lunedì 18 aprile 2011

Paola Meneganti: Orda immigrata, il neo-razzismo di Beppe Grillo

Proprio perché ritengo che si debba sempre cercare di "pensare da sé", come scriveva Hannah Arendt, trovo assai condivisibile l'articolo che copio qui di seguito. Sotto ancora, trovate l'intervento che ha dato origine alla lettera dei due senatori Pd. Chi mi conosce un pochino, sa cosa penso del Pd: molto molto male, non l'ho mai nascosto. Ma qui c'entra poco l'appartenenza politica dei due firmatari, anche perché - ma non in questa sede - sposterei il discorso, caso mai, proprio sulla prolungata assenza nel discorso pubblico costruito dal Pd stesso di parole "appartenenti all'altro secolo" come solidarietà, fratellanza, giustizia, libertà. No, parliamo di Grillo. Se posso esprimermi in libertà, trovo il suo intervento rivoltante. Ma che coraggio ci vuole, caro signor Grillo, ad ammantarsi di ribellismo, a "stupire il borghese" ad ogni costo, cosa che spesso nasconde il conformismo peggiore, e a vellicare, nel contempo, le peggiori "idee" che vengono dal sottopancia del Paese. Per poi lasciar intuire che la sua posizione è dettata dalla paura della crescita elettorale della Lega ... Lei dice: sì ai rifugiati, no agli irregolari, accettiamoli solo se ce ne sono le condizioni. Si metterà lei sulle spiagge di Lampedusa e di Pantelleria, sarà lei a decidere chi è nell'una o nell'altra condizione? Aggiunge: in Italia, dell'immigrazione si dà sempre lo stesso giudizio, verosimilmente "buonista" e fariseo e falsamente umanitario ... certo, tutti in Italia a dare lo stesso giudizio, anche Borghezio, anche Bossi, anche l'odio che senti ormai parlando con le persone per la strada ... ma mi faccia il piacere, caro Grillo, avrebbe detto un grande comico, lui sì comico davvero.

Sa cosa mi viene in mente? quando lei disse, a un dipresso, che gruppi musicali come gli Inti Illimani avevano fatto "fortuna" sul golpe di Pinochet.

Sa un'altra cosa? Ce l'ho con Berlusconi, tra tutti i mille motivi, perché la sua asfissiante e drammatica presenza ha dato spazio a "fenomeni" come quelli di cui lei è esponente.

(P.M.)

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Manifesto LETTERE E COMMENTI

2011.04.08



COMMENTO di Roberto Della Seta, Francesco Ferrante*

«ORDA IMMIGRATA», IL NEO-RAZZISMO DI BEPPE GRILLO





«L'Italia ha il 20% di disoccupazione e almeno 100.000 extracomunitari disoccupati che diventeranno il doppio dopo il crollo ampiamente previsto del mercato immobiliare. Dove li mettiamo? Li ospiterà D'Alema sul suo Ikarus o faranno compagnia ai nostri 'ultimi', pensionati e disoccupati delle periferie?... Un'invasione, perché di questo si tratta... La destabilizzazione degli Stati è avvenuta da sempre anche grazie al fattore immigrazione...». A parlare così non è Borghezio ma Beppe Grillo, in un intervento postato sul suo blog il 29 marzo scorso.

Toni e contenuti della requisitoria di Grillo contro quello che lui stesso chiama il tabù buonista dell'immigrazione fanno impressione: per la totale irrazionalità delle argomentazioni - l'Italia «invasa» è uno dei paesi europei con meno immigrati, l'idea che gli stranieri «rubino» il lavoro agli italiani è una bufala -, per l'affermazione presa di peso dalla retorica nemmeno leghista, ma lepenista, che l'immigrazione rischia di sgretolare l'Europa. Fanno impressione le parole di Grillo, ma non sorprendono più di tanto.

Da quando il comico genovese si è reinventato predicatore anti-sistema, il suo linguaggio ha sempre indossato i panni del populismo di destra. Nella sinistra radicale Grillo gode di un pregiudizio favorevole, quasi di un'immunità culturale: perché la sua forza polemica rappresenta un'arma efficace sia contro il berlusconismo sia nei confronti dei vizi e delle degenerazioni della «casta» politica di destra come di sinistra. E Grillo gode di popolarità larga anche in un vasto mondo di cittadinanza attiva dal basso obiettivamente più vicino alla sinistra che alla destra - dai comitati per l'acqua pubblica ai gruppi locali che si battono contro inceneritori e altri impianti considerati dannosi - che ha trovato in lui un paladino brillante e mediaticamente incisivo e che è la base su cui è nato e cresciuto il fenomeno dei «grillini».

