venerdì 25 settembre 2009

Franco Bianco: Ambiente, il tempo stringe

Da Aprile

Ambiente, il tempo stringe
Franco Bianco, 24 settembre 2009, 12:19

Aspettando Copenaghen / 1 Dedichiamo questo spazio, che è solo il primo di una serie di articoli, ad illustrare - in modo non-specialistico, e perciò accessibile anche a chi non possegga una formazione specifica - la natura e l'origine dell'effetto serra, le sue prevedibili conseguenze, nonché le ipotesi di intervento che stanno di fronte ai "potenti della terra" e che saranno oggetto, nel prossimo dicembre, della Conferenza di Copenaghen, che dovrà tentare di pervenire ad un nuovo "patto globale" che sostituisca e superi il Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Per analizzare le proposte operative in campo (il che fare), nonché le possibili modalità di intervento (il come fare) e la suddivisione dei compiti (il chi fa cosa)


Come è stato discusso in un precedente articolo ("Il caldo a Ginevra", 7 Settembre, www.aprileonline.info/notizia.php?id=12801), la temperatura del pianeta è in aumento e questo comporta, nell'immediato ma ancora di più in prospettiva anche abbastanza vicina, problemi e minacce gravi per tutte le specie viventi, sia quelle animate che quelle inanimate. Dopo le grida di allarme levate nella recente terza Conferenza mondiale sul clima (si segnalò quello del Segretario generale dell'Onu), svoltasi a Ginevra, è attualmente in corso all'Onu il vertice mondiale sull'ambiente, dove il Presidente Obama ha detto che «La minaccia è urgente, il tempo stringe se non vogliamo lasciare alle generazioni future una catastrofe irreversibile»; a lui ha fatto eco il leader cinese Hu Jintao dicendo «E' in gioco la sopravvivenza dell'umanità, abbiamo una responsabilità comune».
I problemi a cui andiamo incontro li avvertiamo già fin d'ora, benché ancora in scala ridottissima rispetto ai terrificanti scenari che si prospettano: ne sono una prova evidente i fenomeni meteorologici estremi, come uragani e cicloni, che avvengono anche a latitudini del tutto inusuali in passato e che si susseguono a frequenze sempre maggiori; le desertificazioni progressive di aree sempre più vaste - alle quali fanno riscontro, per cause differenti, forestazioni eccessive ed anomale in altre aree; lo scioglimento dei ghiacci polari ed il conseguente innalzamento del livello del mare, con tutti i pericoli che tale fenomeno comporta soprattutto per milioni di persone che vivono in zone costiere; i gravi problemi di siccità che affliggono aree sempre più ampie della terra - l'acqua sarà uno dei problemi principali dei prossimi decenni, o troppa o troppo poca.

Questi fenomeni, secondo il parere della stragrande maggioranza degli scienziati che si occupano specificamente dei rischi derivanti dal riscaldamento terrestre, sono di origine "antropica", cioè sono conseguenza dell'attività umana: così è stato esplicitamente riconosciuto in moltissimi Rapporti emessi da organismi di assoluto valore scientifico, condivisi dagli specialisti con pochissime eccezioni. La causa, come è ormai largamente noto, consiste nel cosiddetto "effetto serra", derivante dall'aumento di concentrazione nell'atmosfera di alcuni gas - che sono detti, appunto, "gas serra" -, tanto che, con l'ausilio di modelli matematici (strumenti di calcolo) molto evoluti si sono definiti, mettendoli in corrispondenza, livelli di probabilità di aumento della temperatura globale media (effetto) relativi ai vari livelli di concentrazione dei gas serra (causa): vale a dire, ad una concentrazione X1 di gas serra corrisponde una probabilità Y1 (espressa in termini percentuali) che la temperatura media del pianeta aumenti di 2°C, una probabilità W1 di aumento della temperatura di 3 °C, una Z1 di 4 °C, e così per temperature via via più alte (man mano che la temperatura cresce, la probabilità di aumento diminuisce); poi si danno le probabilità (Y2, W2, Z2) corrispondenti ad una concentrazione X2 ; e così via, a formare una tabella di corrispondenze (man mano che la concentrazione ipotizzata aumenta, i livelli di probabilità divengono maggiori).

Benché si tratti di argomenti noti a chi si occupa di questi problemi, è opportuno perseguire la massima divulgazione possibile, al fine di cercare di raggiungere - e, auspicabilmente, di interessare e coinvolgere - anche chi non ha mai prestato a tali argomenti l'attenzione che essi meritano, data l'enorme portata sociale - "globale", appunto - che comportano. Dedicheremo perciò alcuni articoli successivi ad illustrare - in modo non-specialistico, e perciò accessibile anche a chi non possegga una formazione specifica - la natura e l'origine dell'effetto serra, le sue prevedibili conseguenze, nonché le ipotesi di intervento che stanno di fronte ai "potenti della terra" e che saranno oggetto, nel prossimo dicembre, della Conferenza di Copenaghen, che dovrà tentare di pervenire ad un nuovo "patto globale" che sostituisca e superi il Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Cercheremo di analizzare le proposte operative in campo (il che fare), nonché le possibili modalità di intervento (il come fare) e la suddivisione dei compiti (il chi fa cosa): si vedrà che, come è prevedibile, nulla è scontato e che grandissimi interessi economico-industriali (e politici, di conseguenza) giocano una parte importante; così come non mancano profonde disparità di vedute fra chi ritiene - quando non addirittura pretende - di poter dettare condizioni e chi non accetta che siano, come è sempre avvenuto, ancora i più deboli e poveri a dover pagare i prezzi più alti.

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