giovedì 11 settembre 2008

elena chinaglia: zapatero

dal sito di sd
COERENZA E PICCOLI PASSI
Di fronte all’atteggiamento mite e al largo sorriso di Marti GRAU i SEGU, eurodeputato catalano del gruppo P.S.E., si fatica a vedere in lui un temibile esponente della “deriva zapatista”, che tanto spaventa i politici e la Chiesa nel nostro paese. Sebbene lui stesso sia consapevole che oggi la parola socialismo a molti fa paura, essere socialista è principalmente un segno di coerenza, è dire quello che si farà, mantenendo poi la parola data. Citando Zapatero, “non sono un radicale, salvo quando si tratta di rispettare i miei principi e la parola data”.
L’innovazione di Zapatero, il “Socialismo dei cittadini”, è racchiusa nell’allargamento della rosa di temi sui quali la sinistra si propone di cambiare, ponendo al centro dell’azione l’ampliamento dei diritti e dello spazio dell’individuo, all’interno di una prospettiva sociale. Il supporto concettuale lo si ritrova concentrato nell’acronimo a titolo dell’ultimo congresso, IDEAS (uguaglianza, diritti, ecologia, azione, solidarietà), che pone l’accento sul socialismo delle idee, in chiave autenticamente gramsciana, sulla necessità di creare una cultura di sinistra: siamo veramente vincenti quando riusciamo a vincere con le idee e solo in seconda battuta possiamo portare avanti le istanze materiali. Adesso lo ha capito anche la destra e su questo terreno ci sfida. Molti temevano dal congresso un ammorbidimento verso il centro, ma Zapatero ha invitato ad andare avanti nelle politiche dichiaratamente di sinistra, in particolare sul piano dei diritti. Non si tratta di combattere la Chiesa, ma di offrire parità di condizioni per tutti. La Chiesa deve rassegnarsi ad essere “uno tra i tanti”, senza privilegi. L’attuazione di politiche autenticamente di sinistra è la ricetta che il governo Zapatero intende seguire per riequilibrare le storture dello sviluppo economico spagnolo, trainato oggi dall’edilizia e dal turismo, che hanno provocato danni ambientali devastanti, e far fronte alla crisi che minaccia l’intera Europa.
Riguardo al rinnovamento del partito, due sono i filoni principali intrapresi: la parità di genere nelle cariche politiche e istituzionali e l’accesso dei giovani. Un motore efficace, che ha accresciuto la presenza femminile oltre il 40% nelle istituzioni e ha avuto buone ricadute nel mondo del lavoro e delle professioni. Un processo nel quale ha avuto un ruolo cardine la “Legge per l'autonomia delle persone in situazioni di dipendenza”, che non è altro che il sostegno alle famiglie nell’assistenza alle persone dipendenti, ma ha liberato le donne dal lavoro di cura.
La legittimità democratica del processo di integrazione europea è un nodo che le vicende successive alla bocciatura del Trattato di Roma hanno ingigantito, ma, nella visione di Grau, è importante non sottovalutare i piccoli passi che si stanno compiendo, perché possono consentire all’improvviso grandi avanzamenti nella costituzione di un’Europa politica, in cui il Parlamento Europeo sia dotato del potere di cambiare le cose, superando il deficit democratico attuale, in cui i governi, che sono in larga maggioranza di destra, decidono le sorti dell’Unione.
Riguardo alla situazione della sinistra italiana, Marti Grau si dice preoccupato per il PD, in quanto è convinto che non esista un centro come spazio politico da articolare e che gli elettori siano più propensi a premiare un candidato dichiaratamente e trasparentemente di sinistra rispetto ad uno che si rifà a un centro indistinto e informe. Obama agisce secondo questa direttrice: non rincorre i voti di Hillary Clinton, sta dove sta e non si sposta, da vero leader coerente.
Una parola d’ordine per la futura campagna elettorale europea della Sinistra? Difficile trovare uno slogan unitario e immediato in questo momento. Meglio puntare sull’educazione per costruire un’identità europea.

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