venerdì 13 novembre 2009

Paola Meneganti: Da chi si comincia per fare ordine?

Amnesty International ha denunciato lo sgombero forzato del campo ‘Casilino 700’ di Roma, nel quale vivevano circa 400 persone rom, avvenuto mercoledì 11 novembre all’alba. Amnesty ricorda che gli sgomberi forzati, eseguiti senza protezioni legali o di altro tipo, sono proibiti dal diritto internazionale in quanto grave violazione dei diritti umani, in particolare del diritto a un alloggio adeguato.

All’alba dell’11 novembre circa 150 agenti di polizia hanno cacciato le famiglie dal campo di via Centocelle, nella parte est della capitale. Tutti gli accampamenti della comunità’ sono stati distrutti e circa 20 rom sono stati arrestati, nonostante non si sappia di cosa siano accusati. Nella comunità ci sono circa 140 bambini, di cui 40 frequentano una scuola nelle vicinanze. La maggior parte di coloro che vivono nel campo di Centocelle ha già subito in precedenza sgomberi forzati, con distruzione di accampamenti, vestiti, materassi, e qualche volta, di medicine e documenti.

Ma sì, certo, adesso saranno tutti più felici, Roma sarà più pulita e più sicura, ai romani sarà tornato il sorriso sulle labbra, lo sconcio di un campo nomadi eliminato, perbacco, queste sì che sono azioni di civiltà e di decoro, però sono stati bravi, ad alcuni bambini e ad alcune donne è stato offerto un - temporaneo, s'intende - ricovero.

Vorrei sapere che reato hanno commesso, se non quello di esistere. Reato esemplare per certuni, è evidente. Vorrei sapere che cosa giustifichi un pogrom all'alba ... non voglio fare paragoni azzardati, e forse offensivi, ma Roma ne ha già viste, di razzie all'alba ... e il sindaco Alemanno farebbe bene ad interrogarsi. Hanno distrutto gli accampamenti, le loro cose: lo afferma Amnesty International. I bambini svegliati all'improvviso, i bambini che andavano a scuola, e che ora non ci andranno più. Quindi, un'integrazione interrotta, paura e diffidenza che cresceranno.Mi vergogno. Non serve a niente, ma affermo la mia impotenza e mi vergogno.

Paola Meneganti

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