dal sito www.democraticiesocialisti.eu
La sinistra (se c’è ancora), l’immigrazione, la sicurezza - di Gianfranco Pasquino
Ieri 24 maggio 2008, 19.40.52 redazione
Primo: fare opera di verità. La maggior parte dei reati, come documentano gli studi più accurati di sociologi anche di sinistra, vedi, per esempio, Marzio Barbagli, sono commessi da immigrati. La percentuale più elevata di reati commessi dagli immigrati appartiene ai rumeni (circa il 40 per cento). Secondo, vera o procurata, reale o percepita, esiste una diffusa sensazione di insicurezza, in particolare in alcune aree geografiche, e il Nord-Est è una di queste aree. Le affermazioni xenofobe di alcuni non debbono oscurare l’effettiva esistenza di comportamenti illeciti da parte dgeli immigrati. Non cancellano la realtà. Terzo, le politiche dei vari governi di centro-sinistra, spesso intralciate dalla cosiddetta sinistra antagonista, hanno oscillato fra la sottovalutazione del fenomeno e il permissivismo. La sinistra deve dimostrare, magari con il Ministro ombra del PD che ne sa qualcosa e che non si limita a ricamare le sue diversità sui testi governativi. Quarto, sulla sicurezza e l’immigrazione, la destra è apparsa più credibile, più determinate, più capace di affrontare e risolvere il problema. Che cosa dovrebbe fare una sinistra degna di questo nome? Anzitutto, raccogliere rapidissimamente le informazioni sulle modalità con le quali gli altri paesi europei, in particolare, Spagna, Francia e Germania agiscono nei rapporti con gli immigrati, e renderle ampiamente disponibili e pubbliche. In secondo luogo, sollecitare dalla Commissione Europea le direttive che la stessa Commissione ritiene utili e applicabili. Terzo, operare su due piani. Il primo piano è quello legislativo e necessariamente repressivo che compete al Ministro degli Interni. Il secondo piano è quello delle autorità locali: i comuni e i loro sindaci (magari stimolando una competizione fra i sindaci), la cui azione deve essere improntata alla predisposizione di tutte le misure indispensabili, comprese quelle assistenziali, all’integrazione nel pieno rispetto della cultura delle popolazioni locali. Infine, è chiaro che, senza volere rimandare nulla alle calende greche, il binomio “immigrazione-sicurezza” è destinato a creare apprensione, preoccupazione e anche paura per parecchi anni a venire. La soluzione nel lungo periodo va cercata adesso: nell’integrazione scolastica dei figli degli immigrati, senza nessuna concessione ad un multiculturalismo d’accatto. La scuola italiana è in grado di impartire insegnamenti laici e repubblicani, a tutti, italiani compresi, a partire dalla Costituzione.
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