venerdì 29 aprile 2011

Paola Meneganti: Una notizia intollerabile dal mondo del lavoro

Una notizia intollerabile dal mondo del lavoro (P.M.)
.pubblicata da Paola Meneganti il giorno giovedì 28 aprile 2011 alle ore 21.04.Da molti anni - 28 - sono iscritta alla CGIL e "faccio" sindacato, sempre come delegata di base e, da tre mandati, eletta nelle RSU, perché ritengo importantissimo il confronto quotidiano con la materialità del lavoro, corpi, parole ed esperienze reali. Sono cresciuta, quindi, nella stagione dell'unità sindacale, e ne ho apprezzato il grande valore, anche simbolico. Ma non è più quel tempo. Tante gocce hanno fatto traboccare tanti recipienti, ma questa, che copio sotto, è una notizia intollerabile. La FIOM ha deciso di ricorrere alla magistratura del lavoro, contro la pratica degli accordi separati firmati da CISL, UIL e altri, tipo l'UGL. Accordi che hanno svenduto molti diritti in cambio di briciole. La FIOM sta vincendo le prime cause, ma i giudici, si sa, sono tutti comunisti. Ebbene, FIM e UILM sostengono che agli iscritti FIOM non debba essere erogato l'aumento salariale contenuto in uno degli accordi che loro hanno firmato. Bene, vorrà dire che, quando con gli scioperi che stiamo facendo noi della CGIL da anni, da soli, otterremo qualcosa, gli iscritti di CISL e UIL e tutti i "crumiri" resteranno al palo. Va bene così? No, che non va bene così. Perchè posizioni come queste vanno contro la democrazia del lavoro, la democrazia sindacale, la democrazia tout court e la Costituzione. Ma davvero, la misura è colma. E le/gli iscritt* della CISL e della UIL, che dicono? sono d'accordo?

W la CGIL. Sciopero generale il 6 maggio.

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26 aprile 2011 —

TORINO. La Fiom vince in Tribunale, ma rischia di perdere gli aumenti salariali previsti dal contratto separato del 2009, sottoscritto soltanto da Fim e Uilm. Federmeccanica starebbe infatti valutando la possibilità di chiedere alle aziende contro le quali sono stati presentati i ricorsi di sospendere il pagamento di 68 euro di aumento mensile agli iscritti Fiom (110 euro a regime). «È la conseguenza giusta - afferma il presidente degli industriali metalmeccanici torinesi, Vincenzo Ilotte - dei ricorsi presentati dalla Fiom nei confronti delle aziende che hanno applicato il contratto 2009. Se vogliono seguire quella strada devono subirne le conseguenze».

Immediata la replica del leader della Fiom, Maurizio Landini. «Se Federmeccanica bloccasse gli aumenti contrattuali - osserva - violerebbe l’articolo 36 della Costituzione e si aprirebbe un altro inutile contenzioso. È la pratica degli accordi separati che con i ricorsi viene messa in discussione. Sarebbe meglio aprire subito il confronto per rifare un contratto unitario, condiviso da tutti i lavoratori e da tutte le organizzazioni sindacali. Noi ci siamo assunti l’impegno a presentare nei prossimi mesi la piattaforma».

«I ricorsi della Fiom - ribatte Giuseppe Farina, segretario generale della Fim - si stanno rivelando un boomerang. Non hanno colto l’obiettivo di fare dichiarare illegittimo il contratto del 2009 e l’unico risultato è che i loro iscritti potrebbero non avere più gli aumenti contrattuali».

Più duro il numero uno della Uilm, Rocco Palombella, che per primo ha chiesto a Federmeccanica di sospendere gli aumenti salariali ai lavoratori iscritti alla Fiom e anzi di chiedere gli arretrati. «Le sentenze dei tribunali sui ricorsi della Fiom - spiega - sono la vera morte del contratto nazionale, non le newco Fiat. La Fiom non riconosce il contratto del 2009, come può allora riconoscere solo gli aumenti salariali? E magari gli interventi sul fondo di assistenza sanitaria? Fossi in Landini mi preoccuperei, chiederemo di applicare a lavoratori della Fiom l’accordo del 2008, voglio vedere come reggeranno nelle fabbriche. E quando quel contratto fra pochi mesi scadrà con chi lo rinnoveranno».

La prima causa vinta dalla Fiom contro il contratto separato del 2009 riguarda una piccola azienda di Torino, la Bulloneria Barge di Borgaro, con 86 dipendenti. Il tribunale di Modena ha poi accolto i ricorsi relativi a sette aziende: Emmegi, Maserati, Rossi, Glem Gas, Ferrari, Case New Holland, Titan.

In tutto sarebbero un centinaio le imprese nelle quali si rischia un doppio regime contrattuale.

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