martedì 30 maggio 2023

Imprese partecipate dai lavoratori: una nuova proposta - Lavoce.info

Imprese partecipate dai lavoratori: una nuova proposta - Lavoce.info

Economia di guerra. Europa, i soldi del Pnrr per riarmo e munizioni • Diritti Globali

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Turchia. Erdogan rivince con la paura e la censura • Diritti Globali

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Spagna, dopo il voto si dimette a sorpresa il premier Sánchez • Diritti Globali

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Tridico: “Serve un welfare europeo con più tasse sui profitti globali” - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

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La rivista il Mulino: Le dimissioni di Pedro Sánchez

La rivista il Mulino: Le dimissioni di Pedro Sánchez: Sono arrivate, a sorpresa, in seguito ai risultati delle elezioni comunali del 28 maggio, dominate dalle destre. Un gesto non privo di rischi, ma senz’altro una forte assunzione di responsabilità

In Europa continua l'avanzata delle destre. E il "nuovo vento" spagnolo spinge le manovre di Bruxelles, dove pure il Ppe guarda ai Conservatori - Il Fatto Quotidiano

In Europa continua l'avanzata delle destre. E il "nuovo vento" spagnolo spinge le manovre di Bruxelles, dove pure il Ppe guarda ai Conservatori - Il Fatto Quotidiano