Questo spiega, tra l'altro, i successi elettorali ottenuti dal movimento Cinque Stelle, che a Grillo direttamente si ispira, in elezioni locali anche importanti, successi che hanno sottratto voti soprattutto ai partiti di sinistra. Ma questo non cambia un'evidenza di fondo: Beppe Grillo esprime un pensiero squisitamente reazionario, la sua figura politica ne fa un emulo più di Giannini o di Poujade, gli inventori europei del qualunquismo, che non l'interprete, sia pure estremo, di una posizione progressista. Insomma quando invoca la fine dei partiti (non di questi partiti...), quando in un incontro alla Camera dà delle puttane alle parlamentari presenti, quando se la prende con lo Stato imbelle che non ferma l'orda barbara degli immigrati, Grillo fa il suo mestiere: mette la sua tecnica, la sua «arte» di geniale polemista al servizio di perorazioni che molto spesso partono da denunce sacrosante ma quasi sempre rivelano una mentalità un po' fascista.

Niente di drammatico. Però sarebbe bello se altri, che fascisti non sono, e che danno ancora importanza alle idee che stanno dietro le parole, smettessero di fargli da corifei.

* Senatori Pd

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L'immigrazione è un tabù. Cos'è un tabù? Un fatto di cui non si può parlare o di cui si deve dare sempre la stessa interpretazione. Il tabù esige che sia perpetuato con frasi di nessun significato che hanno, come unico obiettivo, il rafforzamento del tabù stesso. Infrangere un tabù è considerato ripugnante e degno di biasimo da parte della comunità. Un tabù si alimenta di sentenze nobili come "Ricordiamoci di quando eravamo noi a varcare il mare, spesso in condizioni estreme, e teniamo a freno gli eccessi di reazioni di fronte a quanti vengono a cercare futuro in Italia" pronunciata in modo diversamente responsabile da Giorgio Napolitano. Gli Stati Uniti, terra di immigrazione degli italiani soprattutto dopo l'annessione del Sud e del Veneto da parte dei Savoia, erano un'immenso spazio spopolato, con ricchezze naturali incredibili e per entrarvi dovevi prima chiedere il permesso. Se sbarcavi senza autorizzazione a Boston o a Miami ti sparavano addosso. Il mondo è cambiato, fare paragoni con il passato serve solo a mantenere in vita un tabù. L'Italia di oggi è sovrappopolata, uno degli Stati a maggior densità abitativa del mondo. La Francia ha il doppio del nostro territorio, con pochi rilievi montuosi, e circa lo stesso numero di abitanti. Il Maine, uno dei più piccoli Stati americani, ha le dimensioni del Nord Itala con solo 1.230.000 abitanti.

L'Italia dell'imbonitore Berlusconi, che promise casa e lavoro per gli immigrati alla televisione tunisina, ha il 20% di disoccupazione e almeno 100.000 extracomunitari disoccupati che diventeranno il doppio dopo il crollo ampiamente previsto del mercato immobiliare. Dove li mettiamo? Con che risorse li gestiamo? Gli daremo una casa, un lavoro? Li ospiterà D'Alema sul suo Ikarus o faranno compagnia ai nostri "ultimi", pensionati e disoccupati delle periferie? Non riusciamo a fare un cazzo per gli aquilani e ci illudiamo di nutrire il pianeta?

Il tabù immigrazione ha effetti indesiderati, ma anche desiderati. Quelli indesiderati sono sotto gli occhi di tutti, con migliaia di miserabili lasciati a sé stessi e alle mafie. Quelli desiderati sono una manodopera a basso costo, spesso in nero, destinata di frequente alla morte sul lavoro per il profitto dei padroncini e della Confindustria. Il trionfo della globalizzazione degli schiavi. I rifugiati politici devono trovare sempre accoglienza, chi viene dalle zone di guerra deve trovare sempre accoglienza, gli altri sono benvenuti solo se ci sono le condizioni per ospitarli, casa e lavoro, altrimenti si fa demagogia elettorale a vantaggio non delle sinistre buoniste e cialtrone, ma della Lega. Un'invasione, perché di questo si tratta, darà alla Lega il controllo assoluto del Nord Italia. La Lega, in questi anni, si è nutrita di immigrazione. Ogni immigrato irregolare, un voto in più. La destabilizzazione degli Stati è avvenuta da sempre anche grazie al fattore immigrazione. La Lega è la più interessata a mantenere in vita il tabù dell'accoglienza senza risorse giustificata dal mito dell'italiano con la valigia di cartone. Il problema della Lega, e dell'immigrazione che la alimenta, non è solo italiano, ma europeo. Il fascismo non fu un problema solo italiano, non lo sarà la Lega. Ma l'Europa dorme sonni beati e, come si è visto in Libia, in realtà non esiste. Quale unione di Stati può continuare a esistere senza una politica estera e un esercito comuni? E quale Stato può permettersi il tabù dell'immigrazione senza disintegrarsi?

http://www.beppegrillo.it/2011/03/il_tabu_di_napolitano/index.html



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19 commenti:

luciano ha detto...

