Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Comitato Acqua Pubblica Torino
Via Mantova 34 – 10153 Torino
Fusione IRIDE - ENIA :
Una scelta liberista del Comune per consegnare i nostri servizi pubblici agli speculatori?
Il mondo intero si sta interrogando su come porre rimedio alla crisi economica, finanziaria e ambientale nella quale stiamo precipitando, ma a Palazzo civico si continua recitare inni alle virtù onnipotenti del dio mercato che ci hanno trascinato, per tanti aspetti, al disastro finanziario attuale.
E’ in nome del mercato che la Giunta non esita a proporre al Consiglio Comunale una frettolosa ratifica della fusione di IRIDE (ex AEM Torino e AMGA di Genova) con ENIA (ex-municipalizzate di Reggio Emilia, Parma e Piacenza).
Nella stessa delibera afferma a chiare lettere che la nuova azienda non ha alcuna motivazione né finalità sociale, non accenna nemmeno alle finalità del servizio pubblico: equità, giustizia e coesione sociale, e in sostanza ci considera non come cittadini utenti ma come clienti da spremere: unico metro dell’operazione è una logica di profitto e di competizione sul mercato nei confronti di altri colossi che ci porta dritto nelle fauci delle multinazionali, già presenti in molte città italiane. Le maggiori dimensioni della nuova “azienda” ben poco possono di fronte a Veolia, Suez o Bechtel...
Ha creato scompiglio, negli ultimi giorni, la decisione di buon senso del Sindaco di Genova – vissuta come un tradimento dal sindaco Chiamparino - di pretendere che almeno il 51% delle azioni rimanga di proprietà pubblica. In realtà, solo un 40% delle azioni rimarrebbe di sicuro in mano pubblica. Ma neanche un vero 51% consentirebbe il controllo delle assemblee elettive su un gruppo sempre più slegato dai territori di riferimento e nel quale – udite, udite – vi sono quote azionarie di fondi con sede alle famigerate isole Cayman! Quale peso, nelle scelte, può continuare ad avere il Comune di Torino in queste condizioni, mentre fin da subito le sue quote scenderebbero dal 36% al 18%?
Nemmeno SMAT, società a totale partecipazione pubblica che gestisce il ciclo idrico nella provincia di Torino, può ritenersi al sicuro: Iride ed Enia già operano sull’acqua, con logiche privatistiche, a Genova e in Emilia e tra gli obiettivi annoverano anche lo sviluppo del mercato nel settore idrico: questa fusione per SMAT significa “chiudersi in un fortino sotto assedio”: prima o poi gli assedianti (le multinazionali) prenderanno per fame (se non per sete, date le condizioni) il sovrano assediato ed i suoi sudditi...
Eppure le alternative ci sono:
trasformare le nostre ex-municipalizzate in Aziende di diritto pubblico
Un vasto movimento internazionale, a difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici, a partire dall’acqua come diritto universale e inalienabile, ha elaborato in questi anni, da Porto Alegre a Istanbul, un pensiero alternativo al “pensiero unico” del mercato, che rimette al centro la persona e i suoi diritti e non la merce. Lo stesso Consiglio comunale di Torino, con due distinti Ordini del Giorno il 25 giugno 2003 e il 14 febbraio 2005, affermava che i servizi pubblici locali non sono una merce, respingeva l’ipotesi di metterli in concorrenza sul mercato, e si impegnava a difenderli ed estendere la partecipazione dei cittadini.
Consiglieri comunali: alzate la testa!
Siete ancora in tempo per salvare i nostri beni comuni.
Mantenetevi coerenti con tali dichiarazioni e respingete la delibera di fusione Iride – Enia, dimostrando di avere a cuore il futuro della città. E se avete ancora dei dubbi, leggete il breve dossier sulla fusione elaborato dal nostro Comitato : www.acquapubblicatorino.org
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