sabato 29 luglio 2023

AFFITTI A MILANO: NUOVO ACCORDO SUL CANONE CONCORDATO - GLI STATI GENERALI

AFFITTI A MILANO: NUOVO ACCORDO SUL CANONE CONCORDATO - GLI STATI GENERALI: È stato siglato nella giornata di ieri 27 luglio 2023 l’accordo che stabilisce nuove regole e importi massimi dei contratti di locazione a canone concordato per la città di Milano. La firma del documento arriva dopo un percorso che ha visto coinvolti la Città metropolitana di Milano e i comuni che n

Lucrezia Reichlin: “Adesso Francoforte deve fermarsi.." - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Lucrezia Reichlin: “Adesso Francoforte deve fermarsi.." - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Povero Prodi - Terzogiornale

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Israele nella bufera - Terzogiornale

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Lezione spagnola - Terzogiornale

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How populists stay popular, from Ankara to Budapest

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Governo bocciato in economia - Collettiva

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venerdì 28 luglio 2023

Giorgia Meloni’s Foreign Policy and the Mattei Plan for Africa | IAI Istituto Affari Internazionali

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McDonnell: Left must mobilise to 'save next Labour government from itself' - LabourList | Latest UK Labour Party news, analysis and comment

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Spain Teaches Us That We Can Defeat the Right

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Should Ukraine Negotiate With Russia? | Foreign Affairs

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"UNA LEZIONE IN VIVA VOX…"

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"IL TARLO DEL GOVERNISMO" di Paolo Bagnoli

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Spain avoids the Italian scenario | EUROPP

Spain avoids the Italian scenario | EUROPP

Social democracy resists and the far-right flops in Spain | EUROPP

Social democracy resists and the far-right flops in Spain | EUROPP: Spain's 2023 general election produced vindication for the country's Prime Minister, Pedro Sánchez, and a major defeat for the far-right party Vox.

