venerdì 11 settembre 2009

Consigli di sorveglianza: il no di Confindustria

Da Aprile
Consigli sorveglianza, netto il no di Confindustria
Red., 10 settembre 2009, 18:27

Lavoro Il primo incontro tra sindacati e imprese per avviare "un avviso comune" sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle aziende ha fatto registrare la freddezza degli industriali nonostante l'ottimismo mostrato al termine del vertice dal ministro Maurizio Sacconi. I sindacati, hanno chiesto al tavolo di voler "contare di più", di partecipare non solo agli utili ma anche alle "decisioni" aziendali e soprattutto di ottenere "finalmente" loro rappresentanti negli istituti di sorveglianza. In prima linea la Cisl e l'Ugl, seguiti dalla Cgil che però ha come priorità la "drammaticità" della crisi e con la Uil alla finestra



Il tavolo sulla partecipazione dei lavoratori nell'impresa è ufficialmente partito oggi. Obiettivo: un avviso comune fra le parti di cui il Parlamento dovrà tenere conto.
Tutte le parti sociali oggi erano presenti ai blocchi di partenza e tutte hanno avuto, al termine dell'incontro, parole di apertura verso il cammino da percorrere, ma i distinguo sono già evidenti. Uno dei nodi, al momento, è la partecipazione dei lavoratori ai consigli di sorveglianza bocciata da Confindustria e voluta da tutti i sindacati che si sostanzia di fatto in una partecipazione alla gestione dell'azienda; l'altro nodo, scandito con nettezza da Confcommercio, è il fatto che la discussione sulla partecipazione agli utili rischia di restare solo "culturale" se prima non è condivisa anche dalla Cgil la riforma del modello contrattuale che, di fatto, "è già un sistema di retribuzione variabile sul secondo livello in funzione della produttività".
Dirimente la posizione di Confindustria che, con il direttore delle relazioni industriali Giorgio Usai, chiarisce: "Siamo intenzionati a fare un buon lavoro nella logica di migliorare quanto già fatto in questi anni" che è un vero e proprio "patrimonio italiano" e dare spazio a "ulteriori idee per favorire un minore peso del fisco nella distribuzione di utili o di azioni. Questo è il campo di gioco - scandisce - Non si pensi di fare un grande accordo sulla partecipazione agli utili perché non è il nostro obiettivo". La partecipazione con la distribuzione di utili o di azioni è già "assolutamente consentita in virtù della recente riforma del diritto societario". Così come già ora la riforma della contrattazione favorisce la distribuzione delle risorse delle imprese che derivano dal buon andamento dell'impresa legato all'impegno dei lavoratori. Resta proprio fuori discussione ogni tipo di cogestione: "Non siamo interessati - ha detto chiaro e tondo Usai - alla partecipazione dei lavoratori negli organi di controllo delle imprese".

Non mostra particolari segni di preoccupazione sui possibili distinguo emersi al tavolo il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che, sul fronte sindacale, è ottimista su un possibile cammino unitario.
Ben disposta la Uil. Meno entusiastici i toni della Cgil che tiene a porre l'accento sulla priorità assoluta della crisi e sul nodo dei consigli di sorveglianza. Anche l'Ugl incalza con forza su questo ultimo punto.

"In questo momento di crisi la riunione di oggi è davvero importante per noi - scandisce in conferenza stampa il segretario generale della Cisl - sia per avere l'energia di superarla sia per voltare davvero pagina riuscendo a uscire dalla crisi con un sistema in cui possiamo guadagnare di più e contare di più. Mi auguro - è il suo ausipicio - che saremo in grado di arrivare all'avviso comune perché altrimenti sarà il Parlamento a decidere e spero che i sindacati parlino come una sola persona. Sono comunque convinto che sarà unitissimo per giocare questa battaglia.
Ora il nostro sistema contrattuale - sottolinea - va già nella direzione di una maggiore partecipazione dei lavoratori. Noi siamo favorevoli sia alla partecipazione agli utili che alle decisioni. Purtoppo non mancano le resistenze culturali da parte di alcuni ambienti che sono preoccupati di perdere potere".
Ma, " la partecipazione al capitale di rischio e la possibilità di sommare le singole azioni dei lavoratori per partecipare alla gestione della vita aziendale - fa notare - non può che essere utile alle imprese. Sono infatti sottocapitalizzate, hanno bisogno di nuove risorse e devono affrontare nuove sfide nella fase post crisi che sarà caratterizzata da una nuova divisione internazionale del lavoro.
Chiediamo al governo - dice infine - di rendere conveniente la cessione di azioni ai lavoratori rendendole però collettive.
Nell'indirizzo e controllo noi riteniamo che i lavoratori debbano contare attraverso loro rappresentanti. E il governo può dare l'esempio già in quelle aziende nelle quali possiede azioni".