Franco Astengo: Ballottaggi

BALLOTTAGGI di Franco Astengo E' il caso di ribadire alcuni punti fermi prendendo in considerazione il livello dei commenti e delle analisi che in queste ore si stanno leggendo in esito ai ballottaggi svolti il 28-29 maggio per l'elezione dei sindaci in diversi comuni sparsi per l'Italia e in particolare (come si riferisce di seguito in questo lavoro molto abborracciato e schematico) in 6 comuni capoluogo di provincia e 1 comune capoluogo di regione (anche se piccola e periferica come le Marche). I risultati si possono leggere in 3 modi: a) come stanno facendo i grandi mezzi di comunicazione (e come stanno accettando le forze politiche) con il metodo "calcistico" di conteggiare i Sindaci conquistati alla stregua dei goal segnati. Si comprende come questo metodo segua l'accrescimento o la sottrazione di piccole fette di potere (anche rispetto alla mappa interna delle logiche di partito) ma difficilmente così si riesce a leggere l'insieme del procedere della vicenda politica; b) analizzare comune per comune discese e risalite delle candidature e delle diverse forze politiche, liste civiche, ecc. Si tratta di un metodo che può essere seguito soltanto attraverso una profonda conoscenza delle diverse realtà locali sotto l'aspetto economico, sociale, del contesto politico specifico, del valore delle candidature. Un'operazione che richiede sicuramente tempo e non mediocre capacità d'interpretazione; c) tentare (consapevoli di tutti i limiti del caso) di analizzare i dati secondo un metodo d'interpretazione complessiva in modo da fornire alle forze politiche interessate una prima chiave di lettura dei dati sfuggendo - appunto - alla mera logica ragionieristica evidenziata nel punto a). Cercando di lavorare nei termini indicati dal punto c) si possono evincere queste prime indicazioni di carattere generale: 1) se colleghiamo la fragilità del sistema politico all'indicatore della partecipazione al voto appare evidente che questa fragilità persiste e avanza. Nessuna forza politica, in questi anni, è riuscita a invertire la tendenza: considerati i 13 comuni capoluogo impegnati in questa consultazione la percentuale dei voti validi è scesa dalle elezioni politiche 2022 a quelle comunali 2023 dal 65,19% al 56,02%. Nei 7 comuni capoluogo arrivati al ballottaggio in cui erano iscritti nelle liste 502.701 tra elettrici ed elettori al primo turno si erano espressi 281.370 voti validi (55,97%) scesi a 253.132 nel secondo (50,35%); 2) Il centro - destra si afferma evidenziando una maggiore compattezza in un quadro di capacità coalizionale corroborato dalla presenza partitica. Questo è un elemento da tenere in considerazione. Su 13 comuni capoluogo al voto al primo turno i simboli dei tre partiti maggiori della coalizione sono stati presenti ciascuno in conto proprio a sostegno del candidato-sindaco in 11 comuni su 13 (eccetto Imperia feudo di Scajola e Massa dove era presente soltanto il simbolo di FdI contornato da liste civiche). Un solo candidato - sindaco fuori dai due poli è arrivato al ballottaggio (vincendo): il discusso Bandecchi a Terni. 3) Nel centro - sinistra abbiamo registrato la presenza del simbolo del PD in tutti i 13 comuni ma con una varietà di presenze in coalizione: M5S con il proprio simbolo a Brindisi Latina,Teramo, Pisa AVS con il proprio simbolo a Imperia, Massa, Siena, Terni, Treviso (a Brescia presenti separati Verdi e Sinistra Italiana), Azione - Italia Viva ad Ancona. Il M5S ha presentato propri candidati sindaci ad Ancona, Brescia (in coalizione con UP e PCI), Imperia, Massa (in coalizione con Unione Popolare), Siena, Terni (in coalizione con UP e lista civica) , Treviso (in coalizione con Unione Popolare), Vicenza. 4) Tornando ai dati complessivi dei 7 comuni in ballottaggio si registra come i candidati - sindaci del centro-destra abbiano ottenuto 126.820 voti incrementando rispetto al primo turno di 20.961 suffragi mentre quelli del centro -sinistra ne hanno avuto 101.474 cioè 29 voti in più rispetto al primo turno. I sindaci non pervenuti al ballottaggio avevano raccolto complessivamente 60.419 voti. A mio giudizio se intendiamo fornire un giudizio politico complessivo su questo esito elettorale non possiamo sfuggire a tre considerazioni: a) cresce comunque l'astensione; b) si definisce meglio il profilo bipolare che dal punto di vista del centro-destra accentua i termini di alleanza tra partiti; c) il PD perno della coalizione di centro-sinistra non riesce a presentarsi rispetto a due porzioni di elettorato come soggetto decisivo sul quale far poggiare una coalizione alternativa alla destra : quello del M5S (la parte residuale del voto 5 stelle passato dal turbine della volatilità estrema negli anni '13-'22) che evidentemente considera il PD partito dell'establishment. Un elettorato 5 stelle che ai propri candidati sindaci al primo turno aveva dato 9.624 voti. Eguale discorso per elettrici ed elettori di UP ormai evidentemente molto diversi da quella che era la base di Rifondazione Comunista e molto meno sensibile ai richiami unitari (nel primo turno - sempre riferendoci ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio) ai Sindaci presentati da Unione Popolare erano andati complessivamente 7.608 voti. In conclusione una possibile lettura politica dei dati riferiti ai 7 comuni capoluogo andati al ballottaggio ci indica non solo l'ovvia necessità di costruzione di alleanze ma anche quella (rispetto a porzioni di significativo elettorato) di lavorare per la definizione di un profilo spiccatamente alternativo. Si tenga presente, infine e ancora una volta, il tema astensionismo sicuramente non risolvibile da qui alle elezioni europee. Situazione che necessita quindi di un forte richiamo di identità per trattenere almeno l'elettorato residuo dalla tentazione di ulteriori fughe: un segnale unitario sul versante di sinistra potrebbe anche rappresentare un possibile punto di riferimento positivo.

martedì 23 maggio 2023

Ballottaggio in Turchia: il 28 maggio si gioca una partita che va oltre i confini del Paese | Left

Ballottaggio in Turchia: il 28 maggio si gioca una partita che va oltre i confini del Paese | Left

Ecologismo e sinistra: una proposta di confronto

Ecologismo e sinistra: una proposta di confronto

L'economia tedesca e il mondo aspettando Scholz  - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

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Occupazione: la realtà dei dati e la propaganda - Collettiva

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Contro il caro-affitti imparare dalla Spagna | Eguaglianza & Libertà

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Nel risiko mondiale perde l’Europa | Eguaglianza & Libertà

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Franco Astengo: Brevi considerazioni sulla Grecia

