sabato 18 luglio 2009

Giustiniano Rossi: Sinistra, destra e République

Da Aprile
Sinistra, destra e République
Giustiniano Rossi da Parigi, 07 luglio 2009, 11:12

Mondo Hénin-Beaumont, una cittadina nel dipartimento del Pas de Calais - a 30 km da Lille, dove è sindaco Martine Aubry, segretaria del Partito Socialista e figlia di Jacques Delors, uno dei padri della Costituzione Europea - con i suoi 28.000 abitanti e un tasso di disoccupazione del 19%, ha occupato per qualche settimana le prime pagine dei giornali francesi



Dopo una serie di sconfitte, afflitto da gravi difficoltà finanziarie, il Fronte Nazionale che il monarca nero Jean-Marie Le Pen ha trasmesso alla figlia Marine - la quale ce la mette tutta per tentare di "sdoganare" il partito del padre sostenitore della tesi secondo la quale "le camere a gas sono state un episodio trascurabile nella storia del XX secolo" - era a un passo dalla conquista di una città "media" del nord, dopo la grande stagione degli anni 90, quando la formazione neofascista aveva conquistato, nel sud del paese, le città di Tolone, Marignane, Vitrolles e Orange.

Marine aveva puntato le sue carte e quelle del candidato locale del suo partito, Steeve Briois, sul tema della lotta alla corruzione: il sindaco socialista della città, Gérard Dalongeville, eletto nel 2001 e confermato nel 2008, era stato arrestato all'inizio di aprile ed è tuttora detenuto in attesa di giudizio nell'ambito di un'inchiesta su un sistema di false fatture che coinvolge alcuni imprenditori locali per un ammontare, per il solo triennio 2006 - 2008, di 4 milioni di euro. Il Partito Socialista, che aveva reintegrato nelle sue file Dalongeville sebbene gravi sospetti pesassero su di lui, era lontano dal comprendere, malgrado la vicinanza della residenza della segretaria del partito e la sua conoscenza della regione, quanto fosse disastrosa l'immagine offerta da una sinistra, o meglio da una parte di essa, quella maggioritaria, ormai deliquescente.

Dopo che, al primo turno, il Fronte Nazionale aveva totalizzato poco meno del 40% dei voti, il fronte repubblicano - che corrisponde qui a quello che, un tempo, veniva chiamato in Italia l'arco costituzionale - ha ritrovato un'unità che neppure la sinistra aveva saputo mettere in campo dato che, al primo turno, si era divisa fra due candidati "pesanti", Pierre Ferrari e Daniel Duquenne - fortemente critico, quest'ultimo, con il suo avversario socialista - e altre tre liste minori. Per evitare un voto triangolare al secondo turno che avrebbe dato la vittoria al candidato frontista, una diga repubblicana è stata costruita a tempo di record da quel che resta dei socialisti, dai comunisti, dai Verdi e perfino dalla destra sarkozysta - il segretario dell'UMP, Xavier Bertrand, si è pronunciato in favore di un fronte repubblicano - e Duquenne è stato eletto sindaco domenica 5 luglio, sia pure per una manciata di voti.

Per evitare il peggio, perfino l'umorista e regista Dany Boon, inteprete l'anno scorso di un film di grande successo, girato in dialetto locale, lo ch'ti, aveva fatto appello agli elettori, spiegando che "qualunque cosa sia successa nella vostra città, quali che siano le vostre collere e le vostre frustrazioni, nulla giustificherà il voto per un partito di estrema destra, che trasmette idee contrarie alla nostra identità regionale". Il peggio è stato scongiurato ma sarà molto più difficile cambiare la situazione finanziaria e morale di Hénin-Beaumont: il candidato del Fronte ha perso per 500 voti e gli astenuti sono passati dal 40 al 38% al secondo turno, quando Steeve Briois ha guadagnato altri 1.000 voti che fanno dire ai neri che la loro sconfitta è stata in realtà una vittoria politica.

Il numero dei consiglieri del Fronte Nazionale passa da 4 a 8, come dire poco o nulla cambia per Steeve Briois, mentre Marine Le Pen perde la sua scommessa e promette di rifarsi alla prima occasione, sicura che l'opportunità di strumentalizzare le contraddizioni di un Partito Socialista senza idee, senza programma, saccheggiato dalle campagne acquisti di un Sarkozy sempre più attivo non mancheranno. Hénin-Beaumont resta una delle tante città minerarie del Pas-de-Calais dove le miniere sono state chiuse, l'economia è in disfacimento insieme a un tessuto sociale costruito da secoli di lotte e il sindaco "socialista" dorme in prigione accusato di falso in bilancio - qui non è stato depenalizzato - distrazione di fondi pubblici e favoritismo. Il temporale è passato ma il cielo resta carico di nuvole nere.

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