olimpiadi del 2012.
Negli Stati Uniti, Time Warner ha fatto sapere che taglierà 700 posti di lavoro dalla sua unità Aol Internet a causa del crollo delle inserzioni pubblicitarie. Sempre dagli Usa, è di oggi la notizia che Kodak intende tagliare fino a 4.500 posti di lavoro e così pure la caffetteria più famosa del mondo Starbucks i cui profitti sono precipitati di quasi il 70%. Come conseguenza, verranno tagliati 6.700 posti di lavoro.
Unico segno positivo viene dalla Svezia. Il gigante dell'abbigliamento "cheap" H&M - secondo nel mondo solo a Gap - ha visto i suoi profitti salire del 12,5% e le sue vendite del 13%. Non solo, ma ha annunciato la volontà di assumere 7.000 lavoratori e l'apertura di 225 nuovi store.
In Italia il governo ha chiesto oggi un contributo alle Regioni per gli ammortizzatori sociali, di 2,650 miliardi di euro. "Complessivamente - è il ragionamento dell'esecutivo - possono essere mobilizzate risorse nazionali per 5,350 miliardi di euro". Ma il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha ribadito l'allarme per l'esiguità di risorse: "La crisi dilagherà - ha detto - e il governo non sta facendo nulla".
Parere condiviso dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Presso: "Le cifre sulla crisi dicono che ovunque ormai è allarme rosso, ma il governo brancola nel buio".
In Piemonte per la cassa in deroga nel 2009 serviranno circa 120 milioni, ai quali ne vanno aggiunti almeno altri 50 per il sostegno dei precari. Il governo chiede alle Regioni di collaborare ma di suo non mette un euro. "L'incontro di oggi tra governo e regioni (alla quale è andato il presidente della Conferenza delle Regioni Errani, ndr) - afferma la Bresso - è stata un disastro. In un nuovo documento il governo chiede alle Regioni di collaborare sulla crisi stanziando due miliardi e 650 milioni sugli otto previsti. Il documento però non spiega dove questi soldi vadano presi. Sembra che il governo stia pensando al Fondo Sociale Europeo, ma l'Unione Europea ha detto con chiarezza che con questi fondi non si possono finanziare politiche passive del lavoro, cioè proprio la cassa in deroga della quale (avendo esaurito quella ordinaria e straordinaria, ndr) c'è ora bisogno".
"Ma soprattutto - aggiunge la presidente della regione Piemonte - non sapendo in realtà che cosa gli otto miliardi anticrisi dovrebbero finanziare, non si può dire in che modo le Regioni possano collaborare. Noi abbiamo dato comunque la nostra disponibilità, anche se cifra è molto elevata. Per il Piemonte si tratterebbe di trovare circa 250 milioni in due anni, che anche nel Fondo Sociale Europeo non ci sono. Il governo stanzia somme per le quali non c'è cassa, dice di volere attingere dai fondi europei, ma quelli del Piemonte sono già tutti impegnati. Se ce li bloccano, bloccano una serie di politiche anticrisi che abbiamo già messo in campo usando quei fondi. Vogliamo - conclude - che il governo metta soldi veri, non scritture contabili".

Intanto, il governo lavora sul pacchetto di misure per il settore auto che il ministro Scajola ha promesso di presentare la prossima settimana. Le ipotesi allo studio dei tecnici dei ministeri interessati (Sviluppo economico, Economia, Ambiente, Infrastrutture, Politiche europee) restano ancora da definire con certezza anche se l'orientamento ormai scontato sembra quello degli incentivi.
Voci insistenti, che però il governo non conferma, danno come probabile un bonus di 1.500 euro per la sostituzione delle vecchie vetture euro 0, euro 1 e euro 2 (anche se non è ancora certo se inserire o meno questo ultimo segmento) con le meno inquinanti euro 4 ed euro 5 o con auto elettriche ed ibride. Il problema resta però quello dei costi dell'operazione.
Le stime degli esperti infatti non coincidono affatto. Per il Centro studi Promotor, "con l'erogazione di incentivi di 1.500 euro, l'erario incasserebbe un maggior gettito di 750 milioni, che equivale alla stessa somma erogata per gli incentivi. Quindi l'operazione sarebbe per le casse dello Stato a costo zero pur portando una crescita del pil dello 0,4%". Secondo la Cgil invece per mettere in campo incentivi della stessa cifra servono "almeno due miliardi".
Potrebbe invece tramontare l'idea di un malus sui suv di nuova immatricolazione, più inquinanti e per questo finora considerati non in linea con le misure tutte ecologiche a cui punta l'esecutivo. L'idea di penalizzarli con una tassa di 500 euro non è piaciuta affatto ai costruttori presenti al tavolo di ieri a Palazzo Chigi ed anche all'interno dell'esecutivo sembra essere sorto qualche dubbio.

Accanto agli incentivi ai consumatori non sarebbe inoltre escluso un sostegno anche alle imprese che investono in ricerca e sviluppo. Il ministero dello Sviluppo economico potrebbe in questo senso rinnovare il bando in proposito già inserito in Industria 2015 (il pacchetto di misure di sviluppo varato dal governo Prodi). Il valore era in quel caso di 200 milioni di euro.
Stando alla tempistica dettata da Scajola, il pacchetto di misure potrebbe arrivare sotto forma di decreto al consiglio dei ministri della prossima settimana. Nel frattempo proseguiranno i tavoli tecnici e sarà con ogni probabilità convocato anche un nuovo tavolo con le parti sociali e le imprese di categoria.
Per sindacati e aziende l'importante è però agire in fretta. Anche oggi è arrivato infatti l'ennesimo allarme sullo stato di salute, tutt'altro che invidiabile, del settore. Secondo la Fiat, la crisi economica e l'attesa degli incentivi, annunciati ma non ancora varati, provocherà a gennaio un calo delle immatricolazioni tra il 35 e il 40%.

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