BREVI CONSIDERAZIONI SULLA GRECIA di Franco Astengo Il risultato delle elezioni svoltesi in Grecia domenica 22 maggio può - provvisoriamente - essere oggetto di una breve considerazione. Considerato il quadro generale riguardante il giudizio sul governo di destra che ha agito nel corso degli ultimi 4 anni esasperando il quadro delle disuguaglianze e dell'impoverimento generale possono essere tratte alcune brevi considerazioni: 1) la massa dei partecipanti al voto è rimasta pressoché stabile: nel 2019 si contarono 5.649. 527 voti validi, nel 2013 se ne sono contati 5.725.777 (76.250 voti in più) per un 59,20% sul totale dei 9.670.340 aventi diritto; 2) Il partito uscente di governo Nuova Democrazia ha ottenuto 2.335.709 suffragi ( 84.551 voti in più rispetto al 2019) con una percentuale sul totale degli aventi diritto del 24,15% 3) Il partito nazionalista di Soluzione Grecia ha avuto 255.045 voti (45.755 voti in più) per una percentuale (sempre sul totale degli aventi diritto) del 2,63% 4) A sinistra si presenta uno spunto di riflessione attorno al voto ottenuto da Syriza. Riflessione che si colloca ben oltre un richiamo alla frammentazione esistente. Syriza infatti cede 632.304 voti fermandosi, con 1.148.753 voti nella percentuale sul totale degli iscritti all'11,87%; 5) Syriza cede sia verso il PASOK (che sale di 201.459 voti rispetto al 2019 dove si era presentato nell'Alleanza per il Cambiamento) con 659.082 suffragi pari al 6,81% sempre calcolato sul totale degli aventi diritto; sia verso il KKE (Partito Comunista dell'Interno) che progredisce di 113.105 voti. Il KKE ha ottenuto, infatti, 412.726 voti (4,26% sul totale degli aventi diritto); 6) IL Movimento per la disobbedienza realistica europea fondato dall'ex-ministro delle Finanze Varoufakis perde 46.092 voti. Con 148.484 voti si ferma all'1,53% sempre sul totale degli aventi diritto

martedì 16 maggio 2023

MITO E REALTà DELL'INVERNO DEMOGRAFICO - GLI STATI GENERALI

MITO E REALTà DELL'INVERNO DEMOGRAFICO - GLI STATI GENERALI

Turchia, analisi della non-vittoria - Jacobin Italia

Turchia, analisi della non-vittoria - Jacobin Italia: Erdogan ha evitato il tracollo perché ha saputo dare riconoscimento politico alla parte di paese più conservatrice che vede nell’islam la sua primaria fonte di identità e nelle manie di potenza del presidente lo strumento per l’affermazione di sé nel consesso internazionale

