Dal sito di SD
Moratoria che passione
di Carlo Flamigni
Mar, 21/07/2009 - 08:06
“Che nessuna donna debba mai più essere costretta ad abortire” è una invocazione che dovrebbe riempire il cuore di tutti, uomini e donne, di sentimenti di speranza. Nessuno dovrebbe essere costretto, mai, in nessuna circostanza, a fare cose che gli ripugnano, soprattutto quando queste scelte sono mascherate da finte libertà, e questo dovrebbe valere soprattutto per gli atti particolarmente dolorosi, che feriscono brutalmente la nostra coscienza, che ci impongono sofferenza e lacrime, sapete di cosa sto parlando. Ma una moratoria sull’aborto non dovrebbe essere poi così difficile da mettere in atto, chissà perché nessuno ci ha mai pensato prima (o chissà perché, se qualcuno ci ha pensato, nessuno gli ha dato retta, che il diavolo esista veramente?). Proviamo a vedere insieme cosa ci vuole per sospendere in tutta serenità e per un periodo significativo (vanno bene 20 anni?) ogni attività criminosa di interruzione delle gravidanze.
Dunque, basta poter contare su una società giusta, nella quale nessuno deve essere costretto a contare il numero di bocche che la sua tavola gli può permettere di sfamare, e perciò una società che conceda a tutti, senza differenza di genere, dignità e rispetto, e perciò lavoro, assistenza, compassione, asili e scuole gratuiti, penso che possiate continuare da soli. Che ci vuole? Ma lasciatemi continuare, per fortuna non mi sembra che ci siano particolari difficoltà, il tempo di finire l’elenco…
Naturalmente ci vuole una società nella quale le madri sappiano insegnare ai figli maschi il rispetto per le loro compagne di scuola, che non conosca – proprio non conosca – parole odiose come violenza carnale e stupro; che insegni ai più giovani (ai bambini?) i misteri della sessualità, tra l’altro si tratta di un bellissimo gioco, tra l’altro (il sesso è un’insalata di frutta, dentro ci sono tante cose, fare figli, divertirsi, farsi le coccole, ma anche rispettarsi, ma, attenti….). Una società che si apra alla libertà sessuale, ma sappia anche insegnare ai suoi figli più giovani che esistono responsabilità, cose nelle quali bisogna saper cimentare la propria coscienza…. Una società che impegni i propri studiosi nella ricerca di mezzi anticoncezionali semplici, sicuri, privi di effetti collaterali, e punisca con ammende e rimproveri ufficiali coloro che affermano che i preservativi fanno male alla salute. Una società libera, laica, democratica, colta e saggia. Che ci vuole?
Poche cose ancora, l’elenco è altrettanto breve quanto facile da ricordare. Ci vuole, questo sì, una società che non costringa le ragazze a mostrarsi in mutande se vogliono apparire in TV, che non le illuda inventandosi destini gloriosi (“e più le mutande sono piccole, più elevato sarà il tuo successo sociale”), che non le chiami a raccolta nelle ville dei potenti sporcaccioni per “indirizzarle alla vita politica”, che elimini dal suo dizionario parole come “veline” e “escort” che nel dizionario dei sinonimi hanno significati sgradevoli, che apra i suoi ospedali psichiatrici ai violatori della dignità femminile. Tutto qui.
Ho avuto una visione, mentre scrivevo queste righe, mi è sembrato di vedere Carlo Marx (no, non uno dei fratelli, proprio lui, il comunista) che sogghignava divertito, forse la storia della moratoria non l’ha capita. Ma è una proposta che viene da un filosofo, non può essere una stupidaggine. Da un filosofo insigne, notissimo, che insegna nella famosa Libera Università degli Studi San Pio V. Università cattolica, naturalmente, le migliori.
Adoro i filosofi.
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