Disponibile sul tema della partecipazione la Cgil che, con il segretario confederale Agostino Megale, tiene però a rimarcare: "E' evidente che sul tema della partecipazione dei lavoratori nelle imprese non esiste alcuna pregiudiziale ideologica da parte nostra. Ma di certo c'è da aspettarsi maggiore attenzione sul tema della crisi vista la drammaticità dei dati diffusi ieri dal Centro Studi Confindustria sulla disoccupazione e quelli illustrati oggi dall'Istat sul Pil. Insomma la crisi viene assolutamente prima - ribadisce - Noi comunque partecipiamo a questo tavolo e auspichiamo che le posizioni unitarie possano rafforzarsi. Per noi - precisa - è però centrale l'istituzione dei consigli di sorveglianza sia nelle pmi che nelle grandi imprese". Senza contare che "si possono studiare forme di partecipazione anche nelle micro imprese".

Anche l'Ugl pone fortemente l'accento su questo ultimo aspetto: "Il punto vero su cui trovare condivisione reale - dice la leader Renata Polverini - è la partecipazione alla gestione. Noi siamo per i consigli di sorveglianza e su questo le posizioni di Confindustria sono ancora distanti. Fa molta fatica su questo punto. Ma se non cambiano i comportamenti tutto il lavoro che si svolgerà attorno a questo tavolo sarà inutile", evidenzia la segretaria generale rivolta al mondo delle imprese ricordando la mancata adozione dello Statuto della Società Europea" proprio in ragione degli elementi di partecipazione" in esso contenuti. La Polverini rimarca comunque i passi avanti fatti finora sul fronte della partecipazione citando la riforma del modello contrattuale e la distribuzione del 7% degli utili ai lavoratori Alitalia una volta che l'Azienda tornerà in attivo. E la sua convinzione di fondo è che l'oggetto della riunione di oggi possa incidere positivamente sia sulle relazioni industriali che sull'uscita dalla crisi".

La Uil invece si limita a porre l'accento sulla bontà dell'iniziativa perché, ha spiegato Lamberto Santini, "la partecipazione è elemento di coerenza, di comportamenti costruttivi, da' risposte alle realtà più deboli ed è tema che unisce e non divide il Paese".

Confcommercio, infine, per bocca del suo responsabile Lavoro, Francesco Rivolta, sottolinea con forza quella che ritiene una necessità stringente a fronte dell'avvio di un tavolo ad hoc sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese: "La discussione sulla partecipazione agli utili rischia di restare solo culturale se prima non è condivisa anche dalla Cgil la riforma del modello contrattuale che, di fatto, è già un sistema di retribuzione variabile sul secondo livello in funzione della produttività".
"Non scavalchiamo quindi - tuona Rivolta - il passaggio della riforma dei contratti. Dobbiamo prendere atto che su questa riforma la Cgil non c'è e la cosa più urgente è proprio riaprire la riforma su questo tema, perché - spiega - se bisogna giocare una partita, tutti i giocatori devono accettare le regole del gioco, altrimenti più che una partita rischia di essere una zuffa".
"Il problema-Paese - argomenta - oggi è la produttività e su questo punto siamo pronti a giocare la partita che è già regolamentata dalla riforma del modello contrattuale. Pratichiamo e da subito quel che c'è. Questo, in ogni caso - chiarisce - non pregiudica la nostra disponibilità a partecipare al tavolo di oggi".

Insomma il negoziato avviato questa mattina non vede tutti i protagonisti realmente concordi sull'obiettivo finale.

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