Sembra che Grillo giochi a briscola chiamata.
Prima dà un contributo decisivo all'elezione di Cota in PIemonte, e molti
restano nel dubbio: ma è un pazzo autolesionista o è l'alleato occulto dei
leghisti ?
Ora esce allo scoperto e firma un discorso di Borghezio.
Nel gioco si fa così solo quando il "chiamante" ed il suo socio hanno in
mano tutte le carte vincenti, altrimenti è un suicidio perché gli altri tre
giocatori si coalizzano.
Spero che in questo caso sia un suicidio, ma non ne sono sicuro perché i
grillini sono cresciuti a pane e antipolitica. Ignorano che la politica è
arte del possibile, è compromesso alto (quando è buona politica), è spesso
scelta del male minore. E dunque, in odio alla politica, potrebbero
continuare a seguire il loro capocomico anche dopo che la pochette verde ha
fatto capolino dal maglione.

Luciano Belli Paci

giovanni ha detto...

non è un caso che libero stia dando spazio al candidato di grillo a milano....

mario ha detto...

Non ho un giudizio particolare su Grillo. Mi piaceva anni fa per la sua verve ecologista e i suoi attacchi ai monopoli, poi lo ho seguito poco. Mi sembra che molti suoi giudizi siano eccessivi e che confonda troppo la satira con la politica. Ho quindi letto la lettera senza preconcetti di sorta aspettandomi un articolo qualunquista sull'orda degli immigrati. Ma intanto la parola orda non la ho trovata. Poi dall'inizio “L'immigrazione è un tabù” fino alle “non delle sinistre buoniste e cialtrone, ma della Lega.” a parte l'indelicatezza della parola “cialtrone” peraltro non rivolta agli immigrati, non ho trovato nulla di particolarmente “fascista” .

mario ha detto...

Nell'ultima parte c'è il termine invasione che è forte e può far paura, e probabilmente è ingiustificato, ma non è proprio campato in aria se la situazione peggiorasse e l'Europa continuasse a fare il nulla che sta facendo. Diversi esperti hanno dato cifre non banali su un possibile esodo dal Nord Africa.

Allora? Mi sembra rispettabilissimo dire che dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare queste persone. Però parlare di:

“neorazzismo di Beppe Grillo”

e affermare che:

toni e contenuti della requisitoria di Grillo contro quello che lui stesso chiama il tabù buonista dell'immigrazione fanno impressione: per la totale irrazionalità delle argomentazioni - l'Italia «invasa» è uno dei paesi europei con meno immigrati, l'idea che gli stranieri «rubino» il lavoro agli italiani è una bufala ….

non mi sembra giustificato. I paesi europei che hanno più immigrati li hanno ricevuti negli anni con un processo pianificato che tra l'altro partiva dalla necessità del lavoro degli immigrati. Quanto all'idea che gli stranieri rubino il lavoro agli italiani non l'ho trovata nel testo di Grillo. C'è nelle accuse leghiste, ma parliamo di Grillo o dei leghisti? Insomma mi sembra che l'irrazionalità non sia dalla parte di Grillo, che sarà discutibile ma è perfino più moderato del solito.

Allora? Qui si tocca evidentemente un nervo scoperto della sinistra che però farebbe bene a pensarci un po' su. Il problema degli immigrati esiste. E qui sarò più crudo di Grillo. La sinistra quando c'è un problema oramai ha rinunciato a pensare. Si chiude nelle affermazioni di principio e non cerca neppure di fare i conti con la realtà. Se c'è un problema di immigrazione e vogliamo spingere la solidarietà al massimo, dobbiamo comunque calcolare a quanti immigrati siamo in grado di provvedere in pochi mesi. Saranno mille, diecimila, ventimila? Forse. Ma mi sembra difficile che possano essere cinquantamila o centomila. E allora? Vogliamo ragionare, fare i conti, decidere? La sinistra è specialista nel sostenere a parole i principi ma poi nella pratica fa finta che non ci siano costi. Anche la nostra Costituzione si bea di diritto al lavoro ed allo studio, ma poi quando si tratta di finanziare quei diritti, spariscono tutti e la sinistra per prima. Ricordo ancora quando per capire che obiettivi si proponesse la riforma della scuola di Berlinguer (non lo ho capito neppure adesso) sono andato a leggermi il documento ministeriale. Recitava più o meno così: per la realizzazione del punto 1, il 10% della dotazione che verrà assegnata dalla legge. Per il punto 2 il 15% e così via. Non è che l'illustre Ministro avesse calcolato quanto oggettivamente serviva per ottenere i risultati attesi. Ed infatti risultati non se ne sono visti. D'altro canto i risultati attesi erano il sapere critico e la diffusione dell'alta cultura cioè aria fritta, che notoriamente non costa nulla. Se ci prepariamo a ricevere gli immigrati in questo modo al massimo ne potremmo ospitare decentemente qualche centinaio, mentre gli altri spariranno nei meandri dell'economia criminale e del lavoro nero. Però potremmo bearci parlando di solidarietà, fratellanza e giustizia, mentre quei poveretti si arrabatteranno per sopravvivere. Attaccando come fascista, come fanno i due senatori del PD, chiunque si permetta di avere qualche perplessità sulla nostra reale capacità di accoglienza

Ci servono un po' meno retorica ed un po' più di conti.