Scioperi made in Usa - Collettiva

Scioperi made in Usa - Collettiva

Spain, a European election - The Progressive Post

Spain, a European election - The Progressive Post

How Does the War in Ukraine End? | Foreign Affairs

How Does the War in Ukraine End? | Foreign Affairs

mercoledì 26 luglio 2023

Franco Astengo-Felice Besostri, Oggi in Spagna, domani in Europa

OGGI IN SPAGNA DOMANI IN ITALIA Contro le previsioni di molti ed ancor di più degli auspici di altri, insospettabili ma potenti, non solo il PSOE non è stato strabattuto, ma ha anche migliorato rispetto alle ultime elezioni regionali. Con una più alta partecipazione elettorale il PSOE sarebbe stato il primo partito. Il titolo richiama la famosa parola d’ordine “Oggi qui, domani in Italia", pronunciata da Carlo Rosselli a Radio Barcellona, il 13 novembre 1936 , perché se alle europee del 2024 avessimo un risultato analogo della sommatoria di Pd e di tutto ciò che sta alla sua sinistra, pari a quello del solo PSOE (31,70%) potrebbe essere un principio di vittoria, anzi di rivincita nel 2027. La sinistra spagnola, che sembrava messa malissimo, è comunque sempre stata meglio di quella italiana a partire dalle prime elezioni, nel 1994, con il maggioritario del Mattarellum. La partecipazione è stata del 70,18%, quasi 4 punti percentuali in più delle ultime italiane e superiore del 2% delle precedenti del novembre 2019 , ma sempre 5 punti percentuali sotto a quell’aprile 2019. Il PSOE 7.760.970 (31,70%) voti aumenta i seggi che aveva alle precedenti elezioni, ma non è più il primo partito per l’avanzata del PP 8.091.840 (33,05%) voti, che lo supera di 330.870 voti, ma è lontano dalla maggioranza assoluta, non in termini numerici (- 7 seggi) ma politici, anche con VOX, che con una perdita di 623.235 resta il terzo Partito (12,39%) sia pure di poco rispetto a SUMAR (12,31%). Nell'analisi dell'avanzata del PPE va anche tenuto presente la "sparizione" di Ciudadanos: i voti già appartenenti al gruppo centrista -liberale hanno sicuramente rappresentato la maggior riserva di caccia del PP. avendo messo a disposizione 1.650.318 voti ottenuti nel novembre 2019, dove aveva già comunque fatto registrare una forte flessione rispetto alla prima tornata elettorale svoltasi in quello stesso anno. Al di fuori dei 4 partiti nel Congresso dei Deputati, ci sono solo formazioni autonomiste se non indipendentiste, come i catalani di Jxcat-Junts i cui 7 seggi sarebbero giusti giusti quelli necessari per far raggiungere ai 169 di PP 136 più i 33 di Vox la soglia fatidica della maggioranza assoluta. Impossibile perché VOX è esplosa nei consensi elettorali, nel 2016 aveva lo 0,20% e 47.182 voti, come reazione all’indipendentismo catalano e al referendum del 1 ottobre 2017 celebrato nonostante l’annullamento del Tribunale Costituzionale. Un richiamo all’unità dei Partiti spagnoli del PPE non basterebbe, perché il PNV ha solo 6 seggi ed è altrettanto inviso, ricambiato, al centralismo franchista di VOX. Se non si trova una maggioranza di 176 voti si tornerà a votare entro l’anno o al più tardi nel gennaio del 2024 e a quelle elezioni l’unica alternativa è un accordo PP-PSOE in nome dell’Europa. Questo è il trappolone, che si sta preparando per l’alleanza di sinistra a guida socialista. La prospettiva non va abbandonata se vogliamo coltivare una speranza di un cambiamento verso una società più libera, giusta e eguale, che è la ragione per la quale la prima l’Internazionale Operaia e Socialista è nata nella seconda metà del XIX° secolo in questa nostra Europa e che è anche la ragione per continuare nel processo di integrazione europea. Si attribuisce a Slavoj Žižek la battuta che c’è il rischio che finisca prima l’umanità del capitalismo, ma il legame tra il futuro dell’umanità e l’ordinamento economico e sociale esiste, anche se anticapitalismo. internazionalismo e antimilitarismo non sono più tratti essenziali dei partiti di sinistra, come lo erano fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Tuttavia senza idee e programmi per un cambiamento radicale dello sviluppo non si potrà far fronte all’emergenza planetaria mondiale, quindi, al futuro dell’umanità. La scelta della sinistra spagnola di un percorso di unità nella diversità se avrà successo sarà un modello, come invece non è stata Syriza in Grecia, che ottenne l’egemonia ma in competizione con i partiti della sinistra storica socialista (PASOK) e comunista (KKE), il primo ne è uscito distrutto ed è stata colpevolmente non sostenuta nella difficoltà del debito, che sarebbe costato meno all’Europa e al popolo greco, assumerne collettivamente la difesa, piuttosto che sottoporla all’austerità della Troika (Commissione Europea-BCE-FMI). L’alleanza tra il PSOE e le formazioni alla sua sinistra esce più forte, perché più coesa grazie a Yolanda Diaz. La sconfitta di Pablo Iglesias, omonimo del fondatore del PSOE nel 1879, il secondo partito socialdemocratico dopo quello tedesco, ha permesso di superare quello che era l’obiettivo primario di Podemos, il sorpasso (parola d’ordine in italiano) perseguito nelle elezioni anticipate del 2015 (PSOE 5.545.315, 22,00%- Podemos 