mercoledì 7 maggio 2008

Pescati nella rete: Mauro Zani e il PD

DemocraticieSocialisti
lunedì 5 maggio 2008, 9.49.47

Invettiva! - di Mauro Zani
lunedì 5 maggio 2008, 9.49.47 redazione
E’ utile fare i conti dice Pasquino . Esatto. Non m’importa la resa dei conti. Ma fare i conti, con una sconfitta clamorosa, è indispensabile. Non è difficile. Basta capire perché si è perso. La qual cosa è molto più importante che tenere botta. Mi ripeto. Tenere botta al di là dell’evidenza, è solo una manifestazione di stolidità. Roba da pugili suonati. O roba da troppo furbi. Anche per questo non ho letto i giornali degli ultimi giorni. Per non subire il solito doppio rituale. Prima versione. Ci hanno pestato a sangue ma siamo freschi come rose e andiamo avanti per la nostra strada. Seconda versione. Ci vuole una riflessione approfondita, cioè una redistribuzione del potere dentro il PD. Tutto questo non basta. Non lo dico io. Gualtieri, che mi risulta essere un eminente esponente del gotha pieddino, per quanto d’osservanza dalemiana , spiega così, su il Riformista del 30 aprile scorso le ragioni della sconfitta: 1) “la doppia sconfitta nazionale e romana del PD chiude un lungo ciclo apertosi all’inizio degli anni novanta e mostra tutti i limiti della cultura politica prevalente nella generazione politica che si è formata negli anni del tramonto della prima repubblica”. Aggiunge che “tali limiti non sono stati superati, bensì enfatizzati con la formazione del partito democratico”. Non credo si possa recitare un de profundis più impietoso per un progetto (torno a ripetermi) malnato come quello dell’attuale PD. 2) “La difficoltà ad emanciparsi da quella visione neoliberale fondata sul dogma della separazione tra economia e politica affermatasi alla fine degli anni ottanta e ormai definitivamente tramontata in tutto il mondo, che ha segnato così pesantemente l’impianto della proposta programmatica del PD rendendolo disarmato di fronte alla speculare conversione centrista del PDL “.A questo punto il politicamente corretto imporrebbe di esclamare un: trasecoliamo! Ma io non trasecolo. M’incazzo. Sì, perché queste cose le abbiamo dette e ripetute all’infinito, con dovizia d’argomenti, in quello che fu il congresso di scioglimento dei DS. Fu detto e ridetto. Fu urlato ai quattro venti. La pigrizia intellettuale, il conformismo culturale, la sudditanza di un malinteso realismo politico all’andazzo neoliberista era una pura e semplice illusione. Peggio di un crimine. Un errore! Un errore ripetere a macchinetta nel corso di tutta la campagna elettorale che il mercato è un valore, proprio mentre il mercatismo imperante ci mette nel guano fino al collo. Gli esempi ve li risparmio per non ripetermi all’infinito. La verità è che il PD nasce senza un briciolo di autonomia, senza il più piccolo barlume di analisi e di conseguenza di visione delle cose del mondo attuale. Solo litanie. Luoghi comuni di un tempo ormai trascorso. Ragnatele. La destra, tremontiana , leghista e protezionista, ha perlomeno intuito che il blairismo-clintonismo (al di là di ogni piegatura obamista) non era sufficiente a colmare il vuoto di politica lasciato dal fondamentalismo bushista e neocon. Come si fa a non incazzarsi di fronte ad una tal incuria mentale. Un vero e proprio vuoto della mente che non può essere riempito con la rassicurante e “sinistra”(per me, e per quelli come me) constatazione della fine della sinistra in Italia. Sia pur radicale, sia pur socialista. Non sto parlando semplicemente di quella sinistra che si è presentata alle elezioni in modo impresentabile. Ma del concetto stesso di sinistra. O , se volete, del posto che spetta, ancor oggi, alla sinistra negli emicicli parlamentari sulla lunga scia del 1789 . Ben scavato vecchia talpa! A forza di riformismo, né di destra, né di sinistra, naturalmente, hai sciolto gli ormeggi. Un PD in mare aperto. Ma che bella immagine! Senza saper manovrare. Senza bussola. Senza rotta. Una zattera in balìa dei marosi. Te la sogni l’ America! Mi domando se prima o poi l’equipaggio, così magnificamente arruolato il 14 ottobre del 2007 , oserà ammutinarsi. Domanda retorica. Non avverrà. Non in tempi utili, comunque.PS. Non sono noto per il mio ottimismo. Penso anzi che l’ottimismo sia spesso sbandierato, in politica, per raggirare le persone perbene. Del resto, fateci caso, il politico di successo non di rado è una persona profondamente ignorante ma molto , molto, ridanciana. Insomma un buffone. Non è stato sempre così. Un tempo esistevano (lo dico per i più giovani) uomini politici seri (se non seriosi) e , pur tuttavia largamente e, giustamente, apprezzati.