Mario Saccone

paolo ha detto...

Due considerazioni su quanto ho letto. Un colpo al cerchio e uno alla botte…



- contro Grillo: l’immigrazione già da diversi anni è il classico argomento creato ad arte da media (berlusconiani) per distrarre la gente dai problemi reali: la disoccupazione, la crisi economica, l’allargarsi della forbice tra ricchi e poveri, l’impoverimento della classe media ecc. Il classico meccanismo del capro espiatorio: gli immigrati non votano, non hanno diritti, parlano male la lingua, spesso sono isolati, svolgono i lavori più umili… nulla di più facile che addebitare loro tutti i mali del paese. L’italiano medio è provinciale e un po’ razzista, e la Lega lo sa. Qualche migliaio di tunisini (piuttosto che di rom) è evidente che non può creare alcun problema a un paese di 60 milioni di abitanti. Durante la guerra in Bosnia la Germania accolse centinai di migliaia di profughi senza fiatare.



- pro Grillo: è anche vero che l’immigrazione è un fenomeno “nuovo” nel nostro Paese, iniziato solo dagli anni 90. L’Italia è in terzo paese europeo per percentuale di immigrati sulla popolazione, dopo Svezia e Slovenia. Quindi troppi in troppo poco tempo. Il dato però non tiene conto degli stranieri di seconda e terza generazione, e delle regole per ottenere la cittadinanza. In Francia o Inghilterra, dove il fenomeno è più datato, ci sono molte più persone di origine straniera, ma naturalizzati.

Più in generale, un parere su Beppe Grillo. Sarà certo demagogo e buffone, ma spesso pone problemi reali come: la democrazia diretta, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, la politica come servizio e non come potere ecc. Temi tendenzialmente più di sinistra che di destra…



Un saluto. Paolo

stefano ha detto...

La cosa più odiosa è che i veri demagoghi sono coloro che, come Grillo e la Lega, propagandano la chiusura delle frontiere a coloro che non hanno un sostentamento, perché non dicono (quasi) mai come fare per fermarli, ammesso e non concesso che sia giusto farlo.

Uno dei pochi che esce dalla demagogia è Borghezio che, qualche anno fa (sentito con le mie orecchie alla radio) ha detto che bisogna sparare ai gommoni.

E al giornalista che cercava di puntualizzare che forse intendeva dire sparare agli scafisti dopo lo sbarco, lui rispondeva che no, intendeva proprio dire che era opportuno sparare a gommone pieno, prima dello sbarco, per impedirlo.

Ecco, quello non è un demagogo, perché ci spiega esattamente quale mezzo utilizzare per ottenere il proprio fine.

Può darsi che sia un provocatore che parla per iperboli…. Magari come Hitler negli anni venti….



Nel frattempo, per inciso, l’unico governo italiano che ha davvero praticato il sistema Borghezio, il venerdì santo del 1997, è stato un governo di centro-sinistra, non sparando, ma speronando, per inseguire il “cattivismo” imperante, con azioni di interdizione navale orgogliosamente sbandierate.

Come spesso succede, la destra parla, la sinistra agisce.

Non ricordo immediate dimissioni di alcun ministro, che era necessario reclamare a gran voce da parte di chi, come me, quella maggioranza l’aveva votata.

Non solo perché sarebbero state sacrosante, quelle dimissioni, ma, secondariamente, perché ci consentirebbero, oggi, di predicare da un pulpito un po’ meno scomodo.



Stefano Bazzoli

paola ha detto...

"La Lega è la più interessata a mantenere in vita il tabù dell'accoglienza senza risorse giustificata dal mito dell'italiano con la valigia di cartone" ... il tabù dell'accoglienza .. ma mi faccia il piacere. Ma chi patisce questo tabù, oggi? Ma in che Paese vive, Beppe Grillo? ma chi ascolta, chi frequenta? ci credo che, con queste parole, serva a "Giornale" e simili.
P.M.

mario ha detto...

Alle volte non capisco se parliamo dello stesso testo. La lettera iniziale citava una critica di due senatori del PD ad un blog di Grillo ed allegava i due testi. Ora per riportare le cose alla loro sostanza devo fare, e me ne scuso, una esegesi al testo di Grillo. Le sue parole sono in corsivo e tra “” e i miei incisi sono tra <>

Grillo dice:

“l'emigrazione è un tabù. Questo tabù ha effetti indesiderati come le migliaia di emigrati lasciati a se stsessi ed alla mafie, ma anche alcuni effetti desiderati come una manodopera a basso costo, spesso in nero, destinata di frequente alla morte sul lavoro per il profitto dei padroncini e della Confindustria.....”



