Finora tutti i piani di intervento partono dal tetto: bisogna garantire la sopravvivenza delle banche, se no vanno in crisi i rapporti interbancari e si blocca la circolazione di liquidità.
Ma siccome non è che vengano garantite proprio tutte,e ogni tanto ne salta qualcuna nella provincia USA, la circolazione è lentissima e costosa E poi saltano fuori i talebani liberisti che gridano che si possono salvare le banche ma non mettere il naso nella loro gestione.
Forse sarebbe il caso almeno di fare una esercitazione, per vedere cosa succede se si parte dalle fondamenta, provando a destrutturare quello che è stato cartolarizzato.
Che sono essenzialmente tre tipi di crediti: i mutui fondiari, i prestiti alle piccole e medie aziende.e le rate delle carte di credito ( che sono a tassi elevati, e aumentano il rendimento medio)
La cartolarizzazione, cioè in sintesi il gioco del cerino, è diventata una necessità per tenere in piedi i c/economici delle banche in un periodo di tassi molto bassi. In pratica, il differenziale tra costo della raccolta e interessi attivi non basta per remunerare il servizio dell'analisi del merito del credito:che va fatto da personale capace e incorruttibie, e che, anche nel migliore dei casi, comporta sempre almeno un 2% di perdite.
Allora , visto che le banche non riescono più a guadagnare facendo il loro mestiere, ma solo applicando commissioni e provvigioni per servizi, si fa credito a cani e porci e si rivendono cartolarizzati a porci e cani: Più si fa questo lavoro più si guadagnano commissioni e , a breve, sono contenti gli azionisti col dividendo trimestrale e i dirigenti col bonus altrettanto trimestrale.
Tutto il sistema si regge sulla benedizione delle società di rating che in base a formule elaborate da Archimede Pitagorico (col Nobel, naturalmente) sostengono che mettendo insieme le rate di mutuo di un disoccupato dell'Ohio, la carta di credito di Bill Gates, e i prestiti a una società di trasporti del Montana si raggiungeva la trilpa A. Le formule, ovviamente, venivano fatte pagare a parte alle stesse società di cartolarizzazione che chiedevano, a pagamento, il rating. Anche qui, azionisti e dirigenti (delle società di rating e di cartolarizzazione) sono felici dei risultati trimestrali.
Il guaio è che dalla cartolarizzazione semplice si è passati a quella derivata: non si vendono più all'investitore finale i crediti , ma le cartolarizzazioni composte (10% o meno ancora di prodotti di tante diverse società di cartolarizzazione). Tanto, hanno tutte la tripla A e sono spesso assicurate, ma così c'è più ripartizione del rischio, lavoro che, naturalmente, si paga con altre commissioni..
I tecnici dicono che, ormai, in USA è praticamente impossibile ricostruire quali sono fisicamente i crediti compresi nelle cartolarizzazioni finiti negli attivi degli investitori finali. Ma questo discorso vale solo se si parte dai prenditori final (dove? fate voi...)i. Se si parte da chi ha erogato il credito di prima istanza, e lo ha ceduto (follia delle follie) senza garantirne l'esito, si può ricostruire tutto.
Certo che, invece di regalre soldi alle banche che stanno per fallire bisogna dichiare che tutto il sistema era basato su una truffa: che chi erogava il credIto lo cedeva senza garantirlo.
C'è però un meccanismo antico come le banche centrali, che serve a orientare il credito, la liquidità e i tassi: si chiama risconto. Cioè la banca centrale, a un certo costo, compra i crediti dalle banche che li hanno erogati. Si può decidere, per es. che si comprano prima quelli erogati alle aziende. Le rate dei mutui si possono anche mettere all'asta, in base al valore attuale delle case, e tenerne una parte in attesa di tempi migliori. Per come funzionano i pagamenti negli USA, alla fine una parte rilevante delle rate sulla carta di credito veranno pagate, perchè senza carta non si campa.
Però, attenzione, tutto il meccanismo riparte da zero, e le perdite non coperte si mangiano i capitali delle società che esercitavano la truffa.
Sarà doloroso per tanta gente negli USA che adesso stan facendo lobbing per evitare questa soluzione, ma è sempre meglio di quel che può succedere se tutto il mondo smette impovvisamente di far credito agli USA.
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