sabato 4 luglio 2009

Franco D'Alfonso: Sinistra, di sconfitta in sconfitta verso la vittoria

Da L'arcipelago

SINISTRA: DI SCONFITTA IN SCONFITTA VERSO LA VITTORIA
29-6-2009 by Franco D Alfonso
I commenti postelettorali sono fatti per depistare e sconcertare il povero lettore-ascoltatore, ma quelli provenienti dal Partito (non ancora arrivato) Democratico in quest’occasione hanno toccato vertici assoluti. Passi per quelli di Franceschini, per il quale era prevedibile che avrebbe utilizzato l’argomento del “siamo andati molto meglio del previsto”, anche se forse vedere nella sparizione di sette milioni di voti rispetto al disastro di Veltroni dello scorso anno un segno positivo del destino è un filo troppo anche per il “vicedisastro”; ma le affermazioni di Penati e di Barbara Pollastrini da Milano e sobborghi hanno proposto una visuale che nemmeno la doppia esposizione sul passato glorioso e un presente penoso ha aiutato il vostro Giano Bifronte a sentirsi a proprio agio e capire.


L’indimenticata Barbarella, che diede una volenterosa mano a demolire i miglioristi del Pci al prezzo di qualche modica ammaccatura tangentopolara, ha annunciato a urna calda nientedimeno che il “crepuscolo di Berlusconi ” mentre Filippo Penati, molto più sul “pezzo” in virtù della campagna elettorale condotta quasi in solitario sforzo, ha invece sottolineato come a Milano sia ” in campo una sinistra riformista” che ha dimostrato di poter vincere, grazie alla “rimonta” di 10 punti tra il primo e il secondo turno. Insomma, saremmo in una situazione come quella più volte descritta da persone che sono state in coma profondo e ne sono uscite: hanno di fronte per un tempo indefinito un puntino luminoso lontano, come il fondo di un tunnel buio, che improvvisamente si muove e viene incontro, portando al risveglio ed al ritorno alla vita. Il puntino luminoso è la capacità di essere moderni e riformisti che, dopo tanto tempo, viene incontro a noi poveri orfani di una sinistra che abbiamo conosciuto e che non c’è più, che si manifesterebbe ora con il volto barbuto e sorridente dell’ex presidente della Provincia.


Appunto, ex: significa che le elezioni le ha perse, non le ha vinte. Come invece, al Nord, non le hanno perse gli uscenti della provincia di Torino, Saitta, e del comune di Padova, Zanonato: Penati si sarà battuto bene, meglio degli altri uscenti lombardi spazzati via al primo turno, ma in prima battuta (l’unica che politicamente “conta”) ha preso un distaccone di 150 mila voti e non ha perso subito per meno di 40 mila voti su oltre 1,6 milioni. Saitta e Zanonato erano davanti sin dal primo turno e comunque dimostrano che ” si può dare di più” anche nel Profondo Nord .


E il miracoloso “quasi gol” del secondo turno è stato effetto della politica riformista “messa in campo”? Mah, a me pare più effetto della corsa del gambero delle astensioni aggiunte, visto che Podestà ha avuto 249 mila voti in meno, mentre Penati è andato indietro di 95 mila: anche il “sorpasso” a Milano città è il risultato di un – 66 mila per Podestà e di un –27 mila per Penati. Dove sarebbero gli elettori affascinati dall’innovazione e dalla politica “messa in campo”? Dove sono finiti quel 6-8% di elettori “laici” e presumibilmente di sinistra che hanno votato per SeL e per i Radicali alle europee e non si sono sommati ai voti, già in discesa, del Pd alle provinciali ?


Insomma, più che il riformismo in campo, si è sentito l’effetto del centrismo in campagna. Trasformare un’onorevole sconfitta nell’alba di un giorno nuovo serve solo a perpetuare le illusioni, così come sarebbe pensare di aver trovato in Penati l’homo novus della sinistra di Milano e del Nord, a dispetto del suo allineamento completo e costante al Segretario in carica indipendentemente dalla sua politica, dai tempi del Pci ad oggi.


” Di sconfitta in sconfitta verso la vittoria” non è la terapia vincente, siamo ancora alla ricerca dell’equipe medica in grado di applicarne una nuova e innovativa. Il puntino luminoso è ancora lì in fondo, immobile.




Franco D’Alfonso

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