5.212.711, 20,68%) e 2016 (PSOE 5.443.846, 22,63%- Unidos Podemos 5.087.538, 21,15%). Purtroppo a partire dallo scioglimento della Seconda Internazionale non c’è più un luogo nel quale la sinistra possa discutere, confrontarsi e anche dividersi sulle sue strategie. Gli stessi partiti socialdemocratici, socialisti e laburisti, che avevano ricostruito un’Internazionale Socialista nel 1951 a Francoforte in piena Guerra Fredda, non hanno più un’organizzazione unitaria, quella che a partire dal Congresso di Ginevra del 1976 era stata protagonista della distensione, della lotta al colonialismo e all’apartheid sud-africano e al riequilibrio dei rapporti Nord Sud, con Willi Brandt e Olof-Palme, come del primo dialogo israeliano-palestinese. Per quanto riguarda l’Italia ne faceva parte tutta la sinistra storica dal PSI al PDS, poi DS. Sotto l’impulso di Third Way britanniche e Neue Mitte tedesche e la formazione del PD e una fascinazione di Bill Clinton l’Internazionale Socialista venne abbandonata da tedeschi, socialdemocratici scandinavi, austriaci (il PD uscì persino dal PSE finché non divento anche democratico progressista), con la conseguente crisi politica, organizzativa e finanziaria. Ora il nuovo Presidente è lo stesso Sanchez protagonista della rinascita del PSOE. In generale l’internazionalismo non è più pratica della sinistra nelle sue varie incarnazioni, sostituita dal suo surrogato l’europeismo generico, che al massimo può essere compassionevole verso i poveri e difensore delle minoranze di genere, discriminate anche in paesi sviluppati o teocratici. L’assenza di una visione internazionale, che non può prescindere dallo sviluppo e la riduzione delle diseguaglianze, la maggioranza dell’umanità non ha l’accesso a beni primari quali l’acqua potabile, le cure sanitarie di base e l’istruzione elementare, sta sviluppando in luogo della solidarietà planetaria cooperativa la sindrome della fortezza assediata in Europa e nei suoi singoli Stati. In luogo di un’Europa soggetto attivo per un mondo multipolare e solidale si sta rafforzando anche a causa del regime autocratico putiniano russo un europeismo-nordatlantico. Non ci sono le condizioni per una politica di difesa e sicurezza della UE, finché vige l’art. 42 TUE, che può essere modificato solo all’unanimità, ma una posizione paritaria effettiva nella NATO è una decisione politica, che può essere almeno chiesta. I paesi che dettavano la politica europea quando l’Europa era di 15 membri erano 4, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, i primi due anche membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e potenze nucleari. L’asse franco-tedesco è stato un fattore costante di stabilità di indirizzo. Con lo sconsiderato allargamento a Est voluto dalla Commissione presieduta da Prodi, sotto la spinta di interessi economici e geostrategici, non si può più ignorare il peso complessivo degli Stati già membri del COMECON e del Patto di Varsavia, raggruppati nel Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) e i Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) più 70 milioni di abitanti, già vittime del condizionamento dell’ex U.R.S.S. Purtroppo la SPD non esprime più una leadership europea come quella Brandt o di Schmidt, i partiti del Semaforo sono tutti superati nei sondaggi da AfD e la Francia con il passaggio dalla guida socialista a quella macronista non può ispirare politiche di sinistra. La Svezia è passata ad una guida di destra nazionalista. Il PD finora non è stato in grado di rappresentare le migliori tradizioni del PCI e del PSI storici quando erano stabilmente il secondo e il terzo partito e i suoi leader erano autorevoli a livello internazionale. Affrontiamo le elezioni europee con una legge del 1979 di cui non si vogliono affrontare i nodi di contrarietà al Trattato di Lisbona in punti qualificanti, limitandosi a piatire una riduzione della soglia dal 4% al 3% o per mettere in sicurezza Italia Viva al 2%. Insieme PD e M5S hanno poco più del solo PSOE e non hanno una visione comune delle politiche europee. Tuttavia i segnali della Spagna sono positivi e le elezioni europee del 2024 saranno precedute da test molto importanti come quello olandese e quello polacco ma sono anche anticipate rispetto a quelle federali tedesche del 2025 e alle legislative e presidenziali francesi del 2027, che precederanno nello stesso anno quelle italiane, sempre che non siano entrambe anticipate. Pertanto saranno quelle europee ad indicare le tendenze per i successivi appuntamenti. Se al PSOE non riesce sulla base di un suo progetto federale a superare il separatismo e l’indipendentismo e a raccogliere tutti i gruppi regionalisti non subendo i condizionamenti di far governare il PP con una sua astensione saranno anche le nuove elezioni spagnole ad anticipare quelle europee. Una ragione in più per concludere “Oggi in SPAGNA, domani in EUROPA” 26 luglio 2023 Franco Astengo Felice Besostri Chi lo condivide lo può sottoscrivere e diffondere al proprio indirizzario con lo stesso invito. Le prime adesioni che intervenissero entro le 18 saranno diffuse dagli autori con i loro invii successivi

