giovedì 11 dicembre 2008

zolo: tutti gli esseri umani nascono liberi?

Tutti gli esseri umani nascono liberi?
di Danilo Zolo - 10/12/2008

Fonte: Il Manifesto



La Dichiarazione universale dei diritti umani viene celebrata in questi giorni
come un documento internazionale di eccezionale rilievo. Si � trattato d'un
importante tentativo di fondare e rendere universali i diritti umani. Il 10
dicembre del 1948 l'Assemblea Generale dell'Onu ha proclamato
solennemente che i diritti sono prerogativa assoluta di tutti gli individui, a
qualsiasi nazione, cultura o civilt� appartengano. Il primo articolo della
Dichiarazione si spinge sino a dichiarare che tutti gli esseri umani �nascono
liberi�, che sin dalla nascita sono �eguali in dignit� e diritti� e che �devono
agire verso gli altri in spirito di fratellanza�. Si tratta di una assunzione
filosofica ispirata all'idealismo etico che si � affermato nel secondo
dopoguerra in Europa.�

La filosofia universalistica del �diritto naturale�, tipica del protestantesimo e
del cattolicesimo, � prevalsa enfaticamente su ogni altra dottrina. Il risultato �
stato che la Dichiarazione universale non � per nulla universale. Essa
impone come doverosa una particolare visione del mondo, impregnata
dell'individualismo, del liberalismo e del formalismo giuridico occidentali.�

Non � un caso che su questo aspetto si siano scatenate negli anni violente
polemiche internazionali. In particolare nella seconda Conferenza delle
Nazioni Unite sui diritti umani, del 1993, si sono fronteggiate due concezioni
del tutto incompatibili fra loro. Da una parte c'erano le tesi della Dichiarazione
universale, con la sua rivendicazione dei diritti individuali, della libert� e della
privacy. Dall'altra c'era la posizione di gran parte dei paesi dell'America latina
e dei paesi asiatici, con Cuba e la Cina in prima fila. Questi paesi ponevano
al centro i �diritti collettivi�, ignorati dalla Dichiarazione universale, e in
particolare la lotta dei popoli contro la povert� e contro il dominio economico,
finanziario e militare dei paesi industriali.�

In realt� la Dichiarazione del 1948 ha esercitato e tutt'ora esercita
un'influenza minima sulle relazioni internazionali. Essa � stata emanata da
un organismo come l'Assemblea Generale che � privo di un effettivo potere
normativo. Non a caso il testo della Dichiarazione � strutturato come una
proclamazione etico-filosofica priva di sanzioni e di strumenti esecutivi in
grado di realizzarla. Per provarne la drammatica inefficacia � sufficiente
consultare i rapporti di Amnesty International: oltre due miliardi di persone
oggi soffrono per la violazione sistematica dei loro diritti. Il fenomeno � di
proporzioni crescenti e interessa un numero elevatissimo di Stati: oltre 150 su
circa 200, inclusi tutti gli Stati occidentali. Le violazioni includono una lunga
serie di atrocit� e di violenze: fra le altre il genocidio, la tortura, la pena di
morte, le esecuzioni sommarie, le sparizioni, gli omicidi politici, le violenze
sulle donne, la schiavit�, le violenze sui bambini, le esecuzioni capitali di
minorenni e di disabili, il trattamento disumano e degradante dei detenuti.�
Ma le tragedie del mondo sono soprattutto le guerre di aggressione, la fame e
la povert� assoluta, di cui si sono responsabili soprattutto i paesi occidentali,
a partire dagli Stati Uniti e dalla Nato. Basti pensare a Guant�namo, ad Abu
Ghraib, a Bagram, alle stragi in Iraq e in Afghanistan. E basti pensare, come
ha recentemente ricordato Luciano Gallino, che in India, dal 1996 al 2007, si
sono suicidati 250 mila contadini, perch� oppressi dalla fame e dai debiti. La
ragione della loro condizione miserabile � dovuta alle monoculture imposte
dalle corporations europee e statunitensi. Ma non nascono uguali tutti gli
uomini?�

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