martedì 31 marzo 2009

Adriano Sofri su Sinistra e libertà

Adriano Sofri su Facebook ritorna su Sinistra e Libertà.
LETTERA A GIULIA (E RICCARDO) NENCINI
domenica 29 marzo 2009
Cara Giulia Nencini, chissà se tu, che hai vent’anni, hai orecchiato la famosa domanda di Stalin: “Quante divisioni ha il Papa?” Stalin, che era un orribile tiranno e credeva solo ai brutali rapporti di forza, voleva sapere quante divisioni militari avesse il Papa, e dunque voleva dire che, disarmato com’era, il Papa era insignificante. I tiranni sono anche fessi, come mostra il fatto che, benché Stalin sia morto malamente ma nel suo letto, i suoi eredi sovietici abbiano pagato molto caro il coraggio di un Papa disarmato come Giovanni Paolo II. Ora: quante divisioni ha la sinistra in Italia? Nessuna divisione militare, grazie al cielo: Berlusconi può dormire fra due guanciali. Ma può dormire fra quattro guanciali se si mette a contare quante divisioni aritmetiche ha la sinistra. Ieri leggevo in cronaca fiorentina un comicissimo (senza volere) articoletto che elencava i concorrenti di sinistra alle elezioni comunali imminenti: Ornella De Zordo per la lista cittadina “Perunaltracittà”; Valdo Spini per la lista civica “Insieme per Firenze”; “Rifondazione comunista non sosterrà De Zordo né Spini e non è chiaro se presenterà la candidatura dell’ex parlamentare Mercedes Frias”. Trema l’accordo fra Rifondazione e PdCI. Il PdCI è spaccato sull’accordo con Renzi (vincitore delle primarie del PD). La Sinistra anche. Eccetera. Comico, ho detto: farsesco, anche.
Ora, la Sinistra e Libertà cui è impegnato il tuo ottimo padre –che sarà ancora migliore dopo essersela vista così brutta- vanta per l’appuntamento europeo un accordo unitario fra socialisti (guidati appunto da tuo padre Riccardo), i fuorusciti dai Ds alla fondazione del PD, con Mussi e Fava, i Verdi, la quasi metà di Rifondazione guidata da Vendola e non so più chi ancora. E’ facile vedere che l’altra faccia dell’accordo “unitario”, che è per ora essenzialmente un rispettabile ma labile espediente elettorale, è quella di una precedente frantumazione tragicomica. Quando le cose vanno in pezzi, si può radunarle per incollare i cocci, o per spazzarle insieme nella pattumiera. Quando Berlusconi, la sera, davanti al caminetto, chiede a Bondi: “Quante divisioni ha la sinistra?”, Bondi gli risponde: “Molte, moltissime...”, e tutto nel salotto di Arcore è lusso e voluttà. Perché ci sono tante divisioni? C’è il retaggio di un passato. I socialisti hanno più ragioni di tutti di restar affezionati al loro passato, e anche di ricordarsi di che cosa gli ha fatto una parte del Pci, peraltro sempre più vecchia ed esigua, nella burrasca di Tangentopoli. Però pesa, almeno quanto una fedeltà, o una prigionia, al passato, l’impulso all’autoconservazione di leader, mezzi leader e apparati che non hanno voglia di fare altro o non hanno altro da fare. Questa autoconservazione prende a pretesto cose solenni come i principii, i programmi, la purezza e il rigore. Con una doppia ipocrisia. Una, più sgradevole e piccina, è l’incoerenza spettacolosa fra i principii retoricamente enunciati e la vita effettivamente vissuta. Il comunismo, per esempio, è un “dio che è fallito”: ma chi non ne vuole ancora registrare fallimento e bancarotta dovrebbe almeno perseguirlo nell’ambito più concretamente realizzabile, quello del personale modo di vivere. I politici di professione che si chiamano comunisti non danno l’impressione di una esistenza personale coerente con quel proclama. Purezza di principii e programmi è un pretesto, o tutt’al più una infantile illusione. Le visioni del mondo, le utopie e i programmi possono essere preziosi e numerosi e diversi quante