The end of globalisation - New Statesman

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Sveglia Milano - Il Migliorista

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Fermare la Guerra e costruire la Pace Roma - Contributo di Roberto Biscardini Venerdì 21 luglio 2023 - incontro promosso da Critica Sociale - Il Socialista

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ESSERE SOCIALISTI VUOL DIRE RIDIVENTARLO di Alberto Benzoni del 20 luglio 2023 - Il Socialista

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Ucraina: la storia ci dice come e perché la soluzione non può essere che una tregua - Strisciarossa

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martedì 25 luglio 2023

La lezione spagnola per i progressisti italiani. Da poveri e disoccupati il voto forte a sinistra. Partiti Ztl? No, stesse preferenze in città e periferie - Il Fatto Quotidiano

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Aspettando Godot: il dopo-elezioni in Spagna - Lavoce.info

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La rivista il Mulino: Politica e Pnrr

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Spagna, il vero vincitore è Sanchez ma troppe incognite rendono incerta la sua sfida - Strisciarossa

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La rivista il Mulino: La sorpresa del voto spagnolo

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lunedì 24 luglio 2023

Spain’s Left Is Fighting Back Against the Rise of the Far Right

Spain’s Left Is Fighting Back Against the Rise of the Far Right

Franco Astengo: Spagna

ARRIBA ESPANA di Franco Astengo Nelle elezioni spagnole del 23 luglio le dichiarazioni di maternità, cristianità, nazionalità non hanno portato fortuna all'estrema destra di Vox, già indicata dai sondaggi come il futuro partner di governo di una coalizione con il PP. Vox è scesa da 3.656.979 voti ottenuti nel 2019 ai 3.033.744 del 2023 cedendo 19 seggi e fermando la propria rappresentanza al Congreso a 33 deputati. E' questo il dato di sicuro maggior rilievo della competizione elettorale del 23 luglio, al di là della prospettiva di governo che si presenta quanto mai complessa con l'evidente rischio di un ritorno alle urne. Almeno dal nostro punto di vista rispetto alle previsioni della vigilia il risultato spagnolo è sicuramente migliore anche di quanto in queste ore non stiano facendo rilevare dagli analisti. E’ il caso allora di verificare che cosa è capitato in quest’occasione analizzando specificatamente la particolarità spagnola della formula elettorale: il meccanismo di traduzione dei voti in seggi. Sotto quest’aspetto la formula elettorale spagnola presenta caratteristiche molto particolari: il “Congreso” (erede delle antiche Cortes) viene eletto, infatti, attraverso collegi di diversa (e in gran parte ridotta) dimensione. All’interno del collegio i seggi in palio sono attribuiti con il metodo d’Hondt, dei quozienti successivi, senza utilizzo dei resti e senza riporto a un collegio unico nazionale. In questo modo oltre a favorire i partiti più grandi risultano privilegiate le concentrazioni locali. Il dato più interessante da esaminare diventa allora quello del “costo” di ogni seggio per ciascun partito, comparando questo elemento con quanto accaduto nelle elezioni precedenti per comprendere meglio la “localizzazione” o l’eventuale (per i grandi partiti) estensione o riduzione nel “peso nazionale” del voto. E’ evidente che un’analisi ancor più approfondita in questo senso dovrà essere svolta nei prossimi giorni esaminando i dati collegio per collegio: adesso, però, a poche ore di distanza dall’esito del voto ci si dovrà accontentare di una valutazione di carattere generale. Prima di tutto dovrà essere fatto rilevare un ulteriore aumento nella partecipazione al voto: la presenza alla urne è salita da 24.041.001(2019) a 24.743.612 elettrici ed elettori con un incremento di oltre 700.000 presenze alle urne (le/gli aventi diritto erano 35.606.532 esclusi gli iscritti all'estero). Come primo dato registriamo il cambio nel ruolo di partito di maggioranza relativa tra il PP e il PSOE. Il PP "sorpassa" il PSOE con 8.091. 