mercoledì 28 maggio 2008

Pescati nella Rete: sinistra e modernizzazione

Dal sito Macchianera


Macchianera
Oggi 28 maggio 2008, 5 ore fa

Chi è senza peccato
Oggi 28 maggio 2008, 5 ore fa Carletto Darwin
C’è una parola inglese breve e precisa che si chiama bias. Indiaca fra le altre cose il modo di raccontare le cose vedendole solo da una parte. Parecchi giornalisti italiani lo sanno fare molto bene, soprattutto quando parlano delle colpe della sinistra. Funziona semplicemente così: metti in fila gli errori compiuti del PCI o dalla sinistra quelli nell’arco di qualche decennio; solo gli errori. E sembra che la sinistra sbagli sempre.
Stiamo al gioco e rispondiamo per le rime, così magari si può capire che la storia non si fa solo scrivendo le pagine dispari:
1. La TV a colori non la voleva nessuno in Italia, nè la destra, nè la sinistra. La Malfa Sr., uno di destra destra, fece filippiche per anni bloccando tutti I progetti e abdicò solo alla fine. Chi ritardò il tutto, se permettete, è stata la compagine governativa, che si alternava tra centro destra e centro sinistra. Ma della quale il PCI non faceva parte. La nascita della TV a colori è datata 1. Febbraio 1977, durante gli anni in cui il PCI era al governo, con appoggio esterno (governo meglio conosciuto come la formula della “non sfiducia”).
2. Le autostrade furono costruite con buon impegno per evitare le zone produttive rosse. Il PCI era così contrario che le regioni rosse costruirono le bretelle che attraversano Umbria ed Emilia. Trattasi di statali a 4 corsie, equivalenti negli anni ’70 alle autostrade. Senza pedaggio. Perchè il PCI era contrario ai pedaggi. Un scelta lungimirante, se consideriamo quanto le autostrade senza peage hanno giovato alle economie dei paesi dove non si paga al casello.
3. Il PCI era così contrario alle metropolitane che concluse, durante la gestione Petroselli-Vetere, l’opera della Metro A romana dopo che le giunte di destra l’avevano tirata per le lunghe per più di vent’anni.
4. La destra è così innovativa nel campo delle energie che propone nel 2008 un investimento ventennale sul nucleare, tralasciando l’eolico e il solare termodinamico sul quale stanno investendo in tutto il mondo. La stessa destra che ha licenziato Carlo Rubbia, reo di aver sviluppato un sistema di centrali solari termodinamiche da urlo. Sistema che il nostro premio Nobel sta mettendo in opera adesso in Spagna. Già mi immagino il Berlusconi di turno proporre nella campagna elettorale del 2028 un investimento strategico sulle centrali offshore eoliche. Ovviamente a beneficiarne saranno le aziende tedesche e olandesi.
5. Per tornare alle TV, la destra ha boicottato in tutti i modi il referendum sulla concentrazione delle TV; non ve lo dicono, ma in tutti i paesi europei il numero dei canali nazionali in chiaro è aumentato costantemente ed è di gran lunga superiore a quello italiano. In Italia siamo fermi a 6 più una piccolina e un paio di canali musicali. Un’arretratezza che causerà prima o poi l’effetto pesce-grande-mangia-pesce-piccolo e che è costata migliaia di posti di lavoro.
6. Finiamo la lista degli esempi con l’Alfa Romeo, venduta a prezzo di favore alla FIAT per mantenerla italiana, rinunciando ad un’offerta della FORD decisamente migliore sul piano industriale. La decisione è degli anni ’80, di nuovo presa dalla destra allora al governo, appoggiata dal PSI. Per l’Alfa ha significato la scomparsa di una tradizione motoristica enorme e l’accorpamento in un gruppo che non ha avuto più concorrenza interna. Insomma, la stessa cosa che la destra sta facendo per l’Alitalia.
Fine del giochino, volutamente esagerato.
Fuori dale righe vi verrei scrivere un mio parere spassionato, scritto da chi ha avuto la possibilità di confrontarsi con le scelte progressiste fatte all’estero: in Italia purtroppo manca la percezione del futuro e degli investimenti decennali o ancora più a lungo termine. A destra come a sinistra; a destra però in modo becero ed arrogante.
Quello di cui invece abbondiamo è una classe giornalistica che certamente ci delizia permettendoci di passare belle giornate in compagnia di un quotidiano. Ma niente di più. Una classe giornalistica che, se un giorno maturasse e uscisse dagli schemi destra-sinistra-comunisti-fascisti, aiuterebbe la stessa classe dirigente politica a fare quel salto intellettuale che le è mancato dal dopoguerra ad oggi.

3 commenti:

Circolo Rosselli Milano ha detto...

Le riflessioni di Macchianera mi sembrano molto approssimative.
Qualche appunto, seguendo la sua numerazione: 1) Ugo La Malfa non era di "destra destra", era un fior di antifascista (non va confuso col figlio degenere, Giorgio); l'opposizione della sinistra e in particolare del Pci alla TV a colori assume una gravità particolare perché se sei progressista non dovresti opporti al progresso tecnologico; 2) che le autostrade siano state costruite evitando le zone rosse mi pare ridicolo, basta guardare il tracciato dell'autosole; 3) il Pci era contrario alla metropolitana a Milano (il tram è di sinistra, la metropolitana è di destra); a Roma non lo era più, ma erano anche passati 20 anni ...; 4) in Spagna il nucleare l'hanno già, in Italia abbiamo solo il termoelettrico e un po' di idroelettrico; diversificare, non solo col nucleare ma anche, non mi pare così assurdo (di questo passo, il barile di petrolio arriva a 200 dollari entro l'anno ...); 5) il referendum sulla TV, se ricordo bene, non è stato boicottato, l'abbiamo proprio perso !; 6) mi risulta che nessuno, nella sinistra, fosse favorevole all'offerta Ford per l'Alfa.
Non vedo l'utilità di ospitare articoli così insulsi sul sito del Rosselli.
Luciano Belli Paci

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, ma quando ho letto "La Malfa sr. uno di destra destra" non ho avuto lo stomaco di proseguire nella lettura. Può darsi che, per puro caso, poi ci sia anche qualcosa di interessante nell'articolo, ma mi farò facilmente una ragione del fatto di continuare ad ignorarlo.

Stefano Bazzoli

Circolo Rosselli Milano ha detto...

Questo elenco sarà delle pagine dispari ma contiene un po' di inesattezze.

La prima: la corrente socialista della Fiom parteggiava per la Ford dato che la Fiat non ne voleva sapere di un vero piano industriale per l'Alfa, non ne aveva per la Lancia (a proposito allora ero Segretario della Fiom Lombardia).
La seconda: il dibattito degli anni sessanta sul metrò (eccetto gli Amministratori) era schematicamente il seguente il metrò per i ricchi e i tram per il popolo; negl allora anni 80, in Zona 15, solo i Socialisti raccolsero le firme per prolungare il metrò in p.zza Abbiategrasso secondo il progetto delle Amministrazioni di Centrosinistra e poi di Sinistra.

Gli errori del PCI furono ben altri quelli di politica estera, occorsero decenni per capire che il modello sovietico non era nè esportabile in Europa occidentale nè in nessun Paese industrializzato, per non parlare delle libertà individuali che non possno essere disgiunte da quelle collettive.

Sergio Tremolada
PS I revisionisti dell'oggi mi fanno "tenerezza" per il loro coraggio modello Maramaldo.