sono le persone che vi si dedicano, ma è giusto dedicarvisi nella società, nei luoghi di lavoro e di studio, nel volontariato, nelle stesse relazioni private, dove si cambia un po’ il mondo e si cambia, poco o molto, se stessi. Ma la questione del governo è un’altra cosa. Al governo si concorre, e, una volta che si sia vinto, si va non a realizzare i propri programmi massimi, le proprie utopie, le proprie intransigenze personali. Si va ad attuare e proteggere un programma comune, limitato per necessità, compromissorio anche, ma molto migliore, o almeno molto meno peggiore, del governo promesso dall’altra parte politica. Dunque l’impegno politico deve prima di tutto riabituarsi a un disinteresse personale e di gruppo, e poi adeguarsi a una specie di doppia temperatura: quella alta, e in certi momenti bruciante, dell’impegno diretto, militante, nella società, e quella più tepida, più sfebbrata, del consenso della maggioranza e della responsabilità di un paese. Il contrario della scena indecente cui abbiamo assistito durante il governo Prodi, e che non a caso ha eccitato negli italiani non semplicemente una delusione e un distacco politico, ma un vero rigetto umano. Nella politica legata alla questione del governo bisogna subordinare la propria piccola percentuale e la rendita parassitaria che ne deriva –piccolo potere, vanità soddisfatta, finanziamenti pubblici, neanche tanto piccoli- all’interesse comune, alla conquista della maggioranza e alla sua coesione. Questa è la ragione forte, inesorabile, per auspicare un partito grande e davvero unitario, l’auspicio che stava dietro il Partito Democratico, e gli sta ancora dietro, sebbene si sia fatto così tardi, e l’entusiasmo abbia sempre più ceduto al disincanto o anche al rigetto. Ma non è una partita chiusa. Avrai visto anche tu la “ragazza” Debora (in realtà è una donna di 38 anni, quasi il doppio dei tuoi) cantare a Franceschini una canzone che non ti sembrerà diversa dalla tua. Ce ne sono tante, di persone così, nel PD: la gran maggioranza.
Non entrando nel PD, o uscendone, gli “intransigenti” hanno favorito il suo sabotaggio ad opera di fazioni burocratiche e personalità clericali e si sono condannati alla scomparsa dal parlamento italiano. Il PD ha avuto, per inettitudine o per una ingiustificatissima boria da grande partito, il torto di non aprirsi a un’area sociale e politica di sinistra che la lezione della rovina dell’alleanza di governo e del “voto utile” scelto da gran parte dell’elettorato avrebbe potuto restituire a un impegno più leale e lucido. Questo non è successo, e già era stato grave che il PD offrisse, contraddicendo se stesso sull’ “andare solo”, a Di Pietro l’apparentamento elettorale, e lo negasse ai socialisti e, ospitalità a parte, ai radicali. Dunque la coalizione di Sinistra e Libertà ha ragioni dalla sua, e bisogna augurarle di farcela, e io glielo auguro. Ma non certo perché la (difficile) eventualità che ce la faccia a superare il 4 per cento e a guadagnarsi i suoi due o tre o quattro parlamentari europei diventi il punto di partenza di una ricostruzione della sinistra riformatrice e libertaria che crescerà, come la ricottina della favola, fino a dare un governo riformatore e libertario all’Italia. La necessità di rimettersi insieme, di licenziare senza buonuscita notabili di mezza tacca e di vanità intera, di rifarsi la faccia dopo averla persa agli occhi di tanti italiani, compresi quelli generosamente di sinistra, resterebbe comunque. Se no, avanzerà in Italia un pluralismo fatto di una maggioranza autoritaria e forcaiola e una minoranza forcaiola e autoritaria. Questo è un gran problema per tuo padre. Ancora di più per te. Perciò auguri e saluti dal tuo Adriano Sofri.