840 voti : nel 2019 5.047.040. Un incremento di oltre 3 milioni di voti che va però analizzato tenendo presente la "sparizione" di Ciudadanos: i voti già appartenenti al gruppo centrista -liberale hanno sicuramente rappresentato la maggior riserva di caccia del PP. avendo messo a disposizione 1.650.318 voti ottenuti nel 2019; se sommiamo questi voti ai 623.235 perduti da Vox otteniamo un totale di 2.273.553 voti la maggior parte dei quali presumibilmente andati al PP che ha -complessivamente - aumentato il proprio bottino di 3.044.800 voti. Il netto tra sparizione di Ciudadanos e perdite di Vox per il PP diventa di 771.247 voti : una crescita inferiore a quella ottenuta dal PSOE. In sostanza lo spostamento a destra dell'elettorato spagnolo è risultato alla fine abbastanza contenuto. Proseguendo nell'analisi della formula elettorale spagnola si segnala come il "prezzo" unitario dei seggi per il PP sia stato di 59.498 voti per deputato. IL PSOE ha ottenuto 7.760.970 voti con un incremento di 968.122 voti ( i socialisti hanno avuto la maggioranza relativa a Girona, Barcellona con il 35,74% e 18 seggi, Tarragona, Huesca, Navarra, Araba, Burgos, Siviglia, Badajoz e Caceres). Per ogni deputato il PSOE ha dovuto ottenere 63.614 voti. Esaminiamo il comportamento di SUMAR che ha raccolto l'eredità a sinistra dopo le difficoltà e le divisioni di Podemos. Nel 2019 Podemos alleata con Izquerda Unida ebbe 3.118.191 voti e 35 deputati: passata sotto le forche caudine del governo SUMAR esce dalle elezioni 2023 con 3.014.006 voti e 31 deputati, una flessione di 104.185 suffragi e 4 deputati. Un risultato che deve essere considerato come positivo nei numeri e nella prospettiva politica unitaria a sinistra. Per ogni deputato ci sono voluti 97.226 voti ( 1 deputato a Girona, 1 a Coruna, 1 Alicante, 1 Asturie, 5 Barcellona, 1 Cadice, 1 Cordoba, 1 Granada, 1 Baleari, 1 Las Palmas, 6 Madrid, 1 Malaga, 1 Murcia, 1 Pontevedra,1 Tarragona,2 Siviglia, 3 Valencia, 1 Vyzcaia, 1 Saragozza). Esaminiamo allora il comportamento delle principali liste rappresentative delle nazionalità. L’Esquerra Repubblicana di Catalogna ha perso 6 seggi scendendo da 13 a 7 con 462.883 voti (874.859 nel 2019: in pratica un dimezzamento: con circa 300.000 voti persi a Barcellona, più o meno l'incremento avuto nella regione dal PSOE). 66.126 voti per ogni deputato (se si guarda ai dati di SUMAR - 97.226 voti a deputato - risalta immediatamente la distorsione provocata dalla formula elettorale spagnola sull'attribuzione degli "scagno"). Jxcat Junts, partito catalano indipendentista, ha perso un solo deputato scendendo da 8 a 7 con 392.634 voti (2019: 530.225). Voti per deputato: 56.090: 3 eletti a Barcellona, 2 a Girona, 1 a Lleida, 1 a Tarragona. I due partiti baschi il PNV e Bildu si scambiano un seggio: Bildu sale da 5 a 6 (333.662 voti) e il PNV scende 6 a 5 (275.582). In sostanza i due partiti baschi assommano 11 seggi per 609.244 voti, con una flessione rispetto al 2019 quando ebbero 807.846 voti ( 55.385 voti a seggio ottenuti in sole 4 province: Alava, Guizpucoa, Vizcaya e Navarra). Hanno ottenuto seggi anche il Blocco Nazionale Gallego (1 seggio 152.327 voti) la Coalicion Canaria ( 1 seggio 114.718 voti, perdendo 10.000 voti e 1 seggio rispetto al 2019), l'unione del Popolo Navarro (1 seggio 51.674 voti). Perde i 2 seggi la CUP catalana scendendo da 246.971 voti a 98.794 nel 2023 (determinante la flessione a Barcellona da 179.041 voti a 66.656 nel 2023). Perdono il seggio le rappresentanza di Cantabria e Turuel. Si è così esaminato in modo molto sommario l’esito delle elezioni spagnole per quel che riguarda i principali partiti sottolineando, com’era nello scopo di questo lavoro, il tipo di distorsione che la formula elettorale realizza oggettivamente nella sua capacità di tradurre i voti in seggi. Ne esce un sistema politico abbastanza frammentato soprattutto sul versante della faglia localistica pur apparendo i partiti che la rappresentano in sostanziale stallo con una accentuazione del carattere nazionale della competizione. Ed è questo un dato su cui riflettere quando si esaminano le formule elettorali nei diversi Paesi, seguendo le particolari conformazioni geografiche, etniche, sociali e politiche. Nel "caso spagnolo" comunque nelle 24 ore seguenti il voto la sottolineatura non può che essere rivolta allo stop subito dell'estrema destra: una indicazione per le prossime elezioni europee e per la vicenda italiana, nella quale - rispetto alla Spagna - rimane da discutere il tema unitario (e sempre in riferimento alle prossime europee) la necessità di sviluppare una campagna elettorale in forma e dimensione tali da mettere in discussione il conseguimento della maggioranza relativa.

Taking inequality seriously—and tackling it seriously

Taking inequality seriously—and tackling it seriously

sabato 22 luglio 2023

Keir Starmer’s democratic dilemma - New Statesman

Keir Starmer’s democratic dilemma - New Statesman

Why Pluralist Socialism? | Renewal

Why Pluralist Socialism? | Renewal: Political sociologist Luke Martell asks: What can attempts to build alternative societies -- both within and beyond capitalism -- teach us about the challenges we face today?

Se il precariato impoverisce il lavoro - Collettiva

Se il precariato impoverisce il lavoro - Collettiva: Audizione Istat in Commissione Lavoro della Camera: a beneficiare del salario minimo fissato ad almeno nove euro sarebbero quasi tre milioni di dipendenti

sabato 15 luglio 2023

Wagnerization: How Putin Degraded the Russian State - Lefteast

Wagnerization: How Putin Degraded the Russian State - Lefteast: Founded in 2014 as a private military company owned by the Russian businessman and Putin confidante Yevgeny Prigozhin, the Wagner Group first saw action in Donbas, where it helped separatist forces against the Ukrainian army. Subsequently, it had been deployed in Syria, Libya, and a number of other African countries, usually offering Russia a plausible […]

Making Sense of the Turkish Elections through a Marxist Lens: an Interview with Cihan Tuğal - Lefteast

Making Sense of the Turkish Elections through a Marxist Lens: an Interview with Cihan Tuğal - Lefteast: LeftEast is grateful to Eylem Taylan and H. Deniz Sert who conducted this interview and to its subject, Cihan Tuğal for letting us translate the original Turkish text that they published at İlerihaber.org. The May 14 and 28 elections in Turkey resulted in the continuation of the Erdoğan regime even though almost half of the […]

mercoledì 12 luglio 2023

Sull’idea di “guerra giusta” per il conflitto in Ucraina | Geopolitica, ATLANTE | Treccani, il portale del sapere

Sull’idea di “guerra giusta” per il conflitto in Ucraina | Geopolitica, ATLANTE | Treccani, il portale del sapere

