giovedì 1 maggio 2008

Caro Pierpaolo, anticipando alcune cose che tenterò di dire intervenendo nel dibattito Lunedì prossimo, ti comunico le mie osservazioni sul tuo documento.
1) La sconfitta: sono d'accordo con quel che dici, ma temo che le cause siano più complesse e più profonde di come tu le descrivi. C'è un'onda lunga di un "comune sentire" di destra, basato cioè sul parametro del successo individuale svincolato sia da obiettivi di interesse generale, sia da prerequisiti etici (giustizia sociale, legalità, correttezza ...). Questa ondata non aspettava altro che si rompessero gli argini - l'antiberlusconismo, il senso di appartenenza al campo della sinistra, ecc. - ed il PD li ha rotti. Poi c'è il disastro combinato dal governo Prodi, che ha risposto al bisogno diffuso di sicurezza e di protezione a tutto campo (difesa dal crimine e sicurezza sociale) con il maxi-indulto e con il rinvio della redistribuzione al "secondo tempo", con la deregulation liberista e consumerista (bersani), con l'attenzione esclusiva ai poteri forti.
2) Autonomia politica: sono d'accordo con te. Non c'è spazio per un partito che non si distingue dal PD se non per le recriminazioni da moglie tradita e perché è più laico. Occorre individuare le ragioni della contrapposizione al PD nell'assunzione piena ed esplicita di scelte alternative: nel modello politico (Europa sì, USA no), nell'idea di società (rappresentanza di interessi sociali e non loro svilimento come zavorra), nella proposta economica (stato sociale, non stato minimo; centralità del lavoro; regole, non mercatismo; equità fiscale: tassazione rendite finanziarie).
3) Ragioni per continuare / possibilità / unità d'azione / superamento delle differenze a sinistra : concordo solo in parte con le tue indicazioni. Penso che la durezza della sconfitta offra la possibilità di realizzare quel lavoro di destrutturazione e successiva ristrutturazione della sinistra che alcuni di noi auspicavano avvenisse (e hanno lavorato invano perché avvenisse) come frutto di intelligenza politica. Ex malo bonum. Una unità indistinta mi pare irrealistica e neppure desiderabile. SA è finita. Il Pdci va per conto suo e punta a riunire tutti i nostalgici del comunismo. I Verdi finiranno in gran parte nel PD (dallo studio dei flussi pare che solo l' 8 % degli elettori dei Verdi abbia votato SA ...). RC si sta spaccando. SD è smarrita. Il PS dovrebbe mettersi in gioco e puntare ad uno sforzo unitario con tutti quelli che ci stanno sulla base di poche discriminanti: sinistra di governo, rapporto forte col sindacato, lista unitaria e plurale targata PSE alle europee.
4) Critica sociale: d'accordo su tutto. Aggiungo solo che dovrebbe essere recuperata anche un'altra accezione della "sinistra di governo": è tale non solo quella che si propone di andare al governo e si dimostra sufficientemente realistica e responsabile per essere riconosciuta come idonea, ma anche quella che ha una robusta autonomia di pensiero e organizzativa per governare sul serio, che cioè non è subalterna a forze egemoniche esterne (mass media, poteri forti, chiesa), che non si acconcia a governare "per delega", eseguendo i voleri di "agenzie" esterne.

Luciano Belli Paci