1 commento:

Filomeno Viscido ha detto...

Cara Giulia,

vedo che un po' tutti ti scrivono per darti lezioni




così ho deciso di scriverti anche io,
non per darti una lezione
ma per darti la possibilità di replicare e dire la tua
evitando che tu possa sembrare arrogante.

Infatti , Cara Giulia, chi mai dovrebbe osare rispondere al babbo ,capo di partito e presidente di un consiglio regionale (in piena campagna elettorale)

e chi mai dovrebbe rispondere ad uno dei guru dell'establishment italiota , specie se pregiudicato e tanto ma tanto tanto malato.

Così ti scrivo anche io,
perchè tra gente che ha 18, 20, 30 anni
ci si può madare a fanculo senza remore.

Invece le vecchie generazioni bisogna rispettarle,

non fosse altro perchè , come da ammonimento gramsciano, solo una generazione che non vale niente può rinnegare tutta la generazione passata.

E basterebbe guardare i rapporti tra i contestatori 68-77 ed i loro padri per considerarlo profezia.

Innanzitutto , Cara Giulia,
visto che io accetto di essere criticato,
permettimi un po' di provocarti (lascio ad altri le paternali) e chiederti:

perchè giudichi il progetto che mette al primo posto “laicità, il merito, il rigore, il lavoro, l’ecologia “ come progetto riformista?
Il riformismo è una metodologia , non è un contenuto.
Si contrappone al conservatorismo ed alla rivoluzione.
E soprattutto sapresti dirmi chi non mette al primo posto tutto quei temi (molto largo 'sto primo posto per ospitarli tutti!!) ?

Persino le formazioni che olezzano di Papa Re , si dichiarano laiche. Di sana laicità direbbero loro (altre, di diverse pennellate colorate, si dicono di “necessaria laicità”).

Ed a proposito di rivoluzione ....
Ferrero e Diliberto sono vetero comunisti?
Vetero quanto?

Provo una certa difficoltà ad immaginarli mitra in mano sulle nostre montagne o nelle selve latino-americane .

la bolscevizzazione attraverso un governo guidato dal democristiano Prodi, la cui politica economica era disegnata dal banchiere PadoaSchioppa e quella estera da Massimo D'Alema,l'uomo della guerra in Serbia !?

Magari però , Cara Giulia,
sarà questione di coerenza e di non programma sbandierato.
Sbaglio certamente io a considerare il socialista Nenni decisamente più a Sinistra del vetero-comunista Ferrero.

A proposito di Nenni, consentimi una parentesi: lo sapevi che fu a lungo alleato di quel “fesso” di Stalin? Quello Stalin dei gulag che si alleò prima con Hitler e poi vittoriosamente con gli occidentali portando l'Unione Sovietica ad essere la seconda potenza del globo. Io penso che non sia giusto considerare uno così un dittatore spietato ed efficace (tanto io mica sono Trotsky!), piuttosto uno così deve essere considerarato un “dittatore fesso”.

Pensa si mise anche contro il santuomo di GP2 .
Il papa disarmato che coerentemtne disarmò anche la teologia della liberazione e che si faceva fotografare con i dittattori intelligenti ( mica con quelli fessi!) .
Tu mi dirai: ma Stalin è morto molto tempo prima che GP2 si insediasse come papa.

Ma , Cara Giulia, non sarai anche tu una di quelle seguaci di analisi economiche e geo-politiche, di quelle irrecuperabili che pensano che l' Unione Sovietica ed il blocco comunista partivano troppo indietro per recuperare il vantaggio sugli USA e l' Occidente? Non sarai anche tu una di quelle che giudicano il capitalismo molto più efficiente del comunismo sovietico nella produzione?

Insomma, Cara Giulia, tutte 'ste fregnacce politico-economiche è ora di abbandonarle!

I sovietici hanno perso perchè GP2 ha portato la fede e la bontà cattoliche tra quelle popolazioni e storia insegna che la fede cattolica è incompatibile con regimi sanguinari e dittature.

I comunisti hanno fallito perchè l'innovazione e la produzione dei sovietici non procedeva al pari di quella statunitense per intervento divino e Dio interveniva, come ha sempre fatto, per punire i violenti mentre concedeva il genio agli statunitense che di violenze non ne hanno mai mai MAI compiute.

Ti dirò di più: mie fonti dicono che , prima di innescare le riforme, Gorbaciov stesse per cominciare una guerra nucleare contro l' Occidente quando gli apparve Padre Pio, il più grande santo di tutti i tempi(non fosse altro perchè nessuno è riuscito tanto bene come showman, mago e masochista nel tecnologico 900) e lo convertì al bene. Deo gratias!

Comunque, Cara Giulia, auguriamoci insieme il successo di Sinistra e Libertà,
perchè essa serva al rinnovo della Sinistra .

Infatti siamo qui a discutere io e te, una ventenne ed uno che non conta niente,
che la politica non dovrebbe neanche sognarla visto che è riservata ai figli-di.

La cosa è indice che SeL sta funzionando.
Altrimenti si sarebbero trovati a discutere un politico di professione ed uno di quegli intellettualoidi che stanno da trent'anni al vertice dell' intellighenzia italiota.

E magari costoro avrebbero anche richiesto rinnovamento degli uomini e delle idee infischiandosene che sono loro ad occupare i posti che dovrebbero essere rinnovati e che i loro rampolli sono ai vertici di quel fallimento che è stato il PD.

Ciao ciao Cara Giulia.