The new heart of Europe - New Statesman

The new heart of Europe - New Statesman

Franco Astengo: Voto europeo

VOTO EUROPEO di Franco Astengo In previsione della necessità di organizzare momenti di approfondimento attorno ai diversi temi proposti dal voto europeo 2024 mi permetto di sintetizzare in alcuni punti-chiave un possibile elenco di questioni che dovranno essere affrontate: 1) Mutamento di senso dell'elezione di rappresentanti dei diversi paesi (nello specifico la dizione originaria a partire dal 1979 è quella di "Rappresentanti dell'Italia al Parlamento Europeo") in una fase di transizione come quella che stiamo attraversando dominata dal tema della coincidenza NATO/UE e dal rapporto tra Governi e Commissione sul PNRR. Tutto questo all'interno di un quadro generale caratterizzato dalla crisi della globalizzazione , dal rallentamento del processo di cessione di sovranità dello "Stato - Nazione", dell'emergere di rinnovati nazionalismi con la guerra presente nel teatro europeo; 2) Incidenza del parlamento europeo nella formazione della complessiva "governance" dell' Unione. A questo proposito mi concentro su di un solo aspetto: Il Parlamento europeo elegge il Presidente della Commissione. Dopo le elezioni, uno dei primi compiti del nuovo Parlamento è quello di eleggere il Presidente della Commissione l'organo esecutivo dell'UE. Gli Stati membri designano un candidato, tenendo però conto dei risultati delle elezioni europee. Il Parlamento deve poi eleggere il nuovo Presidente della Commissione a maggioranza assoluta (la metà dei deputati più uno). Se il candidato non ottiene la maggioranza necessaria, gli Stati membri hanno un mese di tempo per proporne un altro (il Consiglio europeo delibera a maggioranza qualificata). In occasione delle elezioni del 2014 il Parlamento ha introdotto il sistema dei candidati capilista: ciascun partito politico europeo presenta un candidato alla carica di Presidente della Commissione e il partito che ottiene il maggior numero di voti può proporre il candidato del Parlamento per tale carica. 3) Dal punto 2 deriva essenzialmente il dibattito in corso sulla formazione di una nuova maggioranza a Strasburgo e sulla "formula Ursula" che presiedette all'elezione di Ursula Von dee Layen (avvenuta con il voto del M5S a sostegno dell'alleanza PPE-Socialisti & Democratici). Appare evidente che saranno i risultati elettorali a determinare il quadro di alleanze: nel concreto non esistono possibilità di prefigurare convergenze che soltanto possibilità numeriche potranno concretizzare vista la conformazione dei gruppi nel nuovo Europarlamento; 4) Risiede nel punto relativo all'elezione del Presidente della Commissione il valore effettivamente sovranazionale del voto espresso nazionalmente (salvo gli inevitabili riflessi sul quadro politico nazionale) perchè sarà soltanto l'esito del voto che ci fornirà l'indicazione per la costruzione delle alleanze: i fondamentali della politica europea, infatti, ci indicano un quadro diverso da quello presentato nel sistema politico italiano da un sistema che esige alleanze preventive e punisce chi non riesce a realizzarle; 5) Questo quadro ci indica come uno spunto di discussione da svolgere sarà quello riguardante la presentazione in campagna elettorale, di una proposta di diversità di compiti del Parlamento Europeo sui gangli decisivi della politica comunitaria (economica, militare, estera, ambientale) e sul rilancio di una ipotesi di costituzionalizzazione dell'UE dopo il fallimento degli anni 2003-2007. Ipotesi da presentare intendendola posta almeno sul piano della formazione di una dialettica intesa come bilanciamento della ferocia sovranista e militarista che contrassegnerà i prossimi mesi di scontro politico. Si tratterà così di indicare ancora con grande precisione l'assoluta proiezione sovranazionale del valore del voto. 6) La qualità della rappresentanza istituzionale che, a sinistra, si intenderà realizzare risulterà assolutamente collegata alla capacità delle diverse forze politiche di esprimere una effettiva rappresentatività dell'intreccio tra le grandi contraddizioni della modernità e della post - modernità, inclusa quella riguardante la crisi della democrazia liberale. Anche l'opzione pacifista avrà bisogno di essere inclusa in un progetto complessivo e non presentata semplicemente come una (pur sacrosanta) esigenzialità immediata.

Calderoli tira dritto sull'autonomia differenziata ma intorno c'è un fuoco di fila di voci contrarie - Il Fatto Quotidiano

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L'avvertimento dell'Ocse: "I salari reali italiani calano in maniera forte. Salario minimo e rinnovo dei contratti per fermare la caduta" - Il Fatto Quotidiano

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Escalation. Il crinale del vertice Nato di Vilnius • Diritti Globali

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ytali. - Voto spagnolo, sfida europea

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giovedì 6 luglio 2023

Crisi della globalizzazione e scelte di politica economica

Crisi della globalizzazione e scelte di politica economica: di Riccardo Barbero La globalizzazione è difficilmente compatibile con l’autodeterminazione nazionale e la democrazia ma anche la sua crisi non promette nulla di buono. Le spinte protezioniste della politica americana stanno infatti producendo crescenti conflitti e anche le conseguenze sull’Europa potrebbero essere devastanti.

martedì 4 luglio 2023

Il salario minimo legale apre la battaglia politica per la dignità del lavoro - Strisciarossa

Il salario minimo legale apre la battaglia politica per la dignità del lavoro - Strisciarossa

Franco Astengo: Non li stiamo vedendo arrivare

NON LI STIAMO VEDENDO ARRIVARE di Franco Astengo Il tema dell'egemonia culturale rivendicata dalla destra sta assumendo una forma politica determinata dal governo Meloni che sta realizzando un forte impatto sull'insieme degli equilibri culturali, politici e sociali: si tratta di una determinazione fortemente identitaria, divisiva nella società secondo il criterio della strutturalità delle disuguaglianze, della promozione del darwinismo sociale, del corporativismo. Si stanno creando gli arroccamenti per le parti privilegiate : fortezze dalle mura costruite attraverso l'utilizzo dei mezzi di comunicazione. Si sta sviluppando una "narrazione" di rottura rispetto ai precedenti tentativi di annacquare le identità storiche dell' uguaglianza , della solidarietà, dell'intreccio tra le diversità culturali. Dovremmo essere capici di aprire una riflessione riguardante, prima di tutto, il passaggio nel sistema liberale da concezione leaderistica a concezione autoritaria Dal sistema liberale dell'alternanza si è passati a quello della governabilità comunque (con la formula elettorale maggioritaria che ha ucciso la partecipazione politica) e dalla "governabilità" alla democrazia "governante" incentrata sulla personalizzazione. La vera crisi della democrazia liberale è quella dell'essersi ormai tramutata in "democrazia recitativa" . Su questo punto la destra ha trovato l'acqua per far nuotare i suoi pesci. La risposta non può che essere simmetricamente identitaria in una fase in cui è difficile rintracciare sfumature . Si riduce sempre di più lo spazio per la ricerca di equilibri terzaforzisti alimentati da ambizioni da "autonomia del politico". Rimane ineludibile il nesso tra la costruzione politica con la condizione sociale. La condizione sociale rimane colpita prima di tutto dalla filosofia dell'inuguaglianza intesa come fattore propulsivo dell'egemonia anti-democratica.

