mercoledì 25 novembre 2009

Il corpo delle donne

In occasione della Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza
sulle donne, segnalo l'articolo che compare su "Osservatorio sui
Balcani" (http://www.osservatoriobalcani.org/)

Francesco Maria Mariotti

***

"Nei primi mesi dopo l’inizio della guerra in Bosnia non avevo nessuna
notizia sulla sorte della mia amica e collega Maja. Lei abitava a
Grbavica, il quartiere di Sarajevo occupato dai nazionalisti serbi.
Quando ricevetti le prime notizie sulla sua sorte, ero sotto shock. Mi
dicevano che era stata aggredita, derubata e violentata. Maja aveva
allora settantadue anni.

Il fatto che fosse stata stuprata rendeva la sorte di Maja più
drammatica, diversa da quella degli altri colleghi, amici, parenti. La
metteva a parte, la segnava.

Di quelle che hanno subito violenza sessuale infatti non si parla, si
sussurra. Spesso le vittime sono circondate da un’aura di qualcosa che
sa di sporco, intoccabile, che è meglio non provocare, non sentire,
non udire. Solo più tardi ho capito che Maja non era la sola ad aver
subito questo destino, e che la violenza che aveva sofferto la
accomunava a migliaia di ragazze e donne bosniache che avevano subito
lo stupro. (...)

I numeri, anche se grandi, non ci commuovono tanto. La foto di una
giovane donna bosniaca, una vittima con nome e cognome, impiccatasi
dopo aver subito la violenza, ha invece orientato il dibattito nel
Congresso Americano sugli stupri. L’indagine che ne è seguita,
scavalcando le alchimie linguistiche del tipo “le parti coinvolte”, ha
fatto vedere che la giovane donna impiccata non era un militare, non
era colpevole di nulla, non era esponente di presunti “odi secolari”.
Il suo atto disperato era la tipica reazione di qualcuno incapace di
agire anche solo per autodifesa.

La violenza sessuale durante guerre e conflitti non è una novità. Dai
tempi dell'antica Grecia ad oggi, le donne sono state vittime:
imprigionate, torturate, violentate, usate come schiave. Per lungo
tempo la violenza sessuale sulle donne fu vista e anche tollerata come
uno degli inevitabili mali della guerra, come rubare o distruggere.

In Bosnia, però, durante la guerra, i nazionalisti serbi hanno
perfezionato questo “crimine spontaneo”, hanno trasformato lo stupro
in una precisa strategia, pianificata e coordinata. Per la prima volta
nella storia della guerra, in Bosnia Erzegovina gli stupri sono
diventati parte di una strategia militare. (...)"

http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/12166/1/42

L'appello di Amnesty International - Bosnia ed Erzegovina: donne in
attesa di giustizia
http://www.amnesty.it/violenza-bosnia.html

La pagina di Amnesty sulla Giornata mondiale per l'eliminazione della
violenza sulle donne
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2849

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