venerdì 29 aprile 2011

Felice Besostri: La clandestinità è ancora reato

LA CLANDESTINITA’ E’ ANCORA REATO
Per ragioni misteriose tutti i mezzi di informazione di massa, senza distinzione di orientamento politico, hanno presentato la sentenza della Corte di Giustizia della UE come invalidante il reato di clandestinità. A sinistra si poteva gridare con soddisfazione: “ve l’avevamo detto!” e a destra utilizzare la sentenza per diffondere insicurezza e allarme e per alimentare una nuova polemica sull’Unione Europea.
Ebbene il reato di clandestinità, di natura contravvenzionale, cioè punibile con una sola ammenda, è stato introdotto con l’art.1 c. 16 della legge n. 94/2009 (PACCHETTO SICUREZZA), mentre la Corte di Giustizia della UE si è occupata delle norme della legge n. 189/2002 (Bossi-Fini) di modifica degli art. 13 e 14 del Dlgs n. 286/1998 (Turco-Napolitano) con l’introduzione di una pena detentiva da 1 a 4 anni per violazione dell’obbligo di espatrio in seguito a decreto di espulsione. Il motivo è la violazione della Direttiva rimpatri, che lo Stato italiano doveva recepire entro il 24 dicembre 2010. E' giurisprudenza consolidata che, decorso il termine assegnato agli Stati per il recepimento , le norme chiare ed inequivoche della direttiva si applichino direttamente. La Direttiva non è stata recepita perché regolarizzava tutti i lavoratori clandestini in nero, che avessero denunciato i datori di lavoro. I rimpatri devono assegnare termini ragionevoli per il rimpatrio volontario e non si può limitare la libertà personale per più di 18 mesi. Con la normativa dichiarata illegittima il termine per dar corso al decreto di espulsione era di 5 giorni mentre per la direttiva doveva essere da 7 a 30 giorni. Quando vi è contrasto con la normativa europea la norma nazionale deve essere disapplicata e pertanto da dicembre 2010 praticamente nessuno era condannato per violazione del decreto di espulsione. IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA QUINDI E' TUTTORA VIGENTE, ANCHE SE AD ESSO VANNO APPLICATI I PRINCIPI ENUNCIATI NELLA SENTENZA PER TUTTI QUEI CLANDESTINI CHE FACCIANO DICHIARAZIONE DI EMERSIONE E CHIEDANO LA REGOLARIZZAZIONE SE LAVORANO O HANNO LAVORATO IN NERO.
On. Avv. Felice C. Besostri
Presidente del Comitato per l’Autoemersione
dei Lavoratori clandestini

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