venerdì 6 novembre 2009

Franco Bartolomei: Le cause della crisi e le ragioni del successo della Linke

Le cause della crisi e le ragioni del successo della LINKECondividi
Ieri alle 20.14


Il corto circuito che ha investito l’economia dei paesi più avanzati, generando un processo recessivo di vasta portata, ha rappresentato la manifestazione del fallimento di tutto un sistema di rapporti economici e finanziari che ha preteso di alimentare la crescita sostenendo la domanda con l’indebitamento diffuso dei consumatori, e costruendo contemporaneamente le condizioni sociali e normative per un allargamento della rendita finanziaria ben oltre ragionevoli multipli del capitale investito proporzionalmente compatibili con la crescita della ricchezza reale effettivamente prodotta.

Questi processi di finanziarizzazione delle economie sono stati garantiti con la contemporanea sterilizzazione del deficit spending degli stati compresi nella sovranità monetaria e finanziaria delle grandi tecno-strutture sopranazionali di controllo ( FMI, BCE, WTO, OCSE; MERCOSUR), necessaria a congelare i tassi di interesse, con la sola evidente eccezione della FEDERAL RESERVE .deputata a coprire la locomotiva principale di questo folle treno di crescita costituita dal deficit del Bilancio Federale Americano.

Questo particolare aspetto finanziario del modello di sviluppo neo- liberista, divenuto egemone a livello globale al momento della riunificazione dei mercati seguita alla fine delle economie del socialismo reale ed all’entrata della Cina nel WTO, ha assunto una valenza strutturale nei processi di crescita delle economie più sviluppate, trasformando la compressione dei costi del lavoro, ed i processi di flessibilità, da esigenze di competitività sottoposte a contrattazione tra le parti sociali a necessità assoluta e non più negoziabile.

Tale pressione sul lavoro dipendende ha consentito la massimizzazione dei margini di profitto indispensabile a garantire quella costante valorizzazione finanziaria delle imprese, fuori da ogni parametro di reale espansione aziendale, necessaria a sostenere la continua espansione di un del mercato finanziario divenuto elemento centrale propulsivo di tutto il processo di crescita.

Il modello di crescita è stato quindi progressivamente consolidato sulla base del rovesciamento del tradizionale meccanismo classico dello sviluppo costituito dalla ricerca della espansione della concreta capacità produttiva da parte delle imprese, collegata alla acquisizione dei nuovi mercati di beni e servizi , da tradurre in immediato fattore di crescita , diversamente proporzionale in base ai concreti rapporti sociali esistenti tra le classi ed i gruppi sociali ,dei redditi reali delle persone prodotti dal lavoro e dalla capacità d’impresa.

La crisi di questo modello di sviluppo caratterizzato da un gigantesco trasferimento di ricchezza verso le classi alte delle società più avanzate, consolidato negli ultimi 15 anni in parallelo al congelamento delle possibilità di indebitamento dei bilanci statali, fondato su una finanziarizzazione esasperata delle economie sviluppate accompagnata da forti aspetti di deindustrializzazione e delocalizzazione dei loro sistemi produttivi, pone quindi alla sinistra il compito storico di individuare una alternativa strutturale in grado di affrontare in forme opposte la questione dello sviluppo e dell’equilibrio sociale, soprattutto, fatto nuovo nella storia moderna, nei paesi più sviluppati

Questa esigenza viene ad assumere un carattere di assoluta necessità in presenza della contrazione tendenziale dei fattori di crescita delle economie occidentali, prodotto dalla contemporanea crescita esponenziale dei nuovi produttori mondiali emergenti, e dalla conseguente risultante per cui il valore aggiunto della produzione dei beni e servizi ed il reddito da lavoro dipendente, a parità di modello di redistribuzione interna, rischiano di non garantire per il futuro livelli di domanda e di crescita adeguati aa assorbire le contraddizioni sociali.

IL SOCIALISMO EUROPEO e la SINISTRA ITALIANA, duramente logorati dalla subalternita’a questo modello sociale espressa dalle politiche di governo da essi attuate in questa fase storica, devono pertanto assolutamente ricominciare a lavorare , pena la loro definitiva sconfitta storica , ad un rinnovato progetto di trasformazione strutturale dei rapporti economici e sociali verso un nuovo modello di sviluppo, a livello europeo.

