giovedì 14 aprile 2011

Felice Besostri: No all'Europa delle destre

No all’Europa delle destre
Felice Besostri del Network per il Socialismo Europeo

Nell’Europa a 27 i governi a guida socialista sono una minoranza che si conta sulle dita di una sola mano. I governi di Spagna e Grecia sono sottoposti ad un’aggressione finanziaria senza precedenti e per le stesse ragioni il governo portoghese si è dimesso.
L’Europa è dominata da partiti conservatori raccolti in massima parte nel PPE ovvero ancora più a destra.
In tutti questi paesi si è alimentata a fini elettorali l’isteria securitaria ed amplificata la minaccia rappresentata dai lavoratori stranieri immigrati, coniugata con il pericolo dell’integralismo islamico.
Il Governo italiano sotto la spinta della Lega ha dipinto a forte tinte il pericolo rappresentato dai profughi del Nord Africa.
Le regioni del Nord a guida leghista si sono rifiutate di contribuire ad un’accoglienza di profughi ed immigrati sull’intero territorio nazionale.
Con questa presentazione come si pretendeva di scaricare il problema su altri paesi europei, in particolare su quelli come Francia e Germania politicamente affini al nostro Governo?
In passato i governi Craxi e D’Alema hanno saputo trovare una soluzione non traumatica per l’esilio cileno e per i profughi dell’ex Jugoslavia, in particolare i Kossovari.
L’Europa è in grave ritardo per una politica comune sull’immigrazione da altre aree, gli unici accordi raggiunti complice il nostro Governo sono per una lotta senza quartiere alla clandestinità.
Un Governo incapace ed irresponsabile deve trovare un alibi e l’ha trovato nell’egoismo degli altri stati, che comunque accolgono ogni anno e da almeno un decennio più richieste di asilo dell’Italia. L’Italia, in rapporto alla popolazione e in contrasto con la sua Costituzione (art. 10.3) è il paese europeo meno accogliente per le domande di asilo in rapporto alla popolazione ed al suo PIL.
Insistere per una cooperazione europea è giusto, come culturalmente e politicamente è giusto combattere le discriminazioni e le paure irrazionali, ma minacciare, l’uscita dall’Europa è irresponsabile e segno di un Governo, che non ha una politica internazionale, quando non funziona più la diplomazia delle pacche sulle spalle e delle amicizie personali di Silvio Berlusconi.
Quale prestigio internazionale può avere un paese il cui Presidente del Consiglio interviene sulla Questura di Milano per far affidare, in conclusione, ad una “escort” una presunta nipote di Mubarak?
Quale peso internazionale può avere un paese il cui Presidente del Consiglio è personaggio fisso dei programmi comici di molte televisioni europee?
Quale prestigio internazionale può avere un paese il cui Ministro degli Interni appartiene ad un Partito, conosciuto in Europa attraverso l’on. Borghezio?
Nessun prestigio, che, comunque, non sarebbe recuperato uscendo dall’UE, con il rischio di essere valutato dai mercati finanziari per quello che è e non come membro di una comunità di stati e dell’area Euro.
Dopo Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna è l’Italia nel mirino della speculazione internazionale sui titoli del debito pubblico.
Gli azionisti delle Generali hanno cacciato Geronzi, ora è compito dei cittadini italiani di liquidare politicamente Berlusconi.
Milano, 14 aprile 2011

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