mercoledì 16 settembre 2009

La vittoria del centro-sinistra in Noirvegia

Norvegia al voto, vince il centrosinistra
Inviato da: "filomenoviscido" filomenoviscido@yahoo.it filomenoviscido
Lun 14 Set 2009 11:02 pm


http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/esteri/norvegia-elezioni/norvegia-elezioni/norvegia-elezioni.html

OSLO - La Norvegia continuerà a essere governata dal centrosinistra. Secondo gli exit poll forniti dalla tv pubblica NRK, i socialdemocratici (primo partito del Paese) e i loro alleati socialisti e centristi avrebbero ottenuto 85 dei 169 seggi del Parlamento, contro gli 83 andati ai partiti di destra e l'unico assegnato alla formazione di estrema sinistra. La coalizione guidata dal primo Jens Stoltenberg, al potere dal 2005, avrebbe quindi la maggioranza. Un altro sondaggio diffuso dalla televisione commerciale TV2 attribuisce 87 seggi al centrosinistra e 82 all'opposizione. Se i risultati ufficiali confermeranno gli exit poll, Stoltenberg stabilirà un primato: era dal 1993 che in Norvegia il governo in carica veniva regolarmente battuto nelle elezioni.

Nella consultazione del 2005 lo schieramento cosiddetto
rosso-verde si era aggiudicato 87 seggi, il centrodestra ne aveva conquistati 82.

La vittoria della coalizione composta da Labour, partito Socialista e partito di Centro, se confermata, ribalterebbe le previsioni delle settimane scorse, quando veniva data per vincente la compagine di centrodestra che puntava su un programma di riduzione delle tasse e liberalizzazioni nel Paese che può vantare il più ricco sistema di welfare del mondo.

A far pendere gli elettori per la stabilità sarebbero stati i dubbi nei confronti di un centrodestra troppo frammentato tra il partito Conservatore guidato da Erna Solberg, la formazione populista Progress di Siv Jensen (che ha comunque confermato il ruolo di secondo maggior partito) e due altre formazioni di centro. Il loro programma puntava tra l'altro su un maggiore sfruttamento dei giacimenti del mare del Nord, aprendo alle trivellazioni i paradisi ecologici delle isole Lofoten, e non escludeva una nuova apertura all'ingresso nelle Ue, ipotesi già bocciata in due referendum (1972 e 1994).

In gioco, al di là della leadership politica nel quinto maggior esportatore di petrolio al mondo, anche i destini del secondo maggior fondo sovrano del pianeta. Costituito nel 1996 in previsione dell'esaurimento delle riserve petrolifere nel mare del Nord e attualmente stimato in 420 miliardi di dollari (circa 290 miliardi di euro, pari a un credito di quasi 65.000 euro a testa a favore di ogni cittadino), il fondo venne creato proprio allo scopo di garantire continuità alla straordinaria capacità assistenziale dello Stato norvegese, che accompagna i suoi abitanti in pressoché tutte le loro esigenze dalla nascita alla morte. Per legge il governo ne può utilizzare solo il 4% per sanare disavanzi di bilancio.

Grazie alla ricchezza del suo fondo sovrano, alla quale ha fatto ampio ricorso (ben al di là del limite del 4%) il governo Stoltenberg, la Norvegia ha superato la crisi economico-finanziaria mondiale limitandosi, di fatto, a leggerne sui giornali. Il fondo sovrano ne ha addirittura approfittato per avviare una massiccia campagna mondiale di acquisizioni. Proprio sulla capacità di gestire la crisi ha puntato la sua campagna il governo Stoltenberg: "Abbiamo dimostrato di saper gestire una situazione molto difficile". E gli elettori l'hanno ripagato.

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