sabato 31 maggio 2008

Pescati nella Rete: Valdo Spini

Dal sito www.aprileonline.info
Socialisti, la diaspora si può fermare
Andrea Scarchilli , 30 maggio 2008, 17:35
Politica A meno di un mese dal congresso, Valdo Spini "lancia un sasso nello stagno". Perché non utilizzare l'appuntamento elettorale dell'anno prossimo per fare una lista comune di quanti, nel Pd, in Sd e nel Ps, ancora si riconoscono nell'appartenza al Pse? Un modo per aprire un dibattito, e riconquistare spazio
A meno di mese dal congresso del partito socialista, quello in cui si dovranno affrontare, per la segreteria, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini e l'eurodeputata Pia Locatelli, il dibattito all'interno della formazione della Rosa europea, sulle prospettive future, non si ferma. I socialisti sono di fronte a un bivio: se dovesse prevalere, all'assise di giugno, Nencini, si opterà per un forte pressing sul Partito democratico per tentare di fare quanto non è riuscito a Enrico Boselli: l'alleanza. La linea della Locatelli, invece, è sul modello dell'assemblea di Chianciano Terme, quello che vuole e si muove per un soggetto liberale, radicale, socialista e laico anche al di fuori dei partiti già consolidati.
Valdo Spini, già tra i fondatori di Sinistra democratica e poi confluito nel comitato promotore del Partito socialista, ancora non si è posizionato ufficialmente nella battaglia congressuale, anche se parrebbe orientato a sostenere Nencini (a cui, tra l'altro, darà il suo appoggio Gavino Angius, che lasciò assieme a Spini Sd per entrare nel gruppo fondatore del Ps). Proprio nelle settimane in cui i delegati si preparano ad eleggere un nuovo leader che tenterà di rianimare una formazione sfiancata dalle ultime elezioni, l'ex vicecapogruppo di Sd alla Camera prova, come dice lui, a "lanciare un sasso nello stagno". Intervenendo in un dibattito con il vicepresidente democratico del Senato Vannino Chiti in un convegno alle Caldine (provincia di Firenze) e chiarendo le sue affermazioni ad "Aprileonline".
Il ragionamento delle Caldine prende spunto dall'opinione che "il dopo elezioni, dopo la vittoria politica di Berlusconi non può essere caratterizzato, nella sinistra e, nel senso più ampio nel centrosinistra, dalla continuazione sic e simpliciter delle polemiche della campagna elettorale. Dobbiamo fare, per quanto a ciascuno può competere, di più e meglio". Quello che compete a Valdo Spini è tentare di impedire che una diaspora violenta annienti le singole esperienze del Pse in Italia. L'anno prossimo ci sono le elezioni europee: perché non fare una lista comune di quanti aderiscono al Partito socialista europeo? Dice Spini: "Oggi esiste nel gruppo socialista al Parlamento Europeo una componente italiana a cui appartengono parlamentari che militano oggi sia nel Pd (sono quelli di provenienza Ds), che nel Partito socialista, che in Sinistra democratica. L'anno prossimo ci sono le elezioni europee. Che cosa faranno questi parlamentari: si divideranno in varie liste italiane? Oppure si può cominciare fino da ora un'azione politica che non prescinda certo dalle novità intervenute come la formazione del Partito democratico, ma per quanto attiene all'Italia agisca, per unire e non per dividere e, per quanto attiene all'Europa, per non operare rotture di continuità con la militanza socialista europea, ma al contrario allargarla?".
I nomi "pesanti", delle tre formazioni, nel Parlamento europeo già ci sono. Per fare qualche esempio: Sinistra democratica ha il neo coordinatore del movimento Claudio Fava e Pasqualina Napoletano, il Pd il capo della delegazione italiana Gianni Pittella, i socialisti la vicepresidente Pia Locatelli. Spini, intanto, vuole mantenere intatto questo patrimonio e questa appartenenza comune, poi "vediamo che succede". Il Partito democratico, del resto, ha in corso un dibattito sulla futura collocazione in Europa. E' noto che una parte del Pd fa capo ai socialisti europei, un'altra (l'ex Margherita) ai liberali. Spini si domanda: "Cosa faranno, l'anno prossimo, si presenteranno agli elettori dicendo che un pezzo degli eletti va da una parte e il secondo pezzo da un'altra?". E' noto che si sta tentando, attraverso un apposito gruppo di lavoro, di risolvere la questione, magari allargando le basi del gruppo socialista e farvi trovare spazio anche ai liberali - margheritini. Se, tuttavia, dovesse prevalere l'opzione di chiusura e non si riuscisse ad allargare il socialismo europeo anche alle nuove leve democratiche, si aprirebbero nuovi varchi. E la proposta di Spini, in sostanziale accordo con la mozione di Nencini, vuole utilizzarli per riaprire il discorso all'alleanza e ricominciare ad intaccare la solitudine veltroniana. Lo stesso ragionamento è rivolto a Sinistra democratica: "Che fa Fava, vuole rifare la sinistra con Rifondazione?". Spini è più interessato, evidentemente, al tavolo di confronto che il neo coordinatore di Sd ha aperto con Veltroni. Secondo lui, le elezioni europee potrebbero essere l'opportunità di aggiungere un posto a tavola. Riservato al Partito socialista.

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