martedì 20 maggio 2008

Segnalazione: dal Manifesto del 16 maggio 2008

“Oggi il silenzio può diventare un vero crimine contro l'umanità”.

Vittorio Agnoletto

La sinistra politica non può restare muta davanti all'assalto ai campi rom, alla proposta di istituire il reato di immigrazione clandestina e di protrarre fino a diciotto mesi la detenzione nei Cpt. Ne è possibile pensare di cavarsela delegando ogni risposta all'associazionismo.
Se si afferma che i diritti costituzionali debbono valere per tutti, ma poi si chiude un occhio quando questi vengono negati ad una fascia di popolazione, si sono trasformati i diritti in una variabile dipendente dalle opportunità politiche.
Quando si comincia a percorrere questa strada si sa cosa si lascia: la certezza del diritto, ma non si sa dove si rischia di arrivare.
Ormai siamo alla pulizia etnica, la responsabilità individuale per le singole azioni viene sostituita dalla punizione collettiva della comunità di appartenenza.
Queste violenze raccolgono il consenso anche di ampie fasce popolari; le ragioni sono state spiegate migliaia di volte su questo giornale: una vita strangolata dalla paura di non arrivare a fine mese, dall'assenza di servizi, da una disoccupazione incombente è facilmente preda di una demagogia che propone facili capri espiatori.
Soprattutto in assenza di una proposta politica capace di offrire un'alternativa migliore alle condizioni di vita dei ceti popolari..
E così ai manifesti della Lega e del PdL, che invocano la cacciata dei rom, si affiancano quelli del Pd; e alle ronde padane si affiancano le ronde “democratiche”. Tanti, a sinistra, pur vergognandosi in cuor loro per simili cadute di stile, consigliano di aspettare che passi l'onda emotiva perché sarebbe impopolare contrapporsi ad un sentire comune che rischierebbe di farci perdere anche il poco consenso che ci è rimasto.
Credo invece che se non prendiamo ora la parola, sarà perfettamente inutile qualunque futuro dibattito sul ruolo della sinistra. Non c'è una mia libertà, diversa da una libertà per tutti; non c'è un nostro diritto separato dal diritto per tutti. Se oggi scegliamo di tacere perché difendere i rom è difficile e impopolare, perché sono portatori di una cultura differente e a noi non sempre di facile comprensione, domani qualcun altro ci verrà a spiegare, e anzi già lo stanno facendo, che anche altri gruppi di popolazione sono diversi e non meritano di essere difesi da nessuno.
A chi dice che abbiamo perso le elezioni perché abbiamo difeso gli omosessuali e gli zingari e non i lavoratori, dobbiamo rispondere la brutale verità: che non abbiamo lottato a sufficienza né a fianco degli uni , né con gli altri. Gli assalti ai campi rom, l'omicidio di Verona e l'indifferenza di fronte alle stragi sul lavoro sono la medesima faccia della violenza del sistema liberista.
Nell'epoca della globalizzazione l'universalismo dei diritti e la non mercantilizzazione dei beni comuni sono i due paradigmi imprescindibili attorno ai quali ridefinire lo stesso concetto di sinistra.
Le grandi migrazioni che ci aspettano nel futuro prossimo sono la conseguenza del modello economico governato dalle grandi istituzioni finanziarie liberiste. Chi governa queste istituzioni semina nel mondo fame e povertà, induce migrazioni bibliche, pronto poi a raccogliere il consenso proprio attraverso la gestione della reazione popolare contro i nuovi stranieri che “occupano casa nostra”
O siamo in grado di comprendere e di spiegare questo infernale circuito del sistema liberista o siamo condannati ad ulteriori sconfitte.
Ci sono momenti nei quali il silenzio è d'oro, altri nei quali “il silenzio è il vero crimine contro l'umanità”.
Lancio un appello a tutta la sinistra politica e sociale perché su questi temi si organizzi a breve una giornata nazionale di mobilitazione contemporanea in tutte le città.
*europarlamentare Sinistra Europea

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