giovedì 9 aprile 2009

Leo Sansone: il socialismo dei cittadini

Da Aprile

Il socialismo dei cittadini
Leo Sansone, 07 aprile 2009, 12:06

Politica Uguaglianza, libertà e tutela delle diversità sono indicate da Caldera - ospite lunedì scorso a Roma - come le chiavi del successo di Zapatero. E' modello che ha modernizzato la Spagna, dandole un'anima laica e libertaria. L'uguaglianza, oltre che in chiave economica, è coniugata anche sul piano dei diritti civili e di libertà


Prima un minuto di silenzio in segno di lutto per le vittime dello spaventoso terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo. Quindi Aldo Garzia, attento studioso del socialismo di Zapatero, parla delle "idee nuove" con le quali il premier spagnolo ha modernizzato il paese. Introduce il seminario su "La Spagna e il socialismo di Zapatero", organizzato dal Centro riforma dello Stato, al cui timone c'è Walter Tocci, a Palazzo Marini a Roma.


La ricetta vincente? Jesùs Caldera, presidente della Fondazione Ideas del Psoe, usa tre parole chiave per illustrare il successo del socialismo spagnolo: uguaglianza, libertà, diversità. Zapatero, dopo l'era Gonzales, ha reinventato il socialismo spagnolo. Ha teorizzato e costruito "il socialismo dei cittadini" e dal 2004 governa il paese iberico. Di più, questo socialismo, certo non amato da tanti, è diventato un modello in Europa e nel mondo.
Si tratta del liberalsocialismo. C'è uno Stato sociale che funziona e, ad esempio, garantisce a tutti i cittadini una sanità gratuita ed efficiente. L'uguaglianza è coniugata a 360 gradi. C'è libertà per tutti, laici e cattolici. Gli omosessuali hanno gli stessi diritti civili degli altri cittadini. Le differenze linguistiche e storiche sono difese dal federalismo. Le donne sono tutelate. Il governo spagnolo è composto per metà al femminile e le leggi prevedono delle quote di donne per le assunzioni nelle aziende con contratti stabili e per gli incarichi di dirigenti. Gli immigrati, che con il loro lavoro contribuiscono alla crescita della Spagna, godono di parità di trattamento. "La diversità è libertà ed è ricchezza", sostiene Caldera.
E' il "cuore" del nuovo socialismo iberico, che ha allargato l'uguaglianza economica, cara alla socialdemocrazia, a quella delle libertà civili.



Parla delle recessione internazionale che ha messo in ginocchio, partendo dagli Usa, l'intera economia mondiale. "E' fallito il pensiero neoliberista e neo conservatore di Reagan. E' morta la filosofia dell'egoismo sociale senza freni", osserva lo stretto collaboratore di Zapatero. "L'Europa -dice- tiene di fronte alla crisi, grazie anche al suo Stato sociale. La crisi non si affronta con altra flessiblità del lavoro e con il protezionismo". L'Europa era data per spacciata, dati gli alti costi, con la globalizzazione. "Invece grazie al talento e alla qualità -sottolinea- ha retto alla sfida competitiva globale". Barack Obama ha cambiato strada rispetto a George Bush "Il presidente americano -nota- sta realizzando grandi cambiamenti. Punta sulla collaborazione internazionale, dice no alle armi nucleari, vuole una riconversione ambientalista dell'economia".



Famiano Crucianelli e Fabio Mussi apprezzano, ma chiedono: dov'è l'Europa?; cosa dicono il Partito socialista europeo e l'Internazionale socialista contro "l'ideologia tossica"? L'Europa c'è e il Partito socialista spagnolo, pure. "Al vertice del G20 di Londra abbiamo detto basta ai ‘paradisi fiscali' e abbiamo chiesto trasparenza nella finanza internazionale", precisa l'ex ministro del Lavoro spagnolo. "L'America con Obama -osserva- si sta europeizzando".



Ilda Dominijanni ricorda la Grande Depressione del 1929 ed obietta: "L'America, come negli anni Trenta, va a sinistra, mentre l'Europa va a destra". Certo l'Europa, dominata dall'asse franco-tedesco del tandem Sarkozy-Merkel, non va a sinistra, ma sicuramente non si può imputare il fatto a Zapatero, che fa la sua parte ma non è attrezzato per concedere miracoli.



La vera nota stonata, invece, è l'Italia della quale si parla poco. Uno studente universitario di Roma introduce l'argomento: "La sinistra, come nel 1921, si sta sbriciolando in mille frammenti. C'è stato la protesta dell'Onda degli studenti contro il governo Berlusconi. Ma chi rappresenta quella protesta?". La sinistra italiana, in realtà, è senza voce e con un volto incerto. La sinistra è divisa e si avvia ad affrontare le elezioni europee fra un‘anima del Pd (l'altra è quella centrista d'ispirazione cattolica), Sinistra e Libertà (l'accordo fra socialisti, Sinistra democratica, Verdi e vendoliani) e l'intesa Prc-Pdci. Manca, al contrario della Spagna e degli altri paesi europei, la presenza di un grande partito socialista. C'è una forte dispersione, che dà come risultante uno scarso peso e una debole credibilità politica all'opposizione. "Dove si va? Cosa si fa?", cantavano I Nomadi. La sinistra sembra non saperlo. La lotta contro Berlusconi non basta, serve una identità e un progetto socialista, soprattutto ora che è naufragato il neoliberismo.

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