giovedì 22 maggio 2008

Pescati nella Rete: clandestinità

dal sito di Liberal


Liberal

Clandestinità? Un reato ingestibile
Oggi 22 maggio 2008, 1 ora fa Redazione
«Il reato di clandestinità introdotto dal pacchetto sicurezza del governo è semplicemente ingestibile dal punto di vista tecnico. Al limite, può avere un efficacia di deterrenza, può scoraggiare nuovi flussi in arrivo». Professore ordinario di demografia all’università La Sapienza di Roma e membro della consulta degli immigrati Antonio Golini ragiona con liberal sui provvedimenti che il governo ha annunciato di voler realizzare in materia di immigrazione. Avvertendo che ogni semplificazione in questo campo rischia di non risolvere nessun problema. Professore il passaggio del provvedimento governativo che sta facendo più discutere è quello legato all’introduzione del reato di clandestinità. È una misura efficace dal suo punto di vista?È soprattutto una misura che rischia di essere tecnicamente ingestibile. La pubblica amministrazione italiana è normalmente in affanno per il vaglio e la concessione dei permessi di soggiorno, figuriamoci per gestire processi e arresti di clandestini per il reato di clandestinità. Va anche considerato un altro aspetto: il ministero dell’interno ha 6-7mila domande di richiesta di regolarizzazione fatte da immigrati arrivati in Italia senza permesso di soggiorno; ora che succede, che queste domande si trasformano in autodenunce? Si è detto che per badanti e colf sarà riservato un trattamento particolare e per gli altri? Insomma il suo è un giudizio negativo. Un aspetto positivo si può vedere: il reato di immigrazione clandestina potrebbe funzionare da deterrente nei confronti dei singoli migranti e dei trafficanti di manodopera. Ma la questione migratoria è straordinariamente complessa. Questi provvedimenti possono mettere un tampone, ma non è pensabile che l’Italia possa risolvere unilateralmente questo problema. E chi dovrebbe risolverlo?Guardi gli attori della questione migratoria sono almeno nove. Il migrante, il Paese di destinazione, la famiglia del migrante, il Paese di provenienza, il Paese di transito - nel nostro caso la Libia, che ha difficoltà enormi a presidiare la vastità del suo territorio e che non può fermare entro i propri confini le migliaia di migranti che lo attarversano - l’Unione europea, i Paesi vicini a quello di destinazione, la comunità di persone che sono già presenti in Italia e che informano e dirigono coloro che sono rimasti a casa e che hanno intenzione di ricongiungersi a loro. Non esiste politica efficace sull’immigrazione senza la visione di questo scenario complesso e senza la concertazione degli attori che vi sono in gioco. Lei è uno studioso dei flussi migratori sollevandoci per un attimo dalla contingenza di questi giorni e dalla polemica politica qual è lo scenario che si va costruendo da qui ai prossimi dieci anni, qual è insomma il gioco in cui siamo inseriti. La cornice dentro la quale dobbiamo ragionare è facilmente descrivibile con due dati. Le proiezioni dei prossimi 30 anni dicono che mentre l’Europa tende a una crescita demografica vicina allo zero il continente africano tende a un implemento demografico di oltre un miliardo di persone. Le pare che siano sufficienti misure tampone o provvedimenti repressivi di fronte a questo scenario? Che fare allora?O noi riusciamo a far sviluppare in fretta i paesi poveri o non ci sarà alternativa a un afflusso via via sempre più incontrollato. L’immigrazione all’Italia conviene, intendiamoci, è la velocità dell’afflusso a essere eccessiva. L’arrivo di 300mila immigrati all’anno pongono gravi problemi dal punto di vista psicologico, amministrativo e abitativo. Dunque va governato il flusso e va incoraggiato e agevolata l’immigrazione temporanea, il flusso degli stagionali che soprattutto vengono impiegati in agricoltura e turismo. Occorre concordare con i Paesi d’origine permessi, controlli e procedure di questo tipo di migrazioni controllate, Paesi che tra l’altro hanno tutta la convenienza a incoraggiarle visto che fino a quando l’immigrato è temporaneo continua a mandare le rimesse alla famiglia del paese d’origine. Gli organismi internazionali attuali, come l’Unione europea sono sufficienti a governare una situazione del genere?Non lo saranno più tra pochi anni. E infatti l’unica possibilità per integrare governare dall’interno del problema questi flussi saranno grandi unioni intercontinentali, unioni euroafricane o americane. Per affrontare grandi problemi occorrono visioni e schemi più ampi di quelli attuali. Del resto quanto certe soluzioni siano dei palliativi lo dimostrano esempi come quello del muro col Messico costruito dagli Stati Uniti. Molti immigrati ora entrano negli Usa via Canada e il Messico è sempre più incalzato a sua volta dall’immigrazione che sale dal Guatemala e dal resto dell’America latina. Il Messico ha già i suoi immigrati.Se per questo anche la Romania ha già i suoi immigrati: importa sempre più manodopera dai Paesi dell’est. Anche in Turchia si è cominciato a importare manodopera.

Nessun commento: