Riforme costituzionali? Primo: equilibrio dei poteri e conflitto di interessi
Ieri 2 aprile 2009, 12.32.24 | noreply@blogger.com (Ferruccio Capelli)
Nel congresso di fondazione del nuovo partito della destra italiana è risuonata perentoria la richiesta di riscrittura della seconda parte della Costituzione. L’invito, sia pure con toni e argomenti molto diversi, è arrivato dal leader incontrastato del nuovo partito, Silvio Berlusconi, e dal Presidente della Camera.
A Berlusconi non si può certo rimproverare la mancanza di chiarezza: il problema, ha detto, è il rafforzamento dei poteri del Primo Ministro che, a suo parere, sarebbero inconsistenti. Ovviamente, bontà sua, è pronto a discuterne con l’opposizione, ma se dovesse incontrare resistenze è intenzionato a procedere unilateralmente. Le risposte dell’opposizione, come capita spesso di questi tempi, sono state confuse e incerte, soprattutto molti, troppi, silenzi.
Mettiamo allora qualche banale puntino sulle i. Mai in un paese occidentale, dal 1945 a oggi, si è concentrato tanto potere nella figura di una sola persona come nell’Italia di oggi: Berlusconi accentra nelle sue mani una quantità smodata di potere politico, economico e mediatico. Impossibile scindere uno di questi aspetti dall’altro: la ricchezza personale si è rivelata in più passaggi fondamentale strumento di lotta politica; il potere politico alimenta l’inattacabilità e il consolidamento dell’impero economico; il potere mediatico garantisce il consenso dell’opinione pubblica. Il cuore di questo potere inaudito resta sempre il suo impero mediatico nel quale perfino le piccole increspature “alla Mentana” risultano ormai inaccettabili e devono essere eliminate.
In questo scenario il buon senso democratico impone una priorità a ogni discussione sulle riforme istituzionali e sulle revisioni costituzionali: la ricostruzione dell’equilibrio dei poteri. A cominciare ovviamente dal punto focale: il conflitto di interessi tra proprietà mediatica e ruolo politico. Nessuno ne parla più, ma in pieno dominio del berlusconismo è bene ricordarsi che è questa la prima e più urgente riforma di cui il paese ha bisogno.
Ferruccio Capelli
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