sabato 14 marzo 2009

Andrea Scarchilli: Il welfare di facciata

Da Aprile

Il welfare di facciata
Andrea Scarchilli , 13 marzo 2009, 17:18

Il governo annuncia un'altra puntata del piano anti - crisi. Stavolta finiscono sul piatto cento milioni di euro per le indennità agli atipici monocommittenti. Se hanno perso il posto potranno, soddisfando certi requisiti, riscuotere il venti per cento dell'ultimo stipendio annuale. La Cgil: "Ne avrà diritto solo il dieci per cento della platea". C'è poi la possibilità per chi già percepisce l'assegno di disoccupazione di integrare il reddito con altri lavori. Sacconi si appella ai giovani: "Mettetevi in gioco"



Proprio il giorno successivo al rifiuto parlamentare della proposta del Partito democratico di riconoscere a tutti i disoccupati un assegno pari al sessanta per cento dell'ultima retribuzione, il Consiglio dei ministri ha annunciato un mini piano a sostegno del lavoro, che i dati riconoscono ormai come vittima principale di questa crisi economica. Ne sono testimonianza l'aumento delle richieste, del 46 per cento, delle indennità di disoccupazione e le impennate continue, l'ultima di oltre il 500 per cento su base annuale, del ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese.

Al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi è toccato di spiegare le contromisure dell'esecutivo. Poche risorse, e questo si sapeva. Spicca il raddoppio - rispetto all'ultimo provvedimento che stanziava risorse per gli ammortizzatori sociali - dei fondi a disposizione di una parte dei precari, i co.co.pro. con un solo committente. Se hanno perso il posto, avranno il diritto di percepire un'indennità pari non più al dieci, ma al venti per cento dell'ultima retribuzione annuale in una forchetta, ha spiegato Sacconi, "che va da 1000 a 2600 euro circa". I finanziamenti (cento milioni di euro aggiunti ai medesimi stanziati in precedenza) sono stati messi assieme raschiando dal bilancio del ministero del Welfare. Sacconi ha spiegato: ""Per ora i fondi stanziati sono soltanto per il 2009. Rinunceremo a qualche ricerca". L'intenzione è ripetere la procedura nel 2010.

Di "ciccia" c'è solo questo, il resto della manovra è l'annuncio di una serie di semplificazioni burocratiche. C'è lo snellimento delle procedure per la concessione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali. "Prima erano necessari dai 120 ai 140 giorni, noi miriamo ad arrivare ad erogarli in 20 - 30 giorni", ha detto Sacconi. Sono state inoltre estese le possibilità di ricorso ai voucher, cioè i buoni lavoro, per ampliare le forme di lavoro regolare. E, visto che il governo non scuce per gli assegni di disoccupazione, ha deciso di dare la possibilità a chi li incassa già di arrangiarsi meglio: per i lavoratori che percepiranno l'indennità di disoccupazione è data la possibilità di integrare il reddito con altri lavori per un massimo di 3000 euro, da calcolare nella parte restante dell'anno in corso.

Infine alle regioni saranno anticipati 151 milioni messi a disposizione presso l'Inps "come conto aperto su cui le singole regioni in base a un primo riparto possono attingere" e "presto potremo ripartire altre risorse" ha aggiunto Sacconi. Le misure saranno introdotte, come già trapelato, sotto forma di emendamenti al decreto salva auto. Il ministro ha rivolto un appello ai giovani: "In questa stagione è bene accettare, non dico qualsiasi lavoro, ma anche lavori non coerenti con gli studi fatti o con le aspettative. Nel dopo crisi conterà nel curriculum il fatto di essersi messi in gioco". Sacconi ha poi tracciato un quadro delle ripercussioni della crisi finanziaria sull'occupazione. I dati relativi al mercato del lavoro che saranno forniti dall'Istat nei prossimi giorni mostreranno che "molto probabilmente il tasso di occupazione si attesterà intorno al 59 per cento" ha detto il ministro, e il numero di occupati stabilmente sarà di "circa 23 milioni".

Sacconi ha anche ribadito la linea di cui si è fatto interprete all'interno del governo sulla riforma delle pensioni: "L'obiettivo rimane allungare la vita lavorativa ma non nel mezzo di una grande crisi sociale come questa". Poco dopo è arrivato l'annuncio del collega alle Politiche comunitarie Andrea Ronchi: a breve sarà a Bruxelles con Sacconi e il titolare della Funzione pubblica Renato Brunetta per discutere del dossier previdenza, limitato al settore del pubblico impiego. Su questo versante l'Unione europea sollecita da tempo una equiparazione delle età pensionabili di uomini e donne.

Tornando alle misure annunciate stamattina la Cgil, attraverso il Nidil, la struttura sindacale che rappresenta i lavoratori atipici, ne ha subito criticato l'impostazione. Roberto D'Andrea della segreteria nazionale ha spiegato a "Repubblica", riferendosi al venti per cento ai co.co.pro: "Non hanno modificato i criteri d'accesso, ancora troppo stringenti, a questa una tantum". Eccoli i requisiti per accedere all'indennità "speciale": "Un solo datore di lavoro, avere guadagnato l'anno scorso un reddito annuo tra cinquemila e 13.800 euro, avere tra tre e dieci mesi di versamenti. E nell'ultimo anno in corso avere avuto versamenti per almeno tre mesi". D'Andrea ha stimato che solo il dieci per cento degli atipici monocommittenti, alla fine, riusciranno ad avere l'integrazione. Ottantamila su 800mila.

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