giovedì 1 ottobre 2009

Loredana Biffo: E se non ora, quando?

Da Aprile

E se non ora, quando?
Loredana Biffo, 29 settembre 2009, 21:37

Politica Attraverso la negazione dell'esistenza della sinistra, si tenta di far credere, contro ogni evidenza, che nell'attuazione delle proposte politiche non abbiano più ragione di esservi interpretazioni opposte della realtà, e di conseguenza venga meno la possibilità di scegliere l'una o l'altra alternativa. Questo è smentito da quel che accade ogni giorno sotto i nostri occhi



In "La svolta. Lettera ad un partito mai nato", Rutelli dichiara che la sua disapprovazione al Pd "come ultimo partito della sinistra italiana è totale".
Secondo una dichiarazione rilasciata da Rutelli su "Blitz", l'accordo con i socialisti "porterà i 7/8 eurodeputati democratici che non hanno storie di sinistra a essere lentamente fagocitati nel gruppo socialista, ribattezzato Asde, senza che esso evolva sostanzialmente". Secondo le sue tesi il Pd non sarebbe mai nato perchè qualcosa è andato storto, e dall'accordo con i socialisti in Europa non uscirà nulla di buono, il partito italiano immaginerà di far parte di una rifondazione della vecchia famiglia socialista, cosa impossibile secondo l'ex segretario della Margherita.
Comprensibilmente a Rutelli non piace il fatto che in questa fase iniziale delle primarie i consensi stiano andando in una direzione non favorevole per lui, in uno slate che vede Bersani al 55%, Franceschini al 37% e Marino all'8%; dove è evidente che i due favoriti sono condizionati dal "terzo" candidato che sarà il vero elemento decisivo quando l'ultima parola verrà detta all'Assemblea post primarie.

Ora che manca poco alla fine dei congressi di circolo, i dati complessivi confermano la fiducia dei democratici in Europa (comitato Italiani nel mondo per Marino)nei confronti di Ignazio Marino, con un risultato che si aggira intorno al 21%, e che è nettamente al di sopra della media nazionale. Ottimi risultati nelle grandi città: Parigi 77%, Madrid 44%, Berlino 41%, Ginevra 36%, Francoforte 31%, Berna 25%, Bruxelles 19%.
Mentre in Svizzera 14% , Germania 15% e Lussemburgo 18%, secondo i primi dati, nella piccola Thun, Marino ha ottenuto un risultato del 36%. Nei prossimi giorni si voterà a Londra, Amsterdam, Monaco di Baviera.
Sono dati questi che vanno ad inficiare il ragionamento di Rutelli, occorrerebbe una buona dose di outing da parte sua per poter realizzare che l'idea di un nuovo soggetto politico, in un momento storico-sociale ed economico che versa in una crisi sempre più grave, la tenuta dello stesso impianto costituzionale delle istituzioni, l'Italia non sembra più possedere risorse idonee a fronteggiare i numerosi e sempre più urgenti problemi che si impongono all'agenda politica.
Soprattutto è grave il fatto che il paese sia saldamente governato da una coalizione di destre variamente populista e fascistoidi, di fronte alle quali non esiste più a contrastarle qualcosa di simile alla/e sinistra/e.

Azzerata con la barriera del 4% alle elezioni europee la speranza di sopravvivenza per formazioni politiche da tempo al di sotto di tali soglie elettorali, il Partito Democratico è parso fino ad ora un soggetto di consistenza elettorale inizialmente apprezzabile, ma via via sempre più soggetto ad emorragia di voti e di sempre più inconsistente peso politico.

Il confuso e angoscioso agitarsi di questa sinistra, sconfitta non solo elettoralmente, ma soprattutto nella sua capacità di darsi identità non velleitarie e progetti politici plausibili, non pare in grado di produrre altro che un ulteriore arretramento generale di fronte all'offensiva di una destra la quale, per non avere anch'essa nessuna soluzione seria per affrontare la doppia crisi italiana, nondimeno aumenta la sua tracotanza e la sua volontà di "soluzione finale" nei confronti della democrazia costituzionale ancora vigente.

Non si tratta di mettere in atto una mediocre operazione trasformistica che assegna un nome nuovo ad una vecchia aggregazione partitica ormai fallita, bensì un'introduzione proprio dell'eurosocialismo, in una forma inedita ed europeisticamente garantita.
Non si vedono altre strade percorribili, solo in quest'ottica si può sperare di contrastare l'avanzare delle molteplici crisi economiche, sociali e politiche; ripristinare i concetti di eguaglianza, lavoro e Laicità dello Stato. I dati di questi giorni confermano che gli elettori di sinistra esistono, sono vivi e vegeti, è la sinistra che se ne deve accorgere, farsi carico del necessario cambiamento, ad una svolta nel modo di intendere la politica, nella necessità urgente della salvaguardia della democrazia, oltre che al superamento di identitarismi trasversali a tutta la sinistra utili solo a dividere.
Attraverso la negazione dell'esistenza della sinistra, si tenta di far credere, contro ogni evidenza, che nell'attuazione delle proposte politiche non abbiano più ragione di esservi interpretazioni opposte della realtà, e di conseguenza venga meno la possibilità di scegliere l'una o l'altra alternativa. Questo è smentito da quel che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.

Dice bene Giddens quando sostiene che: "partiti progressisti hanno raggiunto o conservato il potere anche in India e Brasile, ovvero in due delle tre maggiori nazioni emergenti, oltre che in Australia e Giappone, una conquista quest'ultima di significato storico. E risultati analoghi si sono verificati in altri paesi dell'America Latina. E' dunque soltanto l'Europa, fino ad ora, il terreno dove la sinistra si trova in difficoltà. Il centro-sinistra ha oggi ha bisogno di elaborare un nuovo pensiero politico per affrontare i problemi posti da un mondo che muta rapidamente, mettendo fine alle divisioni tra moderati e radicali. Ma unire le forze di sinistra non è un'operazione che si può fare solo in nome del pragmatismo, formando una coalizione eterogenea, magari in grado di cogliere la maggioranza alle urne ma non poi di governare e di fare le riforme necessarie"
La situazione attuale offre una sfida a creare un nuovo pensiero politico per il centro sinistra, checché ne dica Rutelli.

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