L'Italia e il Mes, una storia infinita - Lavoce.info

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Salario minimo, perché serve una legge - Collettiva

Salario minimo, perché serve una legge - Collettiva

lunedì 3 luglio 2023

Il premierato made in Italy: prospettive e problemi

Il premierato made in Italy: prospettive e problemi: di Fabio Longo La “riforma presidenziale”, parola d’ordine della destra in campagna elettorale, sembra oggi sostituita da un altrettanto pericoloso “premierato forte”. Eppure, per realizzare una maggior stabilità di governo – se questo è l’obiettivo – basterebbe intervenire in modo equilibrato su alcuni meccanismi, come il rafforzamento delle prerogative del presidente del Consiglio e l’introduzione della “sfiducia costruttiva”.

Is there any hope for the Labour left? - New Statesman

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Francia, le radici della rivolta sono in uno Stato, e in un presidente, sempre più distanti - Strisciarossa

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LA GUERRA PRESENTA IL CONTO - nuovAtlantide.org

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L’abolizione del reddito minimo in Italia nell’orizzonte europeo*, Gaetano Proto | Menabò di Etica ed Economia

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Greed? No, thank you , Maurizio Franzini | Menabò di Etica ed Economia

Greed? No, thank you , Maurizio Franzini | Menabò di Etica ed Economia: Di Maurizio Franzini (1 Luglio 2023). Maurizio Franzini riflette sul tema dell’avidità e dei suoi effetti, partendo dalla notissima affermazione ‘greed is good’. Franzini, richiamando anche alcuni studi recenti, considera la possibilità che l’avidità sia ‘brutta e cattiva’ (bad and ugly) e, dopo aver cercato di darne una definizione analitica, enuncia alcune conclusioni (provvisorie) tra cui quella che nel contesto istituzionale contemporaneo e date le caratteristiche di molte transazioni, l’avidità è facilmente ‘brutta e cattiva’.

Attuare i diritti sociali: l’offerta pubblica non è un “optional”, Elena Granaglia | Menabò di Etica ed Economia

Attuare i diritti sociali: l’offerta pubblica non è un “optional”, Elena Granaglia | Menabò di Etica ed Economia

Dietro gli scontri in Francia l'ombra lunga dell'indifferenza - Collettiva

Dietro gli scontri in Francia l'ombra lunga dell'indifferenza - Collettiva

sabato 1 luglio 2023

Un libro sul socialismo di mercato in Asia - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Un libro sul socialismo di mercato in Asia - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: Socialist economic development in the XXI century” è il titolo del volume di Alberto Gabriele e Elias Jabbour che riesamina i nodi delle economie socialiste e analizza i casi di Cina, Vietnam e Laos come esperienze di “socialismo di mercato”.

Come gli algoritmi trasformano il mondo del lavoro - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

Come gli algoritmi trasformano il mondo del lavoro - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro

The Triumph of Greece’s Authoritarian Right Is the Future the European Union Wants

The Triumph of Greece’s Authoritarian Right Is the Future the European Union Wants: Greek premier Kyriakos Mitsotakis is cut from the same cloth as Hungary’s Viktor Orbán, attacking press freedom and brutalizing refugees. The EU’s leading actors have backed Mitsotakis to the hilt, and his political dominance was forged in Berlin and Brussels.

Tutte le affermazioni dell’estrema destra - Terzogiornale

Tutte le affermazioni dell’estrema destra - Terzogiornale

Putin alle strette - Terzogiornale

Putin alle strette - Terzogiornale