L’ esito delle elezioni tedesche ha confermato pienamente questo schema di analisi .

In Germania infatti la Socialdemocrazia è stata travolta dagli elettori , in quanto ritenuta responsabile di una politica economica e sociale accondiscendente nei confronti di un sistema finanziario e bancario il cui fallimento è costato al bilancio federale uno stanziamento cautelativo e risanatore dell'ordine di quasi 300 miliardi di euro, il cui importo, reperito stavolta in negazione di quei parametri di stabilità di bilancio sempre asseriti come intangibili dai precedenti governi Socialdemocratici, è stato evidentemente sottratto ad ogni possibile forma di destinazione sociale in favore delle face sociali colpite dalla crisi.

Il successo della Linke , formazione politica di sinistra del tutto nuova , nata dalla unificazione dei socialdemocratici di sinistra di Lafontaine, dei sindacalisti indipendenti del WASG, e dgli ex comunisti tedesco –orientali della PSD, ha quindi rappresentato la risultante politica principale del fallimento della politica della SPD, e del più generale fallimento del modello di sviluppo neo- liberista imposto dalla Deucht Bundes Bank in perfetta assonanza con gli altri organismi finanziari sovranazionali.

Il risultato della LINKE assorbendo in parte il crollo della SPD ha evitato fortunatamente il tracollo della sinistra tedesca, rendendo esiguo il successo della destra conservatrice, tutto da ascrivere al forte astensionismo che ha segnato le file deluse dell’elettorato socialdemocratico.

Il recupero a sinistra della delusione verso la sinistra ufficiale di governo rappresenta un fenomeno politico assolutamente nuovo in una democrazia avanzata ed in una società economicamente sviluppatissima, ed è suscettibile di segnare finalmente un primo elemento di inversione di tendenza per la Sinistra Europea , nel complessivo panorama politico ed elettorale del continente,.rispetto a quella che sembrava una egemonia liberista e conservatrice ormai in divenuta irreversibile.


Il successo della Linke, oltre alla sua forte capacità di interpretare il grande risveglio democratico della società tedesca, ormai divenuta tra le grandi democrazie occidentali la più avanzata dal punto di vista culturale, e di rappresentare le ragioni dei ceti più deboli colpiti dallo smantellamento del WELFARE, è indubbiamente dovuto anche al prestigio ed alle capacità di leaders come Lafontaine e Gisy ,i quali attraverso le loro precedenti e rischiose scelte individuali hanno coerentemente testimoniato agli occhi dell’elettorato tedesco la loro convinzione nelle scelte politiche che successivamente avrebbero costituito il riferimento programmatico della Linke.

Lafontaine, ha infatti interrotto la propria militanza nella Socialdemocrazia tedesca rassegnando le proprie dimissioni dal Ministro delle finanze del governo in carica in conseguenza del proprio dissenso dalla linea di politica economica e sociale filoliberista sostenuta dal Cancelliere Schroeder. .

Gisy, a sua volta, nella ex DDR, attraverso la sua attività di avvocato, ha svolto il ruolo di difensore ufficiale di tutta l’area del dissenso politico democratico, rappresentando agli occhi di tutta l’opinione pubblica tedesca un autentico e sincero garante della evoluzione democratica degli ex comunisti tedesco orientali ora impegnati nella costruzione del nuovo partito della sinistra tedesca assieme ai social democratici di Lafontaine ed ai sindacalisti indipendenti della IG METALL (Sindacato dei metalmeccanici della Germania Occidentale).

E’ inoltre necessario evidenziare, nel merito dell’impostazione programmatica fatta propria dalla Linke, come Lafontaine, ed anche Gisy in misura minore, siano, allo stato attuale, gli unici dirigenti della sinistra europea che abbiano manifestato, con estrema chiarezza d’intenti, la effettiva percezione della reale profondita' strutturale della. crisi che sta travolgendo le economie dei paesi sviluppati., traformando in presupposto del programma politico del loro partito la medesima visione delle cause e delle ragioni della crisi che ha costituito la sintesi della analisi politica svolta da SOCIALISMOeSINISTRA, su cui stiamo tentando di portare tutto il Partito Socialista per orientarlo ad una irreversibile politica di alleanze a sinistra del PD.

