L'ultima battaglia di Pannella (?)Condividi
Oggi alle 11.41
E' inevitabile che quando escano di scena dei grandi personaggi come Pannella la faccenda si faccia seria per chi eredita. Questa è la partitura classica di qualsiasi padre/padrone che si rispetti. Bordin evidentemente, a cui restano ancora cartucce da sparare, non se la sente di finire come estremo confessore/untore del vate di Teramo che si appresta con le prossime europee, a fare la boiata più grande della sua vita. Contribuire ad assassinare quella democrazia, di cui è stato il principe dei difensori per maggior parte della sua vita.
Intendiamoci le ragioni possono essere anche umanamente comprensibili, lo fa per sfamare la sua creatura, non rendendosi forse conto che la stessa, non potrà comunque sopravvivere a lungo alla sua terrena dipartita.
Il suo io sterminato è in fondo quello che vuole. E però, è possibile al contempo che a volte, quella fiera ed altrettanto sconfinata coscenza civile di cui ha dato ampissimo sfoggio, pur logoratasi assieme alla sua vita fatta di poche regole e tanti stravizi e strapazzi a cui (così come il suo omologo pescarese) si è risparmiato soltanto l'aberrante lavoro plebeo, connotazione tipica di uno snob di provincia, come in fondo è sempre stato, lo tormenti più di quanto egli stesso avesse previsto.
Il cinismo di fondo, insito in un personaggio della sua fatta, stavolta davanti alla prospettiva di portare il petto al plotone d'esecuzione all'ottocentesco grido di "Viva la Libertà" opterà per un più ordinario "tengo famiglia" ma questa scelta così arcitaliana, a lui che è il solista assoluto della trasnazionalità, non può che portarsi appresso delle controindicazioni se non delle vere e proprie complicazioni, che potrebbero assestargli un colpo fatale.
Naturalmente noi tutti auguriamo lunga vita al Sai-Baba abruzzese, anche se avemmo preferito una (eventuale) uscita di scena degna della sua figura ormai leggendaria. Non a caso condivide con il solo Fidel Castro, il record mondiale di endurance tra i leaders di partito!
Siccome mi sto accorgendo di stare stilando una sorta di "coccodrillo" in luogo del solito intervento polemico ma in fondo benevolo, come solo noi socialisti siamo autorizzati dalla lunga condivisione (e mettendo pure nel conto il disastro Rosa nel Pugno) a fare, chiudo questa parantesi con l'auspicio che resti ancora politicamente in vita qualcuno, dopo l'anschluss veltrusconiano che si realizzerà compiutamente dopo il 7 giugno, a raccogliere il testimone delle sue formidabili battaglie per l'emancipazione, di questo strano paese che salvo la meteorica parentesi degli '80, proprio non gliela vuol fare a scollarsi di dosso l'etichetta di "italietta".
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