Se il Patto di stabilità si ferma al semaforo tedesco - Lavoce.info

Se il Patto di stabilità si ferma al semaforo tedesco - Lavoce.info

Nuove regole fiscali europee: è pur sempre una riforma* - Lavoce.info

Nuove regole fiscali europee: è pur sempre una riforma* - Lavoce.info

Franco Astengo: Amministrative 2023

AMMINISTRATIVE 2023: UNA PRIMA (APPROSSIMATIVA) MAPPA D'ANALISI di Franco Astengo Il campo d'indagine di questa primo (molto approssimativo) schema di analisi sulle elezioni amministrative svoltesi tra il 14 e il 15 maggio 2023 riguarda i voti ottenuti dai candidati sindaci nei 13 comuni capoluogo sparsi in molte regioni d'Italia, escluse quelle a statuto speciale dove si voterà in altra data. Lo scopo è quello di verificare alcuni elementi che normalmente nella logica del contare le vittorie e le sconfitte vengono disattesi: 1) Si conferma la tendenza alla crescita dell'astensione che, in questo caso, sembra essere l'elemento prevalente del fenomeno della volatilità elettorale (si cambia lista più difficilmente rispetto al recente passato e quando lo si fa si passa dal voto all'astensione): a) nelle precedenti elezioni amministrative (svoltesi nei Comuni presi in esame) si ebbero (per i candidati sindaci) 537.054 voti validi pari al 58,06%; nelle elezioni politiche 2022 i voti validi crebbero fino a 560.865 (65,19%, da tener conto che nelle elezioni politiche le liste degli aventi diritto sono depurate dagli elettori residenti all'estero). Nelle amministrative 2023 i voti validi per i candidati sindaci sono stati 518.416 pari al 56,02% dell'intero elettorato. In sostanza abbiamo verificato una flessione di 18.999 voti validi fra un'elezione amministrativa e l'altra e di 42.449 voti validi tra le elezioni politiche 2022 e quelle amministrative 2023 ( in percentuale rispettivamente meno 2,04% tra le due tornate amministrative e 9,17% tra politiche e amministrative). 2) Si sta ormai definendo meglio lo schema bipolare che appare consolidarsi anche con una certa fidelizzazione dell'elettorato. Gli scostamenti maggiori si verificano all'interno dei principali poli d'attrazione. I sindaci di riferimento delle forze di centro-sinistra avevano ottenuto nella precedente tornata amministrativa 175.216 voti (18,94% sull'intero corpo degli aventi diritto), nelle elezioni politiche le forze raccolte attorno all'alleanza con il PD avevano ottenuto 159.769 voti (18,57% sempre calcolato sull'intero corpo elettorale), nelle amministrative 2023 i candidati sindaci del centro-sinistra (in 5 casi alleati anche con i 5 stelle e in altri con i centristi) hanno avuto 199.459 voti (21,55% sul totale degli iscritti nelle liste: un incremento del 2,61% tra un'elezione amministrativa e l'altra e del 2,98% rispetto alle politiche). I candidati sindaci del centro destra hanno usufruiti della consueta più netta ed omogenea profilatura partitica dello schieramento (naturalmente in questo caso parliamo di schieramento elettorale). Nella precedente tornata amministrativa i sindaci del centro-destra avevano ottenuto 227.933 suffragi (24,64% sul totale degli aventi diritto); nelle politiche 2022 il centro-destra ha ottenuto 225.366 voti (26.19% sempre in riferimento al totale del corpo elettorale). Amministrative 2023: i sindaci del centro-destra (compresa la candidatura Scajola a Imperia dove non erano presenti simboli di partito) hanno ottenuto in totale 251.511 voti (27,17% sull'intero corpo elettorale. In conseguenza il centro-destra ha incrementato del 2,53% tra i due turni amministrativi e dell'1,02% tra politiche 2022 e amministrative 2023). IL M5S ha presentato propri candidati sindaci in 8 città (in diversi casi in alleanza con soggetti dell'estrema sinistra) ottenendo 13.017 voti (1,40% sul totale degli aventi diritto); nelle precedenti amministrative il MoVimento aveva presentato candidati in 10 comuni ottenendo 103.840 voti (11,37%; tra le due tornate amministrative il calo è stato del 9.93% sull'insieme del corpo elettorale) Nei comuni dove si è votato per le amministrative il M5S aveva ottenuto alle politiche 68.309 voti (7,94% sul totale degli iscritti). In quattro città (Brindisi, Pisa, Terni e Vicenza) si sono presentate candidature da parte di forze di sinistra (PaP, UP) non collegate al centro sinistra per un totale di 7.615 voti (0,82% sul totale; nelle elezioni politiche Unione Popolare aveva ottenuto 8.751 suffragi (1,02% sull'insieme del corpo elettorale); 3) Riassumendo attorno a questi primi dati si può rilevare: a) un dato di "arresto" della volatilità elettorale mentre aumenta la tendenza astensionista (ormai smentita la tesi che le elezioni comunali risulterebbero maggiormente attrattive per elettrici ed elettori per via della vicinanza dei problemi affrontati dai Comuni al riguardo del territorio); b) si consolida la tendenza bipolare con un più forte radicamento del centro-destra derivante dal tipo di presentazione maggiormente caratterizzata dalla presenza costante dei simboli di partito. c) I sindaci candidati come "civici" hanno ottenuto 46.426 voti (candidature diverse presentate in 12 comuni, percentuale sul totale degli iscritti del 5,01%). Salvo il già citato Scajola nessuno/a tra queste candidature è riuscita a piazzarsi almeno al ballottaggio. d) Nelle prossime ore sarà possibile anche lavorare sui dati delle singole forze politiche.

lunedì 15 maggio 2023

In Turkey, the Fight for Democracy Isn’t Over

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L'Europa dei nazionalismi dietro la "grande amicizia" tra Meloni e Zelensky - Strisciarossa

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Thomas Piketty spiega che cos’è il suo socialismo partecipativo - Linkiesta.it

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Ucraina. La retorica della vittoria e le vie per la pace • Diritti Globali

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Il PNRR e il rllancio dell’Italia, Carmela Chiapperini, Gianfranco Viesti | Menabò di Etica ed Economia

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sabato 13 maggio 2023

Mario Ricciardi: "In Italia si è perso il senso del valore delle mobilitazioni collettive. E manca un interlocutore politico" - Il Fatto Quotidiano