Da queste valutazioni nasce la forza politica della sfida che la Linke sta lanciando a tutto il Socialismo Europeo, da noi pienamente condivisa negli obiettivi, diretta a ricostruire una sinistra maggioritaria nelle società avanzate,che sulla base di un programma di governo sa ppia prefigurare e gestire un diverso modello di sviluppo in grado di risolvere la crisi tendenziale delle economie occidentali , pressate da livelli di concorrenza espressi dai nuovi produttori emergenti mondiali per esse divenuti insostenibili,e quindi non piu' in grado per il futuro di risolvere , come avvenuto finora ,con una crescita adeguata le contraddizioni del proprio sviluppo diseguale.

Questa considerazione ha portato la linke a mettere sul tavolo un insieme di proposte di tutela rigidissima del lavoro dipendente e delle fasce sociali più deboli, convinta che la difesa dei redditi reali sia l'unica soluzione in grado di riequilibrare attraverso un rafforzamento ed una riqualificazione della domanda interna un processo di tenuta economica del paese senza insopportabili costi sociali,fallito il disegno imposto dalle classi dirigenti dopo il crollo del muro di sostenere una crescita divenuta tendenzialmente insufficiente utilizzando il profitto finanziario, e l'indebitamento dei consumatori,come elementi strutturali di sostegno ad un insufficente meccanismo di crescita.

Il disegno politico complessivo della Linke, fondato su una concezione di natura strutturale del Riformismo Socialista, viene allo stesso tempo affermato sulla base di una impostazione programmatica, sempre molto critica verso le attuali politiche governative, ma idonea in ogni caso a proiettare il nuovo partito in tempi brevi in una logica di alleanze per il governo della crisi.

Un approccio politico , quindi , non di ‘classe’, nel senso comune del termine, ma da Sinistra potenzialmente di governo, seppure non ad ogni costo, assunto del tutto fuori da ogni riferimento alla tradizione politica Comunista, o a forme di radicalismo sociale., pur in presenza di un contemporaneo taglio critico molto forte nei confronti della SPD,e del suo gruppo dirigente..

La Linke rappresenta in tal modo ,sulla base di un programma molto concreto e comprensibile, il contemporaneo superamento .del Comunismo e della Socialdemocrazia., affrontando e riuscendo a risolvere,sullo scacchiere tedesco, una questione politica decisiva, solamente ancora appena abbozzata nel dibattito della Sinistra Italiana.

L'esempio della Linke può quindi rappresentare , in particolare per la aderenza manifestata dal suo programma alle esigenze di una società ben più sviluppata della nostra, un punto di riferimento programmatico concreto a sinistra, ed un momento di confronto utile per la stessa SINISTRA e LIBERTA' che si trova a dover affrontare problemi in gran parte comuni.
Per tali specifiche e concrete motivazioni ritengo che Sinistra e Libertà debba e possa divenire il punto di partenza per la costruzione nella realtà italiana di un esperimento politico analogo, o quantomeno che sia in grado di dare risposte egualmente efficaci ai comuni problemi politici che la LINKE in Germania ha inteso affrontare con un innegabile successo.

Rimango infatti sempre più convinto che una “SINISTRA E LIBERTA’”.ridotta ad un ruolo di corrente esterna del PD non servirebbe a nessuno e non risolverebbe in alcun modo i problemi gravissimi di carenza di rappresentanza e di crisi di credibilità che affliggono la sinistra italiana..

SINISTRA e LIBERTA',quindi, se vuole essere soggetto protagonista della ristrutturazione della sinistra italiana,deve concentrare le sue energie attorno ad un processo di riaggregazione a sinistra, senza preclusioni, su un nuovo terreno di avanzato e moderno riformismo sociale, caratterizzandosi sempre per un suo nuovo modo di essere nella società, che anticipi nei comportamenti dei suoi militanti e dei suoi dirigenti il progetto di rinascita democratica che essa propone all’intera società italiana, consapevole che la riuscita del proprio tentativo assumera’ valenza determinante per l’intera Sinistra Italiana.

FRANCO BARTOLOMEI
Direzione Nazionale del PARTITO SOCIALISTA
Segretario della Associazione SOCIALISMOeSINISTRA

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