“i rifugiati politici devono trovare sempre accoglienza, chi viene dalle zone di guerra deve trovare sempre accoglienza gli altri sono benvenuti solo se ci sono le condizioni per ospitarli, casa e lavoro.”



“altrimenti si fa demagogia elettorale a vantaggio non delle sinistre buoniste e cialtrone, ma della Lega . Un'invasione, perché di questo si tratta, darà alla Lega il controllo assoluto del Nord Italia. La Lega, in questi anni, si è nutrita di immigrazione. Ogni immigrato irregolare, un voto in più. La destabilizzazione degli Stati è avvenuta da sempre anche grazie al fattore immigrazione. La Lega è la più interessata a mantenere in vita il tabù dell'accoglienza senza risorse giustificata dal mito dell'italiano con la valigia di cartone.”

Qui non sono completamente d'accordo sulla definizione di invasione e sulla destabilizzazione degli stati,

ma devo dire che è un pezzo di analisi non da buttar via, un po semplicistico, ma mai appunto come le analisti del clan della sinistra buonista. Quasi quasi un pensierino sul voto lo faccio. E qui arrivo alle altre email. Dire che Grillo ha contribuito alla vittoria di Cota in Piemonte e che contribuirà alla vittoria della Moratti è puro tifo politico, cioè puro qualunquismo.

Alle elezioni tutti hanno diritto di presentarsi e ciascuno macina del suo. Se la Bresso ha perso, ha perso perchè non ha convinto i cittadini e se Pisapia perderà sarà perchè non convincerà i cittadini. Invece di cercare scuse sarebbe bene che si facesse una riflessione un po più seria. Nel Rosselli si parla di Pisapia come del possibile erede delle amministrazioni socialiste. Speriamo. Però stamattina sono uscito di casa per prendere il tram come al solito ed ho visto questi due manifesti:

Raddoppieremo gli anziani assistiti nelle loro case

Il vento cambia davvero (e respireremo più ossigeno)

non è certo necessario che vi dica quali erano le facce dietro a questi slogan.

I primo manifesto presenta un commitment. I tifosi diranno che sono pure parole a cui non seguirà nulla. Ed è probabile, ma comunque il cittadino vi legge un impegno chiaro. Ma il secondo cos'è?


Mario Saccone

giovanni ha detto...

non sono scuse,
è semplicemente inserire Grillo nell'ormai assai fitta lista dei populisti, come il suo ex sodale Di Pitero (non a caso in caduta libera...)
Quanto alla propaganda, quella della Moratti è (appunto) propaganda.
In base al tuo ragionamento, dovremmo tutti credere che Berlusconi ha abbassato le tasse e creato un milione di posti di lavoro....
In effetti, sono indeciso se votare il candidato di Grillo o la Moratti.... Oppure, un candidato che non fa promesse che non può mantenere?
ciao
Giovanni

luciano ha detto...

Prendo atto della divergenza di opinione con Saccone, nulla di male.
Quel che mi ha fatto sobbalzare è questa sua frase:
"Dire che Grillo ha contribuito alla vittoria di Cota in Piemonte e che
contribuirà alla vittoria della Moratti è puro tifo politico, cioè puro
qualunquismo"
Confesso che è la prima volta che mi imbatto nell'equazione tra tifo
politico e qualunquismo, e confesso pure che a me pare proprio un ossimoro.
Dopo di che non resisto e ritorno sul merito.
E' lapalissiano che in un caso come quello piemontese le affermazioni "I
grillini hanno fatto vincere Cota facendo mancare i voti alla Bresso" e "La
Bresso ha fatto vincere Cota non riuscendo a convincere i grillini" sono
entrambe vere.
Ma non altrettanto politicamente valide. La verifica si ottiene
estremizzando i concetti. Esempio: "i comunisti tedeschi nel 1930 hanno
contribuito a far cadere la Repubblica di Weimar organizzando gli scioperi
insieme ai nazisti"; "la Repubblica di Weimar ha contribuito all'ascesa del
nazismo non riuscendo a convincere i comunisti tedeschi". Anche in questo
caso le due affermazioni sono ambedue inconfutabili.
Però la logica politica dice che un militante della sinistra (comunista)
dovrebbe capire che il nazismo è il male supremo e dunque darsi un limite
nell'opporsi al governo per non fare il gioco del nemico n° 1.
Così un elettore grillino, per quanto critichi la Bresso, dovrebbe arrivare
a capire che, anche dal suo punto di vista di grillino, l'elezione di un
"governatore" leghista è il male maggiore e, visto che c'è lo strumento del
voto disgiunto, dovrebbe - pur votando la lista cinque stelle - scegliere il
male minore per la presidenza. Per carità Cota non è nazista e Bossi non è
Hitler, per nostra fortuna.
E' solo la logica che è (o dovrebbe essere) la stessa. Altrimenti non
stiamo parlando più di politica razionale, ma di fanatismo o fideismo (o di
autolesionismo).
LBP

mario ha detto...