Mario Ricciardi: "In Italia si è perso il senso del valore delle mobilitazioni collettive. E manca un interlocutore politico" - Il Fatto Quotidiano: Continuiamo a parlare della ripresa delle mobilitazioni e delle rivendicazioni che sta interessando gran parte dell’Europa, dalla Francia alla Germania e Gran Bretagna, ma di cui per ora non si cogli in Italia nessuna avvisaglia. Eppure i salari italiani rimangono tra i più bassi d’Europa, il potere d’acquisto è eroso dall’inflazione e il disagio si …

lunedì 8 maggio 2023

Franco Astengo: Opposizione

NELL'OPPOSIZIONE : CUORE E IDENTITÀ' DEL SINDACATO di Franco Astengo Una ricerca condotta da un gruppo di economisti della Banca Centrale Europea presentata in questi giorni mostra che l'alta inflazione del 2022 è dovuta per 2/3 dall'aumento dei profitti lordi delle imprese e per 1/3 da quello del costo del lavoro. Autorevoli commentatori ("Domani", "Il Foglio") ricordano che le banche centrali hanno da sempre l'occhio fisso sugli aumenti del costo del lavoro soprattutto perchè il timore principale rimane quello di una forza negoziale del sindacato capace di innestare quello che è ritenuto un "circolo vizioso" fra inflazione e salari. Quel tipo di valutazione portò, in Italia, all'abolizione della scala mobile nel 1985 (realizzata anche alla propaganda della "Milano da bere" portata avanti nel referendum) e all'apertura della stagione che ha portato al job act e al conseguente declino del sindacato. Mi è capitato di riflettere su questi elementi osservando, sabato scorso, la piazza di Bologna nella quale - schematizzando al massimo - si sono concretizzate le prove di una opposizione al governo di destra. Un'opposizione da condurre nella politica e nel paese avendo come soggetti - perno il PD post-primarie e due sezioni dell'antico sindacato confederale, CGIL e UIL (con dentro, per quel che riguarda specialmente PD e CGIL un forte dato al vertice di personalizzazione ben alimentata dall'articolato concerto dei media). Da parte dell'avversario al governo siamo di fronte a un quadro di grande aggressività : penso a temi come quello dell'atlantismo dentro la UE in tempi di guerra e al tentativo di torsione autoritaria della democrazia repubblicana. Un quadro che reclama necessità e urgenza di una forte opposizione politica e sociale. Purtuttavia se si intende costruire una efficace collocazione oppositiva è necessario analizzare la realtà sindacale. Un'analisi indispensabile in particolare se si vuol tornare alla ri-costruzione di un blocco sociale antagonista e alternativo al grigio "mare magnum" che sembra caratterizzare la sfilacciata società italiana. Andando per ordine: 1)Da un lato va espressa da parte del sindacato una capacità di esprimere fino in fondo la propria specificità rivolta la tutela degli interessi immediati dei lavoratori dipendenti . La tutela degli interessi materiali dei lavoratori dipendenti (al di là del vulgata: " iscrizione FIOM, voto Lega") deve verificarsi nel quadro della complessità sociale in atto e della pressante richiesta di "nuovi diritti" anche individuali e di oppressioni "storiche" come quella di genere o derivanti dai complicati processi di integrazione. E' questo il punto d'appoggio (salario & diritti: tanto per racchiudere il tutto in uno slogan) per risalire attraverso un faticoso processo di mediazione (fondato sulla partecipazione consapevole dei militanti e mai delegato una volta per tutte ai gruppi dirigenti) all’individuazione di momenti di sintesi, ossia di priorità politiche. In pratica una democrazia interna non affidata alla spontaneità ma a una verifica incessante delle strutture di base del sindacato, dei suoi strumenti d’informazione e di formazione culturale, fino a determinare il fatto che le scelte proposte ai lavoratori contengano davvero alternative concrete; 2)La necessità che all’interno del sindacato si verifichi un incontro tra culture e ideologie diverse e il loro confronto creativo. Da questo punto di vista la sollecitazione nel rapporto tra soggettività politiche e sindacali non deve rappresentare un condizionamento reciproco ma un vero e proprio stimolo in avanti. In questo modo, attraverso la democrazia interna, il sindacato riuscirà a produrre una cultura e un progetto politico in grado di fornire un contributo reale anche alle forze politiche collocate sulla frontiera più avanzata dell’alternativa di sistema. Debbono essere ricordati