mercoledì 30 settembre 2009

Fabio Mussi: La fine della sinistra liberista

Dal sito di SD


La fine della sinistra liberista
di Fabio Mussi
Mer, 30/09/2009 - 06:37
Dopo la Grosse Koalition viene dunque in Germania un governo di centro destra, cancelliera Angela Merkel, fondato sull'alleanza tra cristiano democratici e liberali. La distanza tra questo campo politico e quello di opposizione, occupato essenzialmente da Spd, Verdi e Linke, è di 2.9 punti percentuali. Complessivamente sono cinque partiti. Dovesse servire, è la conferma che in Europa non esiste bipartitismo, da nessuna parte.
In Italia poi, la teoria bipartitica, nata in seno al neonato Partito democratico sotto la campana delle figure immaginarie, è stata madre della pratica monopartitica, lasciando dilagare, politicamente e culturalmente, una destra che peraltro non è quella di Angela.
Subito si è alzato il coro: "vince il centrodestra, bisogna andare più a destra". Il coro degli interessati e degli sciocchi. La batosta delle Spd, con il 23% (meno 11% rispetto alle elezioni precedenti) mai stata così in basso dopo il 1949, è il penultimo episodio di chiusura di una fase. Il prossimo sarà la batosta del Labour in Inghilterra. Si tratta di ineluttabile destino, perché sono partiti socialisti e socialdemocratici, e l'Europa moderna non è più patria per il "socialismo"? No, si tratta delle conseguenze di una abdicazione.
Tutto comincia dopo Reagan e Thatcher. L'avvento della destra negli Usa e in Gran Bretagna, dopo gli anni '80 mette il turbo al capitalismo finanziario che guida la globalizzazione e ne determina i caratteri predatori e di guerra che abbiamo visto negli ultimi trent'anni dispiegarsi sotto i nostri occhi. Il sistema ha prodotto una enorme quantità di merci alimentandosi su scala planetaria di lavoro umano e risorse naturali.
Fino a produrre livelli mai visti di diseguaglianza sociale e squilibri ambientali potenzialmente irreversibili e catastrofici. Quasi ovunque, in Europa, le sinistre sono restate a lungo due. Una, minoritaria, nutrita di antichi simboli, e l'altra, di governo, che resta ad un certo punto della storia folgorata dallo sguardo di Medusa di questo nuovo e mai visto capitalismo a scala planetaria. Esattamente in Inghilterra e in Germania viene elaborata l'idea che la sinistra, per essere moderna, dev'essere "di centro". Left of center, dice Tony Blair, segretario del Labour; Der neue Mitte, il Nuovo Centro, dice Gherard Schroeder, segretario della Spd.
E siccome, oltre che come "sterminata raccolta di merci", il nuovo capitalismo predatorio si presenta come "ininterrotta produzione di ideologia", non c'è stata rappresentazione ideologica che non sia stata presa per buona: "il mercato si autoregola, la ricchezza si distribuisce naturalmente secondo talento e merito, il lavoro flessibile è libertà, lo Stato è troppo invadente, lo Stato sociale è troppo caro, c'è una guerra umanitaria, la democrazia si esporta".... Aggiunga il lettore a piacimento.
"Pensiero unico", è stato chiamato. La crisi della sinistra storica dipende esattamente da questo: dall'aver "subito il fascino del liberismo" - come tempo fa è stato riconosciuto da D'Alema, senza peraltro trarne le conseguenze -, dall'aver cioè subito l'egemonia altrui, dall'aver dissipato una autonomia culturale e un pensiero critico, infine dall'aver rinunciato ad una conoscenza del mondo reale. E così, la crisi della sinistra è diventata la crisi dell'Europa: nello tsunami che ha colpito la finanza e l'economia globale, l'Europa è rimasta senza parole. Le parole vengono dagli Stati Uniti, con il nuovo Presidente Barack Obama, dall'Asia e dal Sud America.
Ora, l'idea che siccome il socialismo è in crisi, come si vede anche nel voto tedesco, la risposta è il Partito democratico nato in Italia, è del tutto infondata. Quello del Pd è un progetto precocemente fallito per le stesse esatte ragioni per cui la Spd prende un colpo micidiale in Germania e il Labour certamente lo prenderà in Inghilterra. Il Pd è figlio della stessa razionalità: al centro, al centro! E genera un "riformismo" innocuo e senza sale. Sono gli sgoccioli di una vicenda europea al suo epilogo. Basta guardare l'altra sponda dell' Atlantico: Obama, leader del Partito democratico americano, al confronto dei socialisti e dei democrats di questa sponda, sembra uno spartakista…
Una "estrema sinistra" intorno al dieci per cento non sarebbe una novità, nel vecchio continente. Ma il risultato tedesco dei Gruenen, dei Verdi (10.2%), e soprattutto della Linke, la Sinistra di Lafontaine, Gysi e Bisky (12.2), rappresenta un risultato strepitoso, gravido di possibili conseguenze positive. Sono forze non testimoniali, destinate ad esercitare un peso nel loro Paese e una influenza in altri. Le parole-chiave? Ambiente, lavoro, giustizia sociale, pace. I cardini di un programma che - si annuncia - vuole essere speso in una proposta di coalizione, con l'Spd naturalmente, che non fa il verso alla destra.
Quadro assolutamente suggestivo anche in Italia. Ma questo è già un altro discorso.
P.S.: Per chi si fosse perso qualche seguito degli alfieri della "sinistra di centro". Schroeder, già leader socialdemocratico, fa il rappresentante di magnati russi, con adeguata retribuzione. Blair, già leader laburista, convertitosi nel frattempo dal protestantesimo anglicano al cattolicesimo, fa l'affarista e il conferenziere, e viene descritto dalla stampa come avido di cachets milionari. Quando si dice mettere in pratica una teoria (della ricchezza). Due casi di marxismo involontario.

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