sabato 20 settembre 2008

Alessandro Litta: i Di.Do. Re

Dall'Opinione del 19 settembre
Pessimismo

I Di.Do.Re partono in salita

di Alessandro Litta Modignani

Fuoco di sbarramento clericale contro i DiDoRe, le nuove norme che dovrebbero regolare diritti, doveri e responsabilità reciproche delle persone che convivono stabilmente senza essere unite in matrimonio. L’iniziativa dei ministri Rotondi e Brunetta parte in salita. A una prima conta di amici e nemici, si nota subito che i primi sono pochi e per lo più assai timidi, mentre i secondi sono numerosi, agguerriti e soprattutto molto potenti.
C’era da aspettarselo, naturalmente. Tuttavia, ciò che più colpisce anche un osservatore disincantato, è un particolare rivelatore. Per ben due volte, nell’editoriale che apre il numero di Famiglia Cristiana in edicola in questi giorni, il leader della Dc per le Autonomie Gianfranco Rotondi viene presentato come un “cattolico” fra virgolette. Ma chi dà diritto a Don Sciortino di stabilire chi è cattolico autentico e chi lo è solo per modo di dire, fra virgolette?
Anche da questo dettaglio, si evince la portata autentica dello scontro politico in corso: una vera e propria resa dei conti, una “pulizia etnica” con la quale gli integralisti intendono liberarsi una volta per tutte dei cattolici liberali, rei di aver consentito il Risorgimento nazionale nell’800 e il processo di secolarizzazione nel ‘900, durante la lunga stagione del primato democristiano.
Per i cattolici che si appellano all’autonomia della coscienza e alla laicità della politica, non c’è più posto ormai: sono legittimati solo i clericali obbedienti, i bigotti vecchi e nuovi, i falsi credenti per convenienza o per calcolo, e naturalmente quei laici, magari anche atei, che dimostrano di sottomettersi all’egemonia politica della Chiesa con particolare devozione.
Sul futuro dei DiDoRe non è lecito coltivare eccessivi ottimismi. Intanto è bene osservare che Silvio Berlusconi, delle unioni civili, tranquillamente se ne frega. Se al momento della formazione del governo aveva fatto capire che non intendeva farsi trascinare in una crociata sull’aborto, a maggior ragione oggi egli non ha interesse a irritare le gerarchie vaticane con un’apertura liberale di questa natura. Come nella disputa sull’antifascismo, Berlusconi risponderà che lui “pensa a lavorare” e che l’iniziativa non riguarda il suo patto con gli elettori.
Le nuove norme dovranno dunque affrontare la prova in Parlamento, se mai ci arriveranno. Ma è bene non illudersi. Sul Corriere della Sera di mercoledì scorso Renato Brunetta afferma: “Credo nel rispetto reciproco e nel confronto, ma se nascono divisioni e lacerazioni, allora rinuncio e straccio la proposta”. Beh, detta così, caro Brunetta, la partita è persa in partenza. Cosa si aspetta, signor ministro: che i suoi interlocutori, da questa e dall’altra parte del Tevere, mostrino benevolenza per chi ha scelto di non sposarsi, oppure comprensione per gli omosessuali, che non potrebbero sposarsi neanche volendo? Immagina forse che le verrà steso dinnanzi un tappeto rosso? Ascolti Giacobbe, il presidente del Forum delle famiglie: “E’ davvero singolare che l’iniziativa di Rotondi arrivi all’indomani del nuovo appello del Papa per dire no a ogni forma diversa dalla famiglia”. Famiglia Cristiana sostiene che sul PdL soffia un “vento radicale”, ma per ora il solo che abbia avuto il coraggio di uscire allo scoperto è Benedetto Della Vedova. Per il resto, è un vero e proprio tiro al bersaglio, da destra e da sinistra. Staremo a vedere, ma il pessimismo è d’obbligo.

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