inoltre i pilastri sui quali poggiava un'identità sindacale in grado di costruire quel "sindacato soggetto politico" su cui molto si discusse durante il "30 gloriosi": Il primo elemento che è necessario sottolineare è quello dei collegamenti internazionali: oggi sono richiamate “convenzioni internazionali” sui diritti, strumenti sicuramente importanti ma nella maggior parte disattesi. Il punto risiede, invece, nella necessità di ripresa e sviluppo di organizzazioni sindacali che , attorno al nodo della realtà economica e produttiva internazionale, si muovano unitariamente in una dimensione transnazionale. Chiediamo, allora, a quanti sicuramente conoscono la situazione meglio di noi: come sta la CISL internazionale (cui anche la CGIL italiana aderì nel momento della chiusura dell'esperienza della FSM. Esiste ancora ? Quale posizione hanno elaborato i sindacati europei sul tema della pace?) Posta questa domanda, passiamo ad elencare “ i tre pilastri”: 1) Il Contratto Collettivo nazionale di categoria: lo smantellamento di questo istituto ha rappresentato, prima ancora che sul piano normativo ed economico, il punto essenziale per il riconoscimento di un sindacato soggetto politico generale che ha, sempre e comunque, la sua ragion d'essere; il decentramento sotto questo aspetto, che pure poteva rappresentare parzialmente un momento di grande interesse nello sviluppo di vertenze d'azienda e territoriali, non doveva sostituire il momento fondamentale per un sindacato unitario dal punto di vista della rappresentanza sociale, come quello della stipula del contratto collettivo nazionale di categoria (su questo elemento si deve fondare anche l'opposizione allo smembramento di ciò che è rimasto unitario del welfare - scuola, sanità - previsto dall'autonomia differenziata); 2)La scala mobile. Oggi, a distanza di tanti anni, credo si comprenda meglio il valore di quella battaglia perduta e mi permetto di non aggiungere altro; 3)La rappresentanza di tipo “consiliare” all'interno dei luoghi di lavoro. Senza alcun accento nostalgico (di cui pure ci potrebbe essere ragione) è necessario ricordare come un sindacato serio possa poggiare soltanto su di un’unità di base che i “consigli” erano in grado di assicurare, pur dentro ad un dibattito acceso, non unanimistico, che rifiutava – ed è questo un altro punto decisivo- il neo corporativismo Si potrebbe ancora ricordare come la presenza contemporanea di questi tre elementi (il contratto collettivo garantito dallo Statuto dei Lavoratori; la scala mobile, il sindacato dei consigli emerso dalla grande stagione del 68-69) coincise con il momento più forte e più alto della presenza sindacale nel nostro Paese, e di avanzamento delle ragioni dei diritti e del miglioramento della qualità della vita per tutti, non soltanto per i lavoratori dipendenti. Qualcuno obietterà: c'era la classe operaia nelle grandi fabbriche; la classe operaia forte, stabile, concentrata. Giustissimo, e la classe operaia era legata a un’idea di sviluppo industriale che il nostro Paese, a differenza di altri partner europei, ha abbandonato da tempo. Si è puntato, anche dal punto di vista sindacale, su di una visione sbagliata del ciclo liberista scambiandolo per la "modernità". Ancora oggi, in un mondo del lavoro ormai completamente trasformato rispetto all'epoca di riferimento di questo intervento e nel quale domina l'incertezza, il precariato e l'esclusione, rimane fondamentale il ritorno al concetto decisivo e inestirpabile di coscienza di classe (la coscienza di classe resta il "cuore" dell'identità di un sindacato capace di esprimere, in questa società qui ed ora, opposizione e alternativa).

venerdì 5 maggio 2023

Why Pope Francis Isn’t With the West on Ukraine - The Atlantic

Why Pope Francis Isn’t With the West on Ukraine<!-- --> - The Atlantic

la sinistra italiana e il rifiuto dell’occidente | Fondazione Critica Liberale, dal 1969 la voce del liberalismo

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A Milano cresce il disagio, in difficoltà anche chi lavora. Tra le iniziative di sostegno c'è anche il "Carrello solidale" dei Circoli operai - Il Fatto Quotidiano

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Il decreto "Lavoro" non cambierà il cuneo fiscale in Italia - Lavoce.info

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Fisco, riforma ingiusta - Collettiva

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