venerdì 20 marzo 2009

I dolori (e gli errori) della sinistra

da aprile

I dolori (e gli errori) della sinistra
Red., 19 marzo 2009, 16:49

Cultura e politica Il politologo ed ex parlamentare della sinistra Gianfranco Pasquino, intervistato dal "Giornale", accusa: "L'elaborazione teorica della sinistra avviene a livello di idee e non di confronto con quello che succede, col paese reale". Il suo sfogo non è isolato: il sociologo Luca Ricolfi ricorda sul "Riformista" i precedenti. A violare il "politicamente corretto" anche il sociologo Marzio Barbagli, il vicedirettore del "CorSera" Pierluigi Battista, lo scrittore Alessandro Baricco e, oggi, il filosofo della politica ed ex europarlamentare Biagio De Giovanni



Un macigno nello stagno della sinistra, quello lanciato da Gianfranco Pasquino. In un'intervista pubblicata dal "Giornale" (che lo definisce "anima inquieta dell'intellighenzia progressista"), il politologo ed ex parlamentare della sinistra punta il mirino contro l'Associazione il Mulino, cui rimprovera di non avere compreso i cambiamenti in corso nel paese, di avere costantemente sovrapposto alla realtà il velo dell'ideologia. "In questi dieci anni - dice Pasquino, socio del Mulino nonché ex direttore dell'omonima rivista - il centrosinistra è andato al governo due volte ed è caduto altre due volte. Vogliamo raccontarci cosa ha fatto il comitato direttivo del Mulino per capire cosa stava succedendo in questo paese?"
Un atto d'accusa che non s'abbatte solo sull'associazione bolognese, fucina del "fu-prodismo": "Il punto è che l'elaborazione teorica della sinistra avviene a livello di idee e non di confronto con quello che succede, col paese reale".

Pasquino denuncia due tipici "preconcetti" di sinistra ("Parlare di ideologia è eccessivo. Magari ci fosse"): "Quello fondamentale è che la sinistra è il luogo della cultura mentre la destra non ha cultura". Altro preconcetto "è che il centrodestra vince perché fa leva sugli interessi economici della gente. Come se la sinistra non dovesse riuscire a migliorare anche la vita concreta dei cittadini".

Il j'accuse di Pasquino non è isolato: proprio oggi il sociologo Luca Ricolfi ricorda sul "Riformista" altri sassi recentemente lanciati nello stagno della sinistra. A violare il "politicamente corretto" di sinistra sono stati il sociologo Marzio Barbagli, il vicedirettore del "Corriere della Sera" Pierluigi Battista, lo scrittore Alessandro Baricco.
Un elenco che va allungandosi: Il filosofo della politica ed ex europarlamentare della sinistra Biagio De Giovanni spiega oggi all'agenzia di stampa "il velino" di essere "del tutto d'accordo con Pasquino". Una "piena sintonia" già attestata da un saggio appena dato alle stampe da De Giovanni per i tipi di Marsilio: titolo, "A destra tutta". Un libro in cui De Giovanni cerca di "argomentare perché il centrodestra ha vinto in Italia, perché è riuscito a stabilire un'egemonia consistente. Il punto cruciale è che sul versante opposto non si vede traccia di riflessione né di cultura politica.
Non esiste astrazione, non c'è comprensione della realtà".
Un fenomeno non recentissimo, puntualizza De Giovanni: "La sinistra è in dissoluzione da 15 anni". Arco di tempo nel quale "è completamente mancata la capacità di elaborazione della propria sconfitta. Questa sinistra è nata sulle macerie del Psi - partito che, per piccolo e 'incasinato' che fosse, costituiva l'anello portante di una cultura politica. Il Pci cercò di impadronirsi delle macerie di Tangentopoli, senza però frequentare quella scuola di riformismo: si è trovato dunque in una posizione anomala, assumendo di volta in volta sembianze socialiste, neoliberali, pauperiste.
Teorizzando tutto e il contrario di tutto".

Su questa falsariga, denuncia il filosofo ed ex europarlamentare, "non è stato possibile sviluppare alcuna iniziativa politica, alcuna capacità di capire e di dire cosa è cosa". Le maggiori responsabilità vanno ai politici o agli intellettuali di sinistra? Provare a stabilirlo è per De Giovanni come "cercare di capire se è nato prima l'uovo o la gallina. E chiaro che i due fenomeni si sono integrati".
Causando il fallimento di "un corpo politico-culturale che era sempre vissuto sulla capacità di elaborazione della realtà - fondate o infondate che fossero tali elaborazioni".
Una simile capacità non c'è più. Soprattutto, constata De Giovanni, "non c'è più la sinistra - ormai ridotta a un'ameba", come dimostra la situazione del Pd. De Giovanni conclude: "Può darsi che il Pd - magari grazie alla demagogia di Dario Franceschini - si riprenda. Lo spero, altrimenti salterebbe il bipolarismo. Ma in ogni caso la sinistra non c'è più. Non saprei nominare neanche due idee di sinistra prodotte dal Pd. Anzi, neanche una".

(fonte: il velino)

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