sabato 11 aprile 2009

Referendum: Guzzanti insiste (con ragione)

Rivoluzione Italiana
Ieri 10 aprile 2009, 21.25.15

Si sta già verificando quanto avevamo rivelato per primi e che in parte, con vellutata cautela, Feltri ha confermato: Berlusconi spinge affinché il referendum si faccia con le europee e quello che segue è lo scenario del dopo. Naturalmente nulla è sicuro, anche perché non a tutti i tacchini si può chiedere di gridare “Buon Natale”. Ma intanto, madamina, lo spettacolo è questo (e c’è chi ne va pazzo)…
Ieri 10 aprile 2009, 21.25.15 | Paolo Guzzanti
Come anche oggi Feltri spiega, con eccessivo garbo e incartando il ragionamento con venti fogli di carta velina e molti fiocchetti, Berlusconi ha preso la palla al banzo del terremoto per dire: risparmiamo un bel po’ di milioni e “accorpiamo” il referendum con le europee. Ora, poiché alle europee va certamente a votare più del 51 per cento degli italiani, è così sicuro che il referendum passa, cosa che NON sarebbe avvenuta se il referendum fosse stato rinviato di una settimana, così come era stato previsto per compiacere la Lega. Una settimana dopo i ballottaggi la gente si sarebbe semplicemente rotta i coglioni di andare a votare ogni domenica e avrebbe disertato il referendum. Così, no.

Conseguenza. Il referendum, così stando le cose, non soltanto passa, ma vince. Il che significa che l’attuale sistema elettorale viene delegittimato e che anche il Parlamento è delegittimato dalla volontà del popolo sovrano. Da quel momento il Parlamento è sotto minaccia di licenziamento e il premier deve soltanto trovare un accordo con Napolitano per fissare il calendario delle nuove elezioni: accorparle alle regionali del 2010? Rinviarle ulteriormente?

Con la vittoria del referendum sono fottuti tutti: la Lega e Fini, oltre alle opposizioni, ridotte all’osso e senza possibilità (e capacità) di ripresa. Con la vittoria del rederendum si passa a un sistemna elettorale in cui la lista - non la coalizione - che ottiene la maggioranza relativa, prende il 50 per cento dei seggi. Questo è il motivo per cui la Lega non ne vuol sapere ed è pronta alle barricate. Nel momento in cui Berlusconi prende da solo la maggioranza dei seggi non ha più bisogno della Lega come alleato e la Lega diventa insignificante. Inoltre Berlusconi, una volta eletto presidente della Repubblica, affida l’inacrico ad Alfano, anche se alcuni in FI dicono alla Gelmini. Alfano diventa dunque un primo ministro “del Presidente” il quale di fatto seguita a governare dal Quirinale e resta al potere in tutto per una decina di anni.

Il nuovo Parlamento verrebbe inoltre composto da ragazzi selezionati ed esposti al Congresso nelle prime file: giovani sconosciuti e berlusconiani fino all’osso, bellini, insignificanti, addestrati col manuale delle giovani marmotte berlusconiane, mentre tutti i politici, salvo una manciata di capibastone, vengono mandati a casa. A quel punto Berlsconi o chi per lui può varare ogni riforma costituzionale, istituzionale e politica che vuole, abolendo chacks and balances, facendo della democrazia italiana di fatto una democrazia plebiscitaria con un presidenzialismo senza sorveglianti, alla faccia degli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna.

C’è a chi piace.

2 commenti:

claudio bellavita ha detto...

credo che nel calcio si chiami contropiede. I valorosi e sagaci difensori della costituzione e della resistenza sono partiti in tromba sul referendum (beh, anche io sono stato a un banchetto), stanno ancora starnazzando per unificare le votazioni e, zac, Berlusconi si accorge che a lui conviene. Siamo nel secolo veloce, ma purtroppo siamo guidati da inamovibili plantigradi. Merovingi .

edmondo ha detto...

Temo proprio che andrà così: il problema è che mi sembra non ci sia niente da fare... aiuto!!!!
Edmondo