"Così un elettore grillino, per quanto critichi la Bresso, dovrebbe arrivare
a capire che, anche dal suo punto di vista di grillino, l'elezione di un
"governatore" leghista è il male maggiore e, visto che c'è lo strumento del
voto disgiunto, dovrebbe - pur votando la lista cinque stelle - scegliere il
male minore per la presidenza."

Non so che dire. Presumere che quello che penso io sia la verità e che lo debbano pensare anche gli altri, se non sono in malafede, non mi sembra molto democratico. Ovviamente se penso una cosa cercherò di convincere gli altri che è giusta, ma questo prima delle elezioni non dopo e se poi non li convinco, mi porrò il problema di non essere stato convincente e forse cercherò di capire perchè e chissà che non mi accorga, sempre che non sia un tifoso della politica, che potrebbe avere le sue ragioni.

Se questo è l'atteggiamento con i grillini, cosa pensare di tutti quelli che hanno votato Cota? cosa sono? Il male assoluto? Non viene in mente che se uno vota per Cota o per Bossi ci sarà un motivo? E perchè decine di migliaia di operai lombardi di cui molti erano del PCI e del PSI adesso votano Lega? Tutti repellenti razzisti, egoisti e massacratori di immigrati?

Tutto ciò è disperante. La sconfitta alla regione piemonte spiegata con i voti dei grillini e le mani messe avanti per spiegare una possibile sconfitta di Pisapia con i grillini mostra soltanto che non si ha nessuna comprensione della situazione dell'Italia. Non perchè sia facile averla, ovviamente, è un problema grande e difficile, ma se ci si autogiustifica dando la colpa ai grillini, vuol dire che si è rinunciato anche a cercar di capire.

Mario Saccone

pierpaolo ha detto...

Leggo adesso la dichiarazione del furbo - o "furbetto"? - Mattia Calise.

Prima di tutto un inciso: l'idea di candidare ventenni che vantano alle spalle ben tre esami a Scienze Politiche è un'idiozia, e fa il paio con le scempiaggini della Melloni circa la necessità di abbassare i limiti di età per entrare in Parlamento, per cui rischieremmo di avere diciottenni alla Camera e venticinquenni al Senato.
Milano è una città complessa e in profonda crisi, non vedo perché dovremmo affidare a gente che ha ancora il latte sulle labbra una città prostrata da un ventennio di amministrazioni fallimentari e di assenza di progettazione.
Questa cialtroneria sui "gggiovani" vale tanto quanto l'uso dei bambini in pubblicità, è nuovismo d'accatto, roba che supera persino il "paninismo" (inteso come criterio e metodo che porta alla formazione delle liste ispirato alle raccolte di figurine di calciatori) veltroniano.
La politica è una cosa seria.
Una leadership si forma nella battaglia, non con metodi da casting pubblicitario o con investiture dall'alto.

Ciò premesso, l'oscuro ma già abbastanza smaliziato Mattia Calise ha subito dichiarato che al ballottaggio il movimento non prenderà posizione. La Moratti "In cinque anni ha risposto solo a lobbisti e palazzinari", ma Pisapia "risponde comunque alle logiche di partito, è vecchia politica"...
Chi ha fatto politica per anni capisce subito che il Calise non ha chiuso il ragionamento, che sarebbe legittimo se avesse detto che il Movimento rifiuta da subito e indipendentemente dal risultato elettorale assessorati, enti, commissioni e quant'altro...

La logica dei Grillini è quella del "tanto peggio, tanto meglio". Peraltro il Movimento - come è capitato a IdV - è piagato già da ora dalla presenza di carrieristi e arruffoni di vario genere, come ho visto leggendo la corrispondenza tra alcuni miei amici su Facebook, grillini, che discutevano le oscure vicende del nuovo soggetto politico a Napoli.

Mi sbaglierò ma del "Movimento 5 Stelle" diffido profondamente.
Mi pare un'accozzaglia di avventuristi, un covo di anti-politica, con buone probabilità di essere la culla dei prossimi Scilipoti.
Se poi, per accidente, ogni tanto azzeccano un'analisi corretta, questo è nell'ordine naturale delle cose; come lo è anche lo scimpanzè che, lasciato davanti a una macchina da scrivere per un periodo di tempo sufficientemente lungo, ha buone possibilità di riscrivere un capolavoro come "Guerra e Pace"...

PpP

felice ha detto...

