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giovedì 15 giugno 2017
Andrea Ermano: E insomma, giunti alla Terza via...
E insomma, giunti alla Terza Via,
dovevamo girare a sinistra…
dall'avvenire dei lavoratori
di Andrea Ermano
L'altro ieri, Giuliano Amato, il maggior esponente superstite del socialismo italiano, ha rilasciato un'intervista al Corriere per dire che: 1) La sinistra occidentale deve rimettersi a fare la sinistra, 2) L'Europa adesso ha una chance, 3) Il maggioritario alla francese non è anti-costituzionale. Un segnale a Renzi?
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Agosto 2014 - Ice Bucket Challenge renziano a favore
della ricerca scientifica: “Tragico che per raccogliere fondi occorra fare i deficienti”, fu allora il commento di Cacciari
L'ex sindaco di Venezia esorta Renzi a fare "come Macron", fondando un suo partito, eccetera. Boutades. Senza l'istituto presidenziale, nemmeno una legge alla francese, imperniata sul doppio turno di collegio, basterebbe a salvare il rottamatore dall'auto-rottamazione in atto.
Ma una legge alla francese aiuterebbe forse ciò che resta del sistema politico a parametrarsi su una competizione chiara e trasparente. Anche Grillo si vedrebbe indotto a proporre collegio per collegio candidati più plausibili, senza di che replicherebbe gli esiti delle recenti comunali.
Quanto all'Europa, Amato reputa possibile «creare le condizioni per raccogliere attorno alla Germania un gruppetto di testa che individui e proponga soluzioni comuni per uscire dalla palude». Uscire dalla palude significa qui incamminarsi sulla via degli Stati Uniti d'Europa. Anche se, secondo l'ex premier socialista, permarrà ancora a lungo, nel nostro continente, una certa vischiosità degli stati nazionali rispetto alla purezza del modello federale teoricamente perfetto.
Bisogna vedere quanto empire latin ci vuole per bilanciare questa "egemonia riluttante" di Berlino. Riluttante perché comprende bene, Berlino, come Russia e USA, che restano le due superpotenze atomiche, non possono entusiasmarsi alla vista una superpotenza economica europea a guida tedesca.
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Gerhard Schroeder, Tony Blair, Wim Kok
e Giuliano Amato in Francia nel 2000
Ma, geo-strategie a parte, nessuna Europa sarà comunque possibile senza una sinistra di sinistra: questo sembra voler concludere Amato. Ed è la parte più densa dell'intervista, nella quale egli liquida senza tante cerimonie l'età del moderatismo riformista, di cui lui stesso, antico vice di Craxi, era stato un esponente tra i più autorevoli.
«L’ipotesi della Terza Via era fondata sulla “cetomedizzazione” dei ceti proletari; il che sarebbe accaduto in Cina e in India; mentre nei nostri Paesi ci sarebbe stato un contraccolpo d'impoverimento degli stessi ceti medi. Quando questo arrivò, noi avevamo quasi smantellato l’intervento pubblico sul quale si era costruito il secolo socialdemocratico. Io stesso, presidente dell’antitrust a metà degli anni 90, dicevo che ormai era la politica della concorrenza l’unica politica industriale che serviva. Ci siamo accorti dopo che non era così; perché la promozione dell’innovazione tecnologica e il suo trasferimento nell’impresa almeno in taluni Paesi, e di sicuro nel nostro, hanno bisogno di un intervento pubblico. Eravamo rimasti senza risposte».
L'accento critico e autocritico è esplicito. Rispunta qui in Giuliano Amato lo spirito lombardiano delle origini? Poco importa. Ormai lo sappiamo tutti che, giunti alla Terza Via, meglio sarebbe stato – come nella celebre scena di Indiana Jones e il Tempio maledetto – imboccare l'altra strada rispetto a quella del precipizio liberista.
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