mercoledì 3 giugno 2009

Vittorio Melandri: Un paese che sa di tappo

C’è chi lo spera, e chi ne dispera, comunque dell’uscita di scena dalla veste di Presidente del Consiglio dell’On. Berlusconi dott. cav. Silvio si comincia a parlare. Il settimanale inglese The Econonomist che è davvero “ridicolo” anche solo pensare, in “mano alla sinistra”, già nel 2001 aveva fatto la copertina con il volto del Cavaliere accompagnato dal titolo “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy” e cioè, “Perché Silvio Berlusconi è inadatto a guidare l’Italia”. Un suo corrispondente, David Lane, ha oggi affermato che “un Premier che si sottrae alla giustizia deve dimettersi”; contemporaneamente a questa affermazione, in Inghilterra è accaduto che si è dimessa dal suo ruolo una signora Ministro dell’Interno, perché il di lei marito ha pagato il noleggio di film porno con rimborsi spesa previsti per i deputati. In Italia, nemmeno se un Primo Ministro partecipasse lui medesimo come protagonista, magari “a gratis”, ad un film porno, si potrebbe verificare il caso di sue dimissioni, senza l’accompagnamento di un coro di “servi” salmodianti il puntuale lamento …. “ah la magistratura rossa che vuole fare politica senza essere eletta”. Uno stato di cose siffatto è sintomo di un Paese alla deriva, che, lo si voglia o no riconoscere, è testimoniato da mille altri piccoli segnali. Cito per tutti una lettera apparsa il 3 giugno sul quotidiano della mia Piacenza, Libertà, in cui tale don Pietro Solari non esita ad usare persino le parole del Papa Benedetto XVI, perché utili a sostenere la tesi che il “don” propugna, e cioè che una Chiesa che osasse criticare il nostro Primo Ministro pro tempore, senza contemporaneamente “scomunicare” tutto quello che sa di zolfo, ovvero di sinistra, è una Chiesa dove “c’è tanto marcio…: marcio di ideologie, di eresie e di apostasia!”. La tristezza, in chi ancora sogna la possibilità di vivere in un paese che non sia al fondo della sua anima, sostanzialmente “servile”, deborda oltre ogni limite. In me la tristezza è poi cresciuta quando sono stato assalito da questo pensiero: e se anche Berlusconi saltasse come un tappo, cosa accadrebbe? Cosa accade quando si stappa una bottiglia di vino anche buono, che è stato tappato a lungo con un “tappo fallato”, che cioè non ha assicurato al vino quel perfetto isolamento così necessario alla sua maturazione? Accade che il vino “sa di tappo” e bisogna buttarlo. Ecco la ragione della mia tristezza in aumento, sono trent’anni che Berlusconi fa da tappo al “vino Italia”, e che sia un “tappo fallato” ormai lo sanno anche i suoi “servi” più pagati e solo quelli più “volontari” scommettono ancora sulle sue qualità, quindi prepariamoci, quando questo “tappo” sarà saltato non potremo che trovarci alle prese con un “Paese che sa di tappo”, e non potendo buttarlo insieme al “tappo”, sarà necessario molto tempo e molta maestria per renderlo di nuovo “bevibile”. Per rimanere alla metafora, alla mia generazione non resterà che diventare tutta astemia.



Vittorio Melandri

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