I populismi come ci insegna l'America latina possono essere di destra o di
sinistra. Come movimenti IdV e 5 stelle fanno parte dei populismi di sinistra,
mentre per i loro leader politici (Di Pietro) o spirituali (Grillo), qualche
dubbio sulla loro ideologia lo conservo e, comunque, non posso far loro gli
sconti dell'ingenuità e della totale buona fede. Per discutere con i piedi
(lavati) nel piatto a Milano si dovranno contare i voti del candidato sindaco
delle 5 stelle: se fossero decisivi per non mandare al ballottaggio la Moratti,
non ci sarebbe giustificazione di sorta. Votino per la loro lista, triplichino
i voti, ma utilizzino il voto disgiunto o altrimenti, nella migliore delle
ipotesi, saranno degli utili idioti della Moratti, di Berlusconi e di De Corato
e dei loro affari. Detto questo non c'è dubbio che i populismi avanzano
perché la sinistra non ha più canali o antene di ascolto nella gente comune.e
quindi no è in grado di percepirne gli umori, le paure, le idiosincrasie e i
pregiudizi. La senzsazione di insicurezza è una cattiva consigliera, la
sinistra al governo l'ha alimentata destrutturando il welfare. Non è un caso
che la destra in Svezia e in Finlandia difenda il welfare, ma solo per i
cittadini nazionali. Sull'immigrazione non si è stati capace di distinguere tra
asilo politico e immigrazione economica, che deve necessariamente essere
regolata e non lasciata al mercato, che in questa fase vuole mano d'opra a
basso prezzo e non sindacalizzata. Nessuna sinistra degna di questo nome può
accettare una tale situazione. Dovremmo farci raccontare dai compagni
brasiliani la storia degli italiani immigrati in Brasile, e anche quella dei
giapponesi, importati per lavorare senza diritt:. le loro lotte sono alla base
del sindacalismo in quei paesi

camilla ha detto...

Mi trovo anch'io in questi giorni a dover alzare le mani perché attaccata se parlo di Grillo, come se fosse l'Al Capone di turno. Sono d'accordo con quanto dice Saccone: come si sa a sinistra sono molti i buchi politici, è tanta l'incapacità di dare risposte. Al dunque sotto elezioni, invece di stringere sui contenuti, ci si limita a fare scongiuri e a mandare maledizioni. Si dà la colpa a Calisi se Pisapia perde, anzi agli elettori di Calise che sono quelli che semplicemente non si ritrovano nei partiti né di destra né di sinistra. Invece di liquidare con disprezzo anch'io penso che si dovrebbe fare di più degli scongiuri, di più del "speriamo che cambi". E in quanto a populismo, si sentiva proprio la mancanza di una campagna, quella dei manifesti grandiosi di Bersani, capace solo di evocare il vuoto pneumatico, che è continuata anche in campagna elettorale di Giuliano, offuscandolo. Uscendo dalla stazione a Milano si vedeva da una parte la Moratti e dall'altra Bersani. Pisapia non c'era (e neppure Calise).

E tanto per rincarare, ieri sera a ballarò, l'incompetente Gelmini è riuscita a rendere Enrico Letta più antipatico e irrilevante del solito, non in grado di rispondere efficacemente alla rozzezza della lega. In altre parole se di qua mancano le persone e le idee, per forza usciranno da un'altra parte.
Camilla

elio ha detto...

Caro Pecchiari, poichè i giovani vanno ascoltati anche quando sbagliano, io che sono tra i più vecchi delle liste ma con una grande esperienza amministrativa alle spalle e per farmela ho studiato almeno quanto mi è servito per laurearmi in cinque anni e mezzo in medicina all'Università di pavia con 110 e lode e per superare l'esame di libera docenza sempre a pavia, vorrei parlare in pubblico con il giovane grillino e anche con grillo sui contenuti della politica amministrativa. se il giovane è tanto bravo da rassicurarci tutti non chiedo di votare per me ma per lui. Elio Veltri

claudio ha detto...

devo dire che Davide Bono, uno dei due consiglieri regionali del Piemonte, è un giovane medico ospedaliero serio, attento e scrupoloso. 33 anni, fidanzato con una brava psicologa, frequenta anche le riunioni di SeL, se gli segnalo un 'interrogazione la fa subito

francesco ha detto...

Io penso che dal mondo dei Grillini arrivino a volte anche delle suggestioni interessanti. Non li considero alla stregua di scimpanzè, non sono pregiudizialmente portato a rifiutare di discutere con loro, e credo che dal Centro-Sinistra più che scagliare anatemi si dovrebbe fare qualche sforzo di ascolto. Oltre tutto, benchè trovi francamente esagerata, la loro urticante polemica contro i partiti, devo dire che non è che i partiti del Centro-Sinistra offrano al momento uno spettacolo edificante. Per quel che mi concerne, ad esempio, anch'io oggi come oggi non trovo nessun partito tra quelli attualmente esistenti nel quale possa dire di riconoscermi con sufficiente entusiasmo (e meno male che a sostegno di Pisapia è stata costituita una lista civica, altrimenti mi sarei trovato in difficoltà).

