domenica 29 marzo 2009

Arendt: Il pescatore di perle

Credo che, nei tempi oscuri, questo grande pensiero di Hannah Arendt possa aiutarci: la nascita di nuove forme, sempre possibile. "Formazioni cristalline": trasparenti e pure.
P.




“[…«] in Benjamin abbiamo qualcosa di – se non unico – certo estremamente raro, il dono di pensare poeticamente. Questo pensiero, nutrito dell'oggi, lavora con i "frammenti di pensiero" che può strappare al passato e raccogliere intorno a sé. Come il pescatore di perle che arriva sul fondo del mare non per scavarlo e riportarlo alla luce, ma per rompere staccando nella profondità le cose preziose e rare, perle e coralli, e per riportarne frammenti alla superficie del giorno, esso si immerge nelle profondità del passato non per richiamarlo in vita così come era e per aiutare il rinnovamento di epoche già consumate. Quello che guida questo pensiero è la convinzione che il mondo vivente ceda alla rovina dei tempi, ma che il processo di decomposizione sia insieme anche un processo di cristallizzazione; che nella "protezione del mare" - nello stesso elemento non storico cui deve cedere tutto quanto si è compiuto nella storia - nascono nuove forme e formazioni cristalline che, rese invulnerabili contro gli elementi, sussistono e aspettano solo il pescatore di perle che le riporti alla luce: come "frammenti di pensiero", come frammenti o anche come eterni "fenomeni originari”. Hannah Arendt, “Benjamin: l’omino gobbo e il pescatore di perle”, in “Il futuro alle spalle”.

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