Ciò detto, mi pare però davvero difficilmente contestabile l'affermazione secondo cui nel Grillismo albergherebbero delle forti pulsioni anti-politiche. Quelle pulsioni infatti ci sono, e in qualche caso rischiano di rivelarsi davvero esiziali. L'anti-politica è in sostanza l'atteggiamento di chi dice "tanto sono tutti eguali", ma con questo modo qualunquistico di pensare non si va proprio da nessuna parte, e si rischia di combinare soltanto dei colossali disastri. Dai Grillini ho tra l'altro anche sentito dire, a volte, delle vere e proprie castronerie: inquietante, ad esempio, è quanto mi ha detto giorni fa una candidata grillina alle comunali di Milano con la quale mi è capitato di scambiare qualche battuta per strada : "fanno tutti schifo" - diceva con grande sicurezza - "tranne noi e la Lega". Ah beh, sì beh (veniva da risponderle con la canzone di Jannacci sul re che piangeva), ma in realtà erano proprio affermazioni da far cadere le braccia.

Ai Grillini dotati di un livello di intelligenza politica un po' meno superficiale di quello della candidata in questione, bisognerebbe comunque ricordare che l'elezione di Pisapia (a differenza di quanto è avvenuto in Piemonte con Cota e la Bresso) avverrà in realtà su due turni.

Ora, nei sistemi a due turni, uno vota al primo turno per chi gli piace (nella fattispecie lo studente Calise), ma al secondo turno dovrebbe poi teoricamente votare contro quello che gli piace di meno. In Francia ad esempio, alle presidenziali del 2002, gli elettori della Gauche votarono in massa al secondo turno per Jacques Chirac (il nemico storico dei socialisti) perchè le divisioni della Sinistra, contro ogni previsione, avevano fatto andare al ballottaggio invece che il socialista Jospin, il fascista Le Pen. Tra un fascista e un gollista di Destra, la stragrande maggioranza dei francesi (e i socialisti tra questi) scelse senza esitazione Chirac che infatti prese più dell'80 %, e io penso che essi agirono con grande saggezza; perchè votare Le Pen (o scegliere di astenersi per snobismo) sarebbe stato semplicemente da irresponsabili.

Ecco: a Milano ci sarà probabilmente un ballottaggio, in cui agli elettori sarà chiesto di scegliere tra Pisapia o la Moratti. Gli elettori del Movimento Cinque Stelle non avranno a quel punto molti alibi. Se decideranno non votare - in nome del solito ritornello del "tanto sono tutti la stessa cosa" - o se addirittura sceglieranno di votare a Destra (come sembrava paradossalmente sostenere quella candidata ammiratrice della Lega), commetteranno un errore davvero grave e rischieranno di regalare la città ad altri 4 anni nefasti di Berlusconismo. Io però sono fiducioso e confido che questo non accadrà.

Un saluto,

Francesco Somaini

pierpaolo ha detto...

Personalmente sono stufo di cercare di comprendere le ragioni altrui.
Mi basta riuscire ad affermare le mie, le ragioni del socialismo.

E se è vero - come è vero - che la percentuale di bianche, nulle e astensioni supererà il 40%, come dicono gli ultimi sondaggi, mettermi nella testa degli elettori di Borghezio, che "sono pronti a sparare" ma per intanto si accontentano di sparare cazzate, mi interessa molto meno che mettermi nella testa degli abitanti dei quartieri popolari degradati di piazza Insubria o Via degli Etruschi, Milano, Italia, che non votano perché nella politica e nei politicanti non credono più.

Come diceva Sandro Pertini, tutte le opinioni vanno rispettate, meno quelle dei fascisti.

La politica non si fa con il metodo Montessori, c'è poco da capire in quello che dicono Lassini e Borghezio - anzi, meno si capisce meglio è.

Fraternamente,

PpP

luciano ha detto...

In questo forum di discussione siamo soliti esprimere giudizi (ovviamente
tutti opinabili) su scelte ed opinioni politiche altrui.
Io ho espresso i miei sulle scelte dei grillini piemontesi, qualcun altro
magari si esprimerà sulle mie. Che poi tutte le scelte abbiano delle
motivazioni è lapalissiano, ma non impedisce di non condividerle.
Poiché non ho il potere di mandare in un campo di rieducazione col lavoro
coloro che critico, non vedo che cosa possa esservi di poco democratico o di
"disperante".
Esiste ancora la libertà di critica in questo Paese.
E comunque, se lo sport che pratichiamo in questa palestra per qualcuno è
troppo violento, si